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giovedì 28 luglio 2011

Siremar senza futuro, scadute le fidejussioni. Per il closing persa la stagione del turismo

Come ampiamente previsto durante la scorsa settimana, si è finalmente chiuso il capitolo Tirrenia. La Cin, Compagnia italiana di navigazione, ha firmato, nei giorni scorsi, il sospirato contratto. Per un problema virtualmente risolto, bisognerà, infatti, ancora attendere il definitivo parere dell’Europa, resta ancora in sospeso la grana tutta siciliana di Siremar con grande danno per l’economia e il turismo siciliani. 
Ettore Morace, ad di Cin (Grimaldi, Moby Line e Marinvest) , ha messo la firma sul contratto acquisizione del ramo d’azienda che sancisce il trasferimento di Tirrenia ai privati. Il sospiro di sollievo del contraente Giancarlo D’Andrea, commissario straordinario di Tirrenia che ha guidato questo complicato iter di privatizzazione nel mare in temposta dei conti in rosso della compagnia, potrebbe però trovare ancora l’impaccio dell’Antitrust europea, da cui si attende per settembre il definitivo via libera all’operazione.
Assai più complicata resta la situazione di Siremar. La propaggine regionale di Tirrenia, già rifiutata gratuitamente nel 2009 dalla Regione siciliana perché oberata di debiti, è adesso in una situazione di stallo. Lo scorso 25 maggio erano state aperte le buste con le offerte di Compagnie delle isole (la newco partecipata dalla Regione siciliana e controllata dalla Mediterranea Holding dell’armatore napoletano Salvatore Lauro che ha offerto 69 mln di euro garantiti da fidejussione) e la Società di navigazione siciliana (la spa costituita da Ustica Lines e da Caronte & Tourist che ha offerto 55 mln di euro di cui 30 coperti dalle banche). Eppure si continua inspiegabilmente a prendere tempo e a far perdere di appetibilità la compagnia, visto che l’80% dei ricavi si realizza durante l’estate.
Il 15 luglio scorso sono, inoltre, scadute le fidejussioni col risultato che non esistono più strumenti, per invitare gli armatori a onorare l’impegno. La Siremar resta, quindi, ancorata in una situazione di stallo, e senza speranza con i suoi 500 dipendenti, che in estate sfiorano anche le 800 unità. Bloccata e in continua perdita, pare che non stiano inviogliando nemmeno i contributi statali da 55,6 milioni di euro all’anno per 12 anni. Anche l’interesse paventato dalle due cordate è stato anestetizzato da un’azione poco credibile da parte di chi ha gestito l’intero iter della compagnia regionale. Adesso Siremar (in amministrazione straordinaria) è la società che effettua i collegamenti marittimi da e per le isole minori siciliane, asset dell’ex gruppo Tirrenia e attende la privatizzazione come ultima speranza per uscire dal baratro della crisi.

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