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martedì 24 novembre 2015

A Messina l'autopsia sui due gelesi morti nel mare Stromboli dopo essere precipitati con l'areo ultraleggero. Il pilota era già sfuggito alla morte nel 2004

Saranno trasferiti oggi pomeriggio da Lipari a Milazzo, e da qui al "Papardo" di Messina, dove sarà effettuata l'autopsia, i corpi di Giuseppe Alabiso, 51 anni, e del figlio Emanuele, 26 anni, i due gelesi che hanno perso la vita nel mare di Stromboli la notte scorsa, dopo che l'aereo ultraleggero sul quale stavano viaggiando è finito in mare, per cause in corso di accertamento.
Come anticipato stamane i due corpi, insieme ad alcuni resti del velivolo, sono stati ritrovati a circa dodici miglia a nord dell'isola eoliana dalle motovedette del Circomare Lipari e dei Carabinieri del capoluogo dell'arcipelago che erano intervenuti in zona, insieme ad altri mezzi, una volta scattato l'allarme.
Il velivolo era partito da Gela dove ed era diretto a Foggia. Giuseppe Alabiso (medico odontoiatra che guidava il velivolo) era molto conosciuto per le sue traversate in cielo per il mondo. 

Recentemente era tornato da un viaggio attraversando 13 nazioni per sensibilizzare alla donazione del midollo osseo e del sangue. 
Era anche stato dirigente della squadra di calcio Juventina Gela e appassionato di motori: aveva una Ferrari. 
Nel 2013 stabilì il record del mondo di traversata solitaria di 9.000 km da Gela a Capo Nord; l'anno dopo volò per 13 mila chilometri da Agrigento a Nuuk, in Groelandia.
Era scampato alla morte nel 2004, quando, partito da Roma, il suo ultraleggero precipitò all'altezza di Sabaudia. Rimase in coma per oltre un mese e poi tornò a volare anche per diffondere la cultura della donazione del midollo osseo.

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