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lunedì 6 ottobre 2025

"Novecento": Rubrica settimanale a cura di Pino La Greca. Oggi: 1905 Le terme di San Calogero e la concessione a Mancuso ed Esposito

 Il contratto di concessione

Nei primi mesi dell'anno 1905 i Farmacisti Luigi Mancuso e Nunzio Esposito di Domenico chiesero all'Amministrazione del Comune di Lipari con trattativa privata la cessione in locazione dello Stabilimento Termale di San Calogero.

Il Prefetto di Messina con telegramma del 22 febbraio 1905 n. 3806 autorizza la trattativa privata.

La concessione in locazione fu discussa in Consiglio Comunale nella seduta del 30 marzo 1906. Nel corso della seduta fu nominata una commissione per studiare e riferire.

La commissione nella seduta del 27 aprile 1906 presentò la sua relazione, nella stessa si stabilivano le norme e le condizioni che dovevano regolare fra Comune e concessionari la locazione.

Il Consiglio comunale approvò il Capitolato formulato dalla Commissione e diede mandato al Sindaco di procedere alla stipula del contratto pubblico di concessione.

L'atto di locazione fu stipulato il dodici luglio 1906 presso il Palazzo Municipale di via Garibaldi, dal Notaio Gaetano Paino, testimoni i signori Eugenio Rodriquez di Giovanni, e Giovanni De Ficarra fu Vincenzo, tra il Sindaco pro-tempore, Avv. Giuseppe Faraci fu Francesco i Farmacisti Luigi Mancuso di Benedetto nato a San Fratello e Nunzio Esposito di Domenico nato a Lipari.

Queste le norme del capitolato.

Articolo 1 - L'Amministrazione del Comune di Lipari concede in locazione ai farmacisti Mancuso Luigi ed Esposito Nunzio, lo stabilimento, e le acque di San Calogero con le adiacenze, nello stato in cui si trovano al presente, e che i concessionari dichiarano di conoscere ed accettare.

Articolo 2 - La durata dell'affitto è stabilito per anni trenta a decorrere dalla data del contratto.

Articolo 3 - I concessionari potranno scindere il contratto alla fine di ogni quinquennio e la disdetta sarà data un anno prima del termine del quinquennio.

Articolo 4 - il canone annuo dell'affitto viene così stabilito:

Per il primo quinquennio: gratis.-

Per il secondo quinquennio: gratis.-

Per il terzo quinquennio: lire trecento all'anno.-

Per il quarto quinquennio: lire cinquecento all'anno.-

Per il quinto quinquennio: lire mille all'anno.

Per il sesto quinquennio: lire millecento all'anno.

Articolo 5 - Qualora venga costruita la via rotabile Lipari - San Calogero, la rata annua di quell’epoca sarà aumentata di un quarto.

Articolo 6 - I concessionari si obbligano a fare dei restauri e miglioramenti allo stabilimento, compresa la strada che và a mare per un ammontare di lire novemilacinquecento. Tale somma dovrà essere così spesa: lire duemilacinquecento nei primi tre anni del primo quinquennio. Lire tremila nei primi tre anni del secondo quinquennio e lire quattromila nei primi tre anni del terzo quinquennio. Alla fine di ogni triennio una perizia nell'interesse del Comune, constaterà se realmente si siano spese le somme di cui avanti.

Qualora nelle perizie eseguite nel primo e secondo triennio risultasse che i concessionari non hanno speso le somme nel modo già stabilito si procederà con una penale uguale al doppio della somma che si sarebbe dovuta spendere in ciascun triennio. E se dalla prima e seconda risultasse che i concessionari in ciascun dei due trienni avessero speso una somma maggiore di quella stabilita, la differenza in più verrà ad essere computata nelle somme che dovrebbero spendere nei primi tre anni del terzo quinquennio.

Se alla fine dei terzo quinquennio risultasse, che i lavori eseguiti dai concessionari aumentassero a cifra inferiore alle lire novemilacinquecento i concessionari avranno l'obbligo di pagare al Comune la differenza in contanti e qualora l'ammontare fosse maggiore della somma di lire novemila cinquecento (Lire 9.500) i concessionari non potranno mai pretendere alcun rimborso dal Comune. Resta convenuto fra le parti che le spese necessarie per la strada che dal Bagno conduce a mare, non potrà in alcun caso oltre a pagare la somma di lire mille (lire 1.000).

Articolo 7 - Lo stabilimento verrà consegnato ai concessionari previo inventario e perizia amichevole.

Articolo 8 - Il perito sarà nominato di comune accordo ed in mancanza di esso sarà nominato dal Pretore di questo.

Articolo 9 - Le trasformazioni che i concessionari dovranno apportare allo stabilimento saranno a spese loro.

Articolo 10 - Tutte le spese di restauri, migliorie e trasformazioni saranno fatte dopo che l'Amministrazione avrà approvato i relativi progetti dei lavori da eseguire. Resta però espressamente proibito qualsiasi trasformazione alla stufa o sudatario oggi esistente, se non dopo espresso consenso dell'Amministrazione.

Articolo 11 - Lo stabilimento al termine della locazione dovrà rilasciarsi nel suo pieno funzionamento.

Articolo 12 - I concessionari adatteranno per i naturali del Comune la tariffa comunale attualmente in vigore e che si allega al contratto e che i concessionari accettano.

Però l'acqua per i bagni a domicilio verrà data al prezzo stabilito di centesimi cinquanta l'ettolitro, ai poveri gratis.

Articolo 13 - Qualunque altra cura apprestata dallo stabilimento sarà per i naturali del Comune al prezzo del venticinque per cento di quella della tariffa generale, e per i poveri del cinquanta per cento.

Articolo 14 - L'acqua sarà a disposizione del pubblico in ogni tempo dell'anno, ed in questo caso sarà il prezzo di centesimi settantacinque l'ettolitro, sia per bere che per i bagni.

Articolo 15 - Le richieste dei poveri dovranno portare il visto dell'Amministrazione con prescrizione medica.

Quelle a pagamento dovranno solo essere per uso personale, e ciò per evitare che alcuno possa giovarsi dell'acqua a scopo di speculazione e di concorrenza.

Articolo 16 - Le due stanze ad uso custode aggregati allo Stabilimento saranno adibite dai concessionari ad uso poveri. Però il Comune si riserva il diritto di adibire a tale fine il fabbricato diruto a lato esistente, e già prima destinato a tale uso.

Articolo 17 - La inosservanza da parte dei concessionari per uno solo di questi articoli porterà alla risoluzione suindicata del contratto, ed i concessionari saranno obbligati al ristauro di tutti i danni, spese ed indennità a favore del Comune, che da ora per allora, si prendono e liquidano nella cifra di lire 5.000 (cinquemila) a titolo di penale anticipatamente transatto.

Articolo 18 - le spese del contratto saranno a carico dei concessionari.


1915 - La testimonianza di Camilla Natalia Zappulla

Della gestione Mancuso-Esposito conosciamo soltanto la versione raccontata da Luigi Mancuso. Siamo riusciti a trovare una breve relazione a cura della Professoressa Camilla Natalia Zappulla contenuta in uno studio sulle Eolie apparso sulla rivista "Esplorazione Commerciale", Milano, ottobre-novembre 1915. La scrittrice nota come i Liparoti potrebbero ricavare notevoli benefici economici dalla sorgente di San Calogero, se fosse più agevole ivi recarsi, ed a riguardo così si esprime: Con il rapido evolversi di tutte le cose anche la vita, a Lipari, potrebbe trasformarsi e ciò che la natura dà e l'uomo apprezza e utilizza potrebbe avere più fortuna di quanta finora non ne abbiano avuto questa sorgente e questo stabilimento.

Dell'escursione scientifica della Dott. Zappulla, abbiamo un riscontro nel libro scritto da Luigi Mancuso, che riferisce di un articolo apparso sul Giornale di Sicilia del 1906.

