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sabato 31 dicembre 2022


 

Isole Eolie, il Comune di Lipari accelera sui 4 progetti d'efficienza energetica. L'articolo del nostro direttore Salvatore Sarpi sulla Gazzetta del sud del 31 dicembre 2022

Per la prima volta alle Eolie nascono 10 San Bernardo


Si è conclusa ieri la gravidanza di Aria, la femmina di San Bernardo della famiglia di Sandro Biviano e Sara Garofalo. 

Con l'ausilio di ben tre veterinari sono venuti alle luce ben10 cuccioli.

Non sappiamo se prima di adesso fossero mai nati nelle Eolie dei San Bernardo, ma un pluri - parto di queste dimensioni, alle nostre latitudini, è sicuramente da record. 

A Sandro, a Sara che, con grande amore si dedicano ai loro animali, il nostro plauso; esteso anche ai veterinari e a chi a vario titolo si è impegnato affinchè tutto andasse per il verso giusto. 


 

Giunta Lipari devolve rimborsi missione alla collettività. L'Ansa del nostro direttore Sarpi

Ansa, Lipari 31 dicembre
- La giunta municipale di Lipari rinuncia al rimborso delle spese di missione per il periodo che va da giugno, data dell'insediamento, al 31 dicembre di quest'anno.

Il sindaco Riccardo Gullo, il vice sindaco Saverio Merlino, gli assessori Lucy Iacono, Cristina Roccella, Giovanni Iacolino e Salvatore Puglisi, stante la delicata situazione finanziaria dell'ente, per il quale si è dovuto dichiarare la condizione di “deficità strutturale”, hanno deciso di devolvere, quanto loro spettante, a finalità di rilievo pubblico a sostegno di iniziative di valorizzazione delle strutture sportive comunali.

In passato gli stessi amministratori, così come il presidente del consiglio comunale Nuccio Russo, avevano deciso di “congelare”, provvisoriamente, l’aumento delle proprie indennità di carica. Inoltre, sindaco e giunta avevano deciso di devolvere le proprie indennità, relative al periodo giugno – settembre 2022 (circa 20.000 euro netti) a finalità di rilevo pubblico.


Il presidente del consiglio comunale, Nuccio Russo, ha devoluto la propria indennità di funzione, relativa al periodo giugno – dicembre 2022 (circa 7.500 euro netti) in favore della Caritas (ANSA)



Saldi: in Sicilia dal 2 gennaio

(ANSA) - PALERMO - Dal 2 gennaio è tempo di saldi invernali in Sicilia fino al 15 marzo 2023.
La regione Sicilia anticipa di qualche giorno la tabella di partenza dei saldi a livello nazionale dove gli sconti scatteranno invece dal 5 gennaio.
«L'avvio dei saldi del 2 gennaio farà bene al commercio e ai consumatori. - dice l'assessore regionale alle Attività produttive, Edy Tamajo - La misura che abbiamo condiviso in accordo con le associazioni che rappresentano i piccoli commercianti, ha infatti proprio lo scopo di dare linfa vitale ai negozianti che potranno incassare liquidità fondamentale per la loro sopravvivenza e fornire occasioni di acquisto migliori per gli utenti».
Dopo la pandemia si è tornati alla programmazione biennale dei saldi e delle vendite promozionali che, oltre che essere prevista dalla legge, è uno strumento fondamentale per consentire ai commercianti e ai consumatori di potersi organizzare anticipatamente. La programmazione, fissata con decreto lo scorso aprile dall'assessorato regionale delle Attività produttive, prevede i saldi invernali appunto dal 2 gennaio al 15 marzo 2023, mentre quelli estivi dall'1 luglio al 15 settembre 2023. Nel calendario fissati anche i periodi per le vendite promozionali: dal 16 marzo al 30 giugno e dal 16 settembre al 31 dicembre 2023. (ANSA).

Accadde alle Eolie, 31 dicembre 2014: Le Eolie si risvegliano innevate


La fortuna bacia Lipari. Centrato un 5 al SuperEnalotto nella ricevitoria - tabacchi "Scafidi - Spinella"

Fine d'anno fortunato per un giocatore anonimo, si presume, di Lipari. 

Nel concorso dello scorso 29 dicembre del SuperEnalotto, nella ricevitoria - tabacchi "Scafidi - Spinella", ubicata sul centralissimo Corso Vittorio Emanuele, è stato centrato un 5 del valore di 32.226,60 euro.

Al vincitore, che trascorrerà, sicuramente, un fine d'anno, alquanto festoso, le nostre felicitazioni. 

Per la cronaca la ricevitoria "Scafidi - Spinella" si conferma per l'ennesima volta vincente. Tante, infatti, nel tempo, le vincite sostanziose nei vari giochi. 

