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venerdì 30 settembre 2011

Spettacolare alba di fine settembre a Lipari. Foto di Giancarlo D'Ambra

E' stato smarrito a Lipari un bastardino piccolo di circa 5 mesi. E' di colore beige con una striscia bianca in testa. Chiunque è in grado di dare notizie può contattare il  
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Commissione speciale sanità- "Il Faro" nomina Saverio Merlino

COMUNICATO STAMPA
Con nota prot. n. 34452 del 28 Settembre 2011 i sottoscritti Consiglieri Comunali Francesco Megna e Gesuele Fonti, in rappresentanza del Gruppo Consiliare “IL FARO”, hanno nominato il dott. SAVERIO MERLINO quale COMPONENTE EFFETTIVO della Commissione speciale Sanità, istituita con Delibera del Consiglio Comunale nella seduta del 15 Settembre 2011.
Lo scellerato disegno posto in essere dalle istituzioni regionali di ridimensionamento del presidio ospedaliero di Lipari, la recente chiusura del punto nascita sancita “ope legis” con decreto dell’Assessore Russo, la mancata tutela dei Livelli Essenziali di Assistenza per i cittadini eoliani e soprattutto per coloro che risiedono nelle isole più decentrate, la mancata previsione per il presidio ospedaliero di Lipari di legittime e giustificate deroghe ai criteri portanti rese necessarie in virtù della condizione plurinsulare del territorio, deroghe concesse ad alcuni territori non insulari della Sicilia giustificate da “oggettive difficoltà di garantire entro tempi congrui il trasferimento dei pazienti”, tuttavia negate alle Isole Eolie, perpetrando così una sistemica discriminazione ed una inaccettabile disparità di trattamento, la pedissequa attuazione di logiche perverse improntate a criteri meramente contabili o ad oscure manovre “di palazzo” che violano la dignità umana e ledono diritti fondamentali costituzionalmente garantiti, rappresentano l’agenda e le priorità, ormai non più differibili, sulle quali dovrà confrontarsi la costituenda Commissione.
A tutti i componenti ed in particolare al dott. Saverio Merlino, distintosi per l’impegno civico e  per le battaglie, pienamente condivise, condotte a difesa dell’ospedale di Lipari e del mantenimento e potenziamento del punto nascita di Lipari, gli auguri di Buon Lavoro, con il sincero auspicio che su temi così importanti per la nostra comunità, si possa finalmente costituire un fronte comune (politico e civico) in grado di rappresentare sinergicamente e senza divisioni il grave disagio e le legittime proteste della comunità eoliana.

Punto nascita. Gli abitanti delle Eolie non ci stanno e preparano una dura risposta (Gazzetta del sud - Peppe Paino)

Gente inferocita pronta a far scattare la mobilitazione in massa a Lipari dopo la notizia della soppressione del punto nascita di Lipari. Gli isolani - che temevano tale decisione dopo gli annunci delle scorse settimane - non ci stanno e preannunciano azioni eclatanti per rivendicare il loro diritto a nascere sull'arcipelago. È chiaro che analoghe iniziative gli eoliani le attendono anche da parte dell'Amministrazione comunale che sino ad ora è rimasta in silenzio, al pari del consiglio comunale.
Eppure un anno fa di questi tempi c'era stata l'audizione alla commissione salute all'Ars di tre consiglieri comunali più il sindaco, Mariano Bruno, sulle previsioni del piano di rientro delle spesa sanitaria nell'ambito del quale era stato perfino ipotizzato di cancellare completamente l'ospedale di Lipari, come quello di Mistretta. Un miracolo , si disse allora, averlo salvato. In quel piano che come da decreto, per quanto riguarda anche le nascite a Lipari, recita testualmente: «dovrà essere attivato il percorso nascita ed il percorso chirurgico secondo un "doppio binario" che prevede il trasferimento in presidi a maggiore complessità delle gravidanze a rischio e dei pazienti che devono sottoporsi ad interventi chirurgici di maggiore impegno limitando quindi le attività ostetriche e chirurgiche in loco ai casi di minore complessita».
Con la chiusura del punto nascita, oggi, di quali casi di minore complessità si può parlare se in ginecologia non si può stare tranquilli neanche fino ai primi strilli del nascituro ? I tecnici dell'assessorato, lo stesso assessore Massimo Russo che richiamano le disposizione dell'Organizzazione mondiale della Sanità - si fa notare - non hanno neanche tenuto conto delle specificità territoriale delle isole che obbliga, adesso, la giunta regionale ad affrontare l'argomento, come annunciato dal presidente Lombardo a Lipari, nell'ambito di una legislazione ad hoc per tutte le isole minori. Eppure i cinque punti nascita che resteranno attivi nonostante il numero di parti inferiore (Corleone, Nicosia, Bronte, Mussomeli, Santo Stefano di Quisquina) saranno pure disagiati ma si trovano sempre nella terraferma. E va ricordato che per le gestanti eoliane può accadere di non trovare posto nelle stesse strutture d'eccellenza, come accaduto di recente ad una donna di Salina trasferita in elicottero d'urgenza per rientrare poi a Lipari per dare alla luce il suo bellissimo bimbo . L'urgenza si può garantire, la regolarità no. Al limite si poteva anche, come sostengono gli esperti del posto, accorpare il punto nascita di Lipari agli ospedali di Milazzo e Barcellona in modo tale da avere nell'isola , a turno, quel personale esperto e sempre allenato ai parti per il rispetto proprio di quanto indica il piano. Niente di niente. Lipari, comune sempre più rappresentato dal sindaco di Santa Marina Salina, Massimo Lo Schiavo, il quale è riuscito a farsi aprire anche le porte del Parlamento con la proposta di una legge speciale per le isole minori che il presidente Gianfranco Fini ha subito girato alla commissione competente, chiede adesso al presidente Anci di fare la voce grossa nella riunione di giunta regionale.

