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martedì 12 maggio 2020

Le Eolie e le pagine da ricordare (a cura del dottor Giuseppe (Pino) La Greca)

Alexandre Dumas padre (1802-1870) fu un grande scrittore francese dell’inizio dell’800, maestro del romanzo storico e del teatro romantico.
 Dumas fu un autore eccezionalmente prolifico e durante tutta la sua carriera ottenne uno straordinario successo di pubblico. Le sue due opere letterarie più note sono “I tre moschettieri” e “ Il Conte di Montecristo”. Dumas padre è in assoluto lo scrittore le cui opere hanno ispirato il maggior numero di riduzioni cinematografiche e televisive (alcune centinaia).

Dumas amava molto viaggiare: fu infatti in Russia, in Austria, in Ungheria, in Germania e venne più volte in Italia, anche in virtù di una grande ammirazione per Giuseppe Garibaldi, a cui fornì delle armi durante la spedizione dei Mille. Il suo viaggio in Italia del 1835 – durante il quale fu a Genova, Livorno, Roma, Napoli e da qui in Sicilia (e nelle isole Eolie) – rientrava in un più ampio progetto che aveva come obiettivo la riscoperta delle radici della cultura mediterranea e che, dopo analoghe richieste al governo francese non andate a buon fine, fu finanziato da sottoscrittori privati fra i quali c’era anche Victor Hugo.
L’escursione alle Eolie, che occupa i capitoli III, IV e V del diario di viaggio, si svolge dal 6 al 9 settembre 1835. Fra i compagni di viaggio citati nel diario ci furono l’amico Jadin e il cane Milord, ma è storicamente dimostrato che il gruppo fu accompagnato anche da Ida Ferrier, l’amante di Dumas, che però stranamente non viene mai citata. Come in un giallo, anche Dumas stesso viaggiò sotto falso nome.
Il viaggio si compie a bordo di una speronara – un tipo di imbarcazione lignea leggera e veloce lunga circa 15 metri dotata di una carena affilata che terminava con uno sperone (o tagliamare). Era attrezzata con una vela latina e dotata di quattro rematori al comando del capitano Arena, il personaggio che ha ispirato il titolo originale dell’opera.

