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mercoledì 5 ottobre 2022

L'undici ottobre interruzione energia elettrica a Serra

Accadde oggi, il 5 ottobre: Lech Walesa viene insignito del Nobel per la pace (1983); Debutta sul grande schermo James Bond, l'agente segreto 007 (1962)

Il Santo del giorno: San Placido Monaco

San Placido




Placido, figlio del nobile patrizio romano Tertullo, venne affidato per essere educato a S. Benedetto fin dall'età di sette anni.

Il fanciullo dimostrò intelligenza aperta e cuore docile agli insegnamenti del maestro. Della sua infanzia si racconta il seguente episodio. Un giorno, dice S. Gregorio, il fanciullo andò al lago per attingere acqua, ma sdrucciolò e cadde dentro.

S. Benedetto che stava nella sua cella, vide per rivelazione l'accaduto. Chiamò Mauro, altro suo discepolo e gli disse: « Corri velocemente, o fratello, perchè Placido è caduto nel lago ». Mauro gli domandò la benedizione e si affrettò ad ubbidirlo. Si portò al lago e senza affondare camminò sull'acqua e così potè riportare sulla riva Placido sano e salvo. S. Benedetto attribuì il miracolo all'ubbidienza del discepolo il quale a sua volta l'attribuiva alla fede ed alla benedizione del santo; ma Placido disse di aver visto lo stesso abate che lo soccorreva e lo copriva con la sua melota (una pelle di pecora che i monaci allora portavano sulle spalle).

Tertullo, venuto a trovare il figlio, fu sommamente commosso della sua virtù, e per mostrare la sua riconoscenza a S. Benedetto, gli donò parte dei beni che possedeva. Questi servirono ad erigere il grande monastero di Montecassino ed alcuni altri romitaggi in Sicilia presso la città di Messina ove Placido a soli ventisei anni fu mandato come abate.

La badia di Messina giunse ben presto a gran fama. Cresceva di giorno in giorno il numero dei postulanti attratti dalla santità di Placido. Quel cenobio divenne focolare di pietà e centro di santità e di bene. Un giorno vennero a visitare il novello monastero due fratelli di Placido: Eutichio e Vittorino con la sorella Flavia. Mentre essi stavano in santi colloqui. avvenne che il pirata Manuca saccheggiasse Messina. Quel barbaro fece pure circondare la badia, sfondò le porte ed intimò a quanti vi si trovavano di rinnegare Gesù Cristo, pena la morte.
— Noi siamo pronti a morire per Gesù Cristo
— rispose Placido.
— Morremo — soggiunsero tutti in coro; e cadendo ginocchioni levarono le mani e gli occhi al cielo invocando il santo nome di Gesù. Mentre Placido li benediceva, i barbari s'avventarono loro addosso e con aste, picche e spade li trucidarono. Tutti vennero fatti degni di ricevere la corona del martirio, e divenire frumento eletto di Cristo.

PRATICA. Il precetto benedettino è: «Ora et labora » cioè: prega e lavora. Aiutiamo quanto possiamo e preghiamo per i Religiosi.

PREGHIERA. O Dio, che per mezzo del martirio hai fatto passare il beato Placido ed i suoi compagni dall'esilio alla gloria eterna, custodiscici per le loro preghiere da tutte le avversità e donaci di poter partecipare alla loro gloriosa compagnia in cielo. 

Oggi è il 5 ottobre. Buongiorno con questa cartolina dalle Eolie


 

martedì 4 ottobre 2022

Lipari: un'altra giovane vita strappata. Ci lascia Peppe Alessi.


Aveva 39 anni

Stromboli, suggestiva colata lavica. Si lavora per sanare le "ferite" dell'isola. L'articolo del nostro direttore Salvatore sarpi sulla Gazzetta del sud del 4 ottobre 2022

 

Malfa, via a rilevanti novità edilizie. L'articolo del nostro direttore sulla Gazzetta del sud del 4 ottobre 2022

Mobbing a un dipendente, ristoratore delle Eolie condannato

(di Leonardo Orlando - da gazzettadel sud.it)  Un ristoratore delle Eolie, al termine del processo tenutosi con il giudizio abbreviato, è stato è stato riconosciuto colpevole di “mobbing” e per questo condannato ad 8 mesi e 20 giorni di reclusione, per le vessazioni subite da un suo dipendente di Barcellona.

La decisione è stata presa dal presidente del Tribunale Giovanni De Marco che, in funzione di giudice dell'udienza preliminare, ha ritenuto Alessandro Del Bono, 47 anni, colpevole dei reati e, riconosciuta la continuazione ed operata la riduzione per il rito, lo ha condannato, oltre che alla pena, al risarcimento dei danni subiti dalla parte civile da liquidarsi in separata sede, oltre alle spese processuali a favore della persona danneggiata che si è costituita parte civile con l'avvocato Gaetano Pino. 
Lo stesso giudice ha trasmesso gli atti alla Procura della Repubblica in ordine alle dichiarazioni rese all’autorità da altri dipendenti del ristoratore che avrebbero fornito false dichiarazioni nella fase delle indagini e copia degli atti alla Guardia di Finanza di Lipari per quanto di competenza. 
All'imputato , che è stato difeso dall'avvocato Alessandro Cavallari del Foro di Bologna erano state contestate reiterate condotte violente e ingiuriose tali da cagionare al dipendente, 47 anni di Barcellona, un perdurante grave stato di ansia e di paura.
 In una specifica occasione – secondo quanto emerso nel corso del procedimento – l'imputato avrebbe colpito con un corpo contundente al capo il suo dipendente cagionandogli lesioni giudicate guaribili in sette giorni. 
Il dipendente che svolgeva le mansioni di cassiere nel periodo estivo, stanco di subire, ha presentato denuncia per mobbing. 
Dalle indagini condotte dai Carabinieri sarebbe emerso che sul posto di lavoro avrebbe regnato un clima di paura che, di conseguenza, avrebbe reso impossibile prestare l'attività lavorativa con la necessaria serenità

Comitato "Amici dell'ospedale" comunica la riaperura da oggi dell'ambulatorio oncologico

Oggetto: Riapertura ambulatorio oncologico 04/10/2022. 

Come anticipato nei mesi scorsi, comunichiamo e confermiamo che in data odierna, l’ambulatorio ha ripreso l’attività di visita ai malati oncologici, servizio interrotto inspiegabilmente da giugno 2022. 

Un oncologo dell’ospedale di Taormina ha visitato i pazienti che si sono presentati a visita. Hanno addirittura contattato i malati che insistono sul territorio per invitarli a visita. 

Abbiamo avuto modo di dialogare con lo stesso medico che però rappresentava una scarsa frequentazione dell’ambulatorio da parte dei circa 70 malati anagrafati presso l’ASP di Lipari. 

Il servizio avrà al momento cadenza mensile e verrà mantenuto se l’ambulatorio sarà frequentato dai pazienti. Chiediamo pertanto di pubblicizzare anche con il passaparola ed i social questo servizio importantissimo, che non dobbiamo perdere e che potrebbe essere implementato, con un po' di buona volontà ed impegno.

Speriamo che chi di competenza, in particolare l’assessore al ramo, possano monitorare che l’ambulatorio rimanga attivo ed impegnarsi affinché si arrivi ad ottenere il trattamento in loco dei pazienti che necessitino d’infusioni chemioterapiche, senza più sottoporsi al supplizio di viaggi fuori dall’arcipelago e costi non sempre sostenibili. Chiediamo inoltre allo stesso assessore che si verifichino e si risolvano i problemi sorti in fase di prenotazione delle visite al numero verde.

Cogliamo l’occasione per ringraziare il Dr. Ferraù Direttore della divisione oncologica medica dell’Ospedale San Vincenzo di Taormina, il Commissario Straordinario dell’ASP Messina Dr. Bernardo Alagna per essersi prontamente attivato e l’Avv. Ferdinando Croce per aver supervisionato la procedura di riattivazione del servizio.