Punti nascita, Laccoto tenta la mediazione. Mercoledì si riunisce la Commissione Salute

Il decreto dell'assessore alla Salute Massimo Russo che riduce il numero dei cosiddetti "punti nascita", tagliando fuori intere zone da dove è difficile raggiungere i centri abilitati, sta sollevando numerose proteste, oltre che nei territori sacrificati, anche fra i politici. A Petralia Sottana, in provincia di Palermo, una quindicina di sindaci del comprensorio madonita hanno occupato l'ospedale di Madonna dell'Alto.
Il sindaco di Castellana Sicula, Giuseppe Intrivici, dice: «Contro lo smantellamento deciso dal governo regionale, con i colleghi sindaci abbiamo occupato l'ospedale di Petralia Sottana ad oltranza in segno di protesta. Il diritto alla salute per le popolazioni madonite non è più garantito».
Un clima infuocato, che scuote la maggioranza. Il presidente della commissione Sanità dell'Ars, Laccoto, ha deciso di convocare per mercoledì mattina i componenti della commissione, in modo che, insieme con l'assessore si possa affrontare il problema. In particolare, l'on. Laccoto intende procedere ad «un approfondito esame delle questioni sollevate dagli amministratori di diverse provincie, i quali lamentano una penalizzazione del territorio con la riduzione che il piano comporta. Data la delicatezza – ha dichiarato Laccoto – verranno trattati i criteri sui cui si basa il piano e saranno chiariti gli effetti che è destinato a produrre».
Secondo il vice presidente del gruppo parlamentare del Pdl Franco Rinaldi, «o i criteri di scelta non sono stati applicati con il dovuto rigore o la conoscenza geografica del nostro territorio (da parte dell'assessore Russo, ndr) lascia alquanto a desiderare».
«Non si comprende – sostiene Rinaldi – perché sia stata decisa la chiusura dei reparti di ostetricia di Mistretta, che non è sicuramente un comune dietro l'angolo, ma, soprattutto, di Lipari, un'isola, con tutto ciò che ne consegue. O forse qualcuno avrà pensato che, avendo mantenuto in vita il punto nascita di Milazzo, quello della maggiore delle isole eoliane era sacrificabile, senza considerare i problemi cronici dei collegamenti, soprattutto in condizioni climatiche avverse».
Anche per il capogruppo del Pd Antonello Cracolici è necessario che «il decreto regionale di riordino e riorganizzazione della rete dei punti nascita siciliana sia discusso e illustrato in commissione Sanità, per chiarire ogni dubbio sull'oggettività dei criteri utilizzati per concedere deroghe al tetto minimo di 500 parti l'anno. Per evitare incomprensioni mi auguro che l'assessore Russo venga in commissione, dove chiarirà ogni dubbio».
«È indispensabile – incalza il deputato del Pd Bernardo Mattarella – che la commissione Sanità dell'Ars imponga al censurato assessore Russo, prima che questo rassegni le doverose dimissioni, di assicurare immediatamente alle donne madonite l'imprescindibile diritto alla maternità».
Per il capogruppo del Pid Rudy Maira, l'assessore alla Salute dovrebbe dimettersi tout court.
Anche il coordinatore provinciale dell'Udc Totò Lentini, deputato all'Ars, sostiene l'opportunità di modificare il decreto sui punti di nascita. «Pur essendo concordi nel razionalizzare il numero dei punti nascita – afferma – riteniamo fondamentale considerare anche il posizionamento delle strutture presenti nel territorio. Lo standard di 500 parti all'anno non può essere applicato rigidamente. A Cefalù, ad esempio, l'ospedale ha registrato circa 480 parti. È una struttura che serve buona parte del comprensorio madonita. Privare il territorio di un presidio attivo 24 ore al giorno e facilmente raggiungibile – spiega Lentini – significa danneggiare in primo luogo i cittadini dal momento che gli ospedali di Termini e Petralia non sono dotati dei reparti di ginecologia».
«La chiusura del punto nascita dell'Ospedale di Petralia Sottana «Madonna dell'Alto, decisa dallo sfiduciato assessore regionale alla Salute Massimo Russo, è l'ulteriore conferma di quanto il governo Lombardo, sostenuto anche dal Pd, non tenga in alcun conto il fondamentale diritto alla salute delle popolazioni che vivono nelle zone più disagiate della Sicilia e della totale mancanza di dialogo con gli amministratori locali e i cittadini», affermano a loro volta il segretario regionale Idv Sicilia, Fabio Giambrone, e il segretario provinciale di Palermo, Pippo Russo.
Sarebbe bello se qualcuno si chiedesse anche chi ha generato negli anni questo deficit mostruoso che in qualche modo oggi deve essere sanato.

giovedì 29 settembre 2011

Tassa di soggiorno. Federalberghi non ci sta e chiede di incontrare il consiglio comunale

COMUNICATO
Emerge dagli organi di stampa che nonostante le motivazioni che hanno spinto la nostra associazione a respingere con forza la tassa di soggiorno spiegandone ampiamente le motivazioni, l'amministrazione comunale di Lipari - comune la cui competenza ricade su ben sei delle sette Isole Eolie - ha ritenuto di portare in Consiglio Comunale la proposta di approvazione della tassa di soggiorno.
Va da se, dichiara Christian Del Bono, presidente di Federalberghi Isole Eolie e Isole Minori della Sicilia, che Lipari rischia di diventare, per le piccole isole siciliane, il comune apripista per l'adozione di un tributo che definire parziale e iniquo è sicuramente eufemistico. Ciò, accadrebbe, in barba alla battaglia condotta dall'ANCIM e dalla nostra Associazione, sia sul piano nazionale - è di un paio di giorni fa la lettera pervenutaci dalla Presidenza della Camera dei Deputati con la quale si comunica che il Presidente Fini avrebbe investito l'apposita Commissione parlamentare per trattare la questione sia su quello regionale. Proprio in occasione del forum sulle isole, tenutosi due giorni fa a Palermo, il direttore dell'Assessorato al Turismo, Marco Salerno, aveva aperto alla possibilità di creare una sorta di deroga per le isole minori nell'adozione della tassa di soggiorno che potesse tramutarla in una sorta di tassa di sbarco.
Una tassa di sbarco, che nel caso delle Eolie andrebbe, di fatto, a sostituirsi al ticket d'ingresso, attingendo ad un bacino di utenza ben più ampio, gravando quindi molto meno sull'utenza (rispetto a quella di soggiorno) e consentendo di modulare la spesa in modo ben più articolato rispetto al ticket di ingresso (che rimane finalizzato a interventi di messa in sicurezza).
Proprio quest'oggi, conclude Del Bono, abbiamo richiesto un incontro preliminare col Consiglio Comunale, nell'ambito del quale evidenziare la carrellata di motivi che renderebbe l'applicazione della tassa di soggiorno estremamente penalizzante per il settore turistico e, quindi, per l'intera economia insulare.
Federalberghi Isole Minori della Sicilia
Federalberghi Isole Eolie

