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mercoledì 7 dicembre 2016

Gas killer, ieri prelievo di campioni sulla Sansovino

Hanno lavorato per parecchie ore, ieri, tra la mattina e il primo pomeriggio, a bordo della nave Sansovino. Sono scesi nella “camera della morte” e hanno prelevato una serie di campioni di gas e liquidi.
È stato un giorno cruciale quello di ieri per l’inchiesta sulla tragedia accaduta nel traghetto ancorato al porto di Messina il 29 novembre scorso, che ha portato alla morte il secondo ufficiale di coperta Gaetano D’Ambra, il primo ufficiale Cristian Micalizzi e il motorista Santo Parisi.
Proprio ieri infatti, dopo il sopralluogo preliminare dei vigili del fuoco per garantire l’espletamento delle operazioni in piena sicurezza, i consulenti della Procura e quelli delle parti hanno effettuato il prelevamento ufficiale di una serie di campioni nell’area dove è avvenuta la tragedia, ovvero nella seconda “cassa d’aria” del fianco destro del traghetto, vicino all’area di sentina, dove cioé si è sprigionato il gas “killer” che ha ucciso i tre marittimi e ne ha feriti altri sei.
Ma non è stato questo l’unico atto importante di ieri sul fronte dell’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Giovannella Scaminaci, e che vede indagate cinque persone oltre alla società Caronte&Tourist-Isole minori, la compagnia di navigazione proprietaria del traghetto.
Sul fronte della ricostruzione dei fatti da parte dell’equipaggio, i tre sostituti che seguono l’inchiesta hanno nuovamente sentito il 36enne Ferdinando Puccio, che era rimasto gravemente intossicato
C’è poi un terzo fronte fondamentale dell’inchiesta, ed è quello legato alle autopsie sui corpi dei tre poveri marittimi, che sono state già eseguite. Su quei cadaveri martoriati ci sono le tracce, inequivocabili, del gas “killer” - era idrogeno solforato ? -, che li ha uccisi.
Ed a questo punto appare purtroppo abbastanza chiaro che nessuno dei marittimi investiti dall’ondata di idrocarburi sprigionatasi nella seconda “cassa d’aria”, quella che era rimasta chiusa chissà per quanto tempo, accumulando veleni, indossava le protezioni specifiche previste dal protocollo di sicurezza.
Una grave mancanza che ha provocato tre morti.

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