Danilo Conti (Portavoce)

Comitato spontaneo Amici dell’Ospedale

Domani le elezioni di Lipari "approdano" davanti al Tar

Si terrà domani l’udienza nel corso della quale il TAR di Catania  deciderà l’ammissibilità o meno del ricorso presentato, per conto del movimento SiAmo Eolie – Gaetano Orto sindaco, dagli avvocati Stefano Polizzotto e Antonietta Sartorio, per delle anomalie/incongruenze riscontrate nel corso dello scrutinio relativo alla consultazione elettorale dello scorso 12 giugno e che potrebbero, secondo i ricorrenti, avere falsato il risultato della stessa, a conclusione della quale venne eletto sindaco di Lipari, Riccardo Gullo.

Questi, infatti, risultò aver riportato undici voti in più rispetto a Gaetano Orto (2117 contro 2106)  La sua lista (Rinascita eoliana), stante la legge elettorale siciliana, pur avendo riportato un numero di preferenze inferiori a SiAmo Eolie e a Insieme si può – Emanuele Carnevale sindaco, ottenne la maggioranza degli scranni (11) in consiglio comunale. Il resto (5) andarono a SiAmo Eolie

Collegamenti marittimi. Nuova nota di Federalberghi Isole Minori Sicilia. Accordata modifica richiesta dal Comune di Lipari

Federalberghi Isole Minori Sicilia stigmatizza la gestione dei collegamenti marittimi a servizio delle piccole isole siciliane.

I nuovi orari in vigore dal 1° ottobre hanno creato non pochi disagi ai cittadini e al turismo: aliscafi pieni, difficoltà a trovare posto a causa di orari e itinerari talvolta inappropriati, hanno costretto gli operatori turistici a fare i salti mortali e i Comuni a rincorrere decisioni assunte da altri in modo intempestivo e inadeguato, in assenza di consulto con gli Enti locali; basti pensare ai disagi ai quali, da un giorno all’altro, sarebbero andati incontro gli studenti di Panarea e Stromboli, costretti ad arrivare in ritardo a scuola, e gli abitanti di Alicudi e Filicudi, impossibilitati a partire e rientrare in giornata con un adeguato lasso di tempo a loro disposizione. Oppure le partenze che erano state previste da Marettimo e da Favignana per Trapani che avrebbero imposto agli studenti e ai pendolari orari oltre misura penalizzanti. Ancora più grave la situazione per gli anitanti di Linosa privati dell’unico mezzo veloce che li collegava a Lampedusa.

Ma questa è solo la punta dell’iceberg di una gestione regionale che ha visto le pubbliche amministrazioni locali e gli stakeholder tenuti all’oscuro per lungo tempo sulle intenzioni di tagliare e aumentare le tariffe sulle corse essenziali statali e poco ascoltate nelle fasi che hanno preceduto la pubblicazione di bandi per i servizi integrativi quinquennali.

E fino a dicembre oltre al danno, la beffa. Il ritardo nell’assegnazione dei nuovi servizi pone le isole minori in una situazione di doppio svantaggio: da una parte il danno derivante dai tagli di navi e mezzi veloci imposti a valere sulla convezione nazionale, dall’altra - la beffa - il ritardo sull’assegnazione dei nuovi servizi regionali che non consente nemmeno di raggiungere l’obiettivo minimo (fissato dalla Regione) di mitigare parzialmente le penalizzazioni imposte sui mezzi statali.

Federalberghi Isole Minori Sicilia – in ultima istanza, con pec di fine settembre, sottolinea il presidente Christian Del Bono - ha chiesto che i nuovi governi regionale e statale incontrino urgentemente le rappresentanze dei territori interessati (Eolie, Egadi, Ustica e Pelagie), per ripristinare gli assetti statali e migliorare i servizi integrativi regionali così come previsti dai nuovi bandi.
QUESTA LA NOTA DELLA REGIONE IN ACCOGLIENZA AD UNA RICHIESTA DEL SINDACO RICCARDO GULLO


Quattro ottobre 2018: Le Eolie sulla Gazzetta del sud con un articolo del nostro direttore Salvatore Sarpi


 

Stromboli, nuovo trabocco lavico si sovrappone a quello in raffreddamento

Lo Stromboli continua ad essere irrequieto.

A partire dalle 11:07 è in corso un nuovo trabocco lavico dal cratere Nord che si sovrappone a quello sviluppatosi ieri e in fase di raffreddamento.

Il trabocco provoca il rotolamento di materiale lavico lungo la Sciara del Fuoco, con il fronte della colata, attualmente, confinato nella parte alta della stessa.

Dall'INGV - Osservatorio Etneo evidenziano anche un leggero aumento della frequenza dell'attività esplosiva e di spattering.

Dal punto di vista sismico non si registra alcuna variazione di rilievo dell'ampiezza del tremore vulcanico.

Le Eolie nelle stampe d'epoca (96° puntata): La chiesa di San Pietro (Lipari) in un quadro dell'800

Stromboli, cessato il trabocco lavico

La foto è di "Stromboli stati d'animo"
che ringraziamo
 
E' cessato sullo Stromboli il trabocco lavico, sviluppatosi a partire dalle undici e quindici di ieri. 

La colata, che partendo dalla sommità craterica ha raggiunto, attraversando la Sciara del fuoco, la linea di costa, è in raffreddamento. 

Una minima fuoriuscita di lava si ha in prossimità dell'orlo craterico. 

Rimane vivace l'attività esplosiva, in particolare nell'area craterica nord, la stessa da dove si è sviluppato il flusso lavico. 

Il tutto, comunque, all'interno di quelli che sono i parametri dell'attività stromboliana

Auguri di...

Buon Compleanno a Francesco Megna, Francesco Lo Nardo, Salvo Giannetto, Oscar Caimano, Francesca Marino,  Concetta Cincotta, Angela Tesoriero, Salvatore Cincotta, Vincenzo Mirabito, Roberto Gurgone, Giuseppe Merlino, Giacomo Merlino.

Il Pensiero del giorno con Don Bernardino Giordano: L'impossibile è possibile

Accadde oggi, 4 ottobre: Muore frate Francesco D'Assisi (1226); Cinquecentomila persone ai funerali di Giovanni Paolo I

 

Santo del giorno: San Francesco d'Assisi, patrono d'Italia

San Francesco d'Assisi

S. Francesco nacque ad Assisi l'anno 1182 da Pietro Bernardone e da madonna Pica, ricchi commercianti. La sua nascita fu circondata da avvenimenti misteriosi: un mendicante, presentatosi a madonna Giovanna Pica, pochi giorni prima della nascita di Francesco, le disse: « Fra queste mura spunterà presto un sole... »; il giorno stesso della nascita, essendo la madre oltremodo accasciata per i dolori del parto, un altro pellegrino le disse: « Tutto andrà bene, purchè la madre sia condotta nella stalla », e così avvenne. Un altro giorno fu udito pér le vie di Assisi un romito che gridava: « Pace e bene, pace e bene! » il futuro motto di Francesco. La dolce madonna Pica taceva e pregava, pensando: cosa mai sarà di questo fanciullo così prediletto da Dio?

  Intanto Francesco cresceva vivace, allegro, amante delle spensierate brigate, delle laute cene, dei suoni e dei canti. Siccome gli affari andavano bene, il padre lo avviò alla mercatura. Di ingegno vivace, riusciva a meraviglia; combattè anche contro Perugia e sostenne lunga prigionia.

