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sabato 24 settembre 2016

La processione da San Pietro alla Chiesa del Pozzo conclude la festa di Padre Pio (di Michele Giacomantonio)


Come da programma una processione silenziosa con i fedeli disposti su due file con un cero acceso in mano e la banda musicale ad accompagnare il percorso dell'icona da San Pietro al Pozzo, ha chiuso queste quattro giornate dedicate a San Pio da Pietralcina che tutti continuano a chiamare Padre Pio. L'unico imprevisto è stata la malattia del Parroco, che ha fortemente voluto questa festa, obbligandolo a dare forfait.
 Lo hanno sostituito nelle quattro giornate di preparazione e nella processione finale il diacono Bartolo Saltalamacchia e nella celebrazione eucaristica del 23 Mons. Alfredo Adornato.
Il diacono Saltalamacchia, che sarà ordinato sacerdote il prossimo giugno, nei giorni 19- 20-21 e 22 ha celebrato la liturgia della parola con la distribuzione dell'Eucarestia ed ha svolto le quattro omelie partendo dal Vangelo di Luca (8,16-18) "Nessuno accende una lampada e la copre, ma la pone su un candelabro perchè si possa vedere la luce". Cioè - ha detto don Bartolo - Gesù ci invita a fare luce nel nostra ambiente, nella nostra città, in casa nostra, nel lavoro, nel mondo. A fare luce come ha fatto luce Padre Pio. E facendo riferimento alla statua del Santo ha sottolineato come Padre Pio ha fatto luce con l'Eucarestia, con il Vangelo, con la sua sofferenza che il frate di Pietralcina ha portato incisa nel suo corpo. Nel giorno dedicato a San Matteo, il 21, don Bartolo ha parlato invece della vocazione di ciascuno di noi. Gesù ha chiamato Matteo che faceva il gabelliere e gli ha detto "seguimi" così Gesù ha chiamato Padre Pio ad una vita di preghiera e di vicinanza ai sofferenti, così chiama ciascuno di noi e chiede a ciascuno di noi di seguirlo nella propria vocazione che siamo chiamati a scoprire ed a rimanervi fedeli.



Due momenti della processione sul Corso Vittorio Emanuele

L'omelia del 23 sera è stata svolta invece da Mons. Adornato che ha riflettuto sulla espereinza di Padre Pio e sul cammino difficile e travagliato verso la santità osteggiato anche nella stessa Chiesa da parte persino di alcuni pastori che mettevano in dubbio la sua buona fede. Un travaglio che portò anche ad una condanna del Santo Uffizio che all'inizio degli anni 30 gli inibì la celebrazione della messa in pubblico e l'esercizio della confessione. Ma alla fine il riconoscimento che i lui ha operato la Grazia ha trionfato. E mentre Pio XII lo ha incoraggiato a promuovere i "gruppi di preghiera" che hanno rappresentato un faro di luce in un periodo martoriato dalle guerre, Paolo VI ne riconobbe pubblicamente i meriti religiosi ed umani, Giovanni Paolo II prima lo beatificò ed il 16 giugno del 2002 lo canonizzò, ed infine papa Francesco che volle a Roma la sua salma per l'apertura dell'anno giubiulare della Misericordia. Oggi i dubbi e le avversità sembrano svanite mentre la sua fama di santità continua a crescere. Ma padre Pio , ha ricordato Mons. Adornato, non è una immaginetta da mettere sul comò o sul cruscotto della macchina come portafortuna, è un esempio da imitare e da seguire soprattutto nella preghiera e nella misericordia nei confronti dei sofferenti.

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