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lunedì 23 novembre 2015

FONDI PER LA DEMOCRAZIA PARTECIPATA DA PREVEDERE NEI BILANCI DEI COMUNI, GENOVESE (CISL): «ALTRIMENTI LA REGIONE PUÒ CHIEDERLI INDIETRO». IL SEGRETARIO GENERALE DELLA CISL SCRIVE AI SINDACI DEI COMUNI DELLA PROVINCIA DI MESSINA ANCHE SUL RIACCERTAMENTO DEI RESIDUI ATTIVI E PASSIVI. «POTREBBERO RINTRACCIARSI SOMME PER INTERVENTI E L’EVENTUALE DISAVANZO SAREBBE SPALMABILE IN 30 ANNI E NON IN 10. MA C’È TEMPO SINO AL 31 DICEMBRE»

Il 2% delle somme trasferite dalla Regione agli Enti locali deve essere utilizzata per attivare percorsi di democrazia partecipata utilizzando strumenti che coinvolgano la cittadinanza, per la scelta e realizzazione di azioni di interesse comune. È quanto dispone la normativa regionale che prevede, in caso di non attuazione della disposizione, come pena “la restituzione nell’esercizio successivo delle somme non utilizzate per la finalità descritte”.
Per questo, il segretario generale della Cisl Messina, Tonino Genovese, ha scritto a tutti i Comuni della provincia di Messina e ai rispettivi presidenti dei Consigli comunali. L’obiettivo del sindacato è quello di sensibilizzare gli amministratori pubblici alla previsione della norma per gli esercizi finanziari 2014 e 2015 per i cittadini. «È opportuno – scrive Genovese – che gli Enti inadempienti attivino i previsti tavoli di confronto nelle forme e nei modi indicati dalla normativa, prima dell’approvazione degli strumenti di programmazione economica - finanziaria e/o assestamenti e/o riaccertamenti di residui, per non incorrere nelle violazioni di legge previste».
La Cisl chiede quindi la convocazione di un incontro con ciascun comune per attivare il percorso a favore della cittadinanza.
Ma il segretario generale della Cisl ha scritto anche per sottolineare la necessità che si attivino tutte le procedure per il riaccertamento dei residui attivi e passivi degli enti locali.
«Il riaccertamento straordinario – afferma - è previsto dalla legge e dall’operazione deve derivare anche la costituzione del Fondo pluriennale da iscrivere nell’entrata del bilancio di previsione 2015 e pluriennale 2015 - 2017 che assume le caratteristiche di strumento di programmazione e controllo delle modalità e dei tempi di impiego delle risorse, prevalentemente vincolate».
Per Genovese l’intervento è necessario per armonizzare la contabilità pubblica e realizzare un importante riassetto negli equilibri contabili dei Comuni, anche in un’ottica di consolidamento delle informazioni contabili con le società partecipate.
«È necessario e non prorogabile effettuare il riaccertamento straordinario dei residui entro e non oltre il 2015 – sottolinea il segretario Cisl - in quanto l’eventuale disavanzo derivante da questa operazione, potrà essere “spalmato” fino a 30 anni e non agli originari 10 anni. Un’importante novità della riforma, in un’ottica programmatoria e strategica, da ricollegare al Documento Unico di Programmazione (DUP) previsto dal decreto legislativo n. 118 che ogni Ente è chiamato ad approvare, in prima applicazione, per il triennio 2016-2018, entro il prossimo 31 dicembre».
La Cisl ha ricordato nella nota come lo strumento strategico ed operativo degli enti presenta il vantaggio di rendere possibile l'integrazione delle scelte di medio e lungo termine con conseguente eliminazione della frammentazione delle scelte programmatiche e riduzione del rischio di contraddizioni e incoerenze del quadro programmatico, consentendo di fronteggiare in modo permanente, sistemico e unitario le discontinuità ambientali e organizzative.
«Il DUP – continua – rappresenta strumento e presupposto necessario di tutti gli altri documenti di riqualificazione della spesa ed è un'opportunità per l'avvio di un processo di programmazione con il coinvolgimento dei portatori di interesse, diventando il punto di partenza dei programmi e dei piani futuri riferibili alle missioni dell’ente».
La Cisl ha chiesto agli Enti locali della Provincia di Messina di aprire un confronto con i propri rappresentanti sindacali, «per conoscere e apportare un contributo fattivo e propositivo, prima dell’approvazione degli strumenti di programmazione economico-finanziari che ciascun organismo è chiamato ad approvare, in ordine alle attività di pianificazione e di sviluppo in un ottica di tutela degli interessi rappresentati»

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