Il Viaggio (Dal libro "La storia della pomice di Lipari" del Dott. Giuseppe La Greca) 
La speronara lascia il porto di Palermo nella mattinata di lunedì 6 settembre, il martedì mattina sosta brevemente ad Alicudi e nel pomeriggio giunge a Lipari tramite il canale tra Lipari e Vulcano. Sbarcati con non poche difficoltà, i nostri viaggiatori vengono accolti nel convento dei Francescani poiché ai tempi a Lipari non c’erano alberghi. Qui conoscono il Governatore della città e visitano le cave di pomice.
Il mercoledì 8 settembre mattina partono per Vulcano dove saranno ospiti dei figli del generale Nunziante e ritornano a Lipari nel pomeriggio per poi fare rotta in serata verso Panarea, dove arrivano la mattina di giovedì, 9 settembre. Qui sostano a lungo presso lo scoglio di Lisca Bianca, poi fanno incetta di gamberi e aragoste a Panarea, cacciano conigli a Basiluzzo e verso sera arrivano a Stromboli per ammirare col favore del buio lo spettacolo pirotecnico del vulcano lungo la sciara di fuoco. La mattina del venerdì, 10 settembre, effettuano la scalata al cratere per riprendere infine la strada del ritorno.
Il diario di viaggio alle Eolie di Dumas ruota sui miti ambientati nell’arcipelago eoliano. I paesaggi delle isole Eolie hanno stimolato la fantasia del grande scrittore francese romantico che le considerava come una sorta di Paradiso perduto sullo stile di Gauguin. Il diario di Dumas è volutamente piuttosto leggero, attento più ai piaceri della tavola e ai racconti locali che alla sostanza del luogo visitato, oggi diremmo da turista invece che da vero e proprio viaggiatore, ma senz’altro un turista attento al patrimonio ambientale dei luoghi visitati e cosciente del suo valore.
Dumas aveva una forte inclinazione per il romanzo e la teatralità, e pertanto più che alla precisione mirava a suscitare emozioni, a stimolare la fantasia del lettore. E naturalmente, operando secondo le sue tendenze e in quella ottica, non poteva costruire un’opera di consistente spessore scientifico. Veritiere sono le descrizioni che il Dumas da di Vulcano e Stromboli, e del tutto ineccepibile è quanto scrive su Lisca Bianca e Basiluzzo. Nessun rilievo inoltre gli si può muovere per quel che dice dei frati e della malvasia delle Lipari, della pescosità del mare eoliano, di Campo Bianco e del governatore di Lipari, delle sacche di povertà presente a Lipari, della misera condizione economica degli abitanti di Alicudi e di varie altre cose. Ma non mancano le inesattezze in quelle stesse pagine. Per Alicudi, infatti, sbaglia sul numero degli abitanti, perché nel 1835 erano almeno quattrocento. E sbaglia nel qualificare pescatori gli Alicudari, perché in realtà erano dedite più all’agricoltura che alla pesca. Non è attendibile, inoltre, il dato relativo alle abitazioni. È da non credere, infine, che gli abitanti di Alicudi fossero tristi e sfortunati come Dumas, pensava, perché, al contrario, tutto lascia supporre che vivessero in piena tranquillità e felici anche solo di esistere. Purtroppo, anche per quanto riguarda Lipari e i suoi abitanti il Dumas non sempre è attendibile. Dumas sbaglia nel sostenere che l’unico commercio di esportazione dell’isola era quello della pietra pomice. Le esportazioni delle Lipari riguardava Capperi, uva passa e vini. Ancora non dà una notizia esatta quando afferma che la popolazione è stata, tutta, tratta in schiavitù da Barbarossa.
Tuttavia è inconfutabile che col suo scritto Dumas rinverdì la notorietà delle Isole Eolie e nel contempo spronò verso le stesse non pochi viaggiatori e studiosi. Di qui, nonostante quanto gli va addebitato, il suo diritto all’inclusione nell’elenco dei benemeriti delle Isole Eolie.
E’ difficile vedere qualcosa di più triste, di più tetro, di più desolato di questa sfortunata isola che forma la punta occidentale dell’Arcipelago Eoliano. E un angolo della terra dimenticato fin dal momento della creazione e rimasto immutato dai tempi del Caos. Nessun sentiero conduce alla cima o corre lungo le sue rive: alcune sinuosità scavate dalle acque piovane sono gli unici passaggi offerti ai piedi martoriati dalle pietre appuntite e dalle asperità della lava. Non un albero su tutta l’isola né un poco di vegetazione che riposi gli occhi; solo nel fondo di qualche fenditura della roccia, negli interstizi delle scorie laviche, si intravede qualche raro stelo di quelle sterpaglie di erica, per le quali Strabone chiamò qualche volta l’isola Ericusa. È il solitario e periglioso cammino di Dante, dove tra le rocce ed i dirupi il piede non può avanzare senza il soccorso della mano.
Ciò nonostante, su questo angolo di terra rossastra, vivono in misere capanne centocinquanta o duecento pescatori che hanno cercato di sfruttare i rari fazzoletti di terra sfuggiti alla distruzione generale. Uno di questi poveretti rientrava con la sua barca: gli comprammo per tre carlini (più o meno ventotto soldi) tutto il pesce che aveva pescato.
Risalimmo sul nostro bastimento, il cuore stretto da tanta miseria. A dire il vero, quando si vive in un certo mondo e in una certa maniera, ci sono delle esistenze che diventano incomprensibili. Chi costringe questa gente su un vulcano spento? Ci sono forse cresciuti come le sterpaglie da cui prende il nome? Quale ragione impedisce loro di abbandonare questo atroce sito? Non c’è un angolo al mondo dove non starebbero meglio di lì. Questo scoglio bruciato dal fuoco, questa lava indurita dall’aria, queste scorie solcate dall’acqua delle tempeste, possono essere una patria? Che ci si nasca, è concepibile, si nasce dove si può; ma che, avendo la facoltà di muoversi, il libero arbitrio che consente di cercare il meglio, una barca per portarsi ovunque, si resti là, è impossibile da capire: ed è quello che questa stessa gente sfortunata, ne sono sicuro, non saprebbe spiegare.
Lipari, con la sua roccaforte costruita sulla roccia e le sue case distribuite secondo le sinuosità del terreno, presenta un aspetto molto pittoresco. Avemmo, del resto, tutto il tempo di ammirarla nell’attesa di risolvere le innumerevoli difficoltà che ci vennero fatte per poter sbarcare. Le autorità locali, alle quali avemmo l’imprudenza di ammettere che non venivamo per il commercio della pietra pomice, unico commercio dell’isola, e che non capivano che si potesse capitare a Lipari per qualche altro motivo, non volevano lasciarci entrare a nessun costo. Alla fine, quando attraverso un’inferriata passammo i nostri passaporti che, per paura del colera, ci furono presi dalle mani con delle pinze gigantesche, e che si furono ben assicurati che venivamo da Palermo e non da Alessandria o da Tunisi, ci aprirono il cancello e consentirono a lasciarci passare.
Appena sbarcati ci mettemmo alla ricerca di un albergo: sfortunatamente era una cosa del tutto sconosciuta al capoluogo. Cercammo da un capo all’altro della cittadina: non la più piccola insegna né alcun segno di locanda.
Eravamo là, Milord seduto e noi, Jadin ed io, ci guardavamo estremamente imbarazzati, quando vedemmo un grande gruppo di persone davanti ad una porta; ci avvicinammo, ci facemmo spazio tra la folla e vedemmo un bambino di sei o otto anni, morto, su una specie di giaciglio. Nonostante ciò la sua famiglia non sembrava particolarmente affranta; la nonna si occupava delle faccende domestiche e un altro bambino, di cinque o sei anni, giocava per terra rotolandosi con due o tre maialini da latte. Solo la madre era seduta al fondo del letto e, invece di piangere, parlava al cadaverino con una volubilità tale da non farmi capire neanche una parola. Chiesi ad un vicino il motivo di quello strano discorso e lui mi rispose che la madre stava incaricando il bambino di alcune commissioni da riportare al padre ed al nonno, morti rispettivamente uno e tre anni prima. Le commissioni erano piuttosto singolari; il bambino doveva, per esempio, informare il genitore che la madre stava per risposarsi e che la scrofa aveva partorito otto cinghialini “belli come angeli”.
In quel momento due francescani entrarono per portar via il cadaverino; lo deposero su una barella. La madre e la nonna lo abbracciarono un’ultima volta e distolsero il fratellino dalle sue occupazioni per fargli fare altrettanto, cosa che fece piagnucolando, non perché il fratello maggiore fosse morto, ma perché lo si disturbava nel bel mezzo del suo daffare; gettarono poi sul morto un lenzuolo tutto stracciato e lo portarono via. Il cadavere non aveva ancora varcato la soglia di casa che madre e nonna si misero a rifare il letto, cancellando anche l’ultima traccia di ciò che era successo. Quanto a noi, volendo seguire fino in fondo la cerimonia funebre, seguimmo il cadavere. Lo stavano portando alla chiesa dei francescani, attigua al convento, senza che nessun parente lo seguisse. Dissero per lui una breve messa, poi sollevarono una grande pietra e lo gettarono nella fossa comune, dove ogni mese veniva buttato uno strato di calce sul nuovo strato di cadaveri.
Il nostro arrivo aveva fatto scalpore: a parte i marinai francesi e inglesi che vengono a caricare pietra pomice, è molto raro che qualche straniero sbarchi a Lipari. Eravamo l’oggetto di una curiosità generale; uomini, donne e bambini si affacciavano alle porte per guardarci passare e non rientravano che quando eravamo ben lontani. Attraversammo così tutta la città.
In fondo alla strada principale e ai piedi della montagna del Campo Bianco, c’è una piccola collina che risalimmo per gioire del panorama che offriva la città tutta intera. Eravamo là da appena un istante quando fummo avvicinati da un uomo, sui trentacinque-quarant’anni, che da qualche minuto ci seguiva con l’evidente intenzione di rivolgerci la parola. Era il governatore della città e dell’arcipelago. Questo titolo pomposo all’inizio mi spaventò; viaggiavo sotto falso nome, ed ero entrato clandestinamente nel Regno di Napoli. Ma fui prontamente rassicurato dalle espressioni gentili del nostro interlocutore; ci stava domandando notizie sul resto del mondo, col quale era raramente in comunicazione, e ci invitava a pranzo per il giorno seguente: lo informammo su tutto quello che di più nuovo conoscevamo sulla Sicilia, su Napoli e sulla Francia e accettammo il suo invito.
Noi, per contro, gli chiedemmo novità di Lipari. Ciò che di più nuovo conosceva erano l’organo eolico di cui parla Aristotele e le stufe di cui parla Diodoro Siculo; quanto ai viaggiatori che avevano visitato l’isola prima di noi, gli ultimi erano stati Spallanzani e Dolomieu. Il brav’uomo, al contrario del re Eolo di cui era il successore, si annoiava a morte; passava la vita sulla terrazza della sua casa con un cannocchiale in mano; ci aveva visti arrivare e non aveva perso neanche un particolare del nostro sbarco; in seguito si era prontamente messo alla nostra ricerca. Per un attimo ci aveva perduti e fu quando entrammo nella casa del bambino morto e in seguito durante la pausa al convento dei francescani; ma ormai ci aveva ritrovati e dichiarò di non volerci più lasciare. La buona sorte era stata generosa con noi e con lui in egual misura; ci mettemmo a sua completa disposizione, cena al convento a parte, fino alle cinque del giorno successivo, a condizione che risalisse con noi, seduta stante, il Campo Bianco, che quindi ci lasciasse un’ora dai nostri francescani e che infine ci accompagnasse, l’indomani, durante la nostra escursione a Vulcano. Questi tre punti, che formavano la base del nostro patto, furono accettati all’istante. La montagna stava proprio alle nostre spalle, non dovevamo che girarci e metterci in marcia; era completamente disseminata di rocce biancastre, dalle quali aveva preso il nome. Non essendo prevenuto e pensando che quelle fossero vere rocce, volli appoggiarmi ad una di esse per aiutarmi nella salita; ma la mia sorpresa fu enorme quando, cedendo alla piccola scossa che gli diedi, il masso, dopo aver vacillato per un attimo, cominciò a rotolare a valle direttamente su Jadin che era rimasto indietro. Non c’era modo di sfuggire; Jadin in un attimo si vide schiacciato e istintivamente si riparò con le mani: passai un istante di angoscia indicibile ma improvvisamente, e con mio grande stupore, vidi questa roccia enorme arrestarsi davanti al ridicolo ostacolo che Jadin meccanicamente le aveva posto davanti. Jadin allora prese il masso in mano e lo sollevò all’altezza degli occhi, lo esaminò con attenzione e lo ributtò giù scagliandolo senza alcuno sforzo.
Si trattava di un blocco di pietra pomice che non pesava più di venti libbre; le rocce circostanti erano tutte del medesimo materiale e la montagna stessa sulla quale stavamo camminando, con la sua apparente solidità, non aveva consistenza reale: staccandola dalla sua base, ci assicurò il governatore, noi tre avremmo potuto trasportarla da una parte all’altra dell’isola. Questa spiegazione fece calare la mia ammirazione per i titani, e non penso di poterli riabilitare prima di essermi accertato di persona che Ossa e Pelion non siano montagne di pietra pomice.
Arrivati sulla cima del Campo Bianco potemmo dominare l’intero arcipelago; ma tanto il panorama che ci circondava era magnifico quanto quello che avevamo ai nostri piedi era triste e desolato: Lipari non è che un ammasso di pietre e scorie; le case stesse, in lontananza, sembravano un cumulo di pietre allineate male. A fatica sulla superficie dell’isola potevamo distinguere due o tre macchie di verde che sembravano, per servirmi di un’espressione di Sannazar, frammenti di cielo caduti sulla terra. Compresi allora la tristezza e la noia del nostro sfortunato governatore che, nato a Napoli, e cioè nella più bella città del mondo, era costretto, per millecinquecento franchi all’anno, ad accettare quell’abominevole soggiorno. Ci eravamo attardati su quella vista meravigliosa e sul lugubre spettacolo sotto di noi: suonarono le sei e mezza: ci restava solo mezz’ora per non fare attendere i nostri ospiti; scendemmo quasi di corsa e, dopo aver promesso al governatore che saremmo andati a prendere il caffè da lui, ci incamminammo verso il convento. Arrivammo mentre la campana suonava. Fortunatamente, per paura di combinare qualche pasticcio con i Liparesi avevamo precauzionalmente legato Milord: entrando nel refettorio trovammo quindici o venti gatti. Lascio giudicare al lettore a quale sterminio felino avremmo assistito se Milord fosse stato libero.
L’intera comunità consisteva di una dozzina di monaci; erano seduti ad una tavola con un lato centrale e due piegati come le ali di un castello: il padre superiore era seduto nel centro della tavola che dava sulla porta; i nostri due coperti erano sistemati proprio di fronte a lui.
Nonostante fosse martedì, la comunità mangiava di magro con pesce e verdure; ci vennero serviti a parte un pezzo di manzo bollito e delle tortorelle arrosto che avevo già visto parecchie volte nell’isola.
Alla fine della cena, e appena i monaci si alzarono per andarsi a ritirare dopo aver detto le loro preghiere, il superiore fece loro cenno di risedere e venne portata una bottiglia di malvasia di Lipari; fu il vino più eccezionale che abbia mai assaggiato nella mia vita; veniva vendemmiato e prodotto nel convento stesso.
Terminata la cena prendemmo congedo dal superiore, domandandogli sino a quale ora saremmo potuti rientrare: egli rispose che d’abitudine il convento veniva chiuso alle nove ma che per noi sarebbe rimasto aperto tutta la notte.
Ci recammo dal governatore che abitava in una casa pomposamente chiamata castello e che in effetti, paragonata a tutte le altre case, indubbiamente meritava quel titolo. Ci attendeva con impazienza e ci presentò a sua moglie; tutta la sua posterità consisteva di un bambino di cinque o sei anni.
Appena ci fummo accomodati su una deliziosa terrazza - addobbata di fiori e che dominava il mare - ci furono offerti caffè e sigari: il caffè era preparato alla maniera orientale e cioè brillato senza essere tostato e bollito invece di essere filtrato: le tazze stesse erano piccole e simili a quelle turche, come anche l’abitudine di vuotarle cinque o sei volte, cosa che non presenta inconveniente alcuno data la leggerezza della bevanda. Quel modo di preparare il caffè mi piaceva molto e feci onore a quello del nostro ospite. Così non fu per i sigari che dall’aspetto e dal colore io supposi fossero locali; Jadin, meno difficile di me, ne fumò per entrambi.
Quel mare vasto e tranquillo, disseminato di isole e isolotti, era veramente stupendo racchiuso com’era in quell’orizzonte vaporoso formato dalle coste siciliane e dalle montagne della Calabria. Grazie al lento calare del sole oltre il Campo Bianco, la terra, per un gioco di luci ricco di calore e di armonia, cambiò cinque o sei volte di colore e finì per svanire tra i vapori; quindi la brezza deliziosa del grecale, che arriva ogni sera con l’oscurità, venne ad accarezzarci il viso ed io cominciai a pensare che il nostro governatore non fosse poi così sfortunato. Provai allora a consolarlo elencandogli una dopo l’altra tutte le delizie della sua residenza ma mi rispose sospirando che ne godeva ormai da quindici anni: da quindici anni la medesima sera, alla medesima ora, godeva dello stesso spettacolo e dello stesso vento che veniva a rinfrescargli il viso, cosa che alla lunga rischiava di essere monotona, per quanto amanti della natura si possa essere. Non potei fare a meno di ammettere che c’era qualche cosa di fondato in quel ragionamento.
Restammo sulla terrazza fino alle dieci. Rientrando in casa trovammo la sala da biliardo illuminata e non mancammo di fare la nostra partita. Dopo la partita, la padrona di casa ci invitò a passare nella sala da pranzo dove ci attendeva uno spuntino a base di torte e frutta. Tutto era presentato con una grazia così squisita che decidemmo di apprezzare ogni cosa sino in fondo.
Ed era quasi mezzanotte quando il governatore, pensando che avessimo bisogno di riposo, ci lasciò andare: erano dieci anni che non si coricava ad un’ora simile e ci assicurò che non aveva mai passato una serata così piacevole.

