Cerca nel blog

venerdì 6 marzo 2015

ALLARME RIFIUTI A STROMBOLI NEL FILM-DOCUMENTARIO "LA CROCIERA DELLE BUCCE DI BANANA"


Può uno dei luoghi più suggestivi del Mediterraneo, patrimonio dell’umanità, soccombere al dramma tutto italiano della cattiva gestione dei rifiuti? È ciò che è accaduto a Stromboli: perla delle Eolie, meta di turisti, ispirazione di grandi artisti, ma anche una terra che si è trovata a convivere quotidianamente con il problema dei rifiuti e del loro difficoltoso smaltimento.
Su questa cruciale questione si concentra “La crociera delle bucce di banana”, film-documentario del giovane regista siciliano Salvo Manzone, premiato nel 2012 con il riconoscimento “La casa di domani” al Festival Cinemambiente di Torino e vincitore del FreDD Festival 2014, membro della rete Green Film Network. La forza del film è tutta nel racconto di chi giorno dopo giorno è alle prese con una piaga dai risvolti sempre crescenti e che mette in luce falle e contraddizioni dell’intera società.
Con “La crociera delle bucce di banana”, Manzone mostra i fattori che concorrono a complicare la raccolta e il conseguente smaltimento dei rifiuti, che in estate arrivano ad accumularsi fino a 300 tonnellate al mese, e lo fa raccogliendo la testimonianza delle diverse parti in causa: dagli operatori ecologici che devono vedersela con la scarsa attitudine degli isolani alla pratica della raccolta differenziata, ai politici locali che denunciano un sostanziale inutilizzo dei fondi stanziati al fine di un corretto ed efficace smaltimento. Il paradosso che ne risulta è la presenza di rifiuti in mare e sulle spiagge, e soprattutto la costosa traversata marittima, allestita appositamente per il trasporto di rifiuti di facile smaltimento, come ramaglie e altri scarti biodegradabili.
Tra immagini della vita quotidiana sull’isola e interviste che fungono genialmente da botta e risposta, a colpire su tutte è la testimonianza di Aimée Carmoz, un’anziana donna francese che da quasi cinquant’anni vive sull’isola combattendo in prima persona per la sensibilizzazione ad un’adeguata raccolta dei rifiuti, promuovendo iniziative volte a favorire buone pratiche e compostaggio domestico, organizzando convegni, fornendo ai cittadini attrezzature adeguate, ma ottenendo timidi e sporadici risultati.
“Aimée mi ha raccontato la sua storia e quella di Stromboli”, ci rivela il regista, “La sua mi è sembrata ideale perché Aimée incarna, con le sue parole e gesti quotidiani, la semplicità e sincerità del pensiero ecologico che cercavo. Quella di Stromboli è invece paradigmatica della Sicilia. In scala ridotta sono riconoscibili le stesse dinamiche che caratterizzano la grande Isola e l’Italia intera: l’emergenza rifiuti, l’assenza di raccolta differenziata, il disagio dei netturbini, le lotte degli ambientalisti e l’opposizione dei potenti”. Nonostante i suoi tenaci sforzi, infatti, qualcosa non funziona, complici l’indifferenza dell’amministrazione locale, che trova nei rifiuti un valido argomento per vane promesse elettorali, e l’incombenza di direttive europee, che di fatto boicottano soluzioni più accessibili ed economiche, ignorando le necessità pratiche e logistiche che la peculiarità del luogo richiede
A chi attribuisce ai cittadini parte della responsabilità, Aimée risponde con fermezza che nell’arco dei suoi innumerevoli tentativi di cambiare le cose ha riscontrato molta buona disposizione tra gli isolani e che è dall’alto che dovrebbero arrivare le condizioni e le possibilità per invertire la rotta. A farne le spese, ancora una volta, è l’ambiente, vittima del disinteresse di chi, in nome di tornaconti economici, mina i buoni valori di progresso e di cooperazione sociale. Valori che Aimée, cittadina del mondo, ha ben presenti e non smetterà mai di tramandare.
A farsi portavoce di questi valori è lo stesso film, che gioca un ruolo importante nel comunicare e diffondere i corretti atteggiamenti da assumere in difesa dell’ambiente. “Il cinema aiuta a far riflettere”, prosegue Salvo Manzone, “E la riflessione è il punto di partenza per ogni cambiamento di idee e poi di comportamento. Molti film hanno anche aiutato me a cambiare la prospettiva con cui vedevo certe cose, non solo in campo ambientale. Per questo però non devono essere semplicemente di denuncia, lasciando questo compito ai reportage giornalistici, ma devono smuovere la coscienza e mostrare una nuova prospettiva per uscire dalle convenzioni radicate nella nostra mente e nella nostra società”.
Il trailer de "La crociera delle bucce di banana"

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.