Ordinanza di divieto di utilizzo di petardi, "botti" e artifici pirotecnici sul territorio comunale di Lipari



 

Capodanno 2023 in piazza a Marina Corta

Il messaggio di saluto al personale del Papardo dal dottor Mario Paino, in pensione da domani




 A Mario che, prima come sanitario dell'ospedale di Lipari, poi, come direttore generale del Papardo, ha messo in campo le sue doti professionali, organizzative, nonchè umane (anche da Messina in favore degli eoliani) il nostro ringraziamento e l'augurio di una serena quiescenza.

Capodanno 2023. C'è già chi ha festeggiato e chi festeggerà per ultimo

Il 2023 è già arrivato! Mentre noi ci accingiamo a prepararci per l’ultima notte del 2022, mentre decidiamo come vestirci e cosa cucinare, dall’altra parte del mondo il nuovo anno ha già fatto il suo ingresso fra brindisi e fuochi d’artificio. Da Kiritimati, l’atollo del Pacifico in cui passa la linea del giorno e in Nuova Zelanda il 2023 è già entrato.
E’ la linea del tempo che gira intorno alla Terra e detta il tempo, le fasi del giorno e della notte e per il 31 dicembre detta anche l’anno. I primi ad aver dato il benvenuto al 2023 sono stati quindi gli abitanti di Kiritimati, un piccolo isolotto del Pacifico in cui corre la linea internazionale del cambio di data. Una linea immaginaria ovviamente, che definisce il confine fra lo ieri e l’oggi. Gli abitanti di Kiritimati sono sempre i primi del mondo a vivere l’alba del nuovo giorno, lo fanno ben 13 ore prima di noi, e così hanno fatto anche per l’anno. La linea del tempo inizia nel Pacifico e sempre nel Pacifico termina: gli ultimi a salutare il 2022 saranno infatti gli abitanti delle Isole Samoa, nella Polinesia Francese, e lo faranno 11 ore dopo di noi.
Capodanno 2023: quando arriva il nuovo anno
La linea del tempo inizia quindi nelle isole Kiritimati e da lì si sposta in Nuova Zelanda. Gli abitanti di Auckland hanno già brindato al nuovo anno: dalla splendida Sky Tower colorati fuochi d’artificio hanno dato il benvenuto al 2023. Fra poco il nuovo anno verrà festeggiato anche in Australia. Mentre noi ci sediamo a tavola per l’ultimo pranzo del 2022, a Sydney nella meravigliosa baia davanti all’Opera fervono i preparativi: fra meno di un’ora gli australiani festeggeranno il 2023.
Seguendo la linea del tempo il 2019 toccherà poi il Giappone che brinderà al nuovo anno 9 ore prima di noi. La festa a Tokyo sarà con il celebre lancio di palloncini davanti ai Giardini Imperiali. Poi toccherà a Taiwan, Pechino e Singapore (8 ore in avanti). Spettacolari i festeggiamenti nella baia di Singapore. La festa per il nuovo anno si sposterà poi in Vietnam e in Thailandia con tante feste sulle spiagge di Phuket. Toccherà poi all’India dare in benvenuto al 2023. Nel frattempo si prepareranno a festeggiare il nuovo anno gli abitanti delle isole Seychelles.
Tre ore prima di noi scoppieranno i festeggiamenti nella Piazza Rossa di Mosca. E mentre noi staremo degustando le ultime portate del cenone in Sud Africa si saluterà il nuovo anno. Quando da noi saranno le 23 ad Atene il Partenone si illuminerà per salutare l’arrivo del 2023 così come in Egitto.
L’Europa centrale festeggerà tutta insieme il 2023. Dalla Porta di Brandeburgo a Berlino agli Champs Elysee a Parigi, da Plaza Mayor a Madrid a Las Ramblas di Barcellona, dal Circo Massimo di Roma a Piazza Duomo a Milano, si stapperanno contemporaneamente le bottiglie di spumante.
Un’ora dopo di noi festa a Londra a sulle rive del Tamigi, a Dublino, a Lisbona a Praça do Commercio, nelle isole Canarie, in Marocco e in Tunisia. L’ultima terra d’Europa ad entrare nel 2023 saranno le isole Azzorre che lo faranno due ore dopo di noi.
A quel punto la linea del tempo attraverserà l’Atlantico per giungere a Rio de Janeiro. Quando da noi saranno le 3 del mattino del 1 gennaio 2023 sulla spiaggia di Copa Cabana scoppierà la festa. E mentre alcuni di noi andranno a dormire alle 5 del mattino a Times Square a New York la palla del nuovo anno scenderà lungo l’antenna. E contemporaneamente la festa esploderà anche in Messico sulle spiagge di Cancun.
La linea del tempo attraversa poi gli Stati Uniti e mentre da noi sarà già sorta la prima alba del nuovo anno Los Angeles e San Francisco 8 ore dopo di noi saluteranno il nuovo anno. Fra gli ultimi a dare il benvenuto al 2023 ci saranno gli abitanti delle Isole Hawaii (10 ore dopo di noi) e gli ultimi in assoluto a salutare il nuovo anno saranno gli abitanti delle Isole Samoa nel Pacifico. Dopo di loro tutto il mondo sarà nel 2023.