Lasciai a Jadin l’onore di fare i ringraziamenti: era stato così eccitato per aver potuto parlare francese che aveva fatto faville.

Buon Compleanno, Francesco!

Unesco Talks: la rete camerale “Mirabilia Network” inaugura giovedì 14 maggio un ciclo di incontri online sui temi del turismo del futuro, dopo l’emergenza da Covid 19. Blandina: «Stagione turistica alle porte. Urgono interventi per evitare il collasso del settore»

Immaginare il turismo futuro dopo l’emergenza da Covid 19. Questa l’idea della rete Mirabilia Network, che a oggi coinvolge 18 Camere di commercio italiane, tra le quali Messina, che offre l’opportunità di un’offerta turistica integrata dei siti Unesco meno noti e che, a seguito dei cambiamenti innescati dall’emergenza Coronavirus nel settore del turismo, ha deciso di scendere in campo a fianco degli operatori con un ciclo di incontri online ideati per analizzare l’evoluzione dei modi di viaggiare e di fruire i contenuti offerti dalle destinazioni.
«La stagione turistica è alle porte – afferma il presidente dell’Ente camerale, Ivo Blandina - ma è già fortemente compromessa, a causa degli inevitabili provvedimenti restrittivi dovuti all’emergenza sanitaria da Covid 19. Le misure introdotte per contenere gli effetti della crisi sulla nostra economia sono insufficienti e tardive. Urgono interventi immediati e non più procrastinabili, efficaci e tangibili, per evitare il collasso dell’intero tessuto imprenditoriale e, nello specifico, del settore turistico che mostra tragici segnali di recessione, come dimostrano le manifestazioni di protesta innescate negli ultimi tempi dagli operatori. Non da ultima, quella che vede coinvolte le Isole Eolie, patrimonio Unesco del nostro territorio, consumatasi nell’arcipelago eoliano con la consegna delle chiavi delle proprie attività da parte di 240 imprenditori. Pensare al turismo è un imperativo categorico in questo momento. Motivo per cui la Camera di commercio ha condiviso sin da subito l’iniziativa della rete Mirabilia Network, della quale fa parte da tempo, accendendo i riflettori sul turismo “post Coronavirus”».
“Unesco Talks – Culture & Travel” prenderà il via giovedì 14 maggio, dalle 10 alle 13, con grandi nomi in grado di informare, ispirare, fornire visioni, grazie ai contenuti organizzati in collaborazione con “Destination Makers”. Diretta streaming sulla pagina Facebook (fb.com/MirabiliaNetwork/) e sul canale Youtube (https://www.youtube.com/channel/UCWlSe9VSntxsx4D3gFTQ1Lg) di Mirabilia Network.
Dopo i saluti iniziali di Angelo Tortorelli, presidente della rete Mirabilia Network, e di Vito Signati, direttore di Asset – Azienda speciale della Cciaa della Basilicata, toccherà a Emma Taveri, Ceo di Destination Makers, dare una overview con “Destinazioni, dal Dove al Perché. Per rinascere e competere incontrando interessi ed esigenze in continua evoluzione”. Il primo panel, “Destinazioni, attrattori culturali, eventi. Quali scenari ci attendono nel post pandemia?” vedrà la partecipazione di Alessandra Priante, Direttore generale della Commissione regionale Europa dell'Unwto, e di Gloria Armiri, group brand manager di Tourism & Hospitality Division IEG, oltre che del già citato Signati. Modera il giornalista freelance, Vito Verrastro.
A seguire, si affronterà il tema dei dati, in un talk in cui si confronteranno Mirko Lalli, fondatore e Ceo di “The Data Appeal Company” e Luca Romozzi, Senior director South Europe & Tourism, Sojern. Spazio anche al trend della sostenibilità, in un panel che vede ospiti Cristina Lambiase, esperta in management della sostenibilità per il turismo, e Sergio Cagol, consulente e formatore in tema di turismo sostenibile. Moderatrice, Annalisa Spalazzi, ricercatrice nel turismo sostenibile.
Nuove opportunità nei Borghi? Ne discuteranno Gianfilippo Mignogna, vicepresidente associazione Borghi Autentici d'Italia, e Andrea Zuanetti, imprenditore di una startup che offre soluzioni su smart working e proposte turistiche in destinazioni minori.
Infine, largo ai giovani con nuove proposte culturali e creative di Luca Pietro Ungaro, presidente di Culturit, e Fattore Wow, startup che offre una mappatura interattiva dei centri culturali indipendenti italiani. Moderatrice, Silvia Moggia, Hospitality & Travel Management.

ONDATA DI CALDO IN ARRIVO. Previsioni meteomarine Eolie a cura di Giuseppe La Cava

Da domani,  mercoledi 13, un anticiclone, nord- africano, condizionerà il clima nella provincia di Messina.
Si prevede un'ondata di caldo, portata da correnti in quota libecciali e che durerà per alcuni giorni. 
La temperatura alla quota dei 1500 subirà una impennata termica di ben 15 C oltre la media del periodo.
Al suolo, nella giornata di giovedi 14, la colonnina di mercurio potrà registrare alle Eolie i 34 C, mentre tra Patti e Cefalù si potranno raggiungere punte di 38 C a causa della discesa dai monti delle correnti sciroccali.
Le raffiche di scirocco nella giornata di giovedi saranno, in alcune ore della giornata, piuttosto forti,specie nel settore orientale dell'arcipelago.
La temperatura rientrerà nei valori normali per il periodo intorno al 19.P
er maggiori informazioni visita la pagina facebook di MeteoEolie.

