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sabato 29 aprile 2017

Ripartiamo da noi, con umiltà e coraggio. La riflessione di Rosaria Corda

(di Rosaria Corda)

Non voglio entrare nel discorso politico eoliano.
Non mi interessa ormai da tempo. Solo vorrei fare una riflessione. La faccio da liparota, da donna, da madre, da lavoratrice, da "azione e pensiero" da sempre liberi.
Oggi, ancora più distaccata e obiettiva nel tempo, vista la mia lontananza.
Riflessione che è diretta a tutto l'elettorato, attivo e passivo.
Diretta a chi pensa di andare al governo di Lipari, ma sopratutto rivolta a coloro che ce li manderanno, a sedere su quegli scranni del palazzo.
Quello che mi sono chiesta, anche quando il "fare" della politica rientrava tra le mie passioni, parte da questa domanda:
E' mai possibile che in un'isola non si possa cominciare seriamente a pensare che la politica è SOLO servizio, rispetto ed esempio? Che non serve ad acquistare potere personale, ma alla crescita della comunità?
Possibile che nessuno abbia mai avuto il coraggio di presentare un Progetto Eolie che vada oltre la conservazione e l'accrescimento degli interessi propri, della propria famiglia e di quattro amici?
Quello a cui si assiste dalla fine della prima repubblica (Dio l'abbia in gloria), ad oggi è solo sciacallaggio. Del paese e della sua gente. Perchè il mantenere le divisioni, perchè usare ed abusare del "vivere l'un contro l'altro armati", ha depauperato le risorse prima umane e quindi economiche di un paese che poteva reggere il confronto con ben altre realtà, superarle ed esserne esempio da imitare.
Dopo l'omicidio di massa, compiuto ai danni della crescita socio culturale (l'ultimo dei fatti che si è verificato all'ITS Conti: la classe di mia figlia non è stata valutata in condotta e alla riunione richiesta dal corpo insegnanti erano presenti solo due genitori), ci ritroviamo un paese dove il massimo al quale puoi aspirare è un posto in uno dei bar del centro dove affogare i mali dell'anima in litri di alcool, conditi più o meno da decibel invasivi, e senza che a nessuno venga in mente di controllarne l'età, e le condizioni di salute.
Il "male del vivere" che dilaga nell'isola, dove il consumo di antidepressivi supera il quantitativo di cibo consumato, parte dalla volontà di una politica fallimentare che aspira e fomenta le masse, strumentalizzandole, per avere il" punto nascita", quando la gente dovrebbe comprendere che potremmo anche avere anche un reparto di medicina nucleare, ma sicuramente destinato a rimanere lettera morta senza un pronto soccorso d'eccellenza, fornito di una RIANIMAZIONE, che sta alla base di tutto. Insieme, chiaramente, a filo di sutura, bende, disinfettanti e pillole salvavita.
Mi ha profondamente deluso vedere come si è pensato di "cavalcare" l'onda anche per questo. Così come mi ha deluso l'assenza di quella parte del popolo eoliano che non ha partecipato perchè ha compreso che quella occasione era un'offesa alla propria intelligenza. Se fossi stata parte di quella fetta di esseri pensanti, sarei andata a prendere tutto il resto a pedate.
Ma davvero pensiamo che inquinando la coscienza, uccidendo la conoscenza, queste isole possano avere un futuro?
La mia sarà anche una visione pessimistica, ma le vedo già in accanimento terapeutico.
Chi si avvicina al governo dovrebbe farlo con animo puro, senza sollecitare consensi ad ogni costo: se si opera, se si da l'esempio il consenso comunque arriva. E con il consenso, l'entusiasmo di coloro che credono e appoggiano. E che non andrebbero mai delusi.
Non è facile, nessuno ha mai preteso che lo fosse, ma quando la notte, poggiando il capo sul cuscino non hai bisogno di altro se non di chiudere gli occhi e dormire, vuol dire che hai adempiuto al compito che ti è stato affidato.
E se si partisse da quel profondo gesto di rispetto che un gruppo di giovani ha tributato ad uno dei nostri che ci ha preceduto nel viaggio dell'altra vita?
Forse capiremmo che ancora c'è un lumicino, un'occasione per non perderci. Abbiamo veramente avuto in dono un patrimonio unico. Siamo stati buoni solo a riempircene la bocca.
Ripartiamo da noi, con umiltà e coraggio. Anche il coraggio della sconfitta. Che, quando è pulita, è sempre meglio di una vittoria ottenuta firmando cambiali.
Mi scuso, ringrazio per l'ospitalità e vi chiedo solo di soffermarvi su queste parole: "se chini il capo una volta, accettando un compromesso che vada solo a tuo vantaggio, sarai sempre schiavo di quella prima volta e trascorrerai il resto della tua vita a capo chino.
Buona vita a tutti.

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