La gestione 1906/1931

Le gestione Mancuso - Esposito non ebbe vita facile, dopo i primi due anni, la prima crisi dovuta al terremoto di Messina del 28 dicembre 1908, qualche anno dopo lo scoppio della prima guerra mondiale, poi la grande crisi economica post-bellica, un primo tentativo di rescindere il contratto nel 1921, poi il declino e la rescissione definitiva.

Questa una sintesi delle conclusioni tratte dal Dott. Luigi Mancuso in un suo scritto dal titolo "Terme San Calogero - illusioni e delusioni."

..Era Sindaco di Lipari l'Avv. Giuseppe Faraci, al quale chiedemmo la concessione dello Stabilimento.

Le condizioni principali con le quali avevano richiesta la concessione, erano le seguenti:

  1. che la concessione avesse la durata di anni trenta;

  2. che il canone annuo da corrispondere al Comune fosse in L. 300 per i primi cinque anni, aumentandolo dopo il ventesimo anno. (…)

Noi ci proponevamo un programma molto esteso: migliorare, trasformare, perfezionare, ingrandire tutto lo Stabilimento, provvedendo, fin dal primo anno a tutte quelle opere indispensabili che la scienza Balneoterapica moderna imponeva ed esigeva; un po’ di eleganza e comodità in tutte le sale; comodità e completa aeriazione nei camerini da bagno, nella sala per le docce e nella stufa; trasformazione delle vasche, poiché quelle esistenti erano veramente un'ironia, costruendole molto meno profonde e se non del tutto di porcellana, almeno a smalto di porcellana, e ciò non per lusso, ma perché la porcellana è cattiva conduttrice del calore e conserva a lungo al temperatura dell'acqua, e poi la superficie levigatissima dello smalto permette di lavarle e disinfettarle bene dopo ogni bagno, cosa che non si può fare con le vasche di marmo, a causa della superficie porosa. Ci proponevamo di impiantare una sala elettroterapica, applicata alla idroterapia, modesta subito da svilupparsi poi, aggiungendovi la kinesiterapia, con l'obiettivo di impiantarvi qualche altro ramo di terapia fisica, e tutto ciò oltre le modifiche, secondo le esigenze dell'igiene moderna, che si rendono necessarie ed indispensabili ad ogni stabilimento termale.

Tutto avremmo voluto fare non lesinando spese, non curando sacrifici, pur di ottenere lo scopo di veder diventare l'isola nostra una stazione climatica di prim'ordine. Nulla avremmo trascurato affinché lo stabilimento diventasse graditissimo non solo ai forestieri, ma anche agli stranieri, traendo appunto dal contrasto colla sua solitudine le maggiori possibili attrattive.

Ora ben s'intende, che, per attuare un programma così vasto e complesso, occorre tempo, capitali immensi, e una somma di sacrifici personali, che può saper compiere chi non è esclusivamente animato dal sentimento del guadagno pecuniario, ma chi desidera, per quanto può rendersi utile a contribuire all'incremento ed al progresso del proprio paese.

Dopo parecchi anni d'indefesso lavoro, dopo l'impiego di capitali non indifferenti, lo Stabilimento, sarebbe stato in grado, secondo le nostre idee, di rendere qualche cosa; ma allora noi avremmo guadagnato cinque, il Comune avrebbe incassato per dieci, e il paese avrebbe guadagnato per cento.

Ecco perché noi abbiamo chiesto la concessione per trent'anni, illudendoci di arrivare a tutto, di contentar tutti e niente pensando a noi stessi (…).

1906. L'ardua impresa viene ammirata dal senatore Prof. Gabbi, attualmente Professore all'Università di Siena, e da molte altre celebrità mediche del regno.

Nel breve periodo di due anni, dopo sforzi finanziari poderosi, e dopo un lavoro tenace, lo stabilimento, per la bontà delle sue acque, s'era reso tra i migliori d'Italia, come asserisce nel "Giornale di Sicilia" la Prof. Dottoressa Zappulla, oggi insegnante al Regio Magistero di Roma, nell'articolo fatto in occasione di una escursione scientifica in queste isole. Ne fa anche prova libro che si teneva esposto nella direzione dello stabilimento per le dichiarazioni ivi scritte dai visitatori e bagnanti.

Nel 1907-8-9 dopo reintegrate domande, si fecero i collaudi di alcuni lavori già eseguiti e per l'ammontare di Lire 8.000. Questi primi lavori sono stati tutti di nuova costruzione, di cui lo stabilimento mancava, e che l'esigenza dell'igiene voleva. Per cui si è dovuto costruire e mettere in buone condizioni due cisterne d'acqua, che erano allo scoperto, ed alla portata di tutti, anche dei passanti.

Si è dovuto riparare quasi del tutto la grotta sudatoria e quindi costruirvi una stanzetta di riposo e di entrata alla stessa.

Si è fatta la stanza per i bagni di fango, di cui lo Stabilimento era sprovvisto di tutto.

Il corridoio del piano terreno è stato arricchito di altre due camere di alloggio.

In due camerini da bagno si sono costruite due vasche mentre quelle altre esistenti sono preistoriche, tanto che l'ammalato che non sa nuotare, e non può muoversi, può con tutta licenza, se il bagnino non è attento affogare.

Abbiamo messo, con concessione governativa, la linea telefonica di grande utilità e di grande sollievo, in quel luogo deserto. Comodità ed eleganza in tutte le sale restaurate, comodità e completa aerazione nei camerini da bagno e nella stufa.

Funzionò la kinesioterapia, ed in seguito si voleva impiantare la sala elettrica, applicata all'idroterapia, col proponimento di stabilire anche qualche altra branca della terapia fisica.

Si restaurò la piccola chiesa di S. Calogero, e con gli oboli dei sofferenti si fece venire una nuova statua del santo.

Tutto questo ed altre non è stato considerato nel contratto, ma intanto, come si vede, questi primi lavori si resero necessari ed indispensabili.

Il Comune non si occupò di queste cose, anzi sembrò direi quasi, volle abbandonarci completamente a noi stessi. (…).

Però ciò è scusabile se si pensa che in Lipari, i sindaci prima e i podestà poi, vengono quasi di anno in anno cambiati, e il funzionario nuovo non può in un termine minimo stabilire ed accomodare un questione così difficile e seria, lasciata incompleta dal suo predecessore. Specialmente che detti bagni funzionano due mesi l'anno.

I concessionari intanto completavamo le altre opere, assolutamente necessarie allo stabilimento, per potere ricevere ogni stagione i sofferenti.(..)

Tutto si faceva, nella speranza che il Comune una buona volta si decidesse ad intromettersi, a collaudare, a dare anche un minimo aiuto ai nostri sforzi, che a poco a poco si esaurivano nella grande impresa. (…)

Dall'estero ci chiesero notizie, e vollero fotografie, artisti di Cambridge vennero ammirati, e dalle nostre università vennero geologi e medici.

E fu giocoforza fare cartelloni artistici, inserzioni nei giornali e negli annuari, cartoline illustrate, marche per lettere. Si è fatta fare a Napoli l'analisi completa dell'acqua, e si spese non poco (…).

Nel 1908, col terremoto di Messina, lo Stabilimento perdette molto; diminuì l'affluenza dei bagnanti, sia perché da Messina prima ne venivano molti, sia perché all'estero e nell'Italia tutta, si ebbe un dolore profondo per il disastro della bella regione del Peloro, non solo, ma i forestieri ebbero paura di venire in questa terra "ballerina". (…)

Ancor non scoraggiati pensammo di farlo rianimare con la costruzione della strada rotabile. (…) Dunque fatto fare il progetto dall'ingegnere Rumore, si domandò al Ministero dei lavori pubblici lo aiuto finanziario.

Il Ministero respinse la domanda, né per questo si era interessato il Comune.