Auguri di...

Buon Compleanno a Claudia Campagna, Eugenio Viviani, Francesca Furnari, Antonio Billè, Jessica Alessi, Stefano Iabichella, Luana Di Prima, Antonio Cafarelli, Rubemn Piemonte, Nino Cirino, Valentina Agrip, Eleonora Digiglio, Ivan Ferlazzo, Gaetano Giuffrè


Il Pensiero del giorno con Don Bernardino Giordano: Tasti neri e tasti bianchi

Oggi: San Silvestro

San Silvestro nacque a Roma da Rufino e Giusta.

Morto il padre, Giusta si prese una cura speciale della sua educazione, ponendolo sotto la guida di Canzio, prete romano, affinchè lo formasse alla pietà e alle scienze.
Finiti gli studi, fu dal Papa San Marcellino ordinato sacerdote e fu salda colonna nella Chiesa e faro luminoso per quei tempi di superstizioni e di pratiche ancora pagane. 

Nel giro di pochi anni morirono i Papi S. Marcellino, S. Marcello, S. Eusebio e S. Melchiade, a cui Silvestro succedette. La Sede Romana aveva bisogno di un Papa di salda tempra e di grandi vedute per usufruire di quella pace che Costantino il Grande aveva dato alla Chiesa.

Sotto il suo pontificato furono combattute le due grandi eresie dei Donatisti col concilio di Arles e degli Ariani col concilio di Nicea. 

Silvestro avrebbe ardentemente desiderato recarvisi personalmente, ma data la vecchiaia e le infermità dovette mandarvi i suoi legati. Provvide ai bisogni di tutto l'orbe cattolico, ma Roma era la città che attirava in special modo le sue cure. La cristianità, uscita allora dalle Catacombe, abbisognava di chiese pei Divini Misteri, e Silvestro fece edificare otto basiliche. 

Stabilì regolamenti per le ordinazioni dei chierici, per l'amministrazione dei Sacramenti e per il soccorso ai poveri. 

Viveva parcamente per avere di che dotare le chiese ed aprire ricoveri di beneficenza. 

Tra le opere di questo grande Papa è celebre l'appello che indirizzò agli Ebrei: « Ebrei, il tempo delle figure è passato ed è subentrato quello della realtà. Il Messia da voi atteso è venuto; il suo regno è stato costituito, si dilata, s'innalza e si sostiene. Negate ora se volete la luce del sole; ma certo non negherete la verità di questi fatti che splendono come il sole e che ogni giorno giganteggiano sempre più ». 

Esausto di forze per le continue infermità, dopo 22 anni di glorioso pontificato passò all'eterno riposo il 31 dicembre dell'anno 335. 

PRATICA. Ringraziamo Dio del tempo datoci, chiediamogli perdono dei peccati commessi e proponiamo una vita migliore. 

PREGHIERA. Fa', te ne preghiamo, Dio onnipotente, che la solennità del tuo beato confessore e Pontefice Silvestro ci aumenti la devozione e ci assicuri la salvezza

LIBERTY LINES RINNOVA LA FLOTTA E SI POSIZIONA AI VERTICI IN ITALIA PER SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE

 

(fonte: Ilsicilia) Liberty Lines ha recentemente incrementato il proprio ordine al cantiere spagnolo Armon per la costruzione di nuove navi ibride ad alta velocità passando da 9 a 12  unità. La consegna dei mezzi è prevista tra il 2023 ed il 2026.  Con queste 12 innovative unità la Compagnia punta ad un rapido rinnovo della propria flotta in chiave di efficienza e sostenibilità.

L’efficacia di questo piano trova riscontro nella graduatoria appena pubblicata dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti relativa ai finanziamenti PNRR in materia di aiuti di Stato a favore del clima, dell’ambiente e dell’energia 2022 in cui liberty Lines si posiziona al secondo posto in Italia.

Siamo orgogliosi di questo riconoscimento che è frutto di un impegno concreto da tempo intrapreso dalla nostra Compagnia che continua ad investire nel rinnovo della propria flotta in ottica sostenibile a tutela del proprio territorio e nel rispetto dell’ambiente”  ha dichiarato Gennaro Carlo Cotella, Amministratore Delegato di Liberty Lines.