Stromboli senza insegnanti ? "Se mi volete vengo io"

(da BlogSicilia) Si dice che in Italia, in questo momento, ci sia una crisi economica che più nera non si può. I giovani soffrono di precariato e chi ha avuto la fortuna di lavorare, seppur per breve tempo (vedi l’universo scuola), sciopera e protesta affinché gli sia dato modo di guadagnarsi il pane.
Ma, a Stromboli, la più selvaggia tra le isole delle Eolie, si sta verificando una situazione a dir poco paradossale: 37 bambini che, anziché a scuola, stanno a casa, perché non hanno un insegnante.
Una notizia che evidenzia un bisogno di una collettività (l’istruzione dei ragazzi) e al contempo un’opportunità di lavoro per l’esercito degli insegnanti italiani, molti dei quali in questo momento ‘a spasso’ da Bolzano a Lampedusa.
Ebbene, all’offerta, insita nella cronaca, ha risposto un lettore di BlogSicilia: Giuseppe Forciniti.
“Sono un laureato, pluriformato, rimasto senza lavoro. Voi credete sia possibilie venire in Sicilia ad insegnare? Domani mando la mia candidatura e mi metto a disposizione dei presidi delle scuole sguarnite. Voglio vedere quanti mi rispondono”.
Così nell’e-mail (oggetto: scuole senza insegnanti) che ha inviato alla nostra redazione.
Buoni propositi e la certezza di un curriculum di tutto rispetto: “Sono laureato in Scienze naturali ed ho insegnato per tre anni educazione ambientale”.
La candidatura non proviene dall’arida terra di Sicilia, dov’è arcinoto l’alto tasso di disoccupazione. Bensì, ad essere disposto a preparare armi e bagagli è un giovane che vive a centinaia di chilometri di distanza, ovvero a Roma.
“Spero che questo messaggio sia in qualche modo girato ai responsabili scolastici”, ha concluso Forciniti.
Forse che sì, forse che no. Intanto, è una lezione.

Ue: spadare, Italia in mora rischia Corte e multe

La Commissione europea ha deciso – riporta un lancio di agenzia dell’Ansa- l'invio di una lettera di messa in mora all'Italia in cui chiede di conformarsi alla vecchia sentenza della Corte Ue sull'uso illegale delle reti da posta derivanti nel Mediterraneo. L'Italia ha due mesi di tempo per rispondere. Il passo successivo e' la Corte Ue con sanzioni pecuniarie. Bruxelles invita l'Italia ad adottare opportuni provvedimenti per conformarsi a una sentenza pronunciata nell'ottobre 2009 dalla Corte di giustizia Ue e, insieme alla commissaria alla pesca Maria Damanaki, ''deplorano che l'Italia continui a violare il divieto relativo alle reti derivanti''. Se non saranno adottati ''opportuni provvedimenti entro due mesi dal ricevimento della lettera, la Commissione potra' adire la Corte Ue con pesanti sanzioni finanziarie''.

Lavori ad Unci. L'associazione "Per Canneto" replica "a muso duro" all'assessore Giannò

OGGETTO: Lavori zona Unci- localita' Canneto Lipari.
Con un po' di ritardo riscontro la sua nota prot. 30100 del 31 agosto 2011 e mi fa piacere sottolineare che, una Associazione quale quella del “PER CANNETO” nata con uno statuto che, oltre a prevedere una collaborazione con l'Amministrazione in ogni tipo di attività, creativa, sportiva e sociale,  prevede anche il compito di interessarsi  della cosa pubblica e di ascoltare e farsi portavoce dei cittadini che lamentano soprusi,  danni e chiedono delucidazioni su lavori pubblici e comportamenti poco trasparenti.
Carissimo Assessore, il “polverone sterile ed inutile” come lo definisce Lei, a parte che non   è stato sollevato ad arte e  per contestare,  é stato sollevato,  per avere chiarimenti ed informazioni sui lavori relativi all'appalto assegnato nella zona UNCI.
Desidero significarle che, questo  Comitato,  è intervenuto legittimamente a favore di tutti quei cittadini che hanno a cuore la difesa del territorio, per la balneazione, per il turismo, nonché per  tutti gli operatori turistici che investendo, speranzosi affrontano sforzi economici e fatiche, per un' economia quale quella turistica, sempre più in declino.
Visto che Ella fa cenno alla collaborazione, intrattenuta col sottoscritto come Presidente di questa Associazione, per altre attività, le chiedo, perché non è stato in tempo debito  presentato e affisso il famoso  cartello obbligatorio per lavori pubblici? perché non e' stata fornita l'adeguata trasparenza?
Cosa avremmo dovuto rispondere ai numerosi turisti che sono stati increduli e sorpresi dalla fanghiglia per i lavori effettuati in piena stagione turistica e lungo una spiaggia che proprio quest'anno ha ottenuto il fregio della Bandiera Blu? I responsabili avrebbero dovuto scoraggiare l'inizio dei lavori proprio a luglio.
Un Comitato,   non può e non deve sottrarsi ad interventi che ledono  gli interessi e l'economia di una frazione che vive soltanto di turismo ed ella, è ben consapevole di come gira l'economia a LIPARI
In quanto al “Carbone bagnato”, non intendo cadere in certe bassezze né in inutili polemiche, desidero  ricordare  che solo chi intende tergiversare può avere il carbone bagnato.
L' Associazione “per canneto”, desidero ricordare, dove ha potuto  ha sempre pensato seriamente e positivamente per la nostra Canneto e, quando  è stata  chiesta la  partecipazione ad incontri per la discussione di  argomenti che riguardano principalmente la nostra  frazione, non è mancata e  non mancherà certamente di essere presente per evidenziare con la collaborazione ed espliciti pareri, tutto L'amore possibile “AMORE PURO” per la  terra sulla quale abitiamo, che tutti  dobbiamo difendere e che tutti dobbiamo ringraziare DIO che ha voluto consacrare bellezze immense.
Antonino GIARDINA  (Presidente Associazione per “CANNETO”) 