(…) Non ancora sfiduciati abbiamo domandato al Comune la riduzione del canone d'affitto; ma nessuna risposta abbiamo avuta

(…) Necessitavano intanto altri lavori per lo Stabilimento e noi continuammo a farli per non chiuderlo del tutto, notificando però al Comune un atto extragiudiziario col quale si chiedeva il collaudo dei lavori eseguiti, e la sospensione del contratto, volendoci mettere in regola col pagamento del canone annuale. Non l'avessimo mai fatto!

Il Comune per reazione intima ai concessionari, incominciò con l'esigere il pagamento dei detti canoni, nulla curandosi dei lavori eseguiti, non volendo collaudare i lavori straordinari. Si fece allora la relativa opposizione presso il Tribunale di Messina, e quindi si domandarono le perizie e la rescissione del contratto dal 1921, giusta disdetta dei concessionari.

Nel 1923 lo stesso commissario Prefettizio Ferri, che aveva fatta l'intima, venne ad un accordo verbale per cui si fece allora decadere la causa.

(…) Pur consci del passivo enorme che rappresentava per noi detto Stabilimento, non vollimo abbandonarlo.

(…) Dopo ben venticinque anni di lavoro, di sacrifici, di stasi, prodotte dal terremoto, dalla guerra, dalla crisi economica, di angherie subite da parte di varie amministrazioni, una fra le quali, veramente assillante, per l'andamento dello Stabilimento, siamo stati costretti a rinunciare alla concessione, notificando l'atto di rinunzia e domandare il risarcimento di quello che si era speso in più a beneficio dello Stabilimento, collaudando i lavori eseguiti di cui lo stesso ha usufruito e continua ad usufruirne.

Il Comune richiese il pagamento dei canoni d'affitto come una prima volta aveva fatto un'amministrazione passata, senonché mandò immediatamente l'atto giudiziario per il sequestro in casa. (…). Caduta questa Amministrazione, e sorta quella che ancora oggi esiste, sembrò che dovesse avvenire un accomodo fra noi ed il Comune. Si scelsero in fatti i periti e di comune accordo si scelse un arbitro, approvato dalla Prefettura. Senonchè questo arbitro, per ragioni sue personali, nelle quali non vogliamo assolutamente entrare, rifiutò all'ultimo momento, quest'arbitrato.

Allora il Comune non volle scegliere un altro arbitro, si rifiutò di scendere all'accomodo, tenne in nessun conto la perizia del nostro ingegnere, e rinnovò la citazione per lire novemila, pretese per canoni, e volle per sé tutte le adiacenze da noi lavorate per ben 25 anni.

Poso la penna e tutto finisce nella realtà amara, augurando a quelle acque miracolose una sorte migliore.

Lipari, 12 gennaio 1932.

Ciò nonostante il fabbricato si presenterà nel 1931 fortemente danneggiato, tale da richiedere interventi di manutenzione ed adeguamento.

UN ARTICOLO DI LUIGI BARRICA DEL 7 SETTEMBRE 2004 A PROPOSITO DEL VOLUME DI LA GRECA "LE TERME DI SAN CALOGERO" 



C.S. Lipari, una storia a tinte rosso-blu: Pippo De Salvo


 

Oggi, 6 ottobre: San Bruno (Brunone)


S. Brunone nacque da nobile famiglia verso l'anno 1035 nella città di Colonia. Frequentò la scuola presso la chiesa di S. Cuniberto, facendo rapidi progressi nella scienza e nella pietà, tanto che S. Annone, vescovo della città, lo elesse canonico della sua chiesa. 
Terminò poi gli studi a Reims, dove ebbe fama di ottimo poeta, eccellentissimo filosofo e teologo, per cui i suoi contemporanei lo riguardavano come uno dei più illustri allievi della scuola di Reims. Quivi rimase molto tempo come insegnante e dimostrò la sua grande santità e il suo straordinario sapere. Non pochi dei suoi discepoli si resero celebri, fra i quali il Papa Urbano II. 
Verso il 1067 morì l'Arcivescovo di Reims, di cui egli era il più valido sostegno, ma gli successe a furia di subdoli maneggi Manasse I, il quale tenne un governo non buono, tanto che la S. Sede fu costretta a dimetterlo dalla cattedra episcopale. S. Brunone, suo cancelliere, non poteva soffrire gli abusi di cui. era testimonio e fu costretto ad essere uno dei principali accusatori. Il Legato Pontificio che depose Manasse fu così tocco dalla saggezza e virtù di Brunone, che ne fece un bell'elogio in una lettera al Papa, e lo proponeva come il più degno della prelatura. 
Mentre i superiori gli stavano preparando la carica, egli si ritirò in una casa di campagna, ove decise di abbandonare il mondo. Avendo poi comunicati i suoi desideri ad alcuni amici, stabilirono tutti assieme di abbandonare i beni transitori di questa vita e di abbracciare lo stato religioso. Si presentarono pertanto ad Ugo, vescovo di Grenoble, il quale li accolse affettuosamente, e dopo averne elogiato il desiderio, assegnò loro il deserto della Certosa, ove S. Brunone fondò l'ordine dei Certosini.
Passati appena sei anni dacché S. Brunone governava quella comunità, il Pontefice Urbano II, già suo discepolo a Reims, l'obbligava a portarsi a Roma. 
L'umile religioso non era mai stato sottoposto a tanta prova; il dover lasciar la solitudine era per lui il più penoso di tutti i sacrifici. Egli non trovò nella corte di Roma quelle dolcezze che aveva gustato nella solitudine, e di più temeva quelle distrazioni mondane, D'altronde il rapa gli era cosi affezionato che non poteva rimanere senza di lui, e lo incitava al accettare l'Arcivescovado di Reggio Calabria. Finalmente le istanze di Brunone furono così vive che il sommo pontefice gli permise di ritirarsi in un deserto della Calabria, confermando Landuino priore della Certosa. Il Santo, raccolti discepoli italiani, si ritirò in un deserto della diocesi di Squillace, riprendendo gli esercizi della vita solitaria con maggior gioia e fervore. In quella solitudine fu scoperto dal conte Ruggero che lo aiutò a costruire la nuova Certosa. 
S. Brunone ci lasciò, oltre alle lettere, i commenti sopra il Salterio, sopra le Epistole di S. Paolo ed una elegia in 14 versi sul disprezzo del mondo. Nel settembre del 1101 se ne volò al cielo per ricevere la ricompensa delle sue virtù e delle sue fatiche. 

PRATICA. « Provate e vedrete quanto sia dolce servire il Signore con tutto l'affetto dell'anima » (S. Brunone). 

PREGHIERA. O Signore, per intercessione di San Brunone confessore, concedici il perdono dei nostri peccati, e liberaci dai mali presenti e futuri.

Buongiorno. Oggi è lunedì 6 ottobre


 

domenica 5 ottobre 2025

Accadde oggi...nel 1983 (fonte:accaddeoggi.it)


 

L'emergenza capre. L'articolo del direttore Sarpi sulla Gazzetta del sud del 5 ottobre 2025


 

Stati generali delle isole minori. Codacons: "Cittadini senza voce". L'articolo del direttore Sarpi sulla Gazzetta del sud del 5 ottobre 2025


 

Eoliani e amici delle Eolie che non ci sono più (Riproposizione 82° puntata: deceduti a marzo - aprile 2024)Video di 2:33

In questo video fotografico, realizzato con le foto in nostro possesso: Adelina Falanga ved. Paino; Angelina Monte in Imbruglia; Bartolo Profilio; Carmela Fonti ved. Profilio; Decimo Francesco Segreto (Zu Cicciu); Francesca Casella ved. Spanò; Giovanna (Gina) Cincotta ved. Di Mech; Giovanni Russo (Augusto); Giuditta Bosetti ved. Subba; Grazia Natoli ved. Paino; Jonathan Giannò; Mohammed Sammoudi; Raffaele Pastena; Rita Landen in Ziino; Rosa Fonti ved. Iacono; Rosa Gualdi ved. Gugliotta; Salvatore Acquaro; Vittorio Lo Schiavo. 