Grazie all’entrata in flotta di queste nuove unità, ridurremo le emissioni di C02 di circa il 30% e del NOx di circa l’80% rispetto ad unità analoghe attualmente in esercizio” ha dichiarato Ferdinando Morace, Direttore tecnico di Liberty Lines.

venerdì 30 dicembre 2022


 

Il musical rock dell’accademia On Stage incanta il pubblico in navigazione sulle navi C&T. Prossimi appuntamenti con le Drag Queen e feste bimbi


COMUNICATO STAMPA

La musica, l’intrattenimento e la solidarietà continuano con gli eventi di Onde Sonore a bordo delle navi di C&T in navigazione sullo Stretto di Messina.

“Sono giornate di flussi consistenti di viaggiatori quelle delle festività natalizie, fatti di partenze che si incrociano a rientri. Ci piace l’idea che i viaggiatori che scelgono di attraversare lo Stretto con noi trovino una piacevole sorpresa a bordo: spettacoli per tutti, musica di qualità e divertimento per i più piccoli. Non mancano certamente gli affezionati agli eventi di Onde Sonore, che hanno approfittato e approfitteranno della presenza di grandi artisti per salire a bordo e passare una serata diversa, nello scenario dello Stretto e all’insegna della solidarietà”, ha spiegato Tiziano Minuti, responsabile delle risorse umane e della Comunicazione per il Gruppo Caronte & Tourist.

Dopo l’apertura della kermesse con i Beans – andati in scena sul palco della Elio lo scorso 23 dicembre - questa sera ad esibirsi è stata la compagnia teatrale di On Stage, con lo spettacolo MUSICALmente insieme. Un’escalation di puro rock tratto da grandi classici dei musical cantati e interpretati dagli attori dell’omonima accademia, di cui Paride Acacia e Sarah Lanza ne seguono la direzione.

Rappresentata magistralmente su un palco certamente non ordinario, anche la performance del celebre musical Jesus Christ Superstar, di cui Paride Acacia stesso è stato il grande protagonista a partire dagli anni ’90.

I prossimi appuntamenti sono previsti in prossimità del ponte dell’epifania: il 5 gennaio le Portinaie, il famoso gruppo di Drag Queen dello Stretto ormai affezionato alla kermesse di C&T, è pronto a colorare l’atmosfera la Elio con Rainbow Boat, uno spettacolo adatto a tutti, fatto di musica e intrattenimento.  Il 6 gennaio Onde Sonore si chiuderà con l’evento rivolto ai bambini, dove la Befana volerà sulla nave Telepass – a partire dalle ore 10 – per consegnare doni ai più piccoli, insieme ad un’animazione.

Tutti gli eventi di Onde Sonore sono finalizzati alla raccolta fondi per la Onlus Terra di Gesù, associazione attivissima sul territorio locale e ben oltre, sino in Africa. Come ogni anno, il provento sarà raddoppiato da C&T.

Per partecipare agli eventi e sarà possibile richiedere il biglietto dedicato presso le biglietterie pedonali di Villa San Giovanni e Messina al costo di 5 euro per gli spettacoli di Onde Sonore e di 2,50 euro per le feste bambini. In tutti i casi, i minori di 10 anni potranno accedere gratuitamente.

Eolie, pioggia di fondi e Consiglio urgente. L'articolo del nostro direttore Salvatore Sarpi sulla Gazzetta del sud del 30 dicembre 2022

Il Pensiero del giorno con Don Bernardino Giordano: Sacra Famiglia

"ASCOLTA": E' UNA BALLAD SENTIMENTALE IL QUARTO SINGOLO DEGLI ALCOOL ETILICO

“Nel 1997, esattamente 25 anni fa, nacque ASCOLTA.

Una ballad sentimentale, ispirata dalla “musa”, che al tempo accompagnava le mie giornate.

Mi trovavo sul terrazzo di casa con la chitarra classica fra le mani e in meno di un niente era già pronta. Stava lì, scritta da qualche parte nella mia testa, aspettando l’esatto momento per venire fuori”.

C.

(Registrato presso lo studio EYE&EAR di Giuseppe Barbera)

Stromboli, 20 anni dopo lo tsunami del 30 dicembre e la lunga fase eruttiva (Fonte: INGV Vulcani)

 di Piergiorgio Scarlato

Sapete quale è il mio primo ricordo di quella esperienza incancellabile di venti anni fa? Cuba.

Si, Cuba. Nel 2002 era lì che mi trovavo a trascorrere il capodanno con mia moglie. Ricordo la telefonata di mio padre il 28 dicembre in cui mi annunciava l’inizio dell’eruzione a Stromboli. Una bocca effusiva si era aperta sulla Sciara del Fuoco (figura 1).