Occorre dotare l'ospedale di Lipari di alcune apparecchiature. Il Comitato "L' Ospedale di Lipari non si tocca“ scrive a La Paglia

Alla c. a. Del direttore generale Asp 5 Messina Dott. Paolo La Paglia Purtroppo la pandemia del covid 19, oltre a causare decine di migliaia di morti nel mondo, porta con sé gravissimi strascichi sul piano economico. Oggi più che mai non ci si può permettere di far fronte a determinate visite specialistiche private o a viaggi della speranza per effettuare le stesse. Oggi che queste potrebbero tranquillamente essere effettuate a Lipari, presso l'Ospedale. Oggi più che mai, non si può rischiare di non fare fondamentali controlli per la propria salute, perché non si ha la possibilità economica di farli, o per paura di poter contrarre questo virus al di fuori del proprio territorio. Oggi più che mai diventa di vitale importanza per gli Eoliani poter effettuare importanti analisi ed esami presso il proprio Ospedale. Chiediamo pertanto alla Signoria Vostra di dotare al più presto l'ospedale di Lipari delle seguenti apparecchiature, proprio nella logica, ormai inderogabile, di un graduale potenziamento dei servizi erogabili direttamente sul territorio Eoliano: - 1 apparecchiatura per effettuare l'esame dell' Holter pressorio - 1 apparecchiatura per effettuare l'esame dell'Holter cardiaco - 1 cyclette per effettuare prove da sforzo - 1 tapis roulant per effettuare prove da sforzo Al fine di poter garantire servizi efficienti presso l'ospedale, ci preme far ancora presente la carenza di organico del personale sanitario, non solo di medici, ma anche di infermieri e ausiliari. Una situazione grave, che non permette lo svolgimento di dignitosi e sicuri ritmi lavorativi. Con la presente, desideriamo inoltre chiederLe la modifica della convenzione con l'ospedale Papardo per l'invio dei cardiologi presso il nostro Ospedale, affinché possa finalmente essere garantita la loro presenza presso il nostro ospedale per 50 ore settimanali in modo da poter coprire l'intera settimana, domenica compresa, e ovviamente anche garantire la reperibilità notturna degli stessi. Questo sempre nelle more che venga nominati i 2 cardiologi, ancora mancanti, presso la sede dell'ospedale di Lipari. Non possiamo far ricorso sempre in emergenza all'elicottero o alle terapie intensive, prevenzione e diagnosi precoci oggi sono fondamentali. Desideriamo ricordare che la sanità è un diritto di tutti, anche di noi Eoliani. Certi di un Suo cortese riscontro Porgiamo distinti saluti Il Comitato "L' Ospedale di Lipari non si tocca“

La stessa nota è stata inviata ai consiglieri comunali di Lipari, invitandoli a prendersene carico
Gentile Consigliere, rappresentante di questa nostra Comunità, Le chiedo a nome del Comitato l'ospedale di Lipari non si tocca, di far Suo questo appello e di inoltrarlo per favore alla direzione generale dell'Asp 5 Messina. Solo uniti e con una unica voce otterremo un ospedale che funzioni.

Buon Compleanno!

Auguri a Rosaria Corda, Saragenny Gugliotta, Filippa Laganà, Tonia Romashko, Rita Scianna

Comune e Agenzia delle entrate: la resa di 200 imprese. L'articolo del nostro direttore sulla gazzetta del sud del 12.05.20

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Fase due: Musumeci a Conte, Sicilia pronta a nuove riaperture. Out gli accessi all'isola sino al 31 maggio

“L'esempio del ponte Morandi di Genova non deve restare in Italia l'eccezione ma deve diventare la normalità, se vogliamo anche in Sicilia accelerare la spesa pubblica e la riapertura dei cantieri".
È quanto ha ribadito ieri sera il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, in occasione del confronto con il governo nazionale e gli altri governatori, svoltosi in videoconferenza.
Musumeci ha chiesto al premier di prevedere una riunione operativa del Cipe per riprogrammare risorse comunitarie a favore delle imprese e provare quindi a fronteggiare la crisi economica scaturita dal Coronavirus.
Il governatore della Sicilia si è fatto portavoce delle necessità dei commercianti al dettaglio, di bar e ristoranti e dei parrucchieri, chiedendo l'urgente riapertura dei negozi e dei saloni. In ambito turistico, invece, Musumeci ha chiesto di immaginare misure ragionevoli soprattutto per gli stabilimenti balneari ed ha auspicato che i protocolli di sicurezza siano resi noti già nelle prossime ore.
Sulla mobilità interregionale, infine, il presidente della Regione ha espresso la volontà di mantenere fino al prossimo 31 maggio la chiusura degli accessi all’Isola, "a parte per gli aventi diritto e per i casi particolari”.

La Chiesa festeggia oggi i Santi Nereo ed Achilleo.


Oggi è il 12 Maggio. Buongiorno ai lettori di Eolienews

Filicudi

lunedì 11 maggio 2020

Coronavirus: situazione stabile in Sicilia, aumentano i guariti. Oggi un deceduto. I dati aggiornati all'11 maggio

Questo il quadro riepilogativo della situazione nell’Isola, aggiornato ad oggi, in merito all’emergenza Coronavirus, così come comunicato dalla Regione Siciliana all'Unità di crisi nazionale.
Dall'inizio dei controlli, i tamponi effettuati sono stati 103.134 (+731 rispetto a ieri), su 92.609 persone: di queste sono risultate positive 3.339 (+12), mentre attualmente sono ancora contagiate 2.062 (-7), 1.020 sono guarite (+18) e 257 decedute (+1).
Degli attuali 2.062 positivi, 287 pazienti (-2) sono ricoverati - di cui 16 in terapia intensiva (0) - mentre 1.775 (-5) sono in isolamento domiciliare. Il prossimo aggiornamento regionale avverrà domani.
Questa la divisione degli attuali positivi nelle varie province: Agrigento, 67 (0 ricoverati, 69 guariti e 1 deceduto); Caltanissetta, 98 (15, 53, 11); Catania, 698 (64, 254, 94); Enna, 246 (58, 146, 29); Messina, 354 (64, 151, 52); Palermo, 386 (57, 127, 31); Ragusa, 37 (4, 50, 7); Siracusa, 109 (23, 103, 27); Trapani, 67 (2, 67, 5).
Lo comunica la presidenza della Regione Siciliana.
Si raccomanda di attenersi scrupolosamente alle indicazioni fornite dal ministero della Salute per contenere la diffusione del virus. Per ulteriori approfondimenti visitare il sito dedicato www.siciliacoronavirus.it o chiamare il numero verde 800.45.87.87.


Bandiera blu, la qualità premia. L'articolo del nostro direttore sulla Gazzetta del sud dell'11 maggio 2020


I ringraziamenti delle famiglie Falanga e Famularo


FEDERALBERGHI ISOLE MINORI CHIEDE MAGGIORE ATTENZIONE AL GOVERNO E ALLE REGIONI “SERVONO MISURE SANITARIE ED ECONOMICHE SPECIFICHE".