Calcio, Prima categoria: Solo un pari per il Lipari nell'esordio casalingo


Con il pubblico ritornato, finalmente, sugli spalti del Monteleone - Scoglio, non è andato oltre l'uno a uno il Lipari calcio opposto, oggi, al Real Gescal. 

La rete dei padroni di casa, che ha permesso di muovere la classifica, è stata messa a segno da Puglisi M.

BREVE VIDEO DELL'INCONTRO A CURA DI BARTOLO GIUNTA:



Scrivevamo...così il cinque ottobre 2014


Infuria il maltempo sulle Eolie, mareggiata a Marina Corta

Tanti auguri di...

Buon compleanno a Tindara Vitagliano, Marco Giorgianni, Maria Cortese, Vincenzo Andaloro, Valentina Alessi, Rosa Favorito 

Tornano fruibili da oggi gli spalti del campo di calcio "Monteleone - Scoglio" di Lipari

(Comunicato) L’Associazione temporanea di scopo “Progetto Calcio Futuro” nella persona del Presidente p.t. Tesoriero Andrea è lieta di comunicare alla cittadinanza tutta che in data odierna si è perfezionato l’iter burocratico finalizzato alla riapertura ed al ritorno alla pubblica fruizione degli spalti dell’impianto sportivo “Franchino Monteleone – Franco Scoglio” in Lipari.

Per l’impegno profuso ed il fattivo contributo, determinanti in ogni fase del complesso iter procedurale che, coinvolgendo più Istituzioni, ha garantito il raggiungimento di questo importante traguardo sociale e sportivo per l’intero Arcipelago Eoliano, si ringraziano:

il Sindaco Dott. Riccardo Gullo, il Vice Sindaco dott. Saverio Merlino, l’Arch. Mirko Ficarra, il Geom. Carmelo Meduri, la dott.ssa Claudia Schiliró e l’Amministrazione tutta, il Consiglio Comunale e gli Uffici a vario titolo coinvolti.

Si ringraziano altresì l’Ing. Andrea Sciotto, il Geom. Giuseppe Cirino e quanti a vario titolo ed in modo determinante hanno contribuito al raggiungimento di questo grande obiettivo.

La cerimonia di inaugurazione avrà luogo oggi, DOMENICA 5 OTTOBRE 2025 alle ore 12:00 presso il campo sportivo.

A seguire dalle ore 13:00 la biglietteria sarà aperta per la partita che verrà disputata alle ore 14:30.. Vi aspettiamo.. Forza Lipari

Oggi, 5 ottobre: Santa Maria Faustina Kowalska

Elena Kowalska è conterranea di Giovanni Paolo II che l'ha elevata agli onori degli altari nell'anno 2000. Era nata a Giogowiec nel distretto di Turek, provincia di Lodz, il 25 agosto 1905. Le difficili condizioni economiche e sociali provocate dalla prima guerra mondiale, che avevano messo in ginocchio molte famiglie polacche, compresa la sua, non consentirono a Elena, che pure era di intelligenza vivace, di andare oltre le prime tre classi della scuola elementare. Per contribuire a far quadrare in qualche modo il bilancio familiare, andò a lavorare come domestica in una casa di buona famiglia.

Ma mentre lavava piatti e tirava a cera i lindi pavimenti dei suoi signori, pensava ad altro. Nel suo cuore era germogliato il desiderio di abbracciare la vita religiosa, non certo per sottrarsi alla fatica del lavoro, ma per vivere in modo più profondo e radicale la vocazione cristiana. Incontrò subito l'opposizione dei genitori che con la sua entrata in convento avrebbero perso un'indispensabile fonte di guadagno. La risolutezza di Elena ebbe però la meglio sull'opposizione dei genitori e nel 1924 poteva chiedere finalmente di essere accolta nella Congregazione della beata Vergine Maria della misericordia.

Era consuetudine che ogni aspirante alla vita religiosa portasse con sé, nel momento dell'ammissione, una congrua dote, perché i conventi, essendo poveri, non erano in grado di provvedere al corredo delle aspiranti.

Ma neppure la famiglia di Elena poteva farlo, per cui la giovane dovette lavorare sodo ancora un anno per mettere insieme almeno l'indispensabile. Non le venne invece chiesta la dote vera e propria, che avrebbe richiesto ben più di un anno di lavoro. Aveva vent'anni quando venne ammessa al postulantato, e poi (1926) al noviziato come suora conversa, addetta cioè al servizio della comunità.

Come avviene in altri ordini o congregazioni religiose, con l'occasione cambiò il nome di Elena con quello di Maria Faustina: era un modo per segnare il distacco dalla vita precedente e l'inizio di un nuovo modo di stare con il Signore e con gli altri.

Due anni dopo emise i voti temporanei e nel 1933 quelli definitivi, nel suggestivo rito della professione perpetua.

Per tredici anni suor Faustina lavorò in quasi tutte le case della provincia, che erano allora dieci, occupandosi dei mestieri più umili: la cucina, il giardino e la portineria. Eseguiva sempre con molta fedeltà quanto richiestole, e con gioia, illuminando ogni atto con la luce della sua spiritualità, molto intensa, costellata da slanci mistici dei quali erano a conoscenza solo i suoi direttori spirituali e le superiore.

Nel 1934, obbedendo all'indicazione del suo direttore spirituale, cominciò a scrivere un diario personale che intitolò La divina misericordia nell'anima mia, e che è un resoconto particolareggiato di rivelazioni e di esperienze mistiche.

Nel 1935 Faustina ricette una rivelazione privata da Gesù nella quale le avrebbe richiesto una particolare forma di preghiera detta Coroncina alla Divina Misericordia. Secondo suor Faustina, particolari grazie sarebbero state concesse a chi avrebbe recitato questa preghiera:

La mia misericordia avvolgerà in vita e specialmente nell'ora della morte le anime che reciteranno questa coroncina. Per la recita di questa coroncina mi piace concedere tutto ciò che mi chiederanno. I sacerdoti la consiglieranno ai peccatori come ultima tavola di salvezza; anche se si trattasse del peccatore più incallito se recita questa coroncina una volta sola, otterrà la grazia della mia infinita misericordia. Quando vicino ad un agonizzante viene recitata questa coroncina, si placa l’ira di Dio e l’imperscrutabile misericordia avvolge l’anima.

La Coroncina della Divina Misericordia

  1. Si inizia recitando, dopo il segno della croce, un Padre nostro, un Ave Maria e il Credo.
  2. Sui 5 (cinque) grani del Padre Nostro, ovvero i grani maggiori del Santo Rosario si dice: «Eterno Padre, io Ti offro il Corpo e il Sangue, l'Anima e la Divinità del Tuo dilettissimo Figlio e Nostro Signore Gesù Cristo, in espiazione dei nostri peccati e di quelli del mondo intero.»
  3. Sui 50 (cinquanta) grani minori si dice: «Per la Sua dolorosa Passione, abbi misericordia di noi e del mondo intero.»
  4. Al termine si dice per tre volte: «Santo Dio, Santo Forte, Santo Immortale, abbi pietà di noi e del mondo intero.»
  5. La preghiera termina con la seguente invocazione: «O Sangue ed Acqua che scaturisti dal Cuore di Gesù come sorgente di misericordia per noi, confido in te!»; ed infine nuovamente il segno della croce.       Suor Faustina viene ricordata anche come l'apostola della devozione a Gesù misericordioso. Una pia pratica che, radicatasi in Polonia grazie al suo zelo, si estese, a partire dai primi anni Quaranta, anche fuori dai confini polacchi per abbracciare tutto il mondo. Con tale pratica si diffuse anche la conoscenza di colei che ne aveva fatto il centro della propria spiritualità.  Il 5 ottobre 1938 suor Faustina tornava alla casa del Padre. Morì nel convento di Lagiewniki nei pressi di Cracovia, offrendosi alla misericordia divina come vittima per la conversione dei peccatori.. Venne sepolta nel cimitero della congregazione. Quando fu avviato il processo informativo per verificare l'eroicità delle sue virtù, le sue spoglie vennero trasferite nella cappella della congregazione, diventata subito cuore della devozione di molti fedeli che si affidano alla sua intercessione per ottenere conforto dell'anima e sollievo nelle malattie.È stata proclamata beata il 18 aprile 1993 e santa nel 2000, anno del Giubileo, da Giovanni Paolo II.