Figura 1 - Colata di lava sulla Sciara del Fuoco (5 gennaio 2003, fotografia INGV)
Figura 1 – Colata di lava sulla Sciara del Fuoco (5 gennaio 2003, fotografia INGV)

A seguire una seconda telefonata due giorni dopo, il 30 dicembre, nella quale sempre mio padre mi riferiva che un settore del vulcano era franato in mare (figure 2 e 3) e aveva generato un maremoto che aveva raggiunto le altre isole Eolie e la costa tirrenica dell’Italia meridionale. 25-30 milioni di metri cubi di roccia avevano generato un’onda che in 30 secondi aveva raggiunto le spiagge e le abitazioni sulla costa di Stromboli con un’altezza di oltre 12 metri e, nei minuti successivi, le altre isole.  Secondo i testimoni il mare si ritirò di 30-40 metri. Ci furono danni al porto di Panarea.

Figura 1 - Frana e onda di maremoto a Stromboli del 30 dicembre 2002 (Fotografia Massimo Pompilio)
Figura 2 – Frana e onda di maremoto a Stromboli del 30 dicembre 2002 (Fotografia Massimo Pompilio)
Figura 2 - Segnale sismico generato dalla frana di Stromboli del 30 dicembre 2002
Figura 3 – Segnale sismico generato dalla frana di Stromboli del 30 dicembre 2002

Non volevo crederci… Il luogo dove ero andato in vacanza un’estate decidendo che avrei studiato Geologia e dove poi avrei fatto la mia tesi di laurea, ora era al centro di una crisi da gestire dal neonato Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia.

Sbarcai a Stromboli immediatamente dopo la Befana dove trovai la nave della Marina Militare San Giorgio e un reparto di corpi speciali che facevano prove di evacuazione con i mezzi anfibi e i gommoni. Una scena surreale… sembrava un set cinematografico. A parte brevi pause per recuperare uno stato psicofisico normale e rivedere mia moglie, rimasi fino a metà luglio a coordinare le attività del mio istituto sull’isola. Oltre sei mesi incredibili, 130 unità di personale alternatesi in turni massacranti sull’isola praticamente evacuata, almeno durante i primi tre mesi. Era come vivere in un reality, dove regnava l’isolamento e il silenzio rotto solo dai brontolii del vulcano.

Reti di monitoraggio da costruire, una sala di controllo da realizzare da zero, dati da raccogliere e interpretare in tempo reale, una organizzazione del lavoro da coordinare con colleghi che solo in parte si conoscevano (figure 4 e 5). Ricercatori e tecnici provenienti dalle sedi INGV di Catania, Palermo, Roma, Napoli, Pisa, Milano, Bologna si diedero il cambio con turni settimanali lavorando spesso in condizioni ambientali proibitive. Conservo ancora quei quaderni con gli appunti e i tabelloni con i turni. Ogni tanto li sfoglio e ricordo con commozione quei momenti e gli amici con cui ho avuto la fortuna di condividere una esperienza professionale ed umana straordinaria.

Figura - Installazione di stazioni delle reti di monitoraggio a Stromboli. Fotografia di Piergiorgio Scarlato, febbraio 2003.
Figura 4 – Installazione di stazioni delle reti di monitoraggio a Stromboli. Fotografia di Piergiorgio Scarlato, febbraio 2003.
Figura - Schema organizzativo INGV dell'emergenza Stromboli 2002-2003
Figura 5 – Schema organizzativo INGV dell’emergenza Stromboli 2002-2003.

Si dormiva pochissimo, l’adrenalina era sempre al massimo. Il rosso delle colate illuminava il cielo nelle buie notti dell’isola deserta. Ci accudivano gli amici Andrea e Neva della locanda del Barbablù e Carlo e Sarino del Bed and Breakfast La Lampara, dove le nostre squadre erano alloggiate. Per farci sentire un pò a casa ci davano conforto creando un ambiente familiare che ci consentisse di sopravvivere alla pressione e allo stress che andava crescendo con il passare del tempo.

Ricordo il gruppo di sismologi dell’allora CNT (oggi ONT) che per primi in pochi giorni installarono una rete sismica andando su e giù per il vulcano, lavorando in condizioni climatiche pessime. E quando i tecnici del gruppo di Geodesia di Catania andavano tutti i giorni sul vulcano a fare misure per verificare se ci fossero deformazioni del vulcano in atto (figura 6). Quante volte sono rimasti bloccati in mezzo alle nuvole in attesa che il cielo schiarisse e potessero fare le loro rilevazioni. Nella mia valigia dei ricordi li rivedo ancora oggi quando tornavano alla base con la pelle del viso bruciata dal freddo e distrutti dalla fatica, ma orgogliosi del lavoro fatto.

