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venerdì 19 giugno 2015

Gettoni ai consiglieri, le modifiche dopo i rinnovi

“Adelante, con juicio”, non è solo l’invito rivolto dal manzoniano cancelliere Ferrer al proprio cocchiere, mentre si accinge ad attraversare una folla inferocita, ma anche il modo con cui l’Ars sta procedendo per approvare la norma che dovrebbe adeguare i consigli comunali a quelli di tutta Italia, riducendone numero e indennità, come al di là dello Stretto è avvenuto quattro anni fa. Col piccolo particolare che lo Statuto siciliano, che in materia attribuisce alla Regione facoltà primaria, consente “aggiustamenti” su cui in gran parte si sono gettati per far gattopardescamente in modo che tutto cambi senza cambiare nulla. Nessuna meraviglia, quindi, se quasi tutta la seduta di ieri è stata dedicata all’esame dell’art.2 del provvedimento uscito dalla commissione con voto unanime, ma non condiviso, evidentemente, da molti di coloro che nella commissione erano rappresentati. E’ stato così approvato, con 29 voti a favore e 25 contrari, l’emendamento proposto da Franco Rinaldi del Pd che rinvia l’applicazione della legge nella parte inerente la riduzione delle indennità ai consiglieri in carica. Rinaldi si è detto molto soddisfatto per l’approvazione del suo emendamento perché la legge sarà applicata “a decorrere dal primo rinnovo dei consigli comunali successivo all’entrata in vigore della presente legge, evitando così inutili sconvolgimenti all’attuale assetto economico, amministrativo e gestionale dell’autonomie locali”. Non la pensano così i deputati pentastellati, il cui emendamento per limitare a un solo gettone giornaliero l’indennità ai consiglieri comunali è stato bocciato nel segreto dell’urna con soli 23 voti a favore e 28 contro. Per i pentastellati, infatti, “la Casta protegge la casta”. “Si sta delineando – sostengono – una legge truffa”. E rilevano che “è stato approvato l’emendamento che rinvia gli effetti della legge ai prossimi consigli, in maniera da non intaccare le tasche dei potenziali elettori dei deputati. Non dimentichiamo, infatti – sottolineano – che i consigli comunali sono un enorme bacino elettorale per l’Ars. Guai, pertanto, a metterseli contro”. In quanto al loro emendamento sul gettone unico giornaliero, “un forte deterrente al fenomeno gettonopoli”, sono convinti che, approvandolo, “si sarebbe messo fine a comportamenti non certo edificanti che hanno portato e portano tutt’ora al proliferare delle sedute al solo scopo di collezionare gettoni e gonfiare i portafogli dei consiglieri, a discapito della casse comunali”. Sempre nell’ambito dell’art.2 è pure passato un emendamento in favore di Messina che, avendo perso nell’ultimo periodo alcune migliaia di abitanti, rischiava di essere declassata rispetto al ruolo riservato alle città metropolitane. Con una certa celerità sono stati approvati, quindi, anche gli articoli tre e quattro. Ne restano da approvare altri due, ma il presidente Giovanni Ardizzone ha preferito aggiornare i lavori a martedì per avere il tempo di consultare i capigruppo in merito a una serie di emendamenti aggiuntivi.

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