Le isole minori hanno svantaggi oggettivi, riconosciuti persino dal trattato di funzionamento dell’UE e in questa profonda crisi economica rischiano di pagare il prezzo più alto. 
Federalberghi Isole Minori - il sindacato delle strutture ricettive delle piccole isole italiane - lancia l’allarme e chiede maggiore attenzione al Governo e alle Regioni per interventi mirati in favore di comunità caratterizzate da un’economia a trazione quasi esclusivamente turistica.
I titolari delle strutture ricettive lamentano l’assenza di misure specifiche che tengano in considerazione i divari strutturali e sanitari delle piccole isole. Ma anche le difficoltà connesse a flussi turistici che in alcuni casi si concentrano in soli 4 mesi e che spesso hanno un’importante percentuale di clientela straniera. Le imprese del turismo che alimentano un’economia che permette a oltre 200.000 persone di continuare a vivere nelle isole minori, non incassano un euro dallo scorso anno e adesso temono di vedere andare in fumo anche la seconda parte della stagione turistica, rischiando così di ritrovarsi con 18 mesi di mancati incassi.
Alcune isole, subiscono ancora le ripercussioni economiche negative, causate nel recentissimo passato, da fenomeni migratori, da esplosioni vulcaniche e da eventi sismici. A questo si aggiunga che più della metà delle isole italiane appartengono a Regioni che ricadono nell’Obiettivo Convergenza dell’UE (ex aree Obiettivo 1) e quindi meno avanzate.
Gli addetti del settore turistico delle isole minori italiane - di fatto sostanzialmente risparmiate dai contagi da Covid-19 - concordano sulla necessità di definire senza ulteriori indugi un protocollo sanitario per continuare a preservare le piccole isole e poterle quindi proporle quali destinazioni turistiche sicure dove vivere una vacanza in serenità. Test preventivi e presidi ai punti di imbarco, unitamente ad un potenziamento delle strutture sanitarie locali, darebbero la possibilità sia ai visitatori che ai lavoratori e agli abitanti locali di affrontare con la giusta serenità i mesi di ripartenza.
Allo stesso tempo, chiedono a gran voce che nel DL Rilancio, il Governo preveda misure specifiche, fondamentali per preservare le fragili economie micro-insulari ed evitare che possano addirittura verificarsi fenomeni quali lo spopolamento o la pericolosa intrusione di speculatori senza scrupoli.

Spiagge di Lipari. C'è anche la Bandiera verde dei pediatri.

Per la Marina di Lipari, Acquacalda e Canneto la Bandiera blu del FEE non è l’unico riconoscimento, vi è anche, in questo 2020,  la “Bandiera verde” che viene assegnata, annualmente, dai pediatri e che tiene conto della pulizia del mare, della poca profondità dell’acqua vicino alla riva, presenza di sabbia, servizi di salvataggio, giochi per bambini, ampio arenile dotato di ombrelloni per ripararsi dal sole, strutture limitrofe che possano essere di aiuto alla famiglia, ad esempio servizi igienici, bar, centri ludico – sportivi.

Salviamo il Citiso della scuola di Vulcano (articolo di Domenica Iannello con video)

Gli alunni della scuola secondaria di Vulcano, Istituto Comprensivo Lipari Santa Lucia, grazie ad una iniziativa del Dirigente Scolastico, Dott. Renato Candia, hanno portato avanti per la seconda annualità un percorso di approfondimento di scienze e botanica, finalizzato allo studio di specie endemiche del territorio, inserite tra le specie” prioritarie” dalla Direttiva Habitat dell’Unione Europea.
Magistralmente guidati dalla Prof.ssa La Camera e dal Dott. Lo Cascio , lo scorso anno i ragazzi hanno esplorato il territorio dell’isola di Vulcano alla ricerca e scoperta degli esemplari di Cytisus Aeolicus.
Quest’anno il percorso è continuato con la messa a dimora da parte dei ragazzi di un esemplare che loro stessi curano quotidianamente.
Purtroppo però gli alunni hanno espresso il timore che venga tagliato dagli interventi di pulizia del territorio in quanto specie non conosciuta e scambiata per sterpaglia.
Fino ad una ventina di anni fa erano presenti 150 esemplari di questa pianta appartenente al genere Fabacee.
E’ comunemente chiamato “sgubbio”, e la maggior parte degli esemplari si trova nella località del Piano.
La scuola offre sempre più spesso occasioni di conoscenza ed approfondimento di aspetti sconosciuti del territorio. Tale percorso ha favorito lo scambio e la condivisione di esperienze formative sul campo.
Gli studenti hanno sempre più mostrato interesse e si sono appassionati allo studio delle scienze.
Complimenti ai ragazzi di Vulcano!

I ringraziamenti della famiglia Mollica

Buon Compleanno!

Auguri a Sonia Svezia, Laura Gulotta, Simona Saltalamacchia, Sonia Palamara, Vincenzo Simeone, Cettina Naso, Fabio la Torre, Andrea Gallo, Andrea Pavone

Coronavirus e crisi: Sindaci isole minori chiedono incontro a Musumeci.

Al Presidente della Regione Siciliana On.le Musumeci

Conosciamo la Sua grande attenzione e quella del Suo Governo per le Isole minori.

Abbiamo apprezzato oltre ad averla eseguita nel miglior modo possibile, la gestione dell’emergenza sanitaria in Sicilia.
Anche grazie a queste misure ed alla grande responsabilità dei nostri concittadini le nostre, ad oggi, non hanno avuto nella quasi totalità nessun caso riscontrato positivo al covid19.

Siamo però profondamente preoccupati perché ad oggi non riscontriamo sia nella finanziaria regionale che nelle strategie turistiche ed economiche di ripresa e di rilancio, interventi importanti per cercare di arginare il dramma socio/economico che sta investendo le nostre comunità adesso e in prospettiva quello ancora più grave che le investirà nei prossimi mesi subito dopo il periodo estivo.

Le nostre isole, e tutto l’indotto diretto ed indiretto, vivono di un turismo che si concentra nei pochi mesi estivi e terminata la stagione poi occorrerà attendere altri otto/nove mesi per ritrovare opportunità di lavoro.

L’incertezza che viviamo giustamente legata all’emergenza sanitaria che sembra non allontanarsi definitivamente, sta portando molti operatori turistici, così come da ultimo l’allarme lanciato da Federalberghi Isole Minori della Sicilia a decidere di non aprire le loro strutture e quindi non avviare le manutenzioni, fare promozione ed assumere di conseguenza il personale.

Di giorno in giorno aumenta lo sconforto da parte soprattutto dei tanti giovani e di tante famiglie che trovavano nel lavoro stagionale l’unico modo di rimanere a vivere nelle nostre meravigliose seppur disagiate isole.
E se nei prossimi mesi estivi queste persone non dovessero trovare occupazione, senza interventi sostitutivi di aiuto, ci ritroveremmo ad affrontare una crisi sociale ed economica mai vista in precedenza.

Crediamo sia indispensabile, nella straordinarietà del momento, affrontare la particolarità e marginalità territoriale delle nostre isole con interventi mirati per gli operatori turistici e per la finanza locale oltre a quelli già avviati per gli aspetti sanitari e per i trasporti.

Siamo pienamente convinti che il Governo della Regione Siciliana, come ha dimostrato altre volte, ascolterà il nostro appello e continuerà a lavorare affinché nessuno possa rimanere indietro.

Le chiediamo un incontro urgente per trovare tutte le migliori soluzioni per le nostre isole.
Certi, come sempre, di un Suo riscontro, inviamo i nostri più cordiali saluti.

I sindaci di: Pantelleria, Ustica, Favignana, Lampedusa, Lipari, Leni, Malfa, Santa Marina Salina

Attività aderenti ad AssoImpreseEolie hanno consegnato le chiavi delle loro attività. Petrolio intervista Giorgianni.

I titolari delle oltre 200 attività isolane iscritte ad AssoImpreseEolie hanno, simbolicamente, consegnato le chiavi dei loro esercizi presso l'Agenzia delle Entrate ed il Comune di Lipari. 
Lo rende noto il presidente dell'associazione Sandro Crivelli.
Intanto ieri è sbarcata a Lipari la troupe di Petrolio, il programma di Rai Due. Ha intervistato il sindaco di Lipari, Marco Giorgianni

domenica 10 maggio 2020

Coronavirus: scendono ancora i ricoveri, più di mille guariti, 256 deceduti (0 oggi). I dati di oggi 10 maggio in Sicilia

Questo il quadro riepilogativo della situazione nell’Isola, aggiornato ad oggi, in merito all’emergenza Coronavirus, così come comunicato dalla Regione Siciliana all'Unità di crisi nazionale.
Dall'inizio dei controlli, i tamponi effettuati sono stati 102.403 (+855 rispetto a ieri), su 91.748 persone: di queste sono risultate positive 3.327 (+14), mentre attualmente sono ancora contagiate 2.069 (-11), 1.002 sono guarite (+25) e 256 decedute (0).
Degli attuali 2.069 positivi, 289 pazienti (-5) sono ricoverati - di cui 16 in terapia intensiva (-1) - mentre 1.780 (-6) sono in isolamento domiciliare.
Questa la divisione degli attuali positivi nelle varie province: Agrigento, 71 (0 ricoverati, 65 guariti e 1 deceduto); Caltanissetta, 98 (15, 53, 11); Catania, 694 (65, 250, 93); Enna, 247 (59, 145, 29); Messina, 361 (64, 144, 52); Palermo, 383 (57, 127, 31); Ragusa, 37 (4, 50, 7); Siracusa, 109 (23, 103, 27); Trapani, 69 (2, 65, 5).
Il prossimo aggiornamento regionale avverrà domani.
Lo comunica la presidenza della Regione Siciliana.
Si raccomanda di attenersi scrupolosamente alle indicazioni fornite dal ministero della Salute per contenere la diffusione del virus. Per ulteriori approfondimenti visitare il sito dedicato www.siciliacoronavirus.it o chiamare il numero verde 800.45.87.87.