    MARTIROLOGIO ROMANO. A Cracovia in Polonia, santa Maria Faustina (Elena) Kowalska, vergine delle Suore della Beata Maria Vergine della Misericordia, che si adoperò molto per manifestare il mistero della divina misericordia

La "Pagina culturale": La chiesa dell'Annunziata a Lipari

La Chiesa dell'Annunziata a Lipari è un luogo di culto di grande interesse storico e culturale.

Si tratta di uno dei luoghi di culto più antichi dell'isola e la sua storia è particolarmente affascinante e complessa. Sebbene sia stata istituita nel 1575 su un edificio preesistente, alcune ricerche hanno suggerito che la chiesa sia sorta su un antico tempio giudaico, probabilmente una sinagoga. Questa ipotesi, sostenuta da studi storici e archeologici, rende il luogo un'importante testimonianza delle diverse culture e comunità che hanno vissuto a Lipari nel corso dei secoli.

Dal punto di vista architettonico, la chiesa dell'Annunziata presenta elementi che ne raccontano la lunga e travagliata storia. Sebbene sia stata modificata nel tempo, conserva alcuni segni della sua presunta origine ebraica, come un portale e alcune colonne che potrebbero risalire a una fase precedente alla sua conversione in chiesa cristiana.

L'interno è caratterizzato da elementi artistici e religiosi che riflettono le epoche successive. La sua posizione panoramica, non lontana da piazza Mazzini, la rende un punto di interesse per chi visita il centro storico di Lipari.

LA PAROLA - COMMENTO AL VANGELO DI DOMENICA 5 OTTOBRE 2025

Dubbi su potabilità acqua bevuta dai Vigili del fuoco di Messina. Co.na.po. dichiara sciopero provinciale



 

Buongiorno e buona domenica. Oggi è il 5 ottobre


 

sabato 4 ottobre 2025

Il "grazie" di Mons. Gaetano Sardella

 Al termine di questi 52 anni di servizio pastorale nella città di Lipari trovandomi con Francesco nel giorno del suo onomastico sento dal profondo del cuore il bisogno di ringraziare voi tutti fedeli per l'affetto, la stima e l'amicizia che mi avete donato in questo lungo tempo. Accolgo a braccia aperte il nuovo parroco don Bartolo Saltalamacchia e auguro che la chiesa che vive alle Eolie possa crescere nella fede e nella Carità..

Un caro abbraccio a tutti

Don Gaetano...


Accadde oggi...nel 1965 (fonte: accaddeoggi.it)


 

Calcio, stagione 2025/26: Domani esordio casalingo per il Lipari

 Il Lipari, dopo la battuta d'arresto nella prima giornata del campionato di Prima categoria, torna in campo domani, affrontando al Monteleone - Scoglio, con inizio alle 14 e 30. il Real Gescal, vittorioso nel corso della prima giornata

Collegamenti marittimi. I timori di Federalberghi. L'articolo del direttore Sarpi sulla Gazzetta del sud del 4 ottobre 2025


 

Cambi in parrocchie eoliane: Don Giuseppe a Malfa, Don Bartolo a Lipari


 

Schifani: «Un piano di 1,3 miliardi per lo sviluppo e la coesione della Sicilia»

Opere pubbliche di grande valenza sociale e infrastrutturale potranno essere finanziate grazie alla delibera approvata dalla giunta Schifani, su proposta del presidente della Regione. Il provvedimento avvia la programmazione di fondi per oltre 1,3 miliardi di euro. Sono risorse del Fondo di rotazione istituito con la Legge n. 183 del 1987 e destinate ad interventi complementari rispetto ai programmi cofinanziati dai fondi strutturali dell’Unione europea per il periodo di programmazione 2021 – 2027.

«Abbiamo avviato – dice Schifani – il percorso che consentirà di completare la programmazione di tutte le risorse del ciclo 21-27. A partire dall’assicurare il completamento del ciclo di programmazione 2014/20 dei fondi Fsc, Fesr e Fse dando la possibilità di attuare una serie di importati interventi che non era stato possibile definire per la scadenza dei termini o per l'insufficienza delle risorse. Adesso potremo realizzare una serie di opere fondamentali per le nostre città, per i nostri territori, anche in settori di forte valenza sociale come le scuole o gli ospedali delle aree ad alto rischio ambientale o potenziando gli interventi già avviati per contrastare la crisi idrica e nel settore dei rifiuti. Abbiamo previsto risorse per finanziare le misure in favore delle fasce più disagiate della società e per favorire nuova occupazione. È una visione strategica e di grande respiro per la quale il mio governo intende utilizzare al meglio e fino in fondo tutte le fonti finanziarie disponibili, senza rischiare di perdere tempo e risorse e, soprattutto, senza lasciare indietro nessuno. In questo senso, il dialogo e con le amministrazioni e l'attenzione per i territori sono stati costanti».

La delibera, dopo il passaggio in Commissione all'Ars cui seguirannno le consultazioni con la Presidenza del Consiglio e l'approvazione da parte del Cipess, costituirà un atto aggiuntivo all'accordo di coesione firmato dal presidente Schifani con la premier Giorgia Meloni a Palermo nel 2024.

La programmazione riguarda, in particolare progetti per un importo di 1,07 miliardi di euro complementari al Fesr 21/27 e 277,6 milioni di interventi complementari al Fse+.
Tra i primi figurano gli interventi nelle città. A Palermo sarà finanziata con oltre 47 milioni la realizzazione di due poli educativi territoriali; a Messina saranno destinati 65 milioni per la bonifica e la valorizzazione delle aree ex Sanderson e per il risanamento delle zone degradate. Per interventi di rigenerazione urbana a Catania sono previsti 25 milioni, mentre per il completamento degli scavi e la valorizzazione dell'area del teatro antico di Agrigento sono programmati 2 milioni di euro.

Spiccano, poi, i 175 milioni per progetti che erano stati ammessi a finanziamento con le risorse del programma operativo del 2014/20, ma non finanziati per esaurimento delle risorse; i circa 400 milioni per il completamento del ciclo integrato dei rifiuti che prevede anche investimenti per il miglioramento della raccolta differenziata e per la diffusione del compostaggio domestico; 35 milioni per il piano delle traverse idriche, quasi 85 milioni per la tutela del territorio attraverso interventi di bonifica e di mitigazione del rischio idrogeologico e dell'erosione costiera, mentre altri 50 milioni saranno investiti per la prevenzione dei danni da calamità naturale.

Per quanto concerne la sanità, 26 milioni andranno al potenziamento dei presidi ospedalieri nei territori ad alto rischio ambientale. Un investimento di 41 milioni, inoltre, è previsto per l'attuazione del Piano triennale della transizione digitale, attraverso l'Arit.

Importanti gli interventi complementari al Fse+. Tra questi, per le borse di studio degli Ersu è previsto uno stanziamento di 120 milioni, 55 milioni per interventi sociali per i soggetti svantaggiati e i servizi a sostegno delle persone non autosufficienti, 22 milioni per la formazione professionale.

