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sabato 22 febbraio 2014

La morte del piccolo Matteo, le vicissitudini, i sacrifici dei suoi genitori. L'articolo del direttore Sarpi sulla Gazzetta del sud di oggi

                                                  LIPARI
SALVATORE SARPI
E' volato in cielo, all'età di 6 anni, il piccolo Matteo Finocchiaro , figlio Bartolo e Katia Totaro.
Come i nostri lettori ricorderanno il bambino, affetto da “ insulto ipossico ischemico encefalico”, è stato al centro di una querelle giudiziaria tra i suoi genitori e due ginecologi in servizio nel 2007 all'ospedale di Lipari. 
Medici che, nel dicembre scorso, sono stati condannati entrambi, al tribunale di Barcellona, a sei mesi di reclusione (pena sospesa), 500 euro di multa e al pagamento di una provvisionale di 50 mila euro ciascuno da corrispondere ai genitori del piccolo.
I medici, comunque due seri professionisti, che hanno fatto nascere altri bambini nell'isola " omettevano- come si legge dagli atti del processo- con un comportamento imperito, negligente ed imprudente di diagnosticare la condizione di sofferenza fetale e quindi di eseguire l’intervento di taglio cesareo per una rapida estrazione del feto". 
La famiglia del bimbo, in questa vicenda giudiziaria, è stata assistita dagli avvocati Gaetano Orto e Luca Frontino. 
Il bimbo è deceduto a Messina. 
La notizia della morte del piccolo Matteo ha fatto calare una cappa di dolore sull'isola dove la triste vicenda è ben nota. Così come noti sono i sacrifici che, nel tempo, hanno dovuto sostenere i suoi genitori sia dal punto di vista fisico che economico. Sacrifici economici che hanno sicuramente avuto il loro peso in una famiglia che non è di certo benestante. 
Genitori che, più volte, hanno dovuto combattere contro una burocrazia ottusa e con la mancanza a Lipari di strumenti e professionalità indispensabili per assistere il bimbo. Nonostante tutto non si sono mai arresi e, a costo di enormi sacrifici, sono stati vicini sino in fondo al loro piccolo. Per permettergli di usufruire dei necessari controlli e di adeguate terapie hanno anche deciso, qualche anno fa, di trasferirsi a Messina. 
Una scelta non facile se si considera che il padre del bimbo, un operatore ecologico, tutt'oggi lavora a Lipari e fa la spola con Messina.

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