  La grazia di Dio intanto lavorava. Un giorno gli amici, vedendolo assorto, gli domandarono: « Pensi a prendere moglie? ». « Sì, rispose Francesco, e sposerò la donna più bella e più amabile del mondo ». Si riferiva a « madonna povertà »! Una mattina, è colpito, in una chiesetta di campagna, da un brano del Vangelo, che dice: "Non tenere né oro né argento né altra moneta; non borse, non sacchi, non due vesti, non scarpe, non bastone". Si spogliò di tutto, diede quanto aveva in elemosina, e a suo padre che l'aveva citato davanti al Vescovo, diceva rendendogli anche i vestiti: « Finora ho chiamato Pietro di Bernardone mio padre, d'ora in poi a maggior ragione dirò: Padre mio che sei nei cieli ». Esce all'aperto e, immediatamente. mette in pratica il consiglio evangelico. Si scalza, s'infila una tunica contadinesca, getta la cintura di cuoio e al suo posto s'annoda sui fianchi una corda. (La cintura di cuoio era nel medioevo la parte più importante dell'abito, tanto importante che Dante. quando vorrà lodare la rude semplicità dei vecchi fiorentini, li dirà "cinti di cuoio e d'osso")

  Da quel giorno l'eroismo di Francesco non ebbe più limiti: i poveri, i lebbrosi, gli ammalati di ogni specie furono la sua parte életta. Fu trattato da pazzo, percosso, vilipeso, maledetto, ed egli ricambiava tutto con preghiere, carità, amore. Ai suoi seguaci che volle chiamare « Frati Minori » insegnava il lavoro, l'elemosina, la preghiera e la povertà più assoluta.

  Dove passò portò la benedizione di Dio: la pace fra le fazioni e l'amore fra i nemici: convertì peccatori, salvò miserabili, protesse oppressi.

San Francesco


I tre voti francescani, obbedienza, povertà e castità, non erano pesi che il figlio di Pietro Bernardone prendeva sulle sue grame spalle e che imponeva ai compagni d'avventura. Al contrario, quei voti rendevano lui e i suoi seguaci più presti e leggeri. L'obbedienza scioglieva da ogni dubbio; la povertà liberava da ogni cupidigia; la castità sollevava da ogni impegno carnale. I vizi contrari a quei voti, cioè la superbia, l'avarizia e la lussuria, erano tre mostruose fibbie, che imbrigliavano l'uomo mondano.

  Benedetto dal papa, estese ovunque ed a tutti la sua opera; istituì le Clarisse; fondò e diffuse il Terz'Ordine. Andò fra i Turchi: mandò apostoli dappertutto a portare «pace e bene ». Alla Verna, Dio impresse sul suo servo fedele il segno del suo amore: le sacre stimmate.

  Compose laudi in onore del suo Dio perchè esclamava: « L'amore non è amato, l'amore non è amato! ». Morì, benedicendo i suoi figliuoli e la sua cara città di Assisi, il 4 ottobre 1226.

  Fu chiamato il più santo degli Italiani, e il più Italiano dei santi; assieme a S. Caterina da Siena è il grande protettore della nostra amata patria.

PRATICA. Ad onore di S. Francesco facciamo oggi una mortificazione ed una elemosina.

PREGHIERA. O Dio, che per i meriti di S. Francesco accrescesti la tua Chiesa di una nuova famiglia, concedici di disprezzare a suo esempio le cose terrene, e di poter partecipare alla gioia dei doni celesti.

MARTIROLOGIO ROMANO. Ad Assisi, in Umbria, il natale di San Francésco, Levita e Confessore. Fondatore di tre Ordini, cioè dei Frati Minori, delle Povere Donne, e dei Fratelli e delle Sorelle della Penitenza. La sua vita, piena di santità e di miracoli, fu scritta da san Bonaventura.

San Francesco e il Natale

  La natura fantastica del "giullare di Dio" e insieme la sua intuizione didattica si manifestarono specialmente nella più poetica rappresentazione ideata in un bosco, cioè nel Presepio di Greccio.

  Per Francesco il Natale era la festa delle feste, appunto perché Dio stesso, con la sua adorabile incarnazione, scendeva in terra, e si faceva fratello degli uomini. Frate, non monaco. L'eterno entrava nel tempo; l'immobile diventava viandante. Dal Natale in poi, tutte le strade sarebbero state come quella d'Emmaus.

  Il santo dell'umiltà si commuoveva all'idea dell'infinita umiliazione di Dio che si fa uomo. Il santo della povertà piangeva al pensiero dell'estrema indigenza di Gesù, nato in una stalla. E finalmente, il santo della perfetta letizia si rallegrava al ricordo dell'Alleluia celeste.

  Il Natale era dunque la festa più francescana dell'anno liturgico. Vi si celebrava l'umiltà, la povertà e l'innocenza. I tre voti francescani brillavano, con meraviglioso fulgore, nel cielo natalizio.

  "Se io potessi parlare all'imperatore," diceva Francesco "vorrei pregarlo di emanare un comando generale, perché tutti coloro che lo possono, spargano per le vie frumento e granaglie nel giorno di Natale, sicché in quel giorno di tanta solennità gli uccelli abbiano cibo in abbondanza". Anche questo sarebbe stato un modo di rendere evidente la gioia natalizia, comunicandola, attraverso il cibo, anche agli abitanti dell'aria.

  Un anno, il Natale cadeva di venerdì e fra' Monco, il cuciniere, fu in dubbio se fare, in quel giorno, di grasso o di magro. "Faresti peccato, o fratello" gli gridò Francesco "chiamando venerdì il giorno in cui è nato Gesù. Vorrei che in un giorno come questo mangiassero carne anche le pareti e, non potendo, ne fossero almeno unte di fuori!"

  Soltanto la fantasia d'un uomo sobrio e continente come lui poteva immaginare qualcosa di simile.

  Nell'inverno del 1223 ebbe finalmente l'idea della prima sacra rappresentazione. Mandò a chiamare il signore di Greccio, Giovanni Velita, e gli disse: "È mio pensiero rievocare al vivo la memoria di quel Bambino celeste che è nato laggiù in Betlem, e suscitare davanti al suo sguardo e al mio cuore gl'incomodi delle sue infantili necessità: vederlo proprio giacere su poca paglia, reclinato in un presepio, riscaldato dal fiato di un bue e di un asinello".

  Così, la notte di Natale del 1223, nel bosco di Greccio, avvenne la prima rappresentazione natalizia inventata da San Francesco: il Presepio.

  Un sacerdote celebrò la Messa di mezzanotte sopra una mangiatoia. San Francesco, non essendo sacerdote, ma soltanto diacono, cantò il Vangelo della Nascita, e lo spiegò al popolo, accorso nel bosco di Greccio con fiaccole accese.

  Chiamava Gesù " il bambino di Betlem ", e nel pronunziare queste parole — narra il suo primo biografo — sembrava una pecora che belasse "talmente la sua bocca era ripiena, non tanto di voce, quanto di dolce affetto". "E nominando il Bambino di Betlem, oppure dicendo Gesù, lambivasi con la lingua le labbra, quasi a gustare e deglutire la dolcezza di quel nome."

San Francesco Presepe


San Francesco e gli animali

San Francesco chiamava gli animali «i nostri fratelli più piccoli». Per loro aveva le attenzioni più delicate. Voleva scrivere a Federico II perché con un editto stabilisse che a Natale le strade fossero cosparse di granaglie e di grano per gli uccelli: anch'essi dovevano gioire per la nascita del Redentore. Perché non fossero calpestati, scansava dai sentieri i vermi. A Sant'Angelo in Pantanelli, presso Orvieto, viene mostrato tuttora uno scoglio sul Tevere, dal quale avrebbe gettato nel fiume dei pesci che gli erano stati regalati.

Un giorno S.Francesco andò alla elemosina assieme a frate Massèo e i due si imbatterono in un uomo che portava al mercato due agnelli da vendere, legati, belanti e penzolanti dalla spalle.

