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giovedì 30 luglio 2015

Province, si è conclusa un’era. Alle 14 oggi inizia all’Ars la seduta finale sul travagliato provvedimento. Anche il sindaco di un piccolo centro potrà guidare una Città metropolitana

A poco più di due anni da quando è stata avviata, finalmente, oggi alle 14 si potrà completare la riforma delle province regionali. Ieri, infatti, sotto gli occhi dell’assessore Giovanni Pistorio e sotto la ferma guida del presidente dell’Assemblea Giovanni Ardizzone, sono stati approvati tutti gli articoli del disegno di legge. Manca solo il voto finale.
Per la sua attuazione, con relativa istituzione delle tre aree metropolitane e dei sei liberi consorzi previsti, bisognerà attendere il via libera del Consiglio dei ministri che la esaminerà avendo come base di confronto la legge Delrio, in vigore dall’8 aprile 2014. Un emendamento del segretario regionale dell’Udc Gianluca Micciché per adeguare a quanto previsto dalla legge Delrio l’elezione del «sindaco metropolitano” è stato bocciato a scrutinio segreto con 33 voti contrari e soli 18 a favore. A chiedere lo scrutinio segreto erano stati i deputati del Cinquestelle, che in tutto sono 14: segno che nel segreto dell’urna anche deputati della maggioranza hanno votato contro. In proposito, peraltro, non va dimenticato che anche ieri non hanno partecipato ai lavori d’aula, oltre ai deputati del centrodestra pure quelli del Pdr e di Sicilia Democratica. Hanno in questo modo protestato contro il presidente della Regione Rosario Crocetta e i vertici del Pd e dell’Udc che l’altro giorno li avevano esclusi da una riunione di maggioranza. «Per senso di responsabilità e per coerenza con l’impegno assunto verso i siciliani – hanno comunque assicurato il capogruppo del Pdr Giuseppe Picciolo e quello di Sicilia Democratica Totò Lentini – saremo in aula per votare il disegno di legge sui liberi consorzi». In base alla norma approvata. Il sindaco metropolitano «è eletto dai sindaci e dai consiglieri comunali, in carica dei comuni appartenenti alla città metropolitana, nonché dai presidenti dei consigli circoscrizionali, in carica, del comune capoluogo, che compongono l’adunanza elettorale metropolitana. Non sono elettori i sindaci e i consiglieri comunali nonché i presidenti dei consigli circoscrizionali sospesi di diritto dalla carica».
Con l’emendamento bocciato, invece, la guida della Città Metropolitana avrebbe dovuto essere affidata al sindaco del capoluogo interessato. Bocciato, sempre a scrutinio segreto, un emendamento analogo a firma dei deputati del Pd Filippo Panarello e Baldo Gucciardi con cui si tentava di riportare sotto la guida dei sindaci di Palermo, Catania e Messina le relative aree metropolitane. D’altronde, anche i presidenti dei Liberi consorzi non saranno i sindaci delle città capoluogo, ma saranno eletti dalle assemblee delle rispettive aree. Quest’ultime, successivamente, potranno prevedere nei loro statuti, a partire dal rinnovo delle cariche, la possibilità di eleggere a suffragio universale i propri organismi. Rispetto alle disciolte province, Liberi Consorzi e Città metropolitane avranno competenze maggiori, specie in materia di servizi sociali e culturali, di sviluppo economico, di organizzazione del territorio e tutela dell’ambiente.
In quanto al personale, i nuovi enti dovranno stabilire entro tre mesi la propria dotazione organica. Quindi, il personale da assegnare ai nuovi enti o che andrà in mobilità sarà individuato con decreto del presidente della Regione, previa delibera di giunta su proposta dell’assessore regionale alle Autonomie locali, sentite le principali organizzazioni sindacali. La nuova normativa, inoltre, consente che si possano costituire altri Liberi consorzi di comuni a condizione che abbiano i requisiti di continuità territoriale e una popolazione non inferiore a 180 mila abitanti.

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