LIPARI. Ospedale e Porto: parola di Lombardo (di Aldo Natoli)


(Aldo Natoli) La politica di impoverire le Eolie sopprimendo servizi primari  e devastare il territorio con opere avulse dall’ambiente delle isole da parte della Regione Siciliana è già giunta al suo epilogo. In questi giorni infatti il Presidente della Regione Siciliana, On. Raffaele Lombardo, incontrando i responsabili locali dell’MPA ha spiegato perché i figli dei nostri figli non possono più nascere  a Lipari. La soppressione del reparto di ostetricia dall’Ospedale di Lipari  non è dovuta al problema dei “tagli” ma bensì alla sicurezza delle partorienti. Una equipe di medici che affronta oltre 500 parti all’anno sicuramente  dispone di una esperienza di gran lunga superiore a quella di medici che operano in strutture dove il numero dei parti è minore, come l’Ospedale di Lipari. Non credo che le nostre donne si sono sentite meno sicure dall’assistenza al parto del Dott. Giovanni Spadaro! Quindi dobbiamo addirittura ringraziare il Presidente Lombardo per questa particolare attenzione nei nostri confronti. Inoltre la Regione si sta attivando per  farsi carico dell’alloggio dei genitori che seguono le gestanti fuori dell’isola., riducendo così il grave problema ad una “monetizzazione del disturbo”. Ma non è tutto. Il Presidente Lombardo si è anche meravigliato dell’avversione dei cittadini di Lipari sul tanto chiacchierato megaporto. Si tratta, per Lombardo, di una infrastruttura necessaria per produrre ricchezza in una località che vive sul mare. Quindi una totale inversione di pensiero e di giudizio. E’ chiaro, per il Presidente della Regione, che chi investe denaro deve guadagnarci quindi diventano necessari i ristoranti, i bar, i negozi vari, il pedaggio, etc. Quindi l’annuncio che a giorni darà il via alle formalità per avviare l’iter di approvazione del nuovo progetto, che ancora nessuno ha potuto visionare. Poco importa se manca il Piano Regolatore del Porto; se l’opera distruggerà la baia ed il lungomare di Marina Lunga; se il territorio e l’ambiente dell’isola non è quello di Marina di Portorosa, di Riposto, di Augusta , di Pozzallo, di Marina di Licata, di Mazzara del Vallo, di Trapani, etc., tanto per restare in Sicilia. Considerato il totale silenzio dei partecipanti alla riunione debbo dedurre che l’MPA locale è pienamente d’accordo con la nuova posizione del Presidente e dell’Amministrazione Comunale. A dire il vero mi sorprende anche il silenzio dei responsabili dei partiti che sostengono il Governo Regionale e che in passato si erano schierati contro il megaporto. Mi riferisco all’UDC ed al PD. Sembra quasi che tutto sia stato deciso nelle “sacrestie” regionali e sulla “testa” degli eoliani. Adesso ci resta soltanto da capire quale personaggio potrà “vendersi”, nell’imminente tornata elettorale, la realizzazione del megaporto, di tanti posti barca, di tanti posti di lavoro, etc. Naturalmente nulla verrà detto sul pedaggio che dovrà pagare chi sbarca a Lipari che, unitamente alla tassa di soggiorno che l’attuale Sindaco intende istituire, avrà un effetto devastante sul  fragile sistema turistico del comprensorio eoliano..

Immaginare l'Abitare sostenibile. Convegno a Lipari

L'associazione DottEolie, con l'Istituto Nazionale di Bioarchitettura, il Coordinamento Inbar Sicilia e la Sezione di Livorno Arcipelago Toscano, comunica che in data 8 ottobre 2011,si terrà il Convegno Immaginare l'Abitare Sostenibile, modelli, programmi, strategie. Presso la Sala Convegni di via Falcone Borsellino - COMUNE di LIPARI, MESSINA.
Il Convegno è realizzato in collaborazione tra la Sezione di Messina, il Coordinamento Inbar Sicilia e la Sezione di Livorno Arcipelago Toscano con il COMUNE di LIPARI e l’ Associazione DOTTEOLIE.
Vi sarà la presentazione del Concorso Internazionale di Idee ”L’ENERGIA SOLARE PER LE ISOLE MINORI ITALIANE” per l’isola di Capraia vinto daI Soci della Sezione INBAR di Livorno e Arcipelago Toscano: Sistema impiantistico atto a soddisfare i consumi energetici dell’isola di Capraia (LI), che integra diverse fonti rinnovabili, in cui il sole è la fonte predominante, sfruttando la morfologia e le caratteristiche storico-culturali del territorio isolano, per coprire il fabbisogno  energetico totale di illuminazione, condizionamento degli ambienti, richiesto dai residenti e dagli ospiti estivi, prevedendo ben quattro  sistemi integrati costituiti da FOTOVOLTAICO, OWC, STAGNO SOLARE e ACCUMULO.

