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lunedì 16 maggio 2016

Messina, scontro con un camion dei rifiuti Si spegne il sogno del “piccolo Nibali”. Rosario Costa, 14 anni, procedeva verso Ganzirri con un altro giovanissimociclista: forse una piccola sbandata, poi l’impatto con l’autocompattatore

(fonte: Gazzetta del sud) Un’altra tragedia della strada provoca uno strazio senza fine, dopo quella che l’8 marzo scorso ha dilaniato la famiglia di Rebecca Lazzarini, la 14enne uccisa a Mili, mentre camminava accanto a suo papà Francesco, da un’auto finita fuori strada.
Stavolta, dinamica ben diversa, lo scontro frontale tra una bicicletta e un compattatore di MessinAmbiente, sulla Litoranea, ha stroncato la vita e i sogni di Rosario Costa, 14 anni, corridore dell’Asd “Nibali”, promessa del ciclismo, studente al primo anno dell’istituto nautico Caio Duilio. A pochi metri dal figlio quattordicenne in agonia, c’era il suo papà Stello Costa, dell’omonimo cantiere di famiglia a Paradiso, che come sempre seguiva la squadra di ciclisti del figlio, alla guida del suo motorino, con tutto il suo amore protettivo. È stata una tragedia, indescrivibile, fulminea come una coltellata improvvisa al cuore.
Erano le sette e trenta di una domenica mattina di sole, l’ora in cui i ciclisti già sciamano sulla litoranea verso il Tirreno, quando nel cuore di Sant’Agata, davanti all’Agenzia di scommesse Eurobet ed in prossimità del panificio Arena, s’è consumata la tragedia. Rosario era rimasto un po’ indietro insieme a un altro ciclista rispetto al gruppo della squadra intitolata al campionissimo dello Stretto. Una decina di ragazzi in tuta sociale, diretti insieme a Villafranca Tirrena per prendere parte a una competizione.
Per cause in corso di ricostruzione, a quanto pare, la bicicletta di Rosario Costa avrebbe registrato una piccola sbandata, scontrandosi frontalmente con il compattatore che procedeva in direzione contraria, da nord verso sud. La violenza dello scontro con la parte anteriore del mezzo pesante non ha lasciato scampo al quattordicenne, e vana sarebbe stata l’istintiva frenata con sterzata verso destra da parte dell’autocompattatore: la bici è schizzata via, quasi tranciata in due, il ragazzo è rimasto esanime sull’asfalto insanguinato. Non c’è stato nulla da fare, nonostante Rosario sia stato soccorso in pochissimi minuti dal personale del 118 accorso a gran velocità dal Papardo. In ambulanza come al pronto soccorso i tentativi di rianimarlo si sono susseguiti, invano. Troppo devastanti le ferite al capo, rispetto alle quali il caschetto protettivo, regolarmente indossato, nulla ha potuto. Sul luogo della tragedia si è radunata una piccola folla, il traffico è andato in tilt, sono intervenuti i vigili dell’Infortunistica agli ordini dell’ispettore capo Platania ed è arrivato anche il comandante del corpo, Calogero Ferlisi. A differenza di altre tragedie della strada, la ricostruzione della dinamica potrebbe risultare, stavolta, meno difficile. La sequenza dell’incidente è stata registrata dalle telecamere di un esercizio che si trova nelle vicinanze ed è da ieri sotto la lente della squadra infortunistica che conduce l’indagine, sotto le direttive del sostituto procuratore di turno, Rosanna Casabona. Certo è che per quanti sono accorsi subito, dal papà Stello agli altri ciclisti tornati indietro, richiamati dal rumore e dalle grida, lo scenario è stato straziante, raccapricciante. Con una corsa contro il tempo che lasciava pochissima speranza, con le telefonate all’impazzata.
Rosario, in condizioni disperate, è spirato pochi minuti dopo il suo arrivo in codice rosso al Pronto soccorso del Papardo. Attorno a lui, lo choc di tutti i presenti, compreso quello del conducente del compattatore che, come impone la legge in questi casi, è stato accompagnato dai vigili al Piemonte e sottoposto ai test obbligatori per verificare l’eventuale assunzione di alcol o stupefacenti, ed è risultato negativo.
Il sostituto procuratore Casabona valuterà oggi se ai fini dell’indagine sia necessaria l’esecuzione dell’autopsia, oppure sia sufficiente un esame esterno. Entrambi i mezzi, intanto, sono stati sottoposti a sequestro.
Tra i molteplici elementi da verificare ci sono quelli relativi al punto esatto in cui lo scontro si è verificato ed alla velocità dei due mezzi al momento dell’impatto. In tal senso le immagini registrate dalle telecamere in quel tratto di litoranea santagatese – caratterizzato da una sezione modesta ma trafficata – potrebbero risultare decisive. Ma importanti probabilmente saranno anche le eventuali testimonianze raccolte dall’infortunistica sia nell’immediatezza dell’incidente che successivamente.
Nulla, purtroppo, potrà restituire ai tanti che lo amavano e gli volevano bene, il sorriso di questo ragazzo appassionato e perbene che faticava con la tenacia di un uomo, nel cuore la speranza di diventare un giorno, un campione.

