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mercoledì 30 luglio 2014

Sanità a Lipari. Ancora una drammatica testimonianza. Ci scrive la signora Piera Biviano

Gentile direttore,
Le chiedo la possibilità di poter pubblicare anche la mia esperienza riguardo la malasanità dell’ospedale di Lipari, per affermare quanto dichiarato dalla sig.ra Mandarano e Saltalamacchia .
Mia madre è stata operata al cuore due anni fa all’ospedale Papardo di Messina, (by pass e cambio valvola aortica), la degenza è stata lunga ma mia madre nel giro di sei mesi  si è ripresa è tutto procedeva bene; l’unica conseguenza dell’operazione(che tra l’altro mi era stata già anticipata dai medici del Papardo prima ancora dell’operazione), è stata che mia mamma soffrendo di insufficienza renale cronica sarebbe entrata in dialisi subito dopo l’operazione. Difatti così è stato.
Trisettimanalmente mia mamma si recava all’ospedale di Lipari per sottoporsi alle sedute di dialisi, per il primo anno tutto sembrava procedere bene, ma nel mese di Settembre 2013  cominciò ad accusare i primi problemi: difficoltà nel dializzare e affanno.
I medici del reparto dialisi di Lipari, dopo varie sedute di dialisi non procedute nella maniera più consona e non capendo come comportarsi,  decidono di trasferirla al reparto dialisi di Milazzo; qui i medici decidono di farle un piccolo intervento, cambiando il catetere venoso con il quale mia mamma si sottoponeva alle sedute di dialisi, in quanto a detta dei medici non era più funzionante (solo dopo un anno e mezzo!!!).
Tornata a fare dialisi all’ospedale di Lipari, per qualche mese è proceduto bene, dopodiché si sono presentati nuovamente gli stessi problemi: difficoltà nel dializzare e affanno.
Anche stavolta i medici del reparto dialisi di Lipari vogliono trasferire mia mamma a Milazzo per cambiare per l’ennesima volta il catetere venoso, allorchè io mi allarmo e mi lamento dicendo che non è possibile che mia mamma sia l’unica paziente a dover cambiare il catetere ogni due mesi quando tutti gli altri pazienti dializzati lo tengono per anni.
Sta di fatto che mia mamma insieme a mio padre si recano a Milazzo (a loro spese) per cercare di capire come bisognava procedere. Qui i medici dopo una seduta di dialisi, la mandano nuovamente a casa dicendo che per loro il catetere venoso funzionava e che mia mamma dializzava bene. Oltre al danno pure la beffa: non solo mia mamma si reca inutilmente all’ospedale di Milazzo, rimane anche bloccata una notte lì per le condizioni meteo marine avverse.
Inutile soffermarmi sul fatto che io e  mio marito abbiamo litigato con i medici del reparto dialisi di Lipari che gli hanno fatto fare ad una persona che stava poco bene un inutile viaggio.
Quindi i medici di Lipari decidono di cambiare la terapia  intradialitica e domiciliare. Le fanno diverse analisi del sangue, ECG, visite cardiologiche etc. e mi dicevano stai tranquilla sua mamma non ha nulla sta bene, i valori sono nella norma. Ma mia mamma continuava a stare male a non dializzare bene e ad avere sempre l’affanno. Così i medici del reparto dialisi di Lipari, decidono di ricoverare mia mamma  al reparto medicina dell’ospedale di Lipari per tenerla in osservazione, ma tutti i valori risultavano nella norma l’unico nuovo dato emerso è che c’era la valvola mitralica che non funzionava più bene(di grado moderato) e non severo per cui decidono di dimetterla e continuare nuovamente con più sedute di dialisi. Tra l’altro anche il personale medico e infermieristico del pronto soccorso non aveva dato le giuste valutazioni ai malesseri di mia mamma dicendo che tutti i valori erano nella norma e dimettendola puntualmente ogni volta.
Ma a nulla tutto ciò è valso perché mia mamma ha smesso di respirare dopo qualche giorno, nell’incredulità mia e di tutte le persone che le volevano bene. Nessun medico ha capito che si doveva intervenire nella maniera più celere e cioè trasferirla in un ospedale nel reparto di cardiochirurgia e sottoporla a un intervento cardiaco, mi hanno solo comunicato la diagnosi senza capirne la gravità e le conseguenze a cui sarebbe andata incontro.
Mia mamma adesso non c’è più e (almeno spero), ha smesso di soffrire. Purtroppo non ha avuto la fortuna di godersi l’ultimo nipotino arrivato solo quindici giorni prima che lei smettesse di respirare.
Spero che nessun’altro/a possa passare ciò che ho vissuto io, ma vivo nella speranza che prima o poi l’ospedale di Lipari venga migliorato con strutture moderne ma soprattutto con medici competenti in grado di valutare e capire le diagnosi, poiché a poco o a nulla vale avere una tale struttura e affinché nessun altra vita debba lasciare questo mondo in questa maniera.
Piera Biviano

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