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lunedì 19 giugno 2017

Itticoltura. Impresa fantasma a Lipari, Gdf scopre frode da oltre 1 milione di euro. Denunciati in due

I finanzieri della Tenenza di Lipari hanno concluso, nelle scorse settimane, minuziose indagini che hanno consentito d'individuare quella che si ritiene essere una strutturata frode nell'ambito dei finanziamenti per iniziative imprenditoriali nel settore dell'allevamento ittico. I militari hanno denunciato alla Procura della Repubblica di Palermo due persone per "truffa aggravata finalizzata al conseguimento di erogazioni pubbliche" e per "emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti". Sono stati scoperti finanziamenti indebitamente richiesti per oltre un milione e settecentomila euro, oltre a fatture false per un importo complessivo di un milione e duecentomila euro.
Le Fiamme Gialle eoliane hanno sottoposto a mirato controllo una società cooperativa operante nel settore dell'itticoltura, che aveva percepito cospicui finanziamenti regionali e comunitari nell'ambito dei fondi a carico del Programma Operativo Sicilia – F.E.P. (Fondo europeo per la pesca) 2007/2013. Gli investigatori della Guardia di Finanza hanno passato al setaccio la documentazione delle imprese fornitrici riuscendo a individuare un sistema illecito basato sull'utilizzo metodico di fatture per operazioni ritenute di fatto inesistenti. Tali documenti, emessi da un'impresa di Milazzo (Me), avrebbero consentito ai responsabili del meccanismo illecito di giustificare solo sulla carta all'Assessorato Regionale dell'Agricoltura, dello Sviluppo Rurale e della Pesca mediterranea della Regione Siciliana, ingenti spese per opere risultate in realtà mai realizzate e per la relativa attività commerciale nel settore dell'itticoltura mai avviata. In particolare, i documenti fittizi dovevano servire a giustificare presunti lavori di costruzione di un'imbarcazione di 21 metri, da utilizzare per il confezionamento del pesce e di tre gabbie destinate all'allevamento per un volume complessivo di oltre venticinquemila metri cubi, posizionate nello specchio acqueo antistante l'isola di Lipari, per le quali la società cooperativa aveva richiesto contributi per più di un milione e settecentomila euro, vedendone riconosciuti il 60%, per un totale di oltre un milione di euro. L'attività di allevamento in tali gabbie non era stata mai avviata.
Di sicura importanza la circostanza che la tempestività delle attività ispettive ha permesso di "bloccare" appena in tempo oltre cinquecentomila euro di finanziamenti richiesti, concessi e non ancora corrisposti dalla Regione Sicilia e dall'Unione Europea. Le indagini si sono concluse con la denuncia di due soggetti, il titolare pro-tempore della società cooperativa e il titolare dell'azienda che ha emesso le fatture reputate fittizie, all'Autorità Giudiziaria di Palermo sia per truffa aggravata finalizzata al conseguimento di erogazioni pubbliche, reato che prevede la pena della reclusione fino a un massimo di sei anni, che per l'emissione e utilizzo di fatture false nonché con la segnalazione per danno erariale alla Procura Regionale della Corte dei Conti. Il controllo della spesa pubblica attuato dalle Fiamme Gialle rientra tra le attività istituzionali di polizia economico-finanziaria a contrasto delle truffe e degli sprechi di denaro pubblico, col duplice obiettivo di consentire, da un lato, un utilizzo trasparente ed efficiente dei finanziamenti nazionali e comunitari, arginando efficacemente la diffusione dell'illegalità, e dall'altro di salvaguardare gli imprenditori e cittadini onesti, che avrebbero diritto a tali risorse finanziarie utili per lo sviluppo economico del territorio.

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