All'udire quei belati, il servo di Dio, vivamente commosso, si accostò, accarezzandoli, come suol fare una madre con i figlioletti che piangono, con tanta compassione e disse al padrone: "Perché tormenti i miei fratelli agnelli, tenendoli così legati e penzolanti?". Rispose: "Li porto al mercato e li vendo: ho bisogno di denaro".

E Francesco: "Che ne avverrà?". E quello: "I compratori li uccideranno e li mangeranno».

Nell'udire questo il santo esclamò: «Non sia mai! Prendi come compenso il mio mantello e dammi gli agnelli». Quell'uomo fu ben felice di un simile baratto, perché il mantello, che Francesco aveva ricevuto a prestito da un uomo proprio quel giorno per ripararsi dal freddo, valeva molto di più delle bestiole.

Infatti ogni creatura dice: Dio mi ha creato per te, o uomo! Noi che siamo vissuti con lui, lo vedevamo rallegrarsi interiormente ed esteriormente di quasi tutte le creature, così che, toccandole o mirandole, il suo spirito sembrava essere in cielo, non in terra. E per le grandi gioie che aveva ricevuto e riceveva dalle creature, egli compose, poco prima della sua morte, alcune Lodi del Signore per le sue creature, per incitare alla lode di Dio i cuori di coloro che le udissero, e così il Signore fosse lodato dagli uomini nelle sue creature»

San Francesco e gli animali


Dai "Fioretti" di San Francesco 
  Come Santo Francesco convertì tre ladroni micidiali, e fecionsi frati; e della nobilissima visione che vide l'uno di loro,il quale fu santissimo frate.

  Santo Francesco andò una volta per lo distretto del Borgo a Santo Sipolcro, e passando per uno castello che si chiama Monte Casale, venne a lui uno giovane nobile e molto dilicato, e dissegli: "Padre, io vorrei molto volentieri essere de' vostri frati". Rispuose Santo Francesco: "Figliuolo, tu se' giovane, dilicato e nobile: forse che tu non potresti sostenere la povertà e l'asprezza nostra". Ed egli: "Padre, non sete voi uomini come io? dunque, come la sostenete voi, così potrò io colla grazia di Cristo". Piacque molto a Santo Francesco quella risposta; di che benedicendolo, immantanente Io ricevette all'ordine e puosegli nome frate Agnolo. E portassi questo giovane sì graziosamente che ivi a poco tempo santo Francesco il fece guardiano nel luogo detto di Monte Casale. continua >>



Cantico delle creature



San Francesco Giotto



Altissimu; onnipotente bon Signore,
  tue so' le laude, la gloria e l'onore et orme benediczione.
  Ad te solo, Altissimo, se confano et nullu omu ène dignu te mentovare.

Laudato si, mi Signore, curo tucte le tue creature,
  spezialmente messor lo frate sole,
  lo quale jorna, et allumini per lui;
  et ellu è bellu e radiante rum grande splendore;
  de te, Altissimo, porta significazione.

Laudato si, mi Signore, per sora luna e le stelle;
  in celo l'hai formate clarite et preziose et belle.

Laudato si, mi Signore, per frate vento
  et per aere et nubilo et sereno et orme tempo,
  per le quale a le tue creature dai sustentamento.

Laudato si, mi Signore, per sor'acqua,
  la quale è multo utile, et umele, et preziosa et casta.

Laudato si, mi Signore, per frate focu,
  per lo quale ennallumini la nocte,
  et elio è bellu, et jucundo. et robustoso et forte.

Laudato si, mi Signore, per sora nostra matre terra,
  la quale ne sustenta e governa,
  e produce diversi fructi, con coloriti fiori et erba.

Laudato si, mi Signore, per quilli che perdonano per lo tuo amore
  e sostengo infirmitate et tribulazione.
  Beati quilli che sosterranno in pace,
  ca de te, Altissimo, sirano incoronati.

Laudato si, mi Signore, per sona nostra morte corporale,
  da la quale nullu orno vivente pò scappare.
  Guai a quilli che morrano ne le peccata mortali.
  Beati quilli che se trovarà ne le tue sanctissime voluntati;
  ca la morte secunda no '1 farrà male.

Laudate et benedicete mi Signore, e rengraziate.
  e serviteli cum grande umilitate.




TESTAMENTO DI SAN FRANCESCO (1226)




Tomba di San Francesco


Il Signore dette a me, frate Francesco, d'incominciare a fare penitenza cosi: quando ero nei peccati, mi sembrava cosa troppo amara vedere i lebbrosi; e il Signore stesso mi condusse tra loro e usai con essi misericordia. E allontanandomi da essi, ciò che mi sembrava amaro mi fu cambiato in dolcezza d'animo e di corpo. E di poi, stetti un poco e uscii dal mondo. continua >>





Preghiera semplice




San Francesco di Cimabue


Oh! Signore, fa di me uno strumento della tua pace:

dove è odio, fa ch'io porti amore,
dove è offesa, ch'io porti il perdono,
dove è discordia, ch'io porti la fede,
dove è l'errore, ch'io porti la Verità,
dove è la disperazione, ch'io porti la speranza.

Dove è tristezza, ch'io porti la gioia,
dove sono le tenebre, ch'io porti la luce.

Oh! Maestro, fa che io non cerchi tanto:
Ad essere compreso, quanto a comprendere.
Ad essere amato, quanto ad amare
Poichè:

Sì è: Dando, che si riceve:
Perdonando che si è perdonati;
Morendo che si risuscita a Vita Eterna.

Amen.




Benedizione a Frate Leone




Benedizione a Frate Leone


Il Signore ti benedica e ti custodisca.
Mostri a te il suo volto e abbia misericordia di te.
Volga a te il suo sguardo e ti dia pace.
Il Signore ti dia la sua grande benedizione.

Benedicat tibi Dominus et custodiat te,
ostendat faciem suam tibi et misereatur
tui convertat vultum suum ad te
et det tibi pacem
Dominus benedicat frater Leo, te
Benedicat, benedicat,
benedicat tibi Dominus
et custodiat te Frater Leo, te



Benedizione di San Francesco



Fratello Sole e Sorella Luna



Dolce è sentire
Come nel mio cuore
Ora umilmente
Sta nascendo amore
Dolce è capire
Che non son più solo
Ma che son parte di una immensa vita
Che generosa
Risplende intorno a me
Dono di Lui
Del Suo immenso amore
Ci ha dato il Cielo
E le chiare Stelle
Fratello Sole
E Sorella Luna
La Madre Terra
Con Frutti, Prati e Fiori
Il Fuoco, il Vento
L'Aria e l'Acqua pura
Fonte di Vita
Per le Sue Creature
Dono di Lui
Del suo immenso amore
Dono di Lui
Del suo immenso amore

lunedì 3 ottobre 2022

Lipari, ancora un incendio. limitati i danni ambientali. L'articolo del nostro direttore Salvatore Sarpi sulla Gazzetta del sud del 3 ottobre 2022

Collegamenti con le Eolie, concesse due distinte proroghe. L'articolo del nostro direttore Salvatore Sarpi sulla Gazzetta del sud del 3 ottobre 2022

 

Incendio e alluvione, a Stromboli via a lavori di ripristino. L'Ansa del direttore Sarpi

(Ansa) Hanno preso il via oggi a Stromboli i lavori di ripristino delle strutture danneggiate dall'incendio del 25/26 maggio e dall'alluvione del 12 agosto. Sono stati disposti dal Servizio 13 "Servizio per il territorio di Messina" del Dipartimento regionale dello sviluppo rurale e del territorio.

I lavoratori forestali eseguiranno i lavori di ripristino e messa in sicurezza di tutti i sentieri naturalistici danneggiati dagli eventi, il rifacimento delle staccionate con legno di castagno, il ripristino dei muretti a secco crollati, la ricostruzione dei gradini in legno e delle viminate andate distrutte.