Come eravamo, luoghi, cose e personaggi delle Eolie di un tempo (16° puntata - 3 foto di luoghi negli anni '60)

1) Interno del castello di Lipari (anni '60)
2) Marina Corta vista dal Castello (anni '60)
3) Ginstra dal mare (anni '60)




Circolo territoriale di Fratelli d’Italia – Isole Eolie: "No alla soppressione dei collegamenti tra Eolie e Napoli e la Calabria

 Al Presidente della Regione Siciliana On. Renato Schifani; All’Assessore delle Infrastrutture e della Mobilità della Regione Siciliana On. Alessandro Aricò; Al Dipartimento Infrastrutture della Regione Siciliana; Al Sindaco di Lipari Dott. Riccardo Gullo

Oggetto: Ferma opposizione alla soppressione delle corse marittime tra le Eolie e Napoli e con la Calabria

Alla cortese attenzione delle Istituzioni competenti,

Il circolo territoriale di Fratelli d’Italia – Isole Eolie esprime con forza la propria contrarietà alla paventata soppressione delle corse marittime che collegano le Isole Eolie con Napoli e con la Calabria, una scelta che se attuata riteniamo inaccettabile e gravemente lesiva dei diritti dei cittadini eoliani.

Questi collegamenti rappresentano una infrastruttura strategica di mobilità, non solo per il turismo, ma soprattutto per garantire:

il diritto alla salute,

la continuità scolastica e lavorativa,

la coesione sociale e familiare,

e lo sviluppo economico delle nostre isole.

L’ eventuale cancellazione di queste tratte rischia di isolare ulteriormente le nostre comunità, già penalizzate da carenze strutturali e da una cronica disattenzione istituzionale. È paradossale che, a fronte di un aumento dei fondi per la continuità territoriale, si possa proceda con tagli che colpiscono proprio le tratte più vitali.

Fratelli d’Italia – Isole Eolie chiede con urgenza:

Il mantenimento delle corse che si vogliono sopprimere

L’apertura di un tavolo tecnico permanente con la partecipazione diretta delle comunità insulari

La definizione trasparente e stabile delle tariffe e degli orari

Un piano pluriennale di mobilità marittima che metta al centro le esigenze reali dei territori

Le Isole Eolie non possono essere trattate come periferie dimenticate. La mobilità è un diritto costituzionale, e Fratelli d’Italia si impegna a difendere con determinazione la dignità e la sovranità dei nostri territori.

In attesa di risposte concrete e tempestive, porgiamo distinti saluti.

Fratelli d’Italia – Circolo Isole Eolie

Tanti auguri di...

Buon compleanno  Francesco Megna, Salvo Giannetto, Francesco Corrieri, Concetta Cincotta, Giuseppe Merlino, Oscar Caimano, Francesco Lo Nardo, Francesca Marino, Salvatore Cincotta, Angela Tesoriero, Vincenzo Mirabito, Roberto Gurgone   





Scriveva così...oggi...lo scorso anno la Gazzetta del sud


 

Il Comune di Lipari apre le porte al Servizio Civile Universale con i sei giovani selezionati dalla Project Form

Salvatore Cincotta, Martina Costa, Domenico Portelli, Sabrina Saltalamacchia, Paolo Scarpino e Karen Ziino sono i sei giovani selezionati dalla Project Form di Catania per un anno di Servizio Civile Universale con il Comune di Lipari. Stamattina, hanno incontrato il Sindaco, il Vice Sindaco e l'Assessore alle Politiche Sociali per il benvenuto ufficiale dell'Ente.
𝐈𝐥 𝐒𝐢𝐧𝐝𝐚𝐜𝐨 𝐡𝐚 𝐬𝐨𝐭𝐭𝐨𝐥𝐢𝐧𝐞𝐚𝐭𝐨 𝐢𝐥 𝐯𝐚𝐥𝐨𝐫𝐞 𝐝𝐞𝐥 𝐒𝐞𝐫𝐯𝐢𝐳𝐢𝐨 𝐂𝐢𝐯𝐢𝐥𝐞 𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐨𝐩𝐩𝐨𝐫𝐭𝐮𝐧𝐢𝐭𝐚̀ 𝐩𝐞𝐫 𝐫𝐚𝐠𝐚𝐳𝐳𝐢 𝐞 𝐫𝐚𝐠𝐚𝐳𝐳𝐞 𝐝𝐢 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐫𝐢𝐛𝐮𝐢𝐫𝐞 𝐚𝐥 𝐦𝐢𝐠𝐥𝐢𝐨𝐫𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐝𝐞𝐢 𝐬𝐞𝐫𝐯𝐢𝐳𝐢 𝐨𝐟𝐟𝐞𝐫𝐭𝐢 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐩𝐫𝐨𝐩𝐫𝐢𝐚 𝐜𝐨𝐦𝐮𝐧𝐢𝐭𝐚̀ e, allo stesso tempo, come prezioso contributo agli uffici comunali che, per la prima volta a Lipari, aprono le porte al Servizio Civile Universale, e che certamente trarranno benefici dalla iniezione di energie giovani e nuove idee.
𝐈 𝐯𝐨𝐥𝐨𝐧𝐭𝐚𝐫𝐢 𝐬𝐚𝐫𝐚𝐧𝐧𝐨 𝐢𝐦𝐩𝐞𝐠𝐧𝐚𝐭𝐢 𝐩𝐞𝐫 𝟐𝟓 𝐨𝐫𝐞 𝐬𝐞𝐭𝐭𝐢𝐦𝐚𝐧𝐚𝐥𝐢 𝐧𝐞𝐢 𝐩𝐫𝐨𝐠𝐞𝐭𝐭𝐢 "𝐍𝐨𝐢 𝐬𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐚𝐦𝐛𝐢𝐞𝐧𝐭𝐞" - con la supervisione del Geom. Spartà e del Geom. Beninati - e "Piano cultura: start and go" - con la supervisione della Dr.ssa Schilirò e del Dr. Rando.
Ai nuovi arrivati va l'augurio dell'Amministrazione per un anno pieno di stimoli formativi, di esperienze interessanti e di occasioni di sviluppo personale.

Interruzione energia elettrica in varie zone di Canneto


 

Oggi, 4 ottobre: San Francesco D'Assisi

San Francesco d'Assisi

S. Francesco nacque ad Assisi l'anno 1182 da Pietro Bernardone e da madonna Pica, ricchi commercianti. La sua nascita fu circondata da avvenimenti misteriosi: un mendicante, presentatosi a madonna Giovanna Pica, pochi giorni prima della nascita di Francesco, le disse: « Fra queste mura spunterà presto un sole... »; il giorno stesso della nascita, essendo la madre oltremodo accasciata per i dolori del parto, un altro pellegrino le disse: « Tutto andrà bene, purchè la madre sia condotta nella stalla », e così avvenne. Un altro giorno fu udito pér le vie di Assisi un romito che gridava: « Pace e bene, pace e bene! » il futuro motto di Francesco. La dolce madonna Pica taceva e pregava, pensando: cosa mai sarà di questo fanciullo così prediletto da Dio?

  Intanto Francesco cresceva vivace, allegro, amante delle spensierate brigate, delle laute cene, dei suoni e dei canti. Siccome gli affari andavano bene, il padre lo avviò alla mercatura. Di ingegno vivace, riusciva a meraviglia; combattè anche contro Perugia e sostenne lunga prigionia.

