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sabato 6 gennaio 2018

Padre Alfredo, immagine della Chiesa liparese

Michele Giacomantonio ci ricorda:
Padre Alfredo, per i suoi 90 anni, aveva scritto:

Grazie – perdonami - aiutami!
26 Febbraio 1927- 2017 – 90 anni|!
E' il cuore che presta le parole alla bocca. Per dire: Grazie – perdonami – aiutami!- Anzitutto grazie! -Grazie a Te, Signore, per avermi voluto tuo sacerdote. Grazie per avermi vocato fin dall'età di 10 anni, quando vivacissimo e irrequieto, scorrazzavo per le strade di Lipari, a capo dei miei coetanei, per godermi i frutti del brillante risultato delle elementari. -Grazie, per avermi sorretto, sostenuto, guidato, incoraggiato nei lunghi 12 anni di soda preparazione spirituale e culturale nel Seminario, mentre attraversavamo un periodo di tristezza e di tremenda ristrettezza per l'imperversare della crudelissima guerra. Grazie, per avermi assistito con superiori e professori, che mi premiavano al di là delle mie normali capacità e dei miei meriti.
-Grazie, per avermi donato come Padre e Maestro l'indimenticabile Mons. Re, che mi volle con sé fin dagli stessi anni del Seminario per affidarmi, appena Prete, gli Uffici della Curia.
Grazie, o Signore, per avermi dato genitori saggi, sapienti e oltremodo amorosi che, superando ostacoli di ogni ordine, fra tutti il principale, quello affettivo, assecondarono con sacrifici non comuni la Tua volontà.
- Grazie, ai 10 Vescovi, che nel corso del mio ministero mi hanno offerto guida e amore, affidandomi incarichi di suprema delicatezza, molto al di sopra delle mie povere forze. Grazie, ai cari Confratelli, compagni di apostolato, di sacrifici e di offerta.
- Grazie, a quanti , ecclesiastici e laici, hanno condiviso con me lavoro e impegno, gioia e sofferenza nell'Ufficio di Curia, nelle Parrocchie della Cattedrale, di S. Pietro e di S. Giuseppe, di Rinella, di Vulcano, nell'Azione Cattolica, e, professori e alunni, nei 42 anni di insegnamento. Il "Grazie" diventa una fervida preghiera di suffragio per quelli che, compagni di viaggio, ci hanno preceduti nell'ingresso della Casa del Padre.
La seconda parola che il cuore offre alla bocca è "perdono".
E' vero, non sono mancate le piccole zone d'ombra. Ma ho sempre percepito chiara e confortante la parola di Gesù: "Io sono con te". L'ho percepito presente e glorioso nei momenti positivi e consolanti del nostro cammino pastorale, e l'ho sentito presente e sofferente nei momenti problematici di prova e gli ho costantemente ripetuto qualche volta con lacrime ma sempre serenamente: "Signore, tu sei la mia forza, la roccia della mia salvezza".
Perdono, chiedo anzitutto al Signore per le inadempienze, per i cattivi esempi, per non aver trafficato al meglio i talenti che mi erano stati consegnati. Perdono, a quanti in questi anni di Ministero non ho offerto la sodezza di dottrina, l'amore di una carità veramente apostolica, deludendo le loro attese e le loro speranze, ed ho dato motivo di sofferenza.. 
-Una terza parola, infine, il cuore offre alla bocca, in questa circostanza: "Aiutami!" Aiutami, Signore!
E' ormai tempo di ammainare le vele del percorso terreno e spiegare le vele per l'incontro con Te. Aiutami e dammi il vento favorevole perché la navicella della mia vita raggiunga felicemente l'approdo della Patria. E voi tutti, che mi avete voluto e mi volete bene, soffiate con le vostre preghiere perché questo vento favorevole ottenga lo scopo voluto dal Signore. Tutto ad esempio di Maria, Madre del sacerdote.
Alfredo Adornato

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