Marina Corta. Lo scivolo "insabbiato"

Ecco come si presentava ieri mattino lo scivolo di Marina Corta (la struttura posta a sinistra dell'ingresso alla penisoletta del Purgatorio).
La foto è di Simone Lauria che ringraziamo

mercoledì 28 settembre 2011

Punti nascita in Sicilia da 70 a 49. Lipari perde il suo

I punti nascita in Sicilia passeranno dai 70 del 2009 a 47, con una riduzione di 23 unita'
Saranno rifunzionalizzati i reparti di ostetricia e ginecologia con meno di 500 parti all'anno, con cinque deroghe in ragione di particolari posizioni geografiche o di difficili collegamenti stradali.
Sono questi i punti salienti del decreto sul riordino e la razionalizzazione della rete dei punti nascita in Sicilia che l'assessore regionale per la Salute, Massimo Russo, ha presentato oggi a Palermo al congresso della Societa' italiana di ostetricia e ginecologia (Sigo).
Nel decreto c'e' anche un forte richiamo alle strutture private convenzionate, chiamate ad arginare l'enorme numero di parti cesarei che e' stato registrato negli ultimi anni.
"La Sicilia - ha detto l'assessore Russo - adempie puntualmente a quanto previsto a livello nazionale dalla Conferenza Stato Regioni. Abbiamo disegnato la nuova rete dei punti nascita dopo un eccellente lavoro svolto dai tavoli tecnici cui hanno partecipato i migliori professionisti del settore, seguendo dunque il metodo della condivisione. Si va in modo chiaro nella direzione della qualita' e della sicurezza delle mamme e dei loro bambini".
L'assessore ha sottolineato che le statistiche confermano la maggiore pericolosita' delle strutture con basso volume di operativita' e ha anche ricordato come una legge dello Stato consenta alle famiglie di poter iscrivere anagraficamente il proprio figlio in un luogo diverso da quello in cui la mamma ha partorito. Il provvedimento e' stato condiviso con l'associazione dei comuni(Anci).
Il decreto sulla rete dei punti nascita, come previsto nell'accordo raggiunto lo scorso anno in Conferenza Stato - Regioni, prevede la rifunzionalizzazione dei punti nascita con meno di 500 parti all'anno, fissando a mille parti lo standard verso cui si dovra' tendere nel giro di un triennio.
I cinque punti nascita che resteranno attivi nonostante un numero di parti inferiore sono Corleone (Palermo), Nicosia (Enna), Bronte (Catania), Mussomeli (Caltanissetta) e Santo Stefano di Quisquina (Agrigento). Il loro mantenimento e' giustificato dalla oggettiva difficolta' o impossibilita' di garantire, entro tempi congrui, il trasferimento delle pazienti verso strutture di secondo livello, dall'ampiezza dell'area territoriale di riferimento e dalla media del numero di parti gia' effettuati nel quinquennio, superiore a 150 parti all'anno.
E' previsto l'accorpamento dei punti nascita, anche con numero di parti superiore a 500, nei casi in cui la distanza fra loro e' estremamente ridotta.
La nuova organizzazione dovra' essere completata entro il 30 giugno 2012, secondo i piani attuativi che dovranno essere predisposti dai direttori generali delle aziende entro il mese di marzo.
La rifunzionalizzazione della rete prevede strutture di primo e secondo livello, secondo il modello "hub e spoke" previsto dal Piano sanitario regionale: le strutture di secondo livello, cioe' quelle che tratteranno i casi piu' complessi, dovranno garantire anche le funzioni assistenziali di terapia intensiva come le Utin (unita' terapia intensiva neonatale) e le rianimazioni.
Il decreto dedica particolare attenzione al problema dei parti cesarei che nel 2009 ponevano la Sicilia al secondo posto in Italia dietro alla Campania. Gia' lo scorso anno l'assessorato, attraverso l'equiparazione delle tariffe tra parto naturale e parto cesareo, e' riuscita a invertire il trend (anche i dati del primo semestre 2011 confermano il miglioramento). Adesso l'obiettivo e' quello di raggiungere in breve tempo la soglia del 20% dei parti cesarei primari (attualmente al 37%) ed e' gia' previsto che saranno introdotte sanzioni economiche a partire dal 2012 per le strutture che supereranno questo limite.
E' prevista anche la valutazione delle performances dei singoli punti nascita, sia nel pubblico che nel privato, per valutare l'appropriatezza delle prestazioni.

Tassa di sbarco e ddl isole minori. L'on. Fini trasmette la nota del sindaco Lo Schiavo alla competente commissione parlamentare

In seguito alla nota prot. 2388 del 12 settembre u.s., a firma congiunta del Presidente dell’ANCIM e del Coordinatore Regionale della stessa Associazione, Sindaci Corongiu e Lo Schiavo, con la quale si chiedeva ai Presidenti del Consiglio dei Ministri, del Senato e della Camera dei Deputati di presentare un emendamento al fine di istituire la tassa di sbarco nonché la predisposizione di un d.d.l. per le isole minori, è pervenuta in data 27 settembre la riposta da parte del Presidente della Camera, On. Fini, il quale ha disposto che copia della nota inviata sia trasmessa alla Commissione Parlamentare competente affinché i deputati che ne fanno parte possano prenderne visione ed assumere le iniziative che riterranno opportune.
Il Sindaco Lo Schiavo esprime enorme gratitudine al Presidente Fini per l’interessamento e per le disposizioni emanate, con la speranza che sarà avviato realmente un procedimento il cui risultato finale dovrà essere la salvaguardia delle Isole Minori e delle Comunità che vi risiedono.