Figura - Misure delle deformazioni del suolo mediante EDM a Stromboli. Fotografia di Alessandro Bonforte
Figura 6 – Misure delle deformazioni del suolo mediante EDM a Stromboli. Fotografia di Alessandro Bonforte.

Visto che una delle domande più importanti che ci ponevamo era se fosse possibile che altri settori di quel versante potevano franare in mare, a febbraio i colleghi di Catania provarono a installare sulla Sciara delle stazioni GPS realizzate ad hoc con strutture di cemento per provare a monitorare i movimenti del versante in tempo reale. Fu un’operazione incredibile. Per installarli arrivò quello che tutti chiamavamo “Cicalone”, un elicottero Erickson della Protezione Civile capace di trasportare e sganciare pesi importanti in situazioni ambientali avverse. Ricordo ancora la rabbia, quando dopo tutta quella fatica, pochi giorni dopo due delle tre stazioni furono distrutte da nuove colate di lava che si attivarono proprio dove le avevamo installate.

I primi di marzo venne in visita il Presidente della Repubblica Ciampi. Fu bello apprendere che il Paese ci seguiva. Noi sull’isola non ce ne rendevamo molto conto. Non avevamo tempo per guardare la TV o leggere i giornali. Sapevamo a malapena che c’era una nuova guerra in Iraq.

Le settimane passavano, le colate di lava continuavano a scendere sulla Sciara, l’attività esplosiva tipica dello Stromboli era scomparsa da mesi (figura 7). Aveva un significato questo cambiamento nello stile eruttivo del vulcano?

Rìlevamento depositi di frana del 28 dicembre 2002 (foto del 16 marzo 2003, P. Scarlato)
Figura 7 – Rìlevamento dei depositi di frana del 28 dicembre 2002 (fotografia del 16 marzo 2003, Piergiorgio Scarlato).

E così arrivammo ad aprile… nei primi giorni del mese cominciammo a registrare piccoli segnali di cambiamento in atto nello stato del vulcano. Tra questi, Luigi Lodato della sezione di Catania si accorse che il fondo dei crateri cominciava a scaldarsi, e piccole esplosioni avvennero il 3 aprile 2003. Quel giorno c’erano in vetta due dei nostri che furono richiamati di corsa alla base. Quella sera stessa decidemmo che per i giorni successivi per precauzione era meglio evitare di coinvolgere personale nelle attività sul vulcano. Fummo fortunati o bravi nella scelta compiuta? Non saprei dirlo… fatto sta che due giorni dopo, il 5 aprile, poco dopo le 9 del mattino lo Stromboli ci mostrò la prima grande esplosione dopo quelle avvenute nel secolo precedente. Anche se avevamo messo in conto che potesse accadere, nessuno di noi l’aveva mai vista prima, tanto meno nessuno aveva idea dei segnali che l’avrebbero preceduta.

Quando accadde ero sulla porta del Centro Operativo Avanzato – Osservatorio San Vincenzo. L’evento fu anticipato da un segnale sismico ben visibile della durata di alcuni minuti. Era il magma ricco in gas che inviava il suo segnale che stava risalendo velocemente dall’interno della Terra verso la superficie terrestre. Ma noi non lo sapevamo, lo avremmo scoperto poco dopo. Marcello Martini, responsabile del settore sismologico, mi venne incontro dalla sala controllo verso l’ingresso e mi chiese di guardare verso l’alto, perché vedeva qualcosa di anomalo sul tracciato sismico. Mi girai e guardai la vetta del vulcano. Passarono pochi secondi quando una colonna rosso fuoco si innalzò sul vulcano per diversi chilometri di altezza. Seguì un boato e tutto tremò. Rimanemmo paralizzati per qualche secondo davanti a quella visione infernale di bombe e pomici che volavano verso l’alto e ricadendo al suolo generavano piccoli incendi. Nubi alla base della colonna magmatica indicavano la formazione di flussi piroclastici (figura 8).

Il parossismo del 5 aprile 2003 visto dal Centro Operativo Avanzato di Stromboli. Le nubi alla base indicano la formazione di flussi piroclastici. (Fotografia di Piergiorgio Scarlato)
Figura 8 – Il parossismo dello Stromboli del 5 aprile 2003 visto dal Centro Operativo Avanzato di Stromboli. Le nubi alla base indicano la formazione di flussi piroclastici. Fotografia di Piergiorgio Scarlato.

Dopo esserci ripresi dallo shock il nostro primo pensiero fu per l’elicottero che era in volo con la nostra collega Sonia Calvari a bordo per il consueto monitoraggio del mattino. I colleghi del DPC risposero immediatamente alle nostre grida confermandoci che era tutto a posto. Fortunatamente il pilota era riuscito ad allontanarsi per tempo e non si registrarono incidenti (figura 9).

