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lunedì 21 settembre 2015

Lettera aperta del dirigente Candia ai frequentatori "post scuola" del campetto della Galileo Galilei di Canneto

Gentile Direttore,
approfitto della Sua ospitalità per condividere con la comunità di Canneto una questione che, potendo offrirsi come una risorsa per i nostri giovani (ma non solo), finisce per rivelarsi invece un problema.
La scuola di Canneto è dotata di un piccolo campetto sportivo, collocato alle spalle dell’edificio lato monte, dove gli alunni dei tre ordini di scuola, oltre a svolgere attività motorie, possono trascorrere anche qualche minuto di intervallo nel corso delle mattinate di scuola.
L’accesso al campetto è inibito, negli orari di chiusura della scuola, dalla chiusura dei cancelli esterni e dalle porte d’ ingresso dell’edificio stesso.
Tuttavia vi è chi, negli orari di chiusura della scuola, trova modo di intrufolarsi nel campetto stesso attraverso percorsi più o meno “fortunosi” e “spericolati”, approfittando dello spazio come luogo di ritrovo, magari per una partitella a pallone, per farsi due chiacchiere e cose di questo genere (spero!).
Come Dirigente scolastico dovrei disapprovare queste “intromissioni”, come cittadino di questa comunità mi sento di comprenderle (anche se non di giustificarle): si tratta dell’unico campetto sportivo della frazione e come non sentirsi rassicurati del fatto che i ragazzi giochino a pallone a scuola e non in mezzo alla strada?
Detto questo spiego perché la risorsa diventa un problema.
L’Amministrazione comunale, come ogni anno, poco prima dell’inizio delle lezioni ha fatto eseguire una bella pulizia di fondo dell’area.
La pulizia però, come accade speso, dura solo non più di qualche giorno: alla mattina i collaboratori scolastici e gli insegnanti ritrovano un campetto disseminato di bottiglie vuote, lattine di birra, pacchetti di sigarette, cartacce varie, tutto abbandonato a casaccio in ogni parte del campo.
Esiste un bidone delle immondizie, con un sacco sistematicamente cambiato dai collaboratori scolastici, ma sembra che gli occasionali utenti non se ne rendano conto.
Sabato scorso (ieri) ho disposto una nuova pulizia dell’area che i collaboratori scolastici hanno eseguito a dovere.
Questa mattina (domenica) mi sono recato al plesso per dare una controllata di passaggio, e al campetto ho personalmente raccolto e gettato nel contenitore due bottiglie vuote di acqua, un pacchetto di sigarette, un pallone bucato e una carta per alimenti sporca.
Non erano certo dimenticanze del lavoro dei collaboratori di sabato.
Allora mi chiedo: ma se questa struttura, per quanto piccola, è così importante e frequentata anche da chi, per accedervi, rischia magari ogni volta l’osso del collo, perché non averne anche un po’ di rispetto?
Non sempre i collaboratori possono garantire la pulizia in tempo utile perché le classi possano fruirne, perché certe mattine più che un campo da gioco pare un campo di battaglia (rottami, immondizie varie, bottiglie di liquori, scarpe vecchie, vetri rotti, perfino la recinzione di protezione alla base delle scale antincendio è stata letteralmente divelta… siamo al vandalismo vero e proprio).
La scuola potrebbe concordare con qualche associazione locale una regolamentazione d’uso, al di fuori dell’orario scolastico, come prevede il nostro regolamento: forse l’area resterebbe un po’ più in ordine e chi vi accede rischierebbe di meno per la propria incolumità.
Insomma un invito a considerare propria di ciascuno di noi questa risorsa, rispettandola come si rispettano le cose proprie e personali, acquisite con sacrificio e fatica: bastano pochi passi, due dita e oplà, il bidone della spazzatura sta accanto alla porta d’ingresso.

Almeno questo per favore…..
Renato Candia (dirigente scolastico)

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