Il Faro di Punta Lingua passa al comune di Santa Marina. La soddisfazione di Lo Schiavo


COMUNICATO STAMPA
In data odierna a Palermo si è concretizzato l’ultimo passaggio burocratico affinché il Comune di Santa Marina Salina entrasse in possesso del Faro di Punta Lingua.
Con la firma della Convenzione tra l’Agenzia del Demanio e il Comune di Santa Marina Salina si chiude un procedimento durato diversi anni, e che permette al Comune di poter gestire direttamente un importante bene che insiste sul territorio, e che purtroppo da diversi anni versava nel degrado.
“Sono contentissimo che si sia concluso positivamente questo procedimento” commenta il Sindaco Lo Schiavo da Palermo “che ci vede diventare possessori del Faro di Punta Lingua. Siamo riusciti, con la caparbietà che contraddistingue noi giovani “Sainari”, a fare richiesta di concessione prima che il Ministero della Difesa includesse anche questo bene tra quelli da dismettere e vendere ai privati. Il faro di Lingua è un simbolo per tutta la Comunità isolana e aver superato il rischio di perderlo, sia fisicamente che legalmente, è motivo di grande orgoglio”.
Non dobbiamo dimenticare, infatti, che tra dicembre 2009 e gennaio 2010 le violente mareggiate che hanno colpito la zona hanno messo in serio pericolo  l’esistenza dello stesso Faro, che ha rischiato di scomparire tra i flutti. Solo grazie all’impegno immediato della Protezione Civile, del Genio Civile Opere Marittime, del Comune e di numerosi cittadini che si sono prodigati giorno e notte per metterlo in sicurezza, oggi è possibile continuare ad ammirarlo e godere della sua bellezza.
“Un altro obiettivo che mi ero proposto nel 2007 nel programma elettorale” continua il Sindaco Lo Schiavo “è stato raggiunto: l’affidamento al Comune del Faro è il punto di partenza per la realizzazione dell’ultimo tassello che completerà il circuito museale di Lingua, ossia il Museo del Mare. Il Faro diverrà sede di questa sezione museale e al contempo diverrà un Open Space dinamico per tutti i giovani artisti dell’isola e non solo, un luogo in cui sarà possibile esprimere le proprie vocazioni artistiche.”
Questo grande risultato è dedicato a tutta la Comunità di Santa Marina Salina e Lingua e a tutti coloro che amano i nostri meravigliosi luoghi.

Riflessioni sul Bilancio Comunale e il gioco delle tre carte (di Gianfranco Guarino)

Riceviamo e pubblichiamo:
Alla Giunta Comunale, è riuscito di toccare il livello più basso mai ottenuto dalle precedenti amministrazioni, come cercherò di spiegare più avanti, ma andiamo per ordine.
            L'Amministrazione Comunale non ha ancora approvato il bilancio di previsione sostenendo varie difficoltà a far quadrare i conti ma in ogni caso risultando inadempiente.
            Le norme prevedono che la Giunta approvi il bilancio e solo successivamente venga convocato il Consiglio Comunale per dare il proprio parere, ne deriva che il Consiglio Comunale non è inadempiente, ma lo è esclusivamente l'Amministrazione Comunale.
            Ma vediamo di comprendere meglio:
1)      Il 17 agosto 2011 in sede di approvazione del consuntivo 2010, il Ragioniere Capo del Comune, ha chiarito che per l'anno 2010, l'avanzo di Amministrazione è stato di circa 800.000,00 euro di cui la metà per obblighi derivanti dal patto di stabilità e la restante parte perchè semplicemente non è stata spesa (€ 400.000,00 circa).
Inoltre veniva chiarito sempre dal dott. Subba, che il buco di bilancio non era di 800.000,00, ma di circa 250.000,00 euro (spese elettorali per il 2012, ed altro) in quanto, la Regione Sicilia prevede per una parte dei suoi trasferimenti economici, che i comuni li utilizzino per investimenti (per Lipari circa 550.000,00).
Da notare come il buco di bilancio sia inferiore alle somme non spese.
2)      In data 31 agosto 2011 a poche ore dalle scadenze di legge per poter istituire una nuova tassa comunale, è stato proposto al Consiglio Comunale di istituire l'addizionale irpef così prevista: il primo anno il 2 per mille, dal secondo anno in poi il 4 per mille, la stessa avrebbe prodotto introiti per il Comune pari a € 180.000,00 per il primo anno e € 360.000,00 per gli anni successivi.
Vi faccio notare come gli introiti previsti risultino inferiori, alle somme a disposizione semplicemente non spese.
Per cui il Consiglio Comunale a bocciato la proposta dell'Amministrazione.
3)      Apprendo dagli organi di informazione che è stato convocato il Consiglio Comunale il 10 ottobre p.v. per valutare l'istituzione della tassa di soggiorno, che ovviamente avrebbe ricadute economiche solo per il prossimo anno, per cui gli eventuali benefici, si avrebbero solo in sede di bilancio pluriennale.
Aldilà che così come prevista risulta vessatoria nei confronti di una specifica categoria e priva di una logiche di sviluppo, ma tendente solo a tappare buchi.
4)      Si rileva dagli organi di stampa l'idea della tassa di sbarco, che ad oggi non trova riscontri di tipo normativo quali (Roma Capitale, norme speciali per Venezia, etc.), per cui inapplicabile, che però stranamente trova molti consensi tra varie federazioni e Amministrazioni locali.
Non capisco quale utilità in sede di bilancio se ne possa ricavare per il 2011 e forse anche per il 2012-2013.
5)      In ultimo  ma non per questo meno importante, sempre in sede di consuntivo (17 agosto 2011), si traferivano per gli anni successivi debiti (almeno quelli conosciuti) vicini al milione di euro.
            Da tutto ciò se ne deduce che l'Amministrazione, ha agito con una logica perversa e cioè proponendo atti privi di buon senso o peggio inattuabili, alfine di crearsi un alibi, che ci portasse dritti verso il commissariamento, per cui non assumendosi nessuna responsabilità di come hanno amministrato e ancora peggio destinando il futuro di noi tutti in mano ad un commissario e grazie a questo anche con pesanti ricadute per il 2012.
            Ovviamente il tutto ricadrà sulle spalle del Consiglio Comunale che sarà obbligato per legge ad esitare il bilancio approvato dal commisario, pena lo scioglimento dello stesso, assumendosi di fatto la responsabilità di decidere fatti e cose anche impopolari, per sopperire alla totale latitanza dell'Amministrazione Comunale.
            Chissà forse qualcuno spera che il Consiglio decada per arrivare alle prossime elezioni con le mani libere di fare e sfare ciò che si vuole?
            In ogni caso, non vi sono esempi in passato così scialbi e sgradevoli nel modo di amministrare, spero che soltanto per dignità personale e rispetto dei cittadini, l'Amministrazione Comunale adempia al proprio dovere, ancora oggi, è sicuramente in tempo.
            Mi auguro che la presente disamina possa essere vista come uno stimolo alla discussione e al confronto civile.
            In quanto ritengo che l'attuale Amministrazione non abbia più alcun titolo politico per stabilire il futuro di noi tutti, prova ne è che ad oggi scappa di fronte alle proprie responsabilità.
Il Consigliere Comunale di Futuro e Libertà
Gianfranco Guarino  