Figura - Parossismo del 5 aprile 2003 (fotografia di Sonia Calvari).
Figura 9 – Parossismo dello Stromboli del 5 aprile 2003 ripreso dall’elicottero. Fotografia di Sonia Calvari.

I giorni successivi trascorsero discutendo sul da farsi. Dovevamo ripristinare le strumentazioni distrutte dall’esplosione, c’era da andare a rilevare i depositi del parossismo, c’erano valutazioni da fare su cosa sarebbe potuto accadere nei giorni seguenti. I nostri briefing serali, già lunghi, diventarono dei veri congressi di vulcanologia. Dopo lunghe discussioni su cosa fare, verso metà aprile decidemmo di salire a vedere cosa era successo e a rilevare i prodotti del parossismo (figure 10 e 11).

Figura - Stazione di monitoraggio distrutta dall’esplosione dello Stromboli del 5 aprile (fotografia di Piergiorgio Scarlato, 14 aprile 2003).
Figura 10 – Stazione di monitoraggio distrutta dall’esplosione dello Stromboli del 5 aprile (fotografia di Piergiorgio Scarlato, 14 aprile 2003).
Figura - Campionamento della lava e misura della temperatura (fotografia di Piergiorgio Scarlato, 14 aprile 2003).
Figura 11 – Campionamento della lava e misura della temperatura (fotografia di Piergiorgio Scarlato, 14 aprile 2003).

Le settimane passarono e osservammo una progressiva riduzione della portata della colata di lava sulla Sciara (figura 12). A giugno le prime timide esplosioni stromboliane annunciarono che forse ci stavamo avviando verso il ritorno alla normalità. E in effetti fu così. Nel corso dei primi giorni di luglio la colata di lava si esaurì e quello fu il segnale che saremmo potuti tornare gradualmente alla nostra vita.

Figura - Campo lavico sulla Sciara del Fuoco (fotografia di Piergiorgio Scarlato, 5 giugno 2003).
Figura 12 – Campo lavico sulla Sciara del Fuoco (fotografia di Piergiorgio Scarlato, 5 giugno 2003).

In questi 20 anni abbiamo visto altri parossismi e abbiamo imparato molto sul comportamento di questo vulcano. Abbiamo sviluppato nuove tecnologie per lo studio del vulcanismo esplosivo e abbiamo formato nuove professionalità, trasferendo anche all’estero le nostre conoscenze e le nostre metodologie per lo studio del vulcanismo esplosivo basaltico. Credo che quella del 2002-2003 sia stata una crisi che ci ha segnato profondamente ed ancora oggi l’organizzazione dell’INGV per la gestione delle crisi vulcaniche è fondata su quella esperienza vissuta insieme.

Ad maiora…


link al video (italiano)

https://www.youtube.com/watch?v=qMJUn8c9Y6M

link al video (english)

https://www.youtube.com/watch?v=BdPj4m8Bshk

E' deceduto Domenico Lo Nardo "Dominik"

Le onoranze funebri sono a cura della ditta
ALFA&OMEGA di Lipari
Alla famiglia le nostre condoglianze

Accadde alle Eolie. 30 Dicembre 2002 : La frana sulla Sciara del fuoco di Stromboli e lo tsunami.

