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lunedì 13 luglio 2015

Porto Salvo e "bancarellopoli". La difesa d'ufficio di Giacomantonio e la replica del nostro direttore

(Michele Giacomantonio) Diciamolo chiaramente. Questa festa di Portosalvo quest'anno non suscita solo pensieri ed attenzioni religiosi, culturali o anche turistici. In questa realtà strana e particolare che è la comunità liparese c'è molto di più. C'è soprattutto l'impegno del Comitato organizzatore a dimostrare che è possibile dare vita ad una manifestazione civile, decorosa, ordinata superando i limiti degli anni scorsi e permettendo a fedeli, cirttadini e turisti di viverla con fervore religioso e serenità. C'è un impegno speciale del Comune e dell'Amministrazione che hanno garantito il pieno sostegno. Particolare attenzione è stata dedicata all'autorizzazione delle bancarelle consentendo i permessi solo a quelle che offrono garanzie e rispettano le condizioni. Ma c'è anche chi scommette e spera in un insuccesso, nel caos, nella confusione per poter dire "l'avevo detto io,che una festa popolare in città non si può fare". Mettere le bancarelle a Lipari vuol dire realizzare una "bancarellopoli". Si può fare in tanti paesi della Sicilia e dell'Italia, si può fare a Milano ( la fiera degli obei obei è antichissima), si può fare a Roma a Trastevere (la fiera di Noantri), si può fare da per tutto ma a Lipari no. Perché no? Che cosa hanno di particolare i liparesi? Non si riesce a capire. Non ha organizzatori competenti? Ma gli organizzatori possono arrivare fino ad un certo punto e possono fare ben poco se non hanno la piena collaborazione delle autorità, forze dell'ordine come avviene in tutt'Italia. Vigili Urbani innanzitutto ma poi certamente i Carabinieri, la Capitaneria di Porto, la Guardia di finanza, i Vigili del fuoco, ecc. 
Le forze dell'ordine non sono quelle che stanno alla finestra per dare i punti ed i giudizi, per punire e sanzionare a fatti avvenuti. Le forze dell'ordine stanno dentro al meccanismo per farlo funzionare nel modo migliore e operando perché la festa riesca. Prevenendo quando è possibile prevenire, affiancandosi agli organizzatori e sostenendoli quando è necessario. La sanzione è l'ultima arma e deve avere sempre una funzione correttiva non punitiva. Cose vecchie che tutti sanno ma che ogni tanto è bene ricordarle. 
Se la festa avrà successo sarà merito dell'organizzazione ma anche delle forze dell'ordine. Così se non avrà successo, se nasceranno problemi. Nessuno potrà tirarsene fuori. 

Nota del direttore - Se il dottor Giacomantonio fa riferimento a quanto da noi scritto ieri (che riproponiamo prima di questo post), e sicuramente lo fa visto che di "bancarellopoli" ne avevamo parlato noi, si sbaglia di grosso e non ha letto bene. Nessuno "scommette o spera in un insuccesso" anzi, saremmo felici della riuscita.
Nessuno ha voglia di dire o scrivere "l'avevo detto che non si può fare". Al punto che, parlando dell'organizzazione affidata al comitato presieduto dal signor Raffaele China, abbiamo scritto che, siamo certi, dell'impegno per frenare l'orda dei bancarellisti. 
Riportando, tra l'altro, a merito di China, quanto ebbe da scrivere al consigliere  Lo Cascio.
Poi se il dottor Giacomantonio legge attentamente, e senza partigianeria, l'articolo di ieri , poniamo, questo sì, un dubbio: "Ma, al di là della sua indubbia buona volontà, avrà i poteri per farlo e quindi con quali risultati ?". 
Rileggendo la nota di Giacomantonio non ci vuole molto a capire che anche lui, oltre all'impegno dell'organizzazione, affida la riuscita della festa ad altri fattori...oggetto del nostro dubbio.
Se poi si vuole impedire a chi opera ed ha investito nella zona una qualche preoccupazione, per quel che potrebbe essere, lo si faccia pure ma  non si dica, o si scriva, che si "scommette o si spera in un insuccesso", perchè non è così. Tutt'altra cosa è esprimere una  opinione, avanzare un dubbio, farsi portavoce delle preoccupazioni che ci sono...così come abbiamo fatto. 
Ci è consentito? Oppure bisogna essere tutti allineati? Non è da noi...e lo ribadiamo
Ed infine è fuori luogo, vista la portata e il tipo di organizzazione, il paragone di queste bancarelle (così come di tutte le altre feste patronali) con quelle di Milano o Roma, citate da  Giacomantonio. Appartengono ad un altro pianeta.
Per noi il discorso si chiude qui, non pubblicheremo altre repliche sull'argomento. Pronti, questo si, a tornare a scrivere di quel che sarà (in positivo o in negativo). Senza sconti per nessuno, organizzatori, addetti ai controlli. Con applausi per tutti se è il caso. E senza vendere fumo...parlando, come sempre, di fatti concreti!
Salvatore Sarpi

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