L'amministrazione Bruno e l'ufficio idrico chiariscono e "sollecitano" i cittadini a pagare le fatture non saldate. Pena la sospensione del servizio

COMUNICATO STAMPA
L’Amministrazione Comunale di Lipari e l’Ufficio Idrico intendono chiarire, definitivamente, la tanto discussa vicenda relativa alla rideterminazione delle tariffe idriche adottata con la determinazione  n. 81/2009.
Con  una convenzione risalente al 1968 il Comune di Lipari aveva affidato all’EAS la gestione di parte degli impianti idrici comunali (Lipari Centro, Canneto, Stromboli Panarea Vulcano Filicudi) mentre l'Ente continuava a gestire altre porzioni del territorio (Zone alte di Lipari, Acquacalda, Alicudi e Ginostra).
All'atto della riconsegna al Comune di Lipari delle reti gestite dall’EAS (ente regionale ormai in liquidazione), da una gestione  frammentaria della distribuzione idrica dovuta alla presenza di più operatori (Comune di Lipari ed EAS) e caratterizzata da molteplici profili tariffari e modalità operative,  si è pervenuti ad una gestione unica in capo al Comune di Lipari.
In considerazione del predetto nuovo assetto gestionale, con decorrenza 01/01/2009, è stato, dunque, necessario uniformare le tariffe su tutto il territorio comunale.
E ciò anche perché l’EAS, non avendo tempestivamente adeguato le proprie tariffe al vigente quadro normativo ( legge Galli) e disattendendo completamente i precetti in essa contenuti, applicava ai propri utenti un minimo contrattuale del tutto illegittimo, al contrario del Comune di Lipari che aveva proceduto a tale adempimento.
Il Comune di Lipari, infatti, sin dal 2008 ha applicato nelle porzione di territorio dallo stesso direttamente gestito tariffe tali da coprire i costi gestionali sostenuti così come sancito da tali norme nell'ottica dell'equilibrio di bilancio.
Alla luce di quanto precede, dunque,con la restituzione delle reti al Comune di Lipari,  gli ex utenti EAS avrebbero dovuto essere assoggettati alle tariffe comunali in vigore nelle porzioni di territorio dallo stesso gestite ( ovviamente  più elevate  rispetto a quelle illegittime  applicate dall'EAS).
Sennonché, con la determinazione n.81/2009, il Comune di Lipari ha operato una complessiva rimodulazione della tariffe che, fatto salvo l’equilibrio di bilancio, ha consentito a tali categorie di utenti di pagare meno rispetto a quanto avrebbero dovuto pagare se le tariffe comunali precedentemente in vigore fossero state integralmente applicate loro.
Invero, nel 2008 gli utenti del Comune pagavano una tariffa pari ad € 1,74 + I.V.A. per ogni metro cubo fornito e un canone annuo pari ad € 52,40 al netto d’I.V.A.; di contro l’EAS addebitava un canone di € 59,63 comprensivo di I.V.A. nel quale erano compresi 80 metri cubi di acqua a prescindere dal fatto che venissero consumati o meno mentre, per l’eventuale eccedenza, gli utenti pagavano un prezzo di  € 0,90 euro per metro cubo fino ad 160 mc.ed € 1,44 oltre i 160 mc..
Ora, se si confronta la tariffa precedentemente imposta dall'Ente con quella introdotta dalla determinazione n. 81/2009 si evince che la tariffa media  odierna risulta inferiore a quella dallo stesso applicata in precedenza.
Peraltro, siffatte tariffe sono state rimodulate in modo omogeneo tenendo pure in considerazione tutte le tipologie e categorie di utenti presenti nel territorio comunale tanto da risultare in media  più convenienti per gli utenti rispetto a quelle praticate, ad esempio, nei Comuni isolani viciniori ( per tutti S. Marina Salina).
In ogni caso, a scanso di ogni equivoco, va precisato che il modus operandi serbato dall'Ente è del tutto coerente con il quadro normativo di riferimento.
Infatti, i rilievi formulati dalla CONVIRI con la nota del 22 marzo 2011 presupponevano che  gli Enti locali non facenti parte degli ATO non potessero utilizzare il metodo normalizzato di cui al D.Lgs. 152/2006- stante la reiterata proroga del periodo transitorio per l'attuazione della L. 36/94- bensì le metodologie tariffarie previste dal Cipe con la delibera 117/2008.
Ora, a prescindere dalla circostanza che siffatta opzione ermeneutica destava non poche perplssità e non era unanimemente condivisa, in ogni caso l'art. 10 comma 28 della L. 106/2011 statuendo che a decorrere dalla entrata in vigore del D.L. 25 settembre 2009 n. 135 ( ovvero il 25 settembre 2009) è da considerarsi cessato il regime transitorio di cui all'articolo 2 comma 3 del D.L. 17 marzo 1995 n. 79 (In caso di mancata elaborazione entro il 31 luglio 1995 del metodo normalizzato di cui all'art. 13, comma 3, della legge 5 gennaio 1994, n. 36, e fino all'elaborazione dello stesso, i criteri, i parametri ed i limiti per la determinazione e l'adeguamento delle tariffe del servizio idrico ai sensi degli articoli 13, 14 e 15 della citata legge n. 36 del 1994 sono fissati dal CIPE, con particolare riferimento alle quote di tariffe riferite al servizio di fognatura e di depurazione..) ha implicitamente abrogato il metodo di determinazione delle tariffe statuito dal Cipe, con la conseguenza che a decorrere dalla suindicata data cessa di avere efficacia anche la delibera Cipe n.117/2008.
Infine,  va sottolineato come, a seguito delle modifiche introdotte dalla L 106/2011  con decorrenza dal 13 luglio 2011, la CONVIRI  è stata soppressa ( cfr. art. 10 comma 26) e sostituita  dall'Agenzia Nazionale per i servizi idrici, di talché, a tutto concedere i rilievi formulati dalla predetta Commisisone con la nota del 22 marzo 2011, risultano di fatto privi di alcun rilievo, vuoi perché adottati da un organo che ha cessato le funzioni, vuoi perché del tutto superati dal nuovo quadro normativo  nelle more entrato in vigore.
Alla luce di quanto su esposto, al fine di poter assicurare l’erogazione dell’acqua, si invitano i cittadini a voler provvedere alla regolarizzazione delle fatture non saldate.

