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giovedì 2 giugno 2016

Crocetta ha firmato il decreto. Accorinti sindaco della Città metropolitana di Messina.

Non c’era più motivo di attendere oltre. E così il presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta ha firmato il decreto di nomina dei tre nuovi sindaci delle Città metropolitane che, dopo la modifica della legge approvata dall’Ars, coincidono con i tre Comuni capoluogo. Renato Accorinti, dunque, è ufficialmente il primo sindaco della Città metropolitana di Messina, così come Leoluca Orlano lo è di Palermo ed Enzo Bianco di Catania.
È il primo step nell’attuazione della legge che ha posto fine alla vicenda ultradecennale delle Province regionali, sotituite dalle tre Città metropolitane e dai Liberi Consorzi. Accorinti può insediarsi a subito e di fatto dovrà governare Palazzo Zanca e Palazzo dei leoni. Va detto, però, che in questa prima fase l’attuale commissario Filippo Romano resterà in carica svolgendo le funzioni del consiglio metropolitano. E in virtù di una sorta di “patto di amicizia” stipulato tra Romano e Accorinti, il commissario affiancherà il sindaco nella gestione di questa delicatissima fase di transizione.
Il nuovo sindaco metropolitano, da parte sua, dovrà indire le elezioni del Consiglio (14 i seggi in palio), per il quale saranno chiamati a votare 1.700 tra sindaci e consiglieri comunali del territorio provinciale. A settembre si avrà la piena funzionalità degli organismi previsti dalla legge. Anche se restano parecchi interrogativi a cui, al momento, è difficile, se non impossibile, dare risposta. Il primo, che sorge spontaneo, riguarda ovviamente le disponibilità finanziarie della nuova Città metropolitana. 

Come potrà amministrare il neosindaco se già il Comune capoluogo versa in condizioni quasi disastrose, comunque in stato permanente di pre-dissesto e se l’ex Provincia, malgrado gli enormi e ammirevoli sforzi compiuti in questi tre anni dal commissario, si trova di fatto già in pieno “default”? Le prospettive della Città metropolitana sono meravigliose in linea teorica, ma in concreto cosa ci aspetta? L’unione di due estreme debolezze fa la forza?

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