Ieri incontro con i ragazzi della scuola calcio della Ludica Lipari; Domani incontro pubblico all'hotel La Filadelfia
Imbriani non mollare è lo slogan apparso negli stadi di tutta Italia durante il periodo della malattia di Carmelo Imbriani, ex calciatore professionista, morto a causa di un linfoma.
La sua storia ha unito frange di tifoserie, ultras e non, da nord a sud, da est ad ovest del Paese. Una storia che ha mostrato l'altra faccia del calcio: quello pulito, solidale, capace di creare un vero fenomeno sociale. Quella faccia del calcio dove, almeno per una volta, tifoserie rivali, ultras, squadre in lotta per un campionato, mettendo da parte la reciproca intolleranza, si sono unite dando voce e cuore ad un unico slogan, Imbriani non mollare.
Quello stesso slogan è servito a suo fratello Gianpaolo, un viaggiatore che fino ad oggi ha visitato 124 Paesi nel mondo, a cui la vita ha presentato un dolore talmente grande che ha trovato in questo suo girovagare il solo modo per affrontarlo!
Ha in un primo momento estrapolato da una foto del fratello, dopo un goal, un’immagine senza colori nè bandiere dopo essersi convinto che anche solo un’immagine e una storia ben raccontata, possano arricchire la formazione di un bambino che si avvicina al mondo del cacio e li ha invitati a seguire l’esempio di un calciatore che se pur senza vantare nessun trofeo ha visto scendere in campo per lui tifoserie da ogni parte d’Italia.
Con quello slogan ha poi percorso più di 672.164 km (ne bastano 42.000 per un giro intorno alla terra) per raccontare la storia di 2 fratelli che viaggiano per il mondo abbracciati. È questo quello che gli piace credere visto che aveva tatuato, 3 mesi prima di perdere suo fratello, un’immagine di Keith Haring con due omini che si abbracciano sotto un planisfero.
Km per lo più percorsi in autostop così da poter salire in macchina delle persone che gli offrono un passaggio e raccontare loro il motivo del viaggio.
Un modo di viaggiare che con il tempo gli ha permesso di credere che il 90% delle persone che incontra sono buone. Viaggiando in autostop sale nelle auto di persone che si fermano per dargli una mano e non conta tutte quelle che passano correndo. Lo stesso vale per coloro che ogni notte gli offrono su Couchsurfing (una app che mi permette di trovare ospitalità lungo il viaggio) un letto dove passare la notte. Gli risulta così molto più facile vedere il lato buono delle persone che incontra.
Sogna oggi di vedere realizzati 5 campi di calcio, uno per ogni Continente, dedicati a Carmelo. Così da unire la passione del calcio di suo fratello con quella che è seguita dopo la sua scomparsa. Ad oggi il fratello può già vantare un campo in suo nome a Benevento, Europa e un altro ad Itigi, Africa. Lavora adesso con la Fundacion Fucas di Salta, in Argentina, per un campo da realizzare in America.
Progetti che gli stanno permettendo di credere nelle parole di un film, Big Fish, dove Edward Bloom racconta la storia di una vita incredibile e conclude dicendo: “a furia di raccontare le sue storie, un uomo diventa quelle storie. Esse continuano a vivere dopo di lui e così egli diventa immortale”.
Si è convinto così che “Imbriani non mollare” possa diventare quel sentimento attraverso il quale Carmelo continuerà a vivere e che quella immagine possa crescere insieme ai suoi figli e con quella i suoi valori e sarà il padre allora, con il tempo, a trasmetterli a Sofia e Fernando.
Gianpaolo Imbriani ha oggi scritto un libro dal titolo “La storia di una promessa” dov’è possibile leggere questa storia.
Il suo viaggio lo racconta nel suo podcast “La storia di una promessa”: https://open.spotify.com/episode/7jWguGzN3PEyR5X9nYS8Lt?si=oaIJXvJrRSeRzIxTyTGa_g
Ha da poco realizzato un servizio con le Iene che ha documentato un suo viaggio in Africa per raggiungere il campo dedicato a suo fratello Carmelo:
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