Accadde alle Eolie: 10 maggio 2012. Il sindaco e gli eletti al consiglio comunale di Lipari. Ultima volta in cui ne furono eletti 20.



Raccolta dei rifiuti. Firmato il contratto. L'articolo del nostro direttore sulla Gazzetta del sud del 10.05.20

C.S. Lipari...Una storia a tinte rosso - blu.

Tre calciatori del glorioso CS Lipari.
Da sx a dx: Pucci Adornato, Giovanni Munafò e Bernardino Finocchiaro

Buon Compleanno!

Auguri a Bartolo Mondello, Milena Mollica, Roby Puglisi, Alessandra Beccaria, Salvatore Salupo, Giuseppe Iacono, Lorenza Sciacchitano, Enza Palazzotto, Angelo Delia, Mariella Barone

Papa Francesco: Regina Coeli del 10 maggio 2020

Ricordando... Nunziella Lauro nel XX° della sua dipartita


Erosione costiera: Santa Marina Salina, si sistema il laghetto di Punta Lingua. Aggiudicati i lavori

Un ribasso del 26,3 per cento ha consentito alla Costruzioni Bruno Teodoro di Capo d'Orlando di piazzarsi al primo posto della graduatoria per i lavori di consolidamento del versante sud-orientale del Comune di Santa Marina Salina, nell’incantevole perla delle Eolie. 
La struttura contro il dissesto idrogeologico, guidata dal presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci e diretta da Maurizio Croce, ha infatti espletato la gara per un’opera che metterà in sicurezza il centro abitato di Lingua e la zona del Faro, sede del museo del Mare e del sale.
Proprio in questo sito, infatti, è stata rinvenuta la presenza di vasche per la produzione del sale, che fin dall’epoca romana erano utilizzate per la sua estrazione, per la conservazione e l’esportazione di prodotti tipici locali. E il nome attuale dell’Isola, Salina, deriva proprio da questa attività. E’ un’area di suprema bellezza e di grande valore turistico e ambientale ma che necessita di un’adeguata protezione dalle violente mareggiate: uno specchio d’acqua che solo un lembo di spiaggia separa dal mare. 
L’intervento prevede la creazione di due pennelli di rocce, sia a est che a ovest, ma anche quello di una scogliera soffolta che sia in grado di garantire il ripascimento.

CARONTE & TOURIST PER LA MASSIMA TUTELA DEI PASSEGGERI CONTRO IL COVID 19

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Caronte & Tourist punta a essere la prima società di navigazione italiana “Covid Free”. Nei giorni scorsi, infatti, la compagnia di traghettamento ha affidato a RINA Consulting, il braccio di consulenza ingegneristica del gruppo RINA, l’incarico di verificare lo stato dell’arte e, dunque, di perfezionare le misure di riduzione del rischio di contagio esistenti o di proporne di nuove allo scopo di poter offrire ai passeggeri di viaggiare in sicurezza sia sullo Stretto di Messina che verso le Isole minori della Sicilia. Le prime navi a essere state interessate dal processo sono la Elio e la Simone Martini.

L’intervento di RINA Consulting sull’intera flotta, il cui completamento è previsto per fine giugno, consentirà all’armatore di poter offrire ai viaggiatori un’ambiente in cui le procedure messe in atto per la minimizzazione del rischio di contagio terranno conto dei requisiti richiesti delle autorità competenti e delle “best practice” applicabili. Caronte & Tourist potrà, inoltre, fare affidamento sul training offerto da RINA all’equipaggio delle sue navi, esaminate ciascuna singolarmente con le proprie peculiarità.

“Il rispetto delle distanze interpersonali - ha dichiarato Vincenzo Franza, uno dei due AD del Gruppo - limiterà sensibilmente la portata massima di passeggeri a bordo delle navi della nostra flotta e modificherà abitudini più che consolidate. I percorsi di entrata e di uscita saranno obbligati e le navi saranno letteralmente tappezzate di segnaletica che indicherà virtuosi comportamenti anticontagio. Oltre all’attività avviata con RINA Consulting, per le tratte più brevi puntiamo comunque a ottenere la conferma della deroga al divieto di permanenza in auto dei nostri clienti durante le traversate”.

“Saremo costretti a chiedere alla nostra clientela - fa eco l’altro AD Lorenzo Matacena - piccoli sacrifici, ampiamente giustificati tuttavia dalla certezza di poter continuare a considerare le navi di Caronte & Tourist sicure come sono state nei precedenti 55 anni. L’impegno di C&T sul versante anticovid è a 360 gradi, a tutela degli addetti e dei passeggeri, in uno sforzo collettivo e permanente teso a garantire la continuità di un servizio essenziale per le comunità a cui è principalmente rivolto”.

Roberto Carpaneto, CEO di RINA Consulting, ha commentato – “La ripresa delle attività può avvenire solo tutelando la salute delle persone. Un’analisi accurata delle misure anticontagio e degli spazi, individuando potenziali margini di miglioramento, e un equipaggio preparato per ridurre al minimo l’errore umano sono azioni di responsabilità che dimostrano la volontà di un settore gravemente colpito dalla attuale situazione di ripartire al più presto contribuendo al riavvio dell’economia del Paese”.

Il Gruppo Caronte & Tourist, infatti, ha insediato già da metà marzo un “Team Covid” che si sta occupando di procedure di salvaguardia della salute di chi viaggia in nave - Messina e Villa, nelle isole minori, tra Salerno e Messina con Cartour - e di quanti con il loro impegno quotidiano lavorano perché ciò sia possibile.
Non va dimenticata, infine, la donazione di cinquecentomila euro disposta in favore delle sezioni di Protezione Civile di Sicilia e Calabria.

Con la benedizione di Mons. Sardella inaugurato l'Orto Solidale a Lipari


Su sei spiagge eoliane sventolerà la Bandiera Blu del FEE. Assegnati i riconoscimenti.

Assegnate le Bandiere Blu del FEE,(Foundation for Environmental Education). La parte del leone anche quest'anno, in Sicilia, nell'edizione numero 34, sono le Eolie con la Marina di Lipari, Stromboli Ficogrande, Vulcano Gelso, Vulcano Acque Termali, Canneto ed Acquacalda.

Oggi è il 10 maggio. Buongiorno, buona domenica e auguri a tutte le mamme. La Chiesa festeggia oggi San Cataldo.

San Cataldo è un Santo irlandese ma venerato a Taranto, dove si trova la sua tomba, in una ricchissima e bella cappella del Duomo, detta il « Capellone ». Sarebbe approdato sulla piana terra pugliese nella rada che si apre, sul lido adriatico, presso la città di Lecce, e che da allora s'intitola perciò a San Cataldo, ed è oggi celebre località balneare.

I Tarantini, orgogliosi sia del loro Cappellone, sia del loro San Cataldo, avrebbero desiderato considerarlo secondo Vescovo della loro città, se a questo desiderio non si fosse opposta una croce d'oro ritrovata nella tomba del Santo nell'anno 1094, durante la ricostruzione della chiesa distrutta dai Saraceni.

Si tratta di una di quelle croci, dette benedizionali, che venivano infisse a un bastoncino e impugnate anticamente dai Vescovi con la sinistra, mentre con la mano destra benedicevano i fedeli.

Sulla croce ritrovata nella tomba di Taranto era scritto: Cataldus Rachau, cioè Cataldo Vescovo di Rachau. Da un attento esame dell'incisione, gli studiosi hanno potuto stabilire che la scritta risale al VII secolo.

E' stato così possibile ricostruire la personalità di questo Santo, nato al principio del secolo in Irlanda. Allievo e poi maestro nel celebre monastero di Lismore, fondato da San Cartago, egli sarebbe poi giunto all'episcopato in modo insolito, cioè con la morte del Duca dei Desii, il quale lo aveva accusato di stregoneria, a causa dei suoi miracoli.