Sono passati 20 anni anni da quel giorno in cui un’onda anomala ha interessato tutte le coste del basso Tirreno tra Calabria e Sicilia. Possiamo ricostruire quanto accaduto grazie a una breve sintesi elaborata da un report della dottoressa Sonia Calvari, esperta dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia:
L’eruzione effusiva dalla base del Cratere di nord/est dello Stromboli ha avuto inizio il 28 dicembre 2002 ed è finita il giorno seguente. Un sorvolo effettuato il 29 dicembre con l’elicottero della Protezione Civile ha permesso di rilevare, con l’ausilio di una telecamera termica, tre colate laviche che si erano espanse nel settore orientale della Sciara del Fuoco ed avevano raggiunto il mare in 30 minuti. In corrispondenza della costa le colate erano larghe complessivamente 300 m, e il 29 dicembre non apparivano più alimentate. Il 30 dicembre si è originato ancora un piccolo flusso lavico, lungo circa 200 m., che al momento del sopralluogo, alle ore 11.30, appariva in espansione lungo una piccola depressione sul settore settentrionale della Sciara del Fuoco. Improvvisamente, alle 13:15 e 13:22 ora locale del 30 Dicembre, due corpi franosi si sono distaccati dalla Sciara del Fuoco. Le frane hanno raggiunto il mare e sono state accompagnate da un’abbondante ricaduta di cenere sul versante sud-orientale dell’isola. La pioggia di cenere non è stata causata dall’attività esplosiva, bensì dalla frammentazione dei blocchi durante il crollo. Le frane, la prima di 600.000 m3, la seconda di 5.000.000 di m3 di roccia, hanno provocato il distacco dal pendio dei depositi lavici del 28 dicembre insieme ad una vasta porzione dei depositi precedenti. Al loro ingresso in mare le frane hanno originato due tsunami i quali, sull’isola di Stromboli, hanno provocato prima il ritrarsi del mare, e poi due onde anomale alte parecchi metri che si sono abbattute sui paesi di Stromboli e Ginostra, danneggiando edifici ed imbarcazioni e causando il ferimento di alcune persone. Le onde anomale si sono propagate fino a Milazzo, sulla costa settentrionale della Sicilia, ad una distanza di 60 km a sud di Stromboli. Da quando l’eruzione è iniziata i crateri sommitali dello Stromboli non mostrano segni di attività esplosiva. Nessuna forte esplosione ha avuto luogo sul vulcano, e nessuna scossa è stata registrata dalla rete di monitoraggio sismico. Precedenti tsunami sono occorsi a Stromboli nel 19301944 e 1954. Questi episodi sono risultati correlati ad attività eruttiva parossistica, a frane lungo la Sciara del Fuoco, oppure a flussi piroclastici, ma mai alla messa in posto di nuovi flussi lavici.
In merito a questi eventi di inizio ’900, nel nostro Speciale Tsunami il geologo Giampiero Petrucci ha fatto riferimento proprio allo Stromboli, spiegando che la seconda metà degli anni ’10 viene marcata dalle isole Eolie e dallo Stromboli in particolare. Proprio Iddu, come viene chiamato il vulcano dagli strombolani, è difatti protagonista di due episodi notevoli. Il primo, il 3 Luglio 1916, dunque in piena “Grande Guerra”, rappresenta un’eruzione cui si accompagna un terremoto (avvertito anche nella Calabria Tirrenica) e soprattutto uno tsunami (intensità 2) che investe soltanto la parte nord dell’isola, in particolare la zona di Piscità dove viene invasa la spiaggia, con un’ingressione pari ad una decina di metri. Il secondo episodio, il 22 Maggio 1919, risulta ben più cospicuo, anche geograficamente parlando. Alle 17.45 si verifica una grande esplosione vulcanica, con materiale piroclastico e lava che danneggia diverse case delle varie frazioni di Stromboli, Ginostra compresa. Segue uno tsunami (intensità 3) che invade la costa per circa trecento metri, trascinando a terra numerose barche. Vengono segnalati fenomeni anche a Capri (Marina Piccola) ed Ustica dove il mare si ritira e poi torna sulla spiaggia sia pure causando danni lievi. Oscillazioni inferiori al metro si verificano in Sicilia (Palermo, Catania, Messina) e Sardegna (Cagliari) oltre che a Napoli.
Nel decennio successivo le Eolie continuano a recitare un ruolo da protagoniste: il 18 Luglio 1926 si sviluppa una scossa sismica a Salina, con danni e frane a Pollara e Malfa dove il mare si ritira e poi invade la spiaggia. Quindi l’11 Settembre 1930 un’altra esplosione violenta del vulcano di Stromboli, durata alcune ore, con i prodotti piroclastici che colpiscono ripetutamente le abitazioni, talora con forza distruttiva. Stavolta i danni sono ingenti, anche in merito alle vite umane: 4 infatti i morti accertati ufficialmente anche se alcune testimonianze propendono per un numero maggiore. Nella zona di Ficogrande (Sopra Lena) lo tsunami susseguente (intensità 3) invade la costa per circa 200 metri, con run-up di due metri e mezzo, provocando altre due vittime, sorprese dall’onda in mare o sulla spiaggia. Sono questi gli unici due morti alle Eolie a causa di uno tsunami. Si deve poi arrivare al 1944, per la precisione il 20 Agosto, per assistere ad un altro maremoto eoliano. Ancora una violenta eruzione dello Stromboli, con lava sulla Sciara del Fuoco che termina la sua veloce corsa in mare, provocando un’onda di tsunami tutt’altro che trascurabile e classificata di intensità 4. A Punta Lena si verifica infatti un’ingressione marina di circa trecento metri, molti i pesci spiaggiati ma rari danni alle costruzioni e fortunatamente nessuna vittima umana.
Oggi ci chiediamo se dopo tutti questi grandi eventi storici sia possibile che, a fronte di una situazione di allarme, la popolazione delle Eolie ma anche di tutte le zone costiere tirreniche di Calabria e Sicilia, non sia organizzata in modo adeguato per affrontare un’eventuale tsunami.
Ecco alcune foto e immagini (dell’Ingv) relative all’evento di diciannove anni fa: