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sabato 12 dicembre 2015

Pronto soccorso pediatrico. A 20 giorni dalla scadenza della proroga tutto tace. Si vuole chiuderlo?

Salvatore Sarpi
Lipari
 A soli venti giorni dalla scadenza della proroga di cinque mesi, concessa nel luglio scorso, tutto tace intorno al Ppi (Pronto soccorso pediatrico) di Lipari. 
Al momento, infatti, non si ha nessuna notizia di cosa intende fare il direttore dell’ASP di Messina, dottor Gaetano Sirna di quella che nell’isola è diventata una struttura vitale e costante punto di riferimento per i genitori isolani nei prefestivi e nei festivi. Giorni in cui i “pediatri di famiglia” (entrambi non risiedono sull’isola) non sono presenti. 
Ovviamente il tam-tam popolare, su una paventata chiusura, sta generando forte apprensione e la contestuale paura che il servizio possa cessare. Non si capisce, infatti, come mai a pochi giorni dalla scadenza della proroga non siano stati fatti passi ufficiali. Anche l’amministrazione comunale – da quanto apprendiamo – è in attesa di una convocazione a Messina che però tarda a venire e che, a nostro modesto avviso, doveva avvenire ben prima. 
La convocazione di un tavolo tecnico, per affrontare l’argomento, era stato a luglio uno dei punti cardine maturati nell’incontro che il sindaco Marco Giorgianni e l’assessore Fabiola Centurrino avevano avuto con il direttore dell’ASP di Messina, dottor Gaetano Sirna. A questo doveva aggiungersi un costante monitoraggio e trasmissione anche all’Ente Comune dei dati del servizio. 
In attesa che venga fissata la data dell’incontro i genitori sono sul “piede di guerra” e promettono tutte le azioni, legittimamente possibili, affinchè la struttura venga mantenuta. 
E’ opportuno ribadire che nell’affrontare l’argomento non bisognerà certo partire dai numeri, che comunque ci sono, in rapporto a quella che è l’utenza isolana, ma dall’importanza che il servizio ha in una collettività come quella liparese. 
Una linea questa che i due amministratori isolani avevano sposato in pieno a luglio e che non mancheranno, sicuramente, di ribadire non appena convocati. Sempre che non sia già troppo tardi. Sarebbe l’ennesimo “scippo” ad una collettività sempre più penalizzata e non solo in ambito sanitario.

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