La dinamica

Sono le sette e trenta del mattino quando sulla Litoranea nord, nel villaggio Sant’Agata, si verifica l’incidente mortale. Il ciclista 14enne Rosario Costa, insieme a un altro giovane corridore procede verso Ganzirri e sta recuperando il terreno perduto dal gruppo della squadra “Asd Nibali” quando, forse dopo una piccola sbandata, si scontra frontalmente con il compattatore Nu che è diretto da nord verso sud.

Le lacrime in diretta di Nibali commuovono l’Italia

Le lacrime di Vincenzo Nibali per la scomparsa di Rosario Costa hanno preso la scena nel dopo tappa del Giro d’Italia. Una giornata decisiva per la caccia alla maglia rosa è diventata un dramma anche per Nibali, che ha corso con un peso sul cuore, e subito dopo l’arrivo è scoppiato in lacrime. Le stesse lacrime che poco dopo, durante la trasmissione Rai “Processo alla tappa” hanno impedito al campione messinese di rispondere alle domande di Alessandra De Stefano.
Questo, comunque, il ricordo di Vincenzo Nibali: «Per me è una giornata molto difficile, siamo tutti tristi. Rosario era un ragazzo splendido, e anche bravo in bici, dove metteva tanta grinta. L’ho visto con gli altri ragazzi martedì a Praia a Mare, dove erano venuti per salutarmi, e ne ero stato molto contento. Non posso essere materialmente vicino alla famiglia, ma da qui, oltre le mie condoglianze, mando un grande abbraccio».
Quattro successi alla sua prima stagione, lo scorso anno nella categoria Esordienti, quest’anno Rosario Costa stava iniziando a ritagliarsi il suo spazio fra gli Allievi, correndo con atleti tutti più grandi di lui. Una caduta lo aveva messo fuori gioco ad aprile, a Monterosso Almo, ma aveva anche conquistato un buon quinto posto a Floridia, nei campionati regionali di categoria, e nel Trofeo Molonia del primo maggio a Messina l’ultima sua corsa, era arrivato secondo.
Il ciclismo messinese si è fermato, in segno di lutto per la scomparsa di Rosario: annullate, infatti, le corse federali che erano in programma ieri a Villafranca: il Trofeo Giampi Clan, per Giovanissimi, e la Coppa Villafranca, per Esordienti e Juniores.
Ieri mattina, in strada con Rosario c’era anche Salvatore Nibali, papà di Enzo, e presidente onorario dell’Asd Nibali: «Non ho parole. Posso soltanto dire che oggi si è spenta una stella. Rosario per me era come un figlio, e dal punto di vista ciclistico lo consideravo il terzo Nibali. Correva come Enzo quando era ragazzino: staccava tutti e andava a vincere; era anche forte in salita e avrebbe fatto strada. Ma era anche un ragazzo educatissimo ed era molto affezionato a me e a Enzo. E mio figlio era entusiasta di Rosario, perché era attaccato a tutti i ragazzi della squadra, ma con Rosario c’era qualcosa in più, erano quasi come due fratelli. Martedì scorso siamo stati in Calabria, per la tappa del Giro d’Italia; Rosario aveva pranzato con Enzo ed era stato coccolato da Slongo e Pallini, preparatore e massaggiatore dell’Astana. Stavo crescendo una vera promessa, ci credevo davvero in Rosario; dopo avere spopolato negli Esordienti, quest’anno stava prendendo confidenza fra gli Allievi, categoria nella quale era dovuto passare per soli diciotto giorni, essendo nato il l’11 dicembre. Questa mattina, poi, siamo usciti per fare il consueto allenamento, sulla litoranea verso Villafranca, ma questa volta eravamo in pochi, perché gli altri ragazzi della squadra erano impegnati in gara. Io ero più avanti, quasi a Mortelle, quando mi hanno raggiunto per dirmi di tornare indietro perché Rosario aveva avuto un incidente; Rosario era leggermente indietro perché pioveva, e aveva indossato la mantellina, ma stava rientrando in gruppo, quando è successo l’incidente».
Sotto choc tutta l’Asd Nibali, come riferisce il direttore sportivo Giuseppe Cipriano: «Come in ogni allenamento, i ragazzi partivano da Messina, io da Villafranca, e ci incontravamo a metà strada; oggi, invece, proprio quando stavo uscendo di casa, mi ha telefonato il papà di Rosario per dirmi dell’incidente. Siamo tutti sconvolti, ancora non ci sembra possibile che sia successo; stiamo vivendo come in un incubo, come se non volessimo ancora arrenderci alla realtà».
In Toscana, alla cronometro del Chianti, c’era anche Maurizio Guanta, del direttivo Asd Nibali: «Avevo appena finito la mia corsa per testimoniare la lotta della nostra associazione, la Parent Project, contro la distrofia di Duchenne, quando ho ricevuto la notizia da Messina. Ricordo Rosario nell’ultima gara a Messina, quando era arrivato secondo, ma il mio è anche il ricordo di un ragazzo educatissimo e gentile».

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