Disagi e continui ritardi nave Siremar delle diciotto e trenta. Il consigliere Biviano chiede il ripristino della normalità

Spett. Società Siremar, All’Assessore alla Mobilità Regione Sicilia,  Al Ministero dei Trasporti Repubblica Italiana
 e p.c. Al Sindaco del Comune di Lipari Dott. Mariano Bruno
 OGGETTO: Disagi e continui ritardi nave Siremar 18.30 Milazzo - Lipari
Con la presente il sottoscritto Consigliere Comunale lamenta il costante e continuo ritardo della nave Siremar delle 18.30 nella tratta Milazzo-Lipari.
Infatti, quasi ogni giorno, causa operazioni di rifornimento, la partenza prevista per le 18.30 subisce ritardi in media di 2 - 3 ore.
Una situazione divenuta oramai insostenibile e per la quale si richiede l’intervento urgente delle autorità in indirizzo.
Non si capisce, infatti, il perché la nave non effettui le operazioni di rifornimento in ore della giornata che consentano di mantenere inalterati gli orari di partenza e arrivo. In alternativa, logica vuole, che gli orari subiscano dei cambiamenti  in modo da non causare continui disagi ai viaggiatori che, giunti a Milazzo, sono anche privi di una qualsiasi sala d’attesa.
Si chiede, pertanto, d’intervenire immediatamente affinchè la partenza delle 18.30 venga rispettata così come previsto negli orari ufficiali e pubblicizzati.
Se la situazione dovesse persistere, il sottoscritto, sin da ora, chiede al Sindaco di Lipari, che legge per conoscenza, di valutare eventuali azioni legali a difesa di tutti gli utenti, residenti e turisti, e per i danni d’immagine ed economici ricadenti sul territorio eoliano.
                                                                                                       Il Consigliere Comunale
                                                                                                        Dott. Giacomo Biviano

Istituzionalizzare, attraverso i distretti turistici, il tavolo di confronto pubblico privato sulle tematiche di sviluppo delle destinazioni turistiche micro insulari della Sicilia

Il forum delle isole minori della Sicilia, organizzato da sicilia travelnostop e tenutosi ieri presso la sede del Servizio Turistico Regionale, si conclude con una serie di spunti interessanti e con tanti buoni propositi, dichiara Christian Del Bono, presidente di federalberghi isole minori della Sicilia.
Di sicuro rilievo le affermazioni del direttore dell’Assessorato al Turismo, Marco Salermo, che senza mezzi termini individua nei distretti turistici lo strumento di programmazione e pianificazione dello sviluppo turistico in Sicilia. Si superino, pertanto, aggiunge Del Bono, gli ultimi vincoli di carattere politico e si dia il via all’attivazione della progettualità necessaria a sbloccare i fondi.
Di grande importanza, sottolinea Del Bono, anche l’apertura di Salerno sulla tassa di soggiorno che, nel caso delle isole minori, potrebbe trovare una sua diversa applicazione nella forma della tassa di sbarco.
“Marco Salerno, nell’invitare i direttori degli altri assessorati a partecipare al forum e nel ribadire l’intersettorialità del turismo ha dato ancora una volta prova di grande sensibilità istituzionale e di avere un’ampia e compiuta visione del fenomeno turistico che non prevede certo né una gestione a compartimenti stagni ne può essere trattato indipendentemente dal patrimonio culturale ed ambientale né tantomeno dal settore dei trasporti”.
Per non rendere vano un incontro, che ha avuto la capacità di mettere sul tappeto le problematiche e la forte volontà degli operatori insulari di assicurare uno sviluppo sostenibile alle piccole isole siciliane che vada oltre gli interessi di bottega e le visioni di breve periodo, diventa adesso necessario, prosegue Del Bono, avviare un reale processo di concertazione e di programmazione negoziata attraverso l’istituzione di un tavolo permanente di confronto tra pubblico e privato. Che ben venga, pertanto, conclude Del Bono, la proposta del Direttore Salerno di utilizzare il “distretto delle isole e degli arcipelaghi di Sicilia” quale strumento di sintesi tra pubblico e privato per la definizione delle politiche di sviluppo dei territori microinsulari.