  La grazia di Dio intanto lavorava. Un giorno gli amici, vedendolo assorto, gli domandarono: « Pensi a prendere moglie? ». « Sì, rispose Francesco, e sposerò la donna più bella e più amabile del mondo ». Si riferiva a « madonna povertà »! Una mattina, è colpito, in una chiesetta di campagna, da un brano del Vangelo, che dice: "Non tenere né oro né argento né altra moneta; non borse, non sacchi, non due vesti, non scarpe, non bastone". Si spogliò di tutto, diede quanto aveva in elemosina, e a suo padre che l'aveva citato davanti al Vescovo, diceva rendendogli anche i vestiti: « Finora ho chiamato Pietro di Bernardone mio padre, d'ora in poi a maggior ragione dirò: Padre mio che sei nei cieli ». Esce all'aperto e, immediatamente. mette in pratica il consiglio evangelico. Si scalza, s'infila una tunica contadinesca, getta la cintura di cuoio e al suo posto s'annoda sui fianchi una corda. (La cintura di cuoio era nel medioevo la parte più importante dell'abito, tanto importante che Dante. quando vorrà lodare la rude semplicità dei vecchi fiorentini, li dirà "cinti di cuoio e d'osso")

  Da quel giorno l'eroismo di Francesco non ebbe più limiti: i poveri, i lebbrosi, gli ammalati di ogni specie furono la sua parte életta. Fu trattato da pazzo, percosso, vilipeso, maledetto, ed egli ricambiava tutto con preghiere, carità, amore. Ai suoi seguaci che volle chiamare « Frati Minori » insegnava il lavoro, l'elemosina, la preghiera e la povertà più assoluta.

  Dove passò portò la benedizione di Dio: la pace fra le fazioni e l'amore fra i nemici: convertì peccatori, salvò miserabili, protesse oppressi.

San Francesco


I tre voti francescani, obbedienza, povertà e castità, non erano pesi che il figlio di Pietro Bernardone prendeva sulle sue grame spalle e che imponeva ai compagni d'avventura. Al contrario, quei voti rendevano lui e i suoi seguaci più presti e leggeri. L'obbedienza scioglieva da ogni dubbio; la povertà liberava da ogni cupidigia; la castità sollevava da ogni impegno carnale. I vizi contrari a quei voti, cioè la superbia, l'avarizia e la lussuria, erano tre mostruose fibbie, che imbrigliavano l'uomo mondano.

  Benedetto dal papa, estese ovunque ed a tutti la sua opera; istituì le Clarisse; fondò e diffuse il Terz'Ordine. Andò fra i Turchi: mandò apostoli dappertutto a portare «pace e bene ». Alla Verna, Dio impresse sul suo servo fedele il segno del suo amore: le sacre stimmate.

  Compose laudi in onore del suo Dio perchè esclamava: « L'amore non è amato, l'amore non è amato! ». Morì, benedicendo i suoi figliuoli e la sua cara città di Assisi, il 4 ottobre 1226.

  Fu chiamato il più santo degli Italiani, e il più Italiano dei santi; assieme a S. Caterina da Siena è il grande protettore della nostra amata patria.

PRATICA. Ad onore di S. Francesco facciamo oggi una mortificazione ed una elemosina.

PREGHIERA. O Dio, che per i meriti di S. Francesco accrescesti la tua Chiesa di una nuova famiglia, concedici di disprezzare a suo esempio le cose terrene, e di poter partecipare alla gioia dei doni celesti.

MARTIROLOGIO ROMANO. Ad Assisi, in Umbria, il natale di San Francésco, Levita e Confessore. Fondatore di tre Ordini, cioè dei Frati Minori, delle Povere Donne, e dei Fratelli e delle Sorelle della Penitenza. La sua vita, piena di santità e di miracoli, fu scritta da san Bonaventura.


San Francesco e il Natale

  La natura fantastica del "giullare di Dio" e insieme la sua intuizione didattica si manifestarono specialmente nella più poetica rappresentazione ideata in un bosco, cioè nel Presepio di Greccio.

  Per Francesco il Natale era la festa delle feste, appunto perché Dio stesso, con la sua adorabile incarnazione, scendeva in terra, e si faceva fratello degli uomini. Frate, non monaco. L'eterno entrava nel tempo; l'immobile diventava viandante. Dal Natale in poi, tutte le strade sarebbero state come quella d'Emmaus.

  Il santo dell'umiltà si commuoveva all'idea dell'infinita umiliazione di Dio che si fa uomo. Il santo della povertà piangeva al pensiero dell'estrema indigenza di Gesù, nato in una stalla. E finalmente, il santo della perfetta letizia si rallegrava al ricordo dell'Alleluia celeste.

  Il Natale era dunque la festa più francescana dell'anno liturgico. Vi si celebrava l'umiltà, la povertà e l'innocenza. I tre voti francescani brillavano, con meraviglioso fulgore, nel cielo natalizio.

  "Se io potessi parlare all'imperatore," diceva Francesco "vorrei pregarlo di emanare un comando generale, perché tutti coloro che lo possono, spargano per le vie frumento e granaglie nel giorno di Natale, sicché in quel giorno di tanta solennità gli uccelli abbiano cibo in abbondanza". Anche questo sarebbe stato un modo di rendere evidente la gioia natalizia, comunicandola, attraverso il cibo, anche agli abitanti dell'aria.

  Un anno, il Natale cadeva di venerdì e fra' Monco, il cuciniere, fu in dubbio se fare, in quel giorno, di grasso o di magro. "Faresti peccato, o fratello" gli gridò Francesco "chiamando venerdì il giorno in cui è nato Gesù. Vorrei che in un giorno come questo mangiassero carne anche le pareti e, non potendo, ne fossero almeno unte di fuori!"

  Soltanto la fantasia d'un uomo sobrio e continente come lui poteva immaginare qualcosa di simile.

  Nell'inverno del 1223 ebbe finalmente l'idea della prima sacra rappresentazione. Mandò a chiamare il signore di Greccio, Giovanni Velita, e gli disse: "È mio pensiero rievocare al vivo la memoria di quel Bambino celeste che è nato laggiù in Betlem, e suscitare davanti al suo sguardo e al mio cuore gl'incomodi delle sue infantili necessità: vederlo proprio giacere su poca paglia, reclinato in un presepio, riscaldato dal fiato di un bue e di un asinello".

  Così, la notte di Natale del 1223, nel bosco di Greccio, avvenne la prima rappresentazione natalizia inventata da San Francesco: il Presepio.

  Un sacerdote celebrò la Messa di mezzanotte sopra una mangiatoia. San Francesco, non essendo sacerdote, ma soltanto diacono, cantò il Vangelo della Nascita, e lo spiegò al popolo, accorso nel bosco di Greccio con fiaccole accese.

  Chiamava Gesù " il bambino di Betlem ", e nel pronunziare queste parole — narra il suo primo biografo — sembrava una pecora che belasse "talmente la sua bocca era ripiena, non tanto di voce, quanto di dolce affetto". "E nominando il Bambino di Betlem, oppure dicendo Gesù, lambivasi con la lingua le labbra, quasi a gustare e deglutire la dolcezza di quel nome."


San Francesco e gli animali

San Francesco chiamava gli animali «i nostri fratelli più piccoli». Per loro aveva le attenzioni più delicate. Voleva scrivere a Federico II perché con un editto stabilisse che a Natale le strade fossero cosparse di granaglie e di grano per gli uccelli: anch'essi dovevano gioire per la nascita del Redentore. Perché non fossero calpestati, scansava dai sentieri i vermi. A Sant'Angelo in Pantanelli, presso Orvieto, viene mostrato tuttora uno scoglio sul Tevere, dal quale avrebbe gettato nel fiume dei pesci che gli erano stati regalati.

Un giorno S.Francesco andò alla elemosina assieme a frate Massèo e i due si imbatterono in un uomo che portava al mercato due agnelli da vendere, legati, belanti e penzolanti dalla spalle.

All'udire quei belati, il servo di Dio, vivamente commosso, si accostò, accarezzandoli, come suol fare una madre con i figlioletti che piangono, con tanta compassione e disse al padrone: "Perché tormenti i miei fratelli agnelli, tenendoli così legati e penzolanti?". Rispose: "Li porto al mercato e li vendo: ho bisogno di denaro".

E Francesco: "Che ne avverrà?". E quello: "I compratori li uccideranno e li mangeranno».

Nell'udire questo il santo esclamò: «Non sia mai! Prendi come compenso il mio mantello e dammi gli agnelli». Quell'uomo fu ben felice di un simile baratto, perché il mantello, che Francesco aveva ricevuto a prestito da un uomo proprio quel giorno per ripararsi dal freddo, valeva molto di più delle bestiole.

