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giovedì 7 maggio 2015

Sant'Alessio: «Turismo, non tax per un anno». La proposta dell’associazione “ViviAmo Sant’Alessio” per salvare la stagione

Un anno di “no tax” a Sant’Alessio. Il turismo a picco per la spiaggia che non c’è più, imprenditori con l’acqua alla gola: chiesta la sospensione per un anno del pagamento di tasse e tributi. L’iniziativa è della Associazione “ViviAmo Sant’Alessio”, il cui presidente Franco Santoro ha scritto una lettera-appello al prefetto, Stefano Trotta, al presidente della Regione, Rosario Crocetta, ed al sindaco di Sant’Alessio, Rosa Anna Fichera, «affinché venga presa in considerazione la possibilità di una moratoria che sospenda per l’anno in corso il pagamento delle tasse nel Comune di Sant’Alessio Siculo, in quanto la definitiva scomparsa della spiaggia ha compromesso irrimediabilmente la stagione turistica della nostra cittadina, mettendo in ginocchio tutte le attività ad essa connesse ed il relativo indotto, con gravissime ripercussioni soprattutto dal punto di vista sociale ed occupazionale».
Se non dovessero arrivare questi “aiuti” in tempi ragionevolmente celeri, le attività che vivono di turismo, ormai allo stremo, sarebbero costrette alla chiusura «in maniera definitiva con grave ed irrimediabile danno all’economia e alla stabilità sociale dell’intero paese e di tutto il comprensorio della Valle d’Agrò».
L’Associazione invita le istituzioni ad un incontro «inderogabile ed urgente», al fine di prendere visione della drammatica situazione del paese «organizzando un tavolo tecnico unitamente agli operatori del settore, le associazioni locali, e tutti i cittadini di Sant’Alessio Siculo».
La scomparsa della spiaggia ed il mancato avvio dei lavori di ripascimento, mentre non sono ancora conclusi quelli per il completamento della barriera soffolta, hanno ridotto al collasso le attività del settore turistico, che hanno come prospettiva una stagione fallimentare visto che manca la materia prima: il turismo. Sant’Alessio basa la propria economia sull’industria delle vacanze, non solo per la presenza di alberghi e hotel, ma anche per le centinaia di mini appartamenti che rappresentano un’ottima valvola di sfogo ricettiva.
Purtroppo l’attrattiva principale era la spiaggia, senza di quella non arrivano villeggianti. La mancanza della spiaggia, la sua riduzione al lumicino a causa dell’erosione, non è che una delle cause che hanno portato alla crisi del settore il cui crollo va ricercato a monte, con la crisi del turismo interno a causa dell’attuale congiuntura. La spiaggia non è che una concausa e non è detto che se ci fosse non ci sarebbe crisi. L’appello di Franco Santoro e della sua Associazione, se accolto, servirà, comunque, a dare una boccata di ossigeno alle attività imprenditoriali, a farle sopravvivere per superare il momento critico e sperare in una ripresa. Ma un Comune che rinuncia per un anno alle entrate tributarie, come sopravvive?
Intanto l’anticipo d’estate di questo fine settimana con temperature superiori di dieci gradi alla media stagionale sembra volere dare una mano agli operatori turistici e già su quel che resta della spiaggia si sono visti i primi bagnanti. Buon segno.

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