Dopo aver retto santamente il vescovado, Cataldo si sarebbe imbarcato, verso il 666, per un viaggio in Terrasanta. All'andata o al ritorno, approdato o naufragato sulla costa salentina, si sarebbe recato a Taranto, dove i cittadini lo vollero porre sulla cattedra vescovile vacante. Morto nel 685, venne sepolto sotto l'impiantito della cattedrale dove il suo corpo fu rinvenuto e chiaramente identificato, come abbiamo detto, nel 1094. Della sua santità fecero fede innumerevoli miracoli, che diffusero prima in Puglia, poi in tutta Italia, la devozione per il Vescovo irlandese, al cui nome s'intitolarono cappelle e chiese, località e paesi, dalla costa del mare al crinale dei monti. Insieme alla sua fama, al suo culto e al suo nome, si diffusero anche i proverbi sul suo conto. Uno di questi, legato alla sua festa celebrata in maggio, dice: « Quando è il giorno di San Cataldo, passa il freddo e viene il caldo ».

Non comune, ma diffuso un po' dappertutto in Italia, il nome di Cataldo è frequente particolarmente in Puglia, e soprattutto nella città di Taranto, di cui è Patrono, da tempi remoti, l'unico Santo di nome Cataldo.

MARTIROLOGIO ROMANO. Presso Taranto san Cataldo Vescovo, illustre per miracoli.

PROVERBIO. Il giorno di San Cataldo sparisce il freddo e arriva il caldo.

sabato 9 maggio 2020

Giorgianni : “Nel Comune di Lipari, famiglia, entrata in contatto, indirettamente, con la donna di Leni, si è posta in quarantena". Nel post anche i dati di oggi in Sicilia.

Una famiglia, residente nel Comune di Lipari, anche se non è entrata direttamente a contatto con la donna di Leni ed il suo compagno, appresa la notizia della positività della donna, si è messa con grande consapevolezza in quarantena, collaborando con l'amministrazione comunale ed i carabinieri. Sarà, ovviamente, terminata la quarantena, sottoposta a tampone.
Intanto questo è il quadro riepilogativo della situazione in Sicilia, aggiornato ad oggi, in merito all’emergenza Coronavirus, così come comunicato dalla Regione Siciliana all'Unità di crisi nazionale.
Dall'inizio dei controlli, i tamponi effettuati sono stati 101.548 (+2.837 rispetto a ieri), su 90.885 persone: di queste sono risultate positive 3.313 (+12), mentre attualmente sono ancora contagiate 2.080 (-47), 977 sono guarite (+56) e 256 decedute (+3).
Degli attuali 2.080 positivi, 294 pazienti (-35) sono ricoverati - di cui 17 in terapia intensiva (-2) - mentre 1.786 (-12) sono in isolamento domiciliare. Il prossimo aggiornamento regionale avverrà domani.

Lo comunica la presidenza della Regione Siciliana.
Si raccomanda di attenersi scrupolosamente alle indicazioni fornite dal ministero della Salute per contenere la diffusione del virus. Per ulteriori approfondimenti visitare il sito dedicato
www.siciliacoronavirus.it o chiamare il numero verde 800.45.87.87.

Lipari, in fiamme cabina elettrica dell'impianto di pretrattamento liquami.

Le fiamme, sprigionatesi a causa di un corto circuito, hanno praticamente liquefatto una cassetta di derivazione dell'impianto di pretrattamento - sollevamento liquami di contrada S. Caterina a Lipari.
Sul posto, per spegnere le fiamme, sviluppatesi circa un'ora fa, sono intervenuti i vigili del fuoco. Sul posto, oltre alla ditta che gestisce l'impianto, anche la polizia municipale, la guardia di finanza e i carabinieri. 
L'impianto al momento è fermo ma dovrebbe ripartire dopo i necessari interventi. 

LA PAROLA. Commento al vangelo di domenica 10 MAGGIO 2020

Ordinata la sospensione di due attività ricettive di Vulcano. L'articolo del nostro direttore sulla Gazzetta del sud del 09.05.20

L'articolo s'ingrandisce cliccandoci sopra.

C.S. Lipari... Una storia a tinte rosso - blu : Una formazione

In alto da sx: Silvio Corrieri, Pino Li Donni, Nino Maggio, Villanti, Franchino Monteleone. Federico Gallo, Pino Caputo, Zanolla (mister)
In basso da sx:  Boltin, Cariello, Marino, Bongiovanni, Sarino Centorrino

Per la foto grazie a Melina China, per la consulenza sui nomi a Massimo Di Franco

Rischia di affondare l'economia delle Eolie. Il servizio di Duilio Calarco del TGR Sicilia.

Leni: Donna positiva al Covid - 19. Lo svela tampone, era asintomatica. Sindaco mette in atto precauzioni.

Una donna residente a Leni, originaria della Bielorussia, rientrata a Salina dal Nord Italia, il 20 aprile, è risultata positiva al Covid - 19. 
La donna, evidentemente asintomatica, non presentava patologia e la positività è stata individuata grazie al tampone.
La donna, da quanto trapela, non appena rientrata si era messa in quarantena ma, alla scadenza della stessa, non ha atteso il risultato del tampone al quale era stata sottoposta, ed è uscita, entrando in contatto con delle persone.
Per questo motivo il sindaco di Leni, Giacomo Montecristo, di concerto con i carabinieri, ha chiuso, momentaneamente, una attività commerciale, dove la donna si era recata, e posto in quarantena, in attesa del tampone, una quindicina di persone con le quali la donna è venuta in contatto. 


Buon Compleanno!

Auguri a Teresa Sarni, Giusy Giardina, Marco Torre, Carlo Aguglia, Santino Belmuda, Maia Antonia Simanschi, Andrea Cortese, Monica Blasi, India Bongiorno.

"La storia delle isole Eolie"...conosciamola attraverso lo storico Giuseppe La Greca. 9 maggio 1095 :Il Constitutum

9 maggio 1095
Il constitutum
Come amava scrivere Luigi Bernabò Brea In vari momenti le Isole Eolie hanno avuto nella storia e nell’economia del Mediterraneo occidentale un’importanza di gran lunga superiore a quello che la ristrettezza del loro territorio e il numero dei loro abitanti potrebbero far supporre.”
Le vicende relative all’occupazione araba ed alla successiva “liberazione” da parte dei Normanni possono apparire avvenimenti lontani, interessanti soltanto per gli studiosi e gli amanti della storia, ma non a Lipari. Le concessioni normanne all’abate Ambrogio nel 1088, soprattutto per la proprietà dei terreni pomiciferi, diedero l’avvio, già nel corso del 1888 e successivamente nel 1911, ad una lite di ampia risonanza tra la Mensa Vescovile ed il Municipio che ha visto il fronteggiarsi di giuristi e storici di grande valore per oltre un ventennio, apportando un contributo importante alla storia medievale delle Isole Eolie (vedi 29 aprile).
Il Vescovo sosteneva che tutti i terreni pomiciferi erano di proprietà della Mensa Vescovile, per concessione normanna, di carattere allodiale, cioè, di proprietà piena e assoluta da parte del beneficiario, mentre i legali del Comune di Lipari sostenevano la tesi della natura feudale, contemplante il solo godimento dei diritti e degli utili che ne derivavano, esclusa l’acquisizione perpetua della proprietà, tesi risultata alla fine vincente.
Ancora qualche anno fa lo status giuridico dei terreni pomiciferi, soggetti all’uso civico di cavar pomice, hanno alimentato scontri e polemiche per la proprietà di dette aree.
Oggi riproponiamo il “constitutum” dell’Abate Ambrogio
Nel nome del Signore Nostro Gesù Cristo: io Ambrogio , abate del Monastero … frati  che  al presente sono … alcuni nomi qui seguono … Sigulfo, W. Ponzio, Si … Gilberto … Vig … di costoro e di altri uomini …, io predetto Abate legittimamente ho ordinato che tutti gli uomini, che in atto trovasi a Lipari e che domandano alla fraternità nostra se essi e i loro eredi siano per sempre esenti da tributi e prestazioni di servizio, tengano in perpetuo, essi e i loro eredi, la terra che io do o i miei successori daranno. Ma a questa condizione : che ciascuno nel settore in cui lavora – in terra o in mare o in altre attività – versi le decime a Dio e a San Bartolomeo.
Stabilisco altresì che, se uno viene con l’intenzione di dimorare e risiedere per tre anni e poi vuole andarsene, abbia la facoltà di vendere legittimamente questa terra agli abitanti del luogo, o di donare tutto ciò che possiede. Ed egualmente, chi soggiorna per un anno avrà la  facoltà di vendere la casa, la vigna (piantata), la cisterna ed altrettali cose, eccetto la terra che gli fu data ai fini del suo  stanziamento qui.
Questa carta è stata scritta il 9 maggio, nell’anno dell’Incarnazione del Signore 1095, Indizione VII. Se qualcuno avesse intenzione di contravvenire a questi ordinamenti, sia anatema. Maranà tha. (Signore, Vieni!).
Di questa decisione sono testimoni: Alberto visconte, Giovanni, fratello dell’Abate, Giovanni guardiano del Castello, Sterino figlio di Durante, Durante Cardone, W. Di Romania, Martino camerario.
+ Signum Ambrosii abbatis (traduzione Giuseppe Iacolino)


