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venerdì 6 novembre 2015

Lipari comune antimafia?....Manc’alicani…. (di Piero Roux)

Riceviamo e pubblichiamo:
C’era una volta, in mezzo ad un mare fatato chiamato Mare Nostrum, un gruppo d’isole che, per la loro ricchezza di minerali, mitezza del clima e bellezza, erano abitate dagli dei. Eolo e Vulcano vi avevano eletto dimora. Interi popoli se ne contendevano il possesso. Mitici personaggi vi facevano scalo. Sommi poeti ne descrivevano i contorni.. Viaggiatori illustri versavano fiumi d’inchiostro descrivendo le proprie forti emozioni provate nel visitarle. Queste erano le Eolie di Omero e d’Ulisse, visitate e raccontate al mondo da visitatori quali: l’arciduca Luigi Salvatore d’Austria, Houel, Dolomieu, Spallanzani, Dumas, Maupassant, Reclus, Melena, T’Serstevens, Vuillier e Von Pereira.
Qui vi dimorarono i Cnidi, i Romani, i Bizantini e gli Arabi; successivamente i Normanni, gli Svevi, gli Angioini e gli Aragonesi.
Le Eolie erano il crocevia dei commerci e il faro del Mediterraneo.
Le Eolie erano….
Poi vennero i tempi moderni e lentamente il decorso del tempo ci portò ai giorni nostri.
Oggi le Eolie, grazie al perpetuarsi di una classe politica volutamente inetta e soggetta ai poteri forti dei politicanti regionali e nazionali, sono diventate dei miseri scogli agonizzanti da cui- periodicamente- spremere voti a favore dei grand commis della politica. Abitata da un popolo divenuto gregge; da individui vinti e soggetti all’alterno potere, ricattabile su piccoli privilegi ottenuti non per diritto ma per gentile concessione. Gente che ha abdicato alla propria dignità e dimentico della fierezza, lealtà, coraggio e perseveranza dei propri antenati.
Eolie dalla civiltà decadente ove non vige più l’onore dei patti siglati dalla “stretta di mano”; la sicurezza ostentata nel lasciare le “porte aperte”; la gentilezza d’animo nei rapporti sociali; l’obbligo d’accoglienza dovuta ai patimenti subiti dai propri esuli; l’orgoglio di essere parte di una stirpe che ha dato lustro alla civiltà mediterranea.
Eolie spente, emarginate, lontane dai pensieri del potere centrale, ove si accavalcano i contrastanti titoli: essere inserite nelle liste dei “World Heritage Sites” ed in quelle dei luoghi di “Confino mafioso”.
“Personaggi in soggiorno obbligato.. possono mettere a repentaglio la tranquillità delle isole Eolie” dichiarava il Sindaco Bruno il 26/01/12 durante una seduta del Consiglio a porte chiuse… e ancora, il 4 febbraio 2012, dal Corriere della Sera, apprendevamo che, lo stesso Sindaco, si dichiarava “contrario all' invio nelle Eolie di boss mafiosi in soggiorno obbligato” all’ ipotesi avanzata dal presidente del Consiglio di spedire i presunti boss al soggiorno obbligato nelle piccole isole.
Non è lontano il 3 agosto 2011 giorno in cui il citato Sindaco Bruno, ricordando la rivolta degli isolani del 1971, dichiarava: “Non possiamo dimenticare l’amore per le nostre terre e, oggi come ieri, il nostro impegno a non aprire le porte dell’isola alla mafia non viene meno” e ancora “la mafia non è ancora entrata e mai entrerà”
Forse non abbiamo sufficientemente controllato affinchè ciò non avvenisse in quanto, successivamente, interessi mafiosi sulle nostre isole venivano accertate dalla Magistratura che sequestrava 16 appartamenti ad un noto personaggio mentre presunti assassini e personaggi noti, in odor di mafia, vivevano e lavoravano sul nostro territorio.
“Io voglio scrivere che la mafia è una montagna di merda! Noi ci dobbiamo ribellare. Prima che sia troppo tardi! Prima di abituarci alle loro facce! Prima di non accorgerci più di niente! “.
A pronunciare queste parole fu Peppino Impastato, politico, attivista, conduttore radiofonico italiano, famoso per le denunce delle attività della mafia in Sicilia, che gli costarono la vita.
Oggi le Eolie sono interessate da opere pubbliche milionarie finanziate dal Governo (depuratore, acquedotto) mentre opere faraoniche vengono ipotizzate da aziende private (megaporto, aeroporto ecc