Per quanto attiene gli interventi di natura agronomica, in questa prima fase e nelle more che il sindaco Riccardo Gullo, disponga l’ordinanza d’occupazione d’urgenza sui terreni della riserva interessati dall’incendio (ettari 250), si procederà all’eliminazione delle piante totalmente bruciate, alla potatura di quelle che hanno rigettato e alla semina di essenze arboree ed arbustive autoctone della flora mediterranea, in ottemperanza alle indicazioni contenute nelle schede habitat della Rete Natura 2000 per il sito RNO "Isola di Stromboli e Strombolicchio (Ansa)

Isole minori, la Regione aggiudica i lavori nei porti di Panarea, Stromboli e Ginostra


COMUNICATO
Stromboli e Panarea avranno presto scali portuali adeguati, recuperando così funzionalità e decoro. È stata infatti aggiudicata definitivamente la gara indetta dalla Regione Siciliana, tramite l’assessorato alle Infrastrutture. A eseguire i lavori nelle due isole delle Eolie sarà la ditta Chiofalo costruzioni Srl di San Filippo del Mela, che si ha presentato un’offerta con il ribasso del 25,7979 per cento su un importo a base d’asta di 792 mila euro.

Nel progetto, redatto dal servizio Infrastrutture marittime e portuali del dipartimento delle Infrastrutture, è prevista la ripavimentazione del porto di Panarea e degli approdi di Ginostra e Scari a Stromboli, la manutenzione o la sostituzione di attrezzature e opere in ferro esistenti, il risanamento del muraglione nel caso di Stromboli. I lavori, il cui avvio è previsto per il 15 ottobre, dovranno concludersi entro il 4 aprile del prossimo anno.

«Sono interventi - sottolinea il presidente della Regione Nello Musumeci - che mi ero impegnato a realizzare nel corso di un mio sopralluogo sull’isoletta. Anche questo impegno è stato mantenuto, assieme ai tanti in questi cinque anni, per riqualificare la portualità minore siciliana, dimenticata da decenni».

Dal canto suo l’assessore alle Infrastrutture Marco Falcone aggiunge: «Negli ultimi mesi Stromboli ha vissuto fasi difficili che, ancora una volta, hanno evidenziato quanto sia importante disporre di efficienti infrastrutture portuali nelle isole minori siciliane. Siamo partiti dalla manutenzione ordinaria, purtroppo da anni dimenticata sia a Scari che a Ginostra. Presto partiranno così i lavori che renderanno più funzionali e sicuri i due approdi dell'isola, vitali per il turismo e la vita quotidiana degli isolani e ancor di più in situazioni di emergenza. In questi cinque anni, in tutte le isole minori della nostra regione abbiamo realizzato, o stiamo per avviare, almeno un intervento di risanamento, riqualificazione e manutenzione di ciascun porto, come da tempo non si registrava».

La vacanza alle Eolie di Aurora Ramazzotti: Già si vedeva il pancino

Ci segnalano questa foto di Aurora Ramazzotti scattata l'estate scorsa con Lipari, le ex cave sullo sfondo. Per la figlia di Eros e Michelle Hunziker già si intravedeva il "pancino"

Incontri culturali a Malfa. La "video - lezione" sulla Riserva naturale di Elio Benenati

Nel contesto degli incontri culturali che si tengono nel Comune di Malfa (Salina) ieri, Elio Benenati, Sovrintendente, Capo Servizio della vigilanza della Riserva Naturale Orientata "Le Montagne delle Felci e dei Porri" di Salina, ha relazionato sull'importante sito naturalistico dell'isola di Salina
Il video integrale della relazione
 

Stromboli, colata lavica raggiunge il mare. L'Ansa del nostro direttore Sarpi

Dopo l'esplosione "maggiore" ,dello scorso 29 settembre, lo Stromboli prosegue in quella che è l'intensa attività di questo periodo: dal cratere nord sta fuoriuscendo una colata lavica, ben alimentata, che percorrendo la Sciara del fuoco, raggiunge la linea di costa.

Dal punto di vista sismico non si registra alcuna variazione di rilievo dell'ampiezza del tremore vulcanico

Stromboli: Colata lavica raggiunge il mare

Dopo l'esplosione "maggiore" ,dello scorso 29 settembre, lo Stromboli prosegue in quella che è la sua intensa attività di questo periodo: dal cratere nord, dalle 11 e 15 di oggi, sta fuoriuscendo una colata lavica, ben alimentata, che, percorrendo la Sciara del fuoco, intorno alle 12 e 30, ha raggiunto la linea di costa.  

Dal punto di vista sismico non si registra alcuna variazione di rilievo dell'ampiezza del tremore vulcanico.

L'incontro di ieri del sindaco Gullo con la popolazione di Stromboli. Il punto di Carolina Barnao

Riprendiamo dalla pagina fb di Carolina Barnao, delegata per l'isola di Stromboli, e pubblichiamo: 
Ieri pomeriggio, a Stromboli, il sindaco Riccardo Gullo ha incontrato la popolazione dell’isola colpita il 12 agosto scorso dall’alluvione che ha portato alla dichiarazione dello stato di emergenza da parte del Dipartimento della Protezione Civile Nazionale.
In apertura, il sindaco ha ricapitolato i recenti sviluppi dell’emergenza di cui è stato nominato Commissario delegato:
- In seguito alla pubblicazione dell’Ordinanza di Protezione Civile, avvenuta il data 20 settembre, il Comune ha pubblicato un avviso pubblico per la presentazione delle domande di rimborso da parte dei cittadini;
- Entro 30 giorni dovrà essere scritto il Piano degli interventi già fatti;
- Entro 45 giorni, il sindaco dovrà presentare al Dipartimento di Protezione Civile un programma completo di azioni da intraprendere e lavori da fare. Una volta approvato, questo piano sarà sottoposto al Consiglio dei Ministri.
La seconda fase dell’emergenza, conclusasi i primi di settembre con la fine dello sgombero di strade, abitazioni e attività commerciali dal fango, è proseguita con l’individuazione e la programmazione di alcuni interventi che saranno immediatamente attuati:
- Oggi partiranno i lavori di ripristino del Sentiero Natura. Una squadra di operai della Guardia Forestale è già sbarcata sull’isola proprio ieri e, nei prossimi giorni, sarà integrata da un’altra squadra della sezione antincendio.
- Il 6 ottobre inizieranno i lavori per la messa in sicurezza della strada che porta all’Osservatorio.
- Sempre il 6 ottobre, la ditta Castalia comincerà il lavoro di bonifica di Spiaggia Lunga e del tratto di mare antistante, dove sono precipitati i rifiuti della ex discarica.
Tra gli interventi da programmare:
- Ripristino, manutenzione o rifacimento (a seconda dei casi) di molte strade che sono state particolarmente interessate dall’alluvione.
- Restauro (o ricostruzione) di alcuni manufatti abbandonati da anni o distrutti in seguito all’incendio del 25 maggio: la sede della Guardia Costiera e il ricovero del COA che serviva come foresteria per il personale di Protezione Civile. Due presidi importanti per l’isola, utili a garantire la presenza sul posto delle forze pubbliche e del personale di Protezione civile impegnato nel costante monitoraggio del nostro vulcano.
- Programma di interventi strutturali in tutti i torrenti di Stromboli, che è stato presentato dall’Autorità di Bacino e richiede un investimento di 12 milioni euro.
- Interventi sul pontile di attracco di Scari relativamente al dragaggio del lato non operativo della banchina.
- Impegno a sbloccare la problematica del pontile di attracco alternativo di Ficogrande.
Gullo, inoltre, ha comunicato che a fine ottobre inizieranno i lavori di restauro e messa in sicurezza dei locali comunali posti sotto la piazza di San Vincenzo e che saranno impiegati sempre per fini di protezione civile.
Per quanto riguarda la compilazione dei moduli allegati all’Ordinanza, che andranno inviati al Comune entro il 28 ottobre, il personale del Comune è a disposizione di tutti i cittadini per qualsiasi dubbio e necessità di chiarimenti (indirizzi email e numeri di telefono sono pubblicati sull’Avviso).
“Sarà un inverno di massima attenzione per questo territorio così fragile nel suo complesso” - ha detto Gullo - “ad ogni pioggia scenderanno dei detriti che saranno puntualmente rimossi; è ciò che accade dopo tutte le alluvioni in qualunque parte d’Italia, e il nostro impegno in questo senso sarà massimo."
Come in tutti gli incontri, ampio spazio è stato dato agli interventi e alle domande da parte dell’assemblea.
Mentre la stagione turistica volge al termine, sono tanti i problemi “storici” che i cittadini hanno segnalato in termini di diritti “compromessi” o trascurati: prima fra tutti la questione dei trasporti, in seguito alle recenti modifiche agli orari degli aliscafi operate dalla Liberty Lines. La Compagnia, in attesa dell’espletamento del nuovo bando per l’affidamento dei servizi integrativi regionali, ha attuato (fino al 31 dicembre) un “piano a tre”, togliendo il quarto aliscafo su tutte le isole. Per quanto riguarda Stromboli, l’Amministrazione si è già attivata e, facendo leva sui bisogni sociali della comunità (studenti che devono raggiungere le scuole, anziani, bambini…) ha ottenuto che la prima corsa del mattino non passi da Salina. Nei prossimi giorni tutte le restanti criticità saranno segnalate alla Regione. L’interlocuzione, al momento, è resa maggiormente difficile anche dal fatto che i nuovi Governi (sia nazionale che regionale) si stanno appena insediando, successivamente alle recenti elezioni.
In conclusione, il sindaco ha fissato il prossimo appuntamento con la popolazione a due settimane da quest’ultimo incontro, quando potrà presentare e sottoporre ai cittadini la bozza del Piano di Interventi esposto.

