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domenica 3 luglio 2016

La “signora dei vulcani” innamorata di Lipari

(da La città di Salerno) 
Nascere. all’ombra del grande Vesuvio, tracciare un percorso di esplosione creativa e approdare lungo l’arco vulcanico eoliano, seguendo, idealmente, la linea magmatica del proprio estro.
Quella di Loredana Salzano è la bella storia rappresentata da “Nostrasignoradeivulcani”, è la storia della creatrice de “L’alice attonita”, di un’artista totale che da Nocera Inferiore si è trasferita a Lipari. Ceramica, pittura, design, poesia. L’immaginazione della Salzano ricopre ogni settore dell’arte. Sin da ragazza, dopo gli studi classici al Vico di Nocera, frequenta le botteghe di importanti artisti campani: Ugo Marano, Wanda Fascina, Pietro Lista, Solimene. 
«Ho fatto molti corsi di ceramica tra Vietri e Salerno – racconta – L’arte, all’inizio, l’ho coltivata in maniera privata. C’è molto della Costiera, molto del salernitano. Un’origine che poi è stata contaminata. Da piccola andavo quasi sempre a Cetara, la Costiera mi ha ispirata. Cetara all’epoca era la più autentica. Mio padre pescava e mi lasciava sulla spiaggia. Ho conosciuto una serie di personaggi e di artisti che lavoravano in Costiera e ho sviluppato un legame molto forte con il mare e la tradizione della ceramica. Invece da casa mia si vedeva il Vesuvio». 
Acqua di mare e fuoco, le due anime di un’artista che ben presto disegna una “via dei vulcani” che la porterà alle Eolie. Una generazione nocerina fortunata, quella di Loredana Salzano, e un liceo classico Vico, vera e propria fucina di talenti. Ma Loredana Salzano decide di lasciare la Campania e si trasferisce in Sicilia. Da lì, inizia il suo nuovo percorso artistico. «Ero di fronte alle Eolie, nel 2002 c’è stata un’esplosione dell’Etna che ha portato una microsabbia su tutto il paese. I balconi erano pieni di questa bellissima sabbia, da lì ho iniziato a fare un primo quadro materico con colori misti. Ho realizzato così “Onda anomala” e poi “Etna notte”. Ho preso ad utilizzare sabbia, cose che trovavo anche a mare, una commistione tra diversi tipi di materiale su tela e tavola: il supporto per me è vario. Deve passare l’impatto emotivo, il messaggio. La tecnica è marginale, fondamentale è l’idea. Al contatto con questa terra molto simile alla mia per certi aspetti, diversa per altri, ho avuto modo di far decantare le cose, farle venire fuori. Nel 2004 mi sono definitivamente trasferita a Lipari. Mi lega a queste terre il forte impatto emotivo che ti dà la natura allo stato brado. Queste isole siciliane ti danno l’idea della natura che domina l’uomo».
La sua prima personale a Stromboli, dal titolo “Nostrasignoradeivulcani”, le fa guadagnare l’omonimo appellativo: questi, gli anni dove i vulcani sono il tema ricorrente. Adesso, Salzano –
che è in mostra dal 25 giugno con due sue opere (Vacuum Lux sine Luce, presentate alla Biennale di Roma) nella collettiva “Il rito della luce” a Castel di Tusa – si sta preparando per la Biennale di Filicudi, la più piccola del mondo che avrà inizio il 17 agosto.

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