Infatti ogni creatura dice: Dio mi ha creato per te, o uomo! Noi che siamo vissuti con lui, lo vedevamo rallegrarsi interiormente ed esteriormente di quasi tutte le creature, così che, toccandole o mirandole, il suo spirito sembrava essere in cielo, non in terra. E per le grandi gioie che aveva ricevuto e riceveva dalle creature, egli compose, poco prima della sua morte, alcune Lodi del Signore per le sue creature, per incitare alla lode di Dio i cuori di coloro che le udissero, e così il Signore fosse lodato dagli uomini nelle sue creature»

San Francesco e gli animali


Dai "Fioretti" di San Francesco 
  Come Santo Francesco convertì tre ladroni micidiali, e fecionsi frati; e della nobilissima visione che vide l'uno di loro,il quale fu santissimo frate.

  Santo Francesco andò una volta per lo distretto del Borgo a Santo Sipolcro, e passando per uno castello che si chiama Monte Casale, venne a lui uno giovane nobile e molto dilicato, e dissegli: "Padre, io vorrei molto volentieri essere de' vostri frati". Rispuose Santo Francesco: "Figliuolo, tu se' giovane, dilicato e nobile: forse che tu non potresti sostenere la povertà e l'asprezza nostra". Ed egli: "Padre, non sete voi uomini come io? dunque, come la sostenete voi, così potrò io colla grazia di Cristo". Piacque molto a Santo Francesco quella risposta; di che benedicendolo, immantanente Io ricevette all'ordine e puosegli nome frate Agnolo. E portassi questo giovane sì graziosamente che ivi a poco tempo santo Francesco il fece guardiano nel luogo detto di Monte Casale. 



Cantico delle creature



Altissimu; onnipotente bon Signore,
  tue so' le laude, la gloria e l'onore et orme benediczione.
  Ad te solo, Altissimo, se confano et nullu omu ène dignu te mentovare.

Laudato si, mi Signore, curo tucte le tue creature,
  spezialmente messor lo frate sole,
  lo quale jorna, et allumini per lui;
  et ellu è bellu e radiante rum grande splendore;
  de te, Altissimo, porta significazione.

Laudato si, mi Signore, per sora luna e le stelle;
  in celo l'hai formate clarite et preziose et belle.

Laudato si, mi Signore, per frate vento
  et per aere et nubilo et sereno et orme tempo,
  per le quale a le tue creature dai sustentamento.

Laudato si, mi Signore, per sor'acqua,
  la quale è multo utile, et umele, et preziosa et casta.

Laudato si, mi Signore, per frate focu,
  per lo quale ennallumini la nocte,
  et elio è bellu, et jucundo. et robustoso et forte.

Laudato si, mi Signore, per sora nostra matre terra,
  la quale ne sustenta e governa,
  e produce diversi fructi, con coloriti fiori et erba.

Laudato si, mi Signore, per quilli che perdonano per lo tuo amore
  e sostengo infirmitate et tribulazione.
  Beati quilli che sosterranno in pace,
  ca de te, Altissimo, sirano incoronati.

Laudato si, mi Signore, per sona nostra morte corporale,
  da la quale nullu orno vivente pò scappare.
  Guai a quilli che morrano ne le peccata mortali.
  Beati quilli che se trovarà ne le tue sanctissime voluntati;
  ca la morte secunda no '1 farrà male.

Laudate et benedicete mi Signore, e rengraziate.
  e serviteli cum grande umilitate.



Benedizione di San Francesco



Fratello Sole e Sorella Luna



Dolce è sentire
Come nel mio cuore
Ora umilmente
Sta nascendo amore
Dolce è capire
Che non son più solo
Ma che son parte di una immensa vita
Che generosa
Risplende intorno a me
Dono di Lui
Del Suo immenso amore
Ci ha dato il Cielo
E le chiare Stelle
Fratello Sole
E Sorella Luna
La Madre Terra
Con Frutti, Prati e Fiori
Il Fuoco, il Vento
L'Aria e l'Acqua pura
Fonte di Vita
Per le Sue Creature
Dono di Lui
Del suo immenso amore
Dono di Lui
Del suo immenso amore

Buongiorno. Oggi è il 4 ottobre


 

venerdì 3 ottobre 2025

Accadde oggi...nel 1976


 

Come eravamo, luoghi, cose e personaggi delle Eolie di un tempo (15° puntata): Attività sul corso V.E. a Lipari (1968)

Nuova palestra pubblica nel segno dell'inclusione. L'articolo del direttore Sarpi sulla Gazzetta del sud del 3 ottobre 2025


 

Ginostra: Diffida alle Autorità per rischio capre selvatiche. "Cittadini prigionieri in casa e incolumità a rischio"

Al Sindaco del Comune di Lipari Dott. Riccardo Gullo; Al Prefetto di Messina Sua Eccellenza Cosima Di Stani; All’Assessorato Agricoltura e Foreste e della Pesca Della Regione Siciliana; Al Dirigente del Servizio 13 Servizio per il Territorio di Messina; Al Dirigente Generale del Dipartimento Regionale dello Sviluppo Rurale e Territoriale ; Al Dirigente del Servizio 3 Del Dipartimento Regionale dello Sviluppo Rurale e Territoriale – Gestione Faunistica del Territorio

e.p.c.

Stazione Carabinieri di Stromboli

Procura della Repubblica di Barcellona (P.G.)

Oggetto: Diffida per pericolo alla sicurezza pubblica causato da presenza incontrollata di capre a Ginostra

Io sottoscritto Gianluca Giuffrè, residente a Ginostra nell’isola di Stromboli, con la presente intendo segnalare e diffidare le autorità competenti in merito alla grave situazione di pericolo causata dalla presenza incontrollata di oltre duemila capre nel territorio di Ginostra e Stromboli. Tale situazione rappresenta un rischio concreto per l’incolumità dei cittadini, in particolare per i soggetti più vulnerabili come i bambini e gli anziani. Personalmente, ho due figli di 8 anni e due genitori anziani, e temo per la loro sicurezza a causa di frequenti incursioni degli animali fin dentro le nostre abitazioni e lungo i sentieri e nelle aree pubbliche. Numerosi branchi sono localizzati nel territorio comunale ed assediano continuamente le abitazioni costringendo i cittadini a vivere prigionieri in casa ed esposti a gravi pericoli per la loro incolumità fisica oltre agli ingenti danni che arrecano nelle proprietà private e rischi di natura igienico-sanitaria per la salute pubblica.                       Chiedo pertanto un intervento urgente volto a:

Adottare misure immediate per contenere e gestire gli animali.

Garantire la sicurezza dei residenti e dei visitatori.

In mancanza di riscontro entro 15 giorni dalla presente, mi riservo di adire le vie legali e di coinvolgere  le associazioni di tutela dei diritti civili.

Distinti saluti, 

Gianluca Giuffrè

Ginostra, 03/10/2025



San Francesco e Madonna di Pompei


 

Eoliani e amici delle Eolie che non ci sono più( Riproposizione 81° puntata, deceduti a gennaio- febbraio 2024) video di 2 minuti e 10

 In questo video, realizzato con le foto in nostro possesso: Angela Provvidenti ved. Lazzaro, Angela Quadara (Lina) ved. Paino, Angelo Favaloro, Antonino Loprestini, Bartolina Ruggiero in Cavalletto, Bartolo Lo Surdo, Caterina Filolungo ved. Bartoli, Caterina Natoli ved. Favaloro, Caterina Quadara in Ficarra, Elena Scoglio ved. Lazzaro, Genj Groppo, Gino Vulcano, Giovanni Raffaele (Giovannazzo), Giuseppa Peluso ved. Cafarella, Giuseppe Fonti, Ivana Bonica, Nunziata Cannistrà, Pino Martinucci, Provvidenza Longo ved. Sardella, Stefano Caizzone