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domenica 28 agosto 2011

La legalità nelle feste ovvero la trasgressione in nome del "panem et circenses" (Di Renato Cacciapuoti)

(Renato Cacciapuoti) Devo ammettere che sono tra coloro che “non capiscono” , come l’amico Chiofalo, il senso delle feste così come sono concepite attualmente. L’aspetto religioso è sempre più relegato ai margini mentre il folklore e l’intrattenimento la fanno da padroni. La commistione tra festa religiosa e “sagra” , nel tempo, ha fatto pendere la bilancia a favore della seconda. Assistiamo a feste/sagre che durano giorni e che alterano l’intera fisionomia delle frazioni che le ospitano, stravolgendone la viabilità, il decoro urbano e soprattutto la vivibilità.
Il Comune abdica al ruolo di arbitro e controllore di tali manifestazioni lasciando campo libero agli organizzatori e agli ambulanti, che ringraziano per la libertà concessa.
Ogni aspetto delle feste, dall’occupazione del suolo pubblico alle norme di pubblica sicurezza, dovrebbe essere vagliato, programmato ed infine, autorizzato dal Comune. Sembra fantascienza ma chi organizza l’evento dovrebbe con congruo anticipo, produrre agli uffici comunali competenti, una planimetria dell’area interessata con relazione tecnica firmata da un tecnico abilitato nella quale si evincano gli spazi che si intendono occupare e con quali tipologie commerciali, le aree con rischi specifici (ad esempio l’utilizzo di bombole di gas GPL per cucinare), l’ubicazione delle vie di fuga, delle dotazioni antincendio e così via. Inutile nasconderlo: a Lipari è il far west. La dimostrazione, se mai ve ne fosse bisogno, l’ha data in ordine di tempo, la festa di S.Bartolo.
Anche tra gli adempimenti obbligatori che il Comune richiede agli organizzatori per il rilascio della licenza di cui all’art. 68 del T.U.L.P.S. (cioè la licenza di pubblica sicurezza) si possono scorgere non poche discrasie. Ad esempio la Dichiarazione di conformità dell’impianto elettrico redatta da un tecnico abilitato diventa pura formalità nel momento in cui qualsiasi ambulante si può collegare alla linea principale con cavi usurati e danneggiati, spine fuori norma, cavi che attraversano le vie di passaggio pedonale, linee aree ad altezza uomo e bambino, generatori posti al di sotto della distanza minima consentita, ecc…ecc…
L’accensione dei fuochi pirotecnici poi, rappresenta, a mio avviso, la più visibile e tangibile delle illegalità che per il motto “vivi e lascia vivere” diventano legali. Come giustamente diceva l’amico Luca, la gente vuole “panem et circenses”  perché allora non accontentarla anche se ciò significa commettere illeciti ? Il Sindaco ai sensi dell’ art. 57 del T.U.L.P.S. autorizza, di volta in volta, l’accensione dei fuochi artificiali demandando al fuochista e alla forza pubblica presente sul posto, il rispetto delle norme (in particolare le distanze di sicurezza). In realtà non dovrebbe essere così, ma, se si applicasse la legge, forse, vorrebbe dire non poter sparare i fuochi così come oggi si fa e così stravolgere tradizioni oramai diventate immodificabili. In nome dell’ordine pubblico e del “panem et circenses” allora tutto si può, anche infrangere le leggi dello Stato Italiano. O no ?

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