Le Eolie nelle stampe d'epoca (95° puntata): Lo Strombolicchio


 

Accadde alle Eolie. Tre ottobre 2017: Protesta a Vulcano contro multiclasse pollaio

Auguri di...

Buon Compleanno a Davide Osvaldo, Alessandro Puglisi, Mariangela Rando, Michele Maggio, Rosalba Zavone, Valentino Merlino, Gabriele Costanzo, Marco Allegrino.




Il Pensiero del giorno con Don Bernardino Giordano: Risotto ai funghi

Santo del giorno: San Gerardo di Brogne

 

San Gerardo di Brogne


Gerardo nacque intorno all'898 a Stapsoul, vicino a Lomme, nella regione di Namur. Era figlio di Sancio, proprietario di territori tra la Sambre e la Mosa, e da parte di madre era forse nipote del vescovo Stefano di Liegi. Il suo biografo dice che, a partire dalla sua giovinezza, fece mostra di rare qualità morali e fisiche e che si dedicò a una brillante carriera come cavaliere al servizio del conte Berengario di Namur. Un giorno che stava rientrando da una battuta di caccia, Gerardo, passando da una delle sue proprietà, entrò nella chiesa di Brogne. Volendo assistere alla messa chiese un sacerdote e, mentre lo aspettava, si raccolse e si addormentò. In sogno vide san Pietro passeggiare attorno a una piccola chiesa e invitarlo a costruire un oratorio e a farvi arrivare le reliquie di Eugenio, martire di Toledo. Gerardo domandò come fare, e san Pietro gli rispose che non esiste niente di impossibile per Dio" e che bisognava distruggere la chiesa esistente per rimpiazzarla con un edificio più grande di cui dava le dimensioni. Al suo risveglio, Gerardo decise di obbedire all'apostolo.

Senza dubbio Gerardo non sapeva niente sull'esistenza di S. Eugenio. La storia della 'traslazione di S. Eugenio a Brogne" ci dice che questo vescovo era stato compagno di S. Dionigi e che, mentre il secondo stava evangelizzando la regione parigina, egli giunse a Toledo dove operò numerose conversioni e fondò la cattedrale. Tuttavia, desideroso di rivedere l'amico Dionigi, Eugenio partì alla volta della Gallia; arrivato a Deuil (oggi DeuillaBarre, nella Val d'Oise), venne a conoscenza del martirio di Dionigi e dei suoi amici e compose un inno in loro onore. Fatto presto prigioniero dai pagani, venne a sua volta martirizzato. I suoi assassini ne gettarono il corpo nello stagno del Marchais, vicino a Deuil. In seguito, un proprietario del luogo sognò un vecchio che gli disse che avrebbe trovato il corpo di Eugenio e che avrebbe dovuto seppellirlo onorevolmente.

In compagnia di un rappresentante del vescovo Stefano di Liegi, Gerardo si recò inizialmente presso il priorato di Deuil, ove ricevette le reliquie di S. Eugenio, poi a SaintDenis, ove poté soggiornare per qualche tempo. La traslazione di S. Dionigi a Brogne venne compiuta nel mese di agosto del 919. Gerardo ricevette anche diversi oggetti, qualche manoscritto, un altare portatile, e pare che sia tornato con alcuni monaci di SaintDenis, che decisero di popolare il nuovo monastero. Con un atto che reca la data 2 giugno 919, Gerardo aveva stabilito d'impiegare parte delle rendite delle sue proprietà per questa fondazione. Il 27 agosto 921 ottenne un attestato d'immunità da Carlo il Calvo. E difficile sapere se Gerardo in quel momento fosse abate, oppure se abbia ottenuto la direzione dell'abbazia solo in un secondo tempo. Alcuni storici hanno supposto che egli avesse ricevuto l'ordinazione a sacerdote soltanto nel 927, e che prima di insediarsi definitivamente a Brogne avesse compiuto alcuni soggiorni d'istruzione a SaintDenis.

È noto che egli si recò a Tours per ottenere alcune reliquie di S. Martino e che là incontrò l'abate laico di S. Martino di Tours, Ugo il Grande, che era anche abate di SaintDenis. In una data che è difficile precisare, sotto l'episcopato del vescovo di Liegi Ricario, successore di Stefano (921945), l'oratorio fu benedetto, le reliquie messe in una cassa e il monastero posto sotto la protezione di S. Eugenio. Tali reliquie erano destinate a rimanere in quello stesso luogo eccetto che nel 954 quando, minacciate da un'invasione degli Ungheresi, i monaci si ritirarono momentaneamente a Namur. C. era stato tentato dalla vita eremitica. Le grandi foreste delle Ardenne che circondavano il monastero gli apparivano come un rifugio per prega solitudine: questo almeno è quanto riferis seconda Vita di Gerardo I monaci desideravano averlo come abate. Tuttavia, a causa della sua tà già conosciuta, Gerardo non era destinato a rimi a lungo a Brogne.

Le prime riforme di san Ghislano
Il duca Gisleberto di Lorena (m. 939) in essendo venuto a conoscenza della fama di Gerardo lo chiamò per riformare l'abbazia di S. Ghislano. Questa, fondata nel VII secolo, a partir dalla cella di un santo era stata distrutta durante le invasioni normanne, quindi era caduta in mano ai laici. Nel 930 furono ritrovate le reliquie di S. Ghislano. Si verificarono alcuni miracoli e il vescovo di Cambrai dette il via alla traslazione di queste reliquie nella chiesa di santi Pietro e Paolo, le pose in alto perché tutti potessero vederle e, forse, per metterle in salvo dai furti. Le reliquie, infatti, divennero oggetto di disputa tra il popolo di Mons e quello di Maubeuge. Fu istituito un collegio di canonici, che però non dette esempio di vita regolata. I canonici, in realtà, portavano in processione le reliquie per il vicinato solo al fine di incrementare le proprie rendite. Ora Gisleberto, che era già abate laico di Stavelot, di S. Massimino a '14reviri e di Echternach, voleva entrare in possesso di S. Ghislano, che si trovava nell'Hainaut. Come egli aveva introdotto la riforma per Stavelot, volle fado anche per S. Ghislano. Dopo aver avuto urta visione del santo fondatore che gli chiedeva di restaurare la regola benedettina, si rivolse a Gerardo intorno al 93 i, e lo nominò abate. Quest'ultimo riuscì a recuperare le terre che erano state date ai laici, a ricostruire l'abbazia e a restaurare le funzioni liturgiche. Permise dunque che a S. Ghislano si conducesse quella vita regolare che aveva conosciuto poco tempo prima delle invasioni normanne. Il suo successo arrivò sino in Fiandra, e fu allora che intervenne il conte Arnolfo.

