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lunedì 6 luglio 2015

Stromboli salvata dal vulcano Tutti in fila a scalare "Iddu" (da repubblica.it)

(da repubblica.it) 

DAL NOSTRO INVIATO ALESSANDRA ZINITI
STROMBOLI
ABBIAMO i bambini e non possiamo salire su, ma almeno all'osservatorio vogliamo arrivare. Ma torneremo. Non si può arrivare fin qui e non andare a vedere questa meraviglia». Ogni giorno sono tra 100 e 180 gli escursionisti che affrontano questa esperienza mozzafiato: tre ore di salita e tre di discesa fino ai 900 metri dei crateri attivi di un vulcano che sputa cenere,lava e lapilli che rotolano giù lungo la sciara del fuoco tuffandosi in un mare blu cobalto.
Si sale alle cinque e mezza del pomeriggio, in fila indiana e rigorosamente con una delle dieci guide autorizzate, si arriva su al tramonto, ci si ferma sulla sommità delle bocche ad ammirare uno spettacolo che non delude mai e si torna giù quando è già notte, un serpentone di torce che scende verso le casette bianche del paese affondando nella sabbia nera fino alle ginocchia.
«Il 98 per cento di chi sale arriva — dice Zazà, la guida storica di Stromboli mentre fa il breafing in piazza davanti l Magmatrek — a quota 500 abbiamo delle persone che eventualmente riportano giù chi non se la sente di continuare, ma normalmente chi parte arriva. Di solito chi chiede di venir su è gente molto motivata, sono in buona parte stranieri, francesi, tedeschi e adesso anche russi e cecoslovacchi superattrezzati. Molti di loro arrivano in Sicilia per fare il tour dei vulcani, di solito stanno tre giorni sull'Etna e altri tre alle Eolie per vedere lo Stromboli e Vulcano».
Ventotto euro per la salita obbligatoriamente guidata e almeno altri dieci euro per il noleggio dell'attrezzatura. E poi su, sempre che le guide (parlando prima con i potenziali escursionisti) si convincano che si sia in grado di affrontare l'avventura. Chi non ce la fa si accontenta di guardare le esplosioni e lo spettacolo della lava che scende fino al mare con una gita in barca al tramonto fin sotto lo sciara, che ogni giorno richiama dalle altre isole dell'arcipelago e dalla Calabria tra 1.000 e 1500 turisti al giorno.
Un "mordi e fuggi" che non è molto ben visto dagli operatori economici dell'isola che, nelle ore pomeridiane subisce una vera e propria invasione delle spiagge di Scari e della strada che porta su dal porto fino alla panoramicissima piazza del paese.
Ma il richiamo dello Stromboli, in un momento di crisi economica, è una "garanzia" per tutte le Eolie che, anche questa stagione (nonostante la caduta di appeal dei Paesi del Nordafrica e della Grecia), non sembrano poter contare su una stagione con il segno più. A Stromboli, la più "esclusiva" delle isole (da sempre frequentata da habituèe, da vip, da stranieri che si contendono le bellissime case eoliane che corrono sul lungomare da Scari a Ficogrande a Piscità o nell'interno fin su alla chiesa di San Vincenzo e sul fianco verdissimo del vulcano) alla prima settimana di luglio molte delle case in affitto sono ancora chiuse. «Qui i prezzi non sono mai scesi — dice la signora Luisa, napoletana ma strombolana di adozione ormai da anni che con il marito e la figlia gestisce il ristorante " Le terrazze di Eolo" affacciato sullo scoglio nero di Strombolicchio — ad agosto per una casa per quattro persone chiedono anche 2.500-3.000 euro a settimana.
E se a questo si somma il prezzo astronomico dei trasporti a quello dei prodotti in vendita nei negozi e nei supermercati, si capisce che una settimana di vacanza qui arriva a costare una cifra ormai fuori dalle possibilità della più parte degli italiani. Noi, grazie al cielo, continuiamo a lavorare molto bene con gli stranieri, ma c'è poco da stare allegri».
«Rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso stiamo lavorando molto meno — dice Pierpaolo Cincotta, de "La bottega del Marano — noi ci affanniamo a mandare avanti tutte le attività della nostra famiglia ma qui non funzionano tante cose, dai trasporti all'arrivo delle merci alla programmazione».
Chi può, si industria a inventarsi qualcosa di diverso, come "Ciroristora" che prepara nella sua cucina e poi ti porta la cena a casa.
Chi viene o torna comunque sull'isola si gode un mare pulito e trasparente reso qui di un blu intenso dalla sabbia e dai sassi neri e dai fondali resi profondissimi dal vulcano la cui attività instancabile e supermonitorata dalle centraline della protezione civile comincia proprio laggiù. Non per niente in ogni parte dell'isola si trovano i cartelli gialli con le istruzioni per l'uso in caso di "tsunami" come quello che, alla vigilia di Capodanno del 2001, devastò il lungomare di Ficogrande. Norme di comportamento, piazzole di ritrovo. Il vulcano, "Iddu", come lo chiamano qui, non fa paura a nessuno, ma l'ignoranza non è ammessa sull'isola. Chiunque mette piede sull'isola deve sapere come comportarsi in caso di emergenza. Anche bambini e ragazzi, come quelli coordinati da Carolina Barnao che si sono iscritti al campus dal titolo: "Anch'io sono la protezione civile": la mattina a lezione di vulcanologia sul rischio tsunami, poi il bagno a Strombolicchio e all'imbrunire la scalata ai crateri.
Nella stagione in cui finalmente nell'isola (da sempre alle prese con il problema dei rifiuti) è partita la raccolta differenziata porta a porta, l'ecologico sembra tirare molto. "Strangers in the night", festival di teatro ecologico, musica, danze e altri incontri alla luce del sole e altre stelle, ha come teatro diversi luoghi dell'isola "senza corrente elettrica aggiunta", con decine di artisti internazionali che si esibiranno senza luci nè amplificatori nè microfoni in performance che verranno illuminate solo dalla luce del sole o del fuoco.

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