Si lavora al ripristino di un immobile atto a ospitare una “tenenza dei carabinieri” che lascia auspicare un più serrato controllo del territorio visto l’enorme mole di turisti che si riversano sulle nostre coste e non credo, (come qualcuno potrebbe pensare), per aver un sufficiente controllo visto una futura, possibile, e non auspicabile, immissione di nuovi mafiosi in soggiorno obbligato sul nostro territorio.
Tralasciando -solo temporaneamente- il fatto che (forse) molti individui in odor di mafia vivono tra noi e altri (forse) in soggiorno obbligato, ritengo che l’Amministrazione Comunale abbia il dovere di munirsi di una serie di strumenti atti ad arginare l’immissione sul nostro territorio di nuovi elementi e capitali mafiosi.
Dovrebbe farlo…
Cosi la pensa un normale, semplice cittadino che decide di dedicarsi all’argomento con lo scopo di far dichiarare le Eolie un “comune antimafia” con la finalità di farle cancellare dalla lista di “luoghi di confino” che mal si coniuga con l’essere sito Unesco.
Contatta il Presidente del Consiglio (che all’epoca si mostra disponibile) e, su richiesta dello stesso, formula una bozza di delibera. Passano settimane e mesi e, dopo pressante richiesta, il Presidente si decide a comunicare che il Sindaco non approva il progetto e non lo firmerà mai.
Sconfortato ma non vinto, il cittadino in questione, consegna bozza del progetto a gran parte dei consiglieri comunali che, volutamente, data la spinosità dell’argomento, declinano la loro disponibilità. Solo il Consigliere Antonio Casilli (minoranza in consiglio) fa propria la proposta di delibera e presenta una richiesta di auto convocazione sull’argomento.
Il Presidente del Consiglio, costretto dagli eventi, calendarizza la richiesta e viene convocato il Consiglio Comunale per il giorno 12 del mese di ottobre 2015.
All’apparenza, visto l’argomento: “ Adesione all’Accordo di programma quadro “Carlo Alberto dalla Chiesa” e al “Protocollo di Legalità”. Aggiunta al Logo di “Comune antimafia” e approvazione del codice etico” sembra che nulla osti l’approvazione in quanto l’argomento – semplicemente- richiama gli amministratori ad adottare un codice etico riassunto nella “Carta di Pisa”.
Si riunisce il Consiglio Comunale…. Il consigliere Antonio Casilli, primo firmatario dell’auto-convocazione espone l’argomento e alla fine…. ecco l’inatteso colpo di scena….
- Giovanni Portelli (consigliere di maggioranza) con un’espressione di chi s’è appena destato da un lungo letargo e si trovi- quindi- in stato confusionale grave, improvvisando un discorso dalla logicità discutibile, dichiara di non aver capito niente e di non aver letto le carte precedentemente fornite dal consigliere Casilli…
- Il Sindaco che si rifiuta di firmare l’adesione al Patto “per motivi elettorali” (????)
- Il Presidente Sabatini che non ha ancora capito il ruolo istituzionale del Consiglio Comunale (cioè quello di deliberare sugli indirizzi: politico, sociale ed economico) impegnando la Giunta alla loro applicazione, si adegua alla volontà del “suo” mentore (Sindaco in carica) al quale è legato da profonda e inossidabile amicizia e, con la promessa di rimaneggiare la proposta, rinvia la stessa, alle calende greche…. Una farsa dai contorni grotteschi….
Che dire?
Forse il “riappropriamoci della nostra eolianità”, slogans in uso dell’ex consigliere di minoranza Adolfo Sabatini nella passata legislazione era solo uno scioglilingua?
Forse che la parola “mafia” non riesce più a suscitare conati di vomito e di ribellione?
Non trovando giustificazioni valide al comportamento di un Consiglio Comunale, per la maggioranza allineato e coperto sui voleri di un ombroso Sindaco refrattario ai “protocolli di legalità”, incomincio a pensare che forse della nostra eolianità, delle regole, della mafia, dei patti e delle strette di mano non gliene freghi niente a nessuno…. Qui si usa il metodo Sciesa del “tiremm innanz!”….in modo che il prossimo Sindaco possa- anche lui- dire “hanno lasciato un comune alla rovina”.
Piero Roux

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