Le riforme in Fiandra
In Fiandra, come dappertutto, le invasioni dei popoli scandinavi avevano fatto scomparire la vita regolare nelle abbazie, e i laici ne avevano approfittato. Molti monasteri erano stati trasformati in collegiate, vale a dire che i canonici vi conducevano una vita più o meno religiosa. Dopo il 918 la contea di Fiandra era amministrata da Arnolfo, detto Arnolfo il Grande (918965). Suo padre, Baldovino II, era riuscito a conquistarsi una contea che si estendeva al di là dei golfi dell'Yscr e dell'Aa, arrivava sino a Tournesais e oltrepassava, a sud, le colline dell'Artois. Arnolfo continuò la politica paterna e seppe approfittare in maniera stupefacente dei conflitti che vedevano opposti re carolingi contro principi robertingi e normanni. Era un valente cavaliere, spesso violento ma molto pio, e come molti dei suoi contemporanei amava collezionare reliquie. Desiderava che entro i confini della sua contea fosse restaurata la consuetudine religiosa nei numerosi monasteri. La Vita di Gerardo ci dice che Arnolfo, sofferente di calcoli renali, avendo sentito parlare dell'abate di Brogne chiese a quest'ultimo di venire. C. andò, persuase il conte che i suoi peccati erano all'origine della sua malattia e gli disse di riparare ai propri errori distribuendo i suoi beni; lo fece digiunare per tre giorni, celebrò la messa e infine operò la guarigione. Il conte offrì allora a Gerardo tutto ciò che volle. Questi rifiutò l'oro e l'argento, accettando infine solo qualche dono che distribuì ai poveri, ai monaci e al suo giovane monastero di Brogne. D'altra parte, Arnolfo fece stilare un atto in cui decise di donare un possedimento terriero al monastero di S. Pietro di Gand, in cui si trovavano sepolti i suoi genitori, c affidò la riforma di tale monastero all'abate Gerardo

S. Pietro di Gand (detta anche SaintPierreauMontBlandin) era stata fondata da S. Amando, con l'aiuto di Dagoberto, nel VII secolo. Un compagno di S. Amando, S. Bavone, aveva fondato un altro monastero che aveva ricevuto il suo nome e che era divenuto la cattedrale di Gand. Tra questi due monasteri esisteva, di conseguenza, una forte rivalità. Il conte Arnolfo decise di riformare anche il monastero di S. Bavone, di cui era abate laico. Gerardo fu nominato abate di S. Pietro, ma rifiutò questo titolo per S. Bavone. Fece porre, nel 946, le reliquie del santo all'interno del monastero restaurato e riuscì a raccogliere tutti i beni usurpati dai laici intorno al complesso. Nel 953 Gerardo ottenne la nomina ad abate di suo nipote Guido.

Le riforme degli abati di Gand ebbero conseguenze sulla vita monastica in Inghilterra, dove tutto era ancora da rivedere. Là moltissimi monasteri erano ancora affidati ai laici o popolati da canonici. A Glastonbury, S. Dunstano osservava la regola benedettina dal 940. Essendo stato esiliato nel 955 dal re Edwy, Dunstano si recò presso il conte di Fiandra Arnolfo il Grande e conobbe la riforma che Gerardo aveva messo in ano nei monasteri di Gand. Allorché fece ritorno in Inghilterra nel 957, Dunstano, dopo essere stato nominato vescovo quindi arcivescovo di Canterbury, applicò questa riforma nei monasteri dell'Inghilterra. Al sinodo di Winchester, nel 972, re Edgardo invitò a partecipare i monaci di Gand, nonché i monaci di FleurysurLoire, il re d'Inghilterra non poteva che accogliere bene lo spirito riformista di Gerardo che dava grande spazio al potere laico nella restaurazione delle abbazie.

Riforma di SaintBertin, SaintRiquier e SaintAMand

Il provvisorio insediamento di Dunstano a Gand non era fortuito, in quanto allora esistevano stretti vincoli tra la Fiandra e l'Inghilterra. All'epoca di Alfredo il Grande, alcuni monaci di SaintBerti n avevano già svolto un ruolo importante nella restaurazione dei monasteri inglesi. Nel 944, il conte Arnolfo recuperò l'abbazia di SaintBertin ed espresse la volontà di far riformare i monaci. Essi però si rifiutarono e la popolazione prese le loro parti. Alla fine qualche monaco rimase nell'abbazia mentre gli altri partirono alla volta dell'Inghilterra. Con l'aiuto di un monaco di SaintEvre di Toul e di Womar del Mon tBlandi n, Gerardo riformò SaintI3ertin di cui, nel 950, fu nominato abate un nipote di Arnolfo il Grande. Due anni prima Arnolfo aveva già approfittato della conquista di MontreuilsurMer per annettere SaintRiquier. Questa illustre abbazia, che aveva avuto i suoi momenti di gloria in epoca carolingia, aveva anch'essa sofferto le incursioni dei popoli scandinavi. Gerardo e Arnolfo vi posero un abate di nome Fulcherico. Nel 951, poiché Ugo il Grande aveva minacciato l'abbazia, le reliquie di SaintRiquier furono trasferite a SaintBertin.

Per inciso, l'abbazia di SaintRiquier doveva in seguito essere annessa definitivamente da Ugo Capeto. TI monastero di San Vedasto, al contrario, rimase in mano al conte di Fiandra e venne pure restaurato. Infine, Gerardo di Brogne influenzò in maniera considerevole la riforma della chiesa di SaintAmand. Il monastero, fondato a Elnone dal santo vescovo Amando, dall'inizio del X secolo era nelle mani della famiglia aristocratica degli Edward. 11 conte di Fiandra volle recuperare questo monastero, e nel 952 nominò il monaco Iieodrico abate di Elnone, in presenza dei vescovi di Cambrai, di Noyon, di lburnai e dell'abate Gerardo ra certo che Gerardo di Brogne svolse un ruolo determinante nel restauro del monastero di SaintAmand e che fu in grado, anche là, di recuperare i beni confiscati dagli aristocratici laici.

Riforma a Reims e tentativo di rifirma in Normandia
La contea di Fiandra e l'arcivescovato di Reims erano in relazione perché Arnolfo era il genero di Lrberto di Vermandois, che aveva posto il proprio figlio Ugo sul trono episcopale di Reims. Ugo, che era al tempo stesso abate di San Remigio a Reims, chiese a Gerardo di recarsi a restaurare quell'abbazia e lo nominò preposto. Ciò accadeva intorno al 940. Questa riforma venne in seguito completata da un monaco di
duca Riccardo era, come il suo collega Arnolfo, desideroso di trasformare i monasteri e di farne delle case di preghiera. Le abbazie di Jumièges e di Fontenelle erano state abbandonate al momento delle invasioni normanne e i monaci si erano ritirati all'interno dei territori. Quelli di Fontenelle (attualmente Saio tWandrille) avevano riparato nel nord e avevano portato le reliquie del loro kmdatore a Roulogne.

Il conte Arnolfo, appassionato di reliquie, era riuscito in compagnia di Gerardo a raccogliere questi tesori portandoli da Boulogne a Gand. Gerardo entrò così in relazione con la comunità di SaintWandrille. Nella stessa epoca, si dice, un certo Torf il Ricco era solito cacciare in una foresta in cui si trovava anche l'abbazia di SaintWandrille. Un cervo che egli stava inseguendo si rifugiò presso un altare della basilica in rovina. 'l'od, commosso da questo prodigio, decise di restaurare l'abbazia e di richiamare i monaci.

Secondo alcuni testi, Gerardo si sarebbe recato a Rouen presso Riccardo di Normandia intorno al 955, all'epoca in cui Arnolfo di Fiandra guidava una spedizione verso il sud. Ma non riuscì a convincere il duca di Normandia, e fu il suo discepolo Menardo, proveniente da un'importante famiglia della Lorena, a restaurare SaintWandrille nel 960. Vi riuscì così bene che il duca Riccardo Ti gli chiese di restaurare anche MontSaintMichel. Quanto a Gerardo, egli ritornò a Brogne portando un'insigne reliquia, poiché si trattava del cranio di S. Vandregisilo, attualmente conservato nell'abbazia di Marcdsous, presso Dinant.

La riforma di Gerardo
Non è possibile confrontare la riforma di Gerardo con quella di Cluny, sua contemporanea. Certamente, Gerardo é desideroso di osservare la regola benedettina e sacrifica le proprie ricchezze alla povertà monastica. Quando rifiuta l'oro e l'argento che gli promette il conte Arnolfo, egli risponde: "Abbiamo lasciato i beni che ci apparienevano, come potremmo accettare i beni degli altri? I monaci che su questa terra cercano a proprietà provano, con ciò, di non essere veri monaci. Se essi si attaccano al denaro sono solo lei lebbrosi. Accatastare ricchezze, cos'altro mesto per dei monaci se non una lebbra dell'Anima?". Ma Gerardo non sa immaginare un monastero senza beni fondiari, e tutti i suoi sforzi di restaurazione hanno per obiettivo il recupero delle terre abbandonate ai laici. Più restauratore che riformatore, vuole tornare alla situazione antecedente e ottenere delle restituzioni. Fa innalzare alcune costruzioni, vi pone reliquie, chiede ai monaci di aprire officine per gli amanuensi e di edificare delle biblioteche. Gerardo è un monaco di stampo carolingio: non riesce a immaginare un'abbazia indipendente dal potere temporale.

L'esenzione, che Cluny cercherà di ottenere, gli è totalmente estranea. Quando i principi, in particolare il conte di Fiandra, sono ben disposti alla riforma, occorre evidentemente collaborare con loro. Gerardo, per la sua origine sociale, si sente molto vicino al potere laicoaristocratico. D'altra parte, come restauratore vuole il ritorno alla regola di S. Benedetto; non ama i monasteri che alcuni canonici occupano non obbedendo a nient'altro che alla propria fantasia. La regola, nella sua perfezione e nella sua precisione, dev'essere seguita da tutti, dall'abate e dai monaci. Chiamato a dirigere numerose abbazie, Gerardo avrebbe potuto avere l'idea di costituire una sorta di famiglia di cui Brogne fosse il capo, ma anche qui si distingue dai Cluniacensi. A suo avviso ogni abbazia, sotto la protezione di un conte o di un duca, deve avere una certa autonomia.

Quanto alla spiritualità di Gerardo, è difficile farsene un'idea. I suoi biografi lo presentano come un devoto dell'eucaristia: nel corso della messa, che officia ogni giorno — fatto che all'epoca doveva essere eccezionale — si verificano alcuni miracoli, come la guarigione del conte Arnolfo o quella d'un vecchio cieco che si è lavato il volto con l'acqua che Gerardo si era fatto versare sulle mani durante le abluzioni liturgiche. Infine, come non ricordare la sua devozione per le reliquie? Al pari dei suoi contemporanei, Gerardo è alla ricerca di reliquie, siano esse quelle di S. Eugenio, di S. Vandregisilo o dei santi Innocenti che trasportò dalla chiesa di SalleslèsChimay. Egli ha bisogno di proteggersi, ma anche di avere un contatto diretto con i fondatori delle chiese. Se Eugenio è il santo patrono di Brogne, è per il fatto che è stato amico di Dionigi, secondo la tradizione discepolo di S. Paolo e inoltre martire.

La morte di Gerardo e il suo culto
Al termine della sua vita, Gerardo si sarebbe recato a Roma. Beneficiato da san Pietro di una visione in giovane età, avrebbe voluto così ringraziare il successore di Pietro e avrebbe inoltre ottenuto un privilegio da papa Stefano VIII. Alcune recenti ricerche hanno comprovato che tale atto è un falso fabbricato a Brogne a metà dell'XI secolo; d'altra parte Gerardo avrebbe potuto fare comunque un pellegrinaggio a Roma. Durante il viaggio si verificò un miracolo, poiché egli protesse il carro che stava per rotolare in un precipizio fra le Alpi con le pietre in porfido destinate ad abbellire la chiesa di Brogne. Gerardo mori il 3 ottobre 959. Filiberto, cappellano di Ottone I, gli successe in qualità di abate. Più d'un secolo dopo, un monaco di S. Ghislano scrisse una prima Vita su richiesta dell'abate di Brogne. Occorre attendere il marzo del 1131 perché papa Innocenzo II, che si trovava a Liegi, canonizzi Gerardo; cosa che venne ratificata dal concilio di Reims nell'ottobre del 1131. Le reliquie dell'abate furono trasportate in una cassa e vi rimasero sino al XVII secolo.

Nel 1617 fu adibita una nuova cassa e creata una confraternita in ordine di San Pietro e San Gerardo. L'abate di Brogne è venerato nelle abbazie da lui riformate, in particolare a S. Bavone di Gand, ma anche a Waulsort, che è stata riformata da vescovi lotaringi.

PRATICA. Per Dio nulla è impossibile, impariamo ad ammirare il Signore e a credere in lui in ogni momento della nostra vita

PREGHIERA. Oh Signore aiutaci nella preghiera e fa che il nostro Santo Gerardo interceda per noi.

Oggi è il 3 ottobre. Buongiorno con questa cartolina dalle Eolie

Lipari, i vecchi stabilimenti della pomice


domenica 2 ottobre 2022

Vulcano, "Fucina di Efesto" indica vie di rilancio. L'articolo del nostro direttore Salvatore Sarpi sulla Gazzetta del sud del 2 ottobre 2022

Auguri di...

Buon Compleanno a Benedetto De Mariano, Milena Grano, Ramona Biviano, Angelo Mirabito, Alina Maslowski, Erika Varro, Miriam Ziino, Rosanna Giovenco

Il poeta liparese Cortese ospite della conferenza che festeggia l'anniversario della Repubblica di Cipro

L’Associazione dei Ciprioti in Italia (NIMA) e il Circolo Culturale Greco Cipriota ad Atene (E.P.O.K) martedì 4 ottobre 2022, alla Sala Conferenze dell'UnitelmaSapienza a Roma, piazza Sassari, 4, presentano una importante giornata di studio: "ll Mediterraneo, mare di Pace e Cultura - Cipro tra le civiltà del Mediterraneo" per festeggiare l'anniversario della Repubblica di Cipro. 
Alla prestigiosa conferenza è stato invitato dalla poetessa cipriota Alexandra Zamba' il poeta di Lipari Davide Cortese, che leggerà dei suoi testi. 
L' evento è aperto al pubblico e i partecipanti potranno avere un attestato di partecipazione 
Le due Associazioni promotrici dell'evento collaborano per promuovere l’identità europea. Il loro obiettivo è il dialogo interculturale, che getta un ponte tra le popolazioni mediterranee e gli stati europei, evidenziando l’importanza del Mediterraneo Orientale e il ruolo primario che Cipro riveste in questo contesto.