Quali furono i motivi che spinsero l’abate Ambrogio ad emanare questa carta costituzionale?
Il constitutum era una sorta di statuto o patto preliminare sulla cui base si sarebbero dovuti successivamente formulare i singoli contratti agrarii.
Il documento rappresenta una forma di “promozione  pubblicitaria” per incentivare la popolazione della vicina Sicilia a trasferirsi a Lipari per  incrementare la popolazione residente.
I doveri dei coloni? Si possono restringere essenzialmente a due:
periodico versamento a Dio e a San Bartolomeo delle decime dei prodotti agricoli e della pesca;
l’obbligo (anche se non specificato) di prendere le armi nella deprecata eventualità di un’incursione che giungesse dal mare.
In pochissimi anni, alla popolazione indigena di Lipari, che parlava ancora il greco, ed erano concentrati nella conca di “Chianu a Reca” Piano Greca (precedentemente chiamata Vulcanello) si affiancano i nuovi arrivati portando la popolazione ad un complessivo di circa mille abitanti intorno all’anno 1100.
Nel corso del 1995, nella ricorrenza dei 900 anni del Constitutum, i quattro Comuni delle Isole Eolie dedicarono una settimana (dal 5 al 9 maggio) di celebrazioni, la prima “Festa di Maggio”. Un grande appuntamento culturale e turistico per riscoprire le Eolie di cui ancora sentiamo la necessità.

Per approfondimenti vedi:
Giuseppe Iacolino, La fondazione della Communitas Eoliana, agli albori della Rinascenza, (1095 -1 995) Aldo Natoli Editore, Lipari, 1995.
Dal “constitutum” alle “controversie liparitane” le chiavi di lettura della storia eoliana nell’ultimo millennio, a cura di Umberto Spigo, Angelo Raffa e Marcello Saija, Quaderni del Museo Archeologico Regionale Eoliano, Messina, 1998.
Vincenzo Consolo, Constitutum: Lipari e le Eolie, Edizioni del Centro Studi, Lipari, 2006.

Da lunedì cambia l'orario di partenza della nave mattutina da Lipari.

L'assessore Luca Chiofalo informa che "Al fine di evitare assembramenti presso la biglietteria di Lipari ,per la concomitante partenza della nave e dell’aliscafo alle ore 07.00, da lunedì 11 maggio e fino a nuova disposizione la partenza in nave da Lipari viene anticipata alle ore 06.30.
Conseguentemente, gli orari dei successivi passaggi sono Vulcano 06,55/07,00 - Milazzo arrivo 08,40.
Rimane, per il momento, invariato il viaggio di ritorno con partenza da Milazzo alle ore 18.30.

Lipari, cedimento strutturale in un edificio della XXIV maggio. Strada chiusa al traffico.


Vigili del fuoco, coadiuvati dai carabinieri, al lavoro, per diverse ore, durante la notte scorsa, per via di un cedimento strutturale che interessa un edificio posizionato sulla sinistra della via XXIV maggio.
A causare il cedimento, anche abbastanza evidente, sarebbero state delle perdite d'acqua nel sottosuolo.
L'importante arteria è stata chiusa al traffico e già da stamattina sono al lavoro gli operai della ditta Bellino. 

venerdì 8 maggio 2020

Associazione Cappero di Salina e Consorzio Tutela del Cappero di Salina preferiscono fregiarsi del riconoscimento Presidio Slow Food Cappero di Salina

Riceviamo e pubblichiamo:
GENTILE DIRETTORE, NELLE QUALITA' DI PRODUTTORI DEL CAPPERO DI SALINA-PRESIDIO SLOW FOOD- LE INVIAMO DA SALINA ALCUNE NOSTRE RIFLESSIONI, NELLA SPERANZA CHE ELLA VORRA' DARCI IL DOVUTO SPAZIO. LA RINGRAZIAMO ANTICIPATAMENTE.

LEGGIAMO CON "PIACEVOLE SORPRESA" DELLA PUBBLICAZIONE SULLA GAZZETTA EUROPEA DEL RICONOSCIMENTO DOP DEL "FAMOSO CAPPERO DELLE EOLIE" .SAPPIAMO BENE TUTTI CHE LA STORIA DELLA PRODUZIONE DEL CAPPERO,CON APPORTO DEL LAVORO DELL'UOMO, AFFONDA LE SUE RADICI SOLO E SOLTANTO NEI TERRENI FECONDI DELL'ISOLA DI SALINA NELLA QUALE ISOLA NASCE LA  PRODUZIONE  DA TEMPI IMMEMORI ANCHE DEL PREGIATO VINO  MALVASIA DOC. DA SEMPRE,INFATTI ,PROPRIO DA SALINA VENIVANO VENDUTI AI COMMERCIANTI LIPAROTI, GRANDI QUANTITATIVI DI CAPPERI SOTTO SALE CHE DIVENTAVANO SUCCESSIVAMNETE CAPPERI DI LIPARI.A TAL PROPOSITO NON SI PUO' NEANCHE DIRE CHE I TERRENI DELLE EOLIE SIANO TUTTI UGUALI, BASTA INFATTI GUARDARE ALLE TERRE POMICIFERE DI LIPARI,O AI TERRENI FORTEMENTE RICCHI DI PRESENZA SABBIOSA DI STROMBOLI,O AI TERRENI DI VULCANO CONNOTATI DA MINERALI NON PRESENTI IN ALTRE ISOLE, QUINDI SETTE ISOLE E MOLTISSIME DIFFERENZE,LE STESSE DIFFERENZE CHE NEL MONDO DEL VINO VENGONO ESALTATE E VALORIZZATE PERCHE CREANO PRODUZIONI VINICOLE MOLTO DIVERSE TRA LORO, INFATTI NON SI PUO DIRE OGGI CHE LE PRODUZIONI DI MALVASIA REALIZZATE NELLE DIVERSE ISOLE SIANO LE STESSE TRA DI LORO..INOLTRE E' DA NON SOTTACERE CHE LA QUALITA' INDISCUSSA DEL CAPPERO DI SALINA PROVIENE DALLA ININTERROTTA TRADIZIONE DELLA PIANTUMAZIONE PER TALEA, COSA CHE NON SOLO STORICAMENTE NON ERA PRESENTE NELLE ALTRE ISOLE, MA CHE SE VIENE INTRAPRESA OGGI CON LE TALEE DI SALINA VOLUTAMENTE PIANTUMATE NELLE ALTRE ISOLE AL FINE DI GIUSTIFICARNE LA QUALITA, OVVIAMENTE SARA' DIVERSA DA QUELLA CENTENARIA CATENA DI PRODUTTIVITA' PRESENTE NEI TERRENI DI SALINA.PER QUESTE RAGIONI, DOPO ATTENTI STUDI SU  QUALITA,PRODUZIONE, E STORICITA' DEL CAPPERO DI SALINA DA OLTRE UN VENTENNIO SLOW FOOD NE CERTIFICA L'IMPORTANZA A LIVELLO MONDIALE INSERENDOLO TRA I LORO PRESIDI.L'IMPORTANZA DEL CAPPERO DI SALINA VIENE ALTRESI' VALORIZZATO ANCHE  DALLE AMMINISTRAZIONI COMUNALI A TAL PUNTO DA CREARE CIRCA 30 ANNI FA ( NON IERI !!) LA SAGRA DEL CAPPERO , MANIFESTAZIONE CHE CON INCONTRI CONVEGNI TEMATICI E DIBATTITI CON PERSONALITA' DI SPICCO DEL MONDO DEL CIBO E DELL'AGRICOLTURA NE HA SEMPRE SANCITO QUALITA' ED UNICITA' RISPETTO AGLI ALTRI PRODOTTI PRESENTI NEL MEDITERRANEO. ED E' LA STESSA COMUNITA' EUROPEA CHE INDICA NEL SUO STESSO DOCUMENTO, fra le culture per l’ottenimento della DOP, il Cappero “Spinoso di Salina”. SE  SI VUOLE POI GUARDARE AI DATI DELLA PRODUZIONE CHE SI LEGGE NEI DIVERSI COMUNICATI ESSERE NELLE EOLIE DI CIRCA 600 QUINTALI , SI EVIDENZIA CHE BEN OLTRE 450 VENGONO PRODOTTI DALLE AZIENDE DI SALINA CHE RIENTRANO DEL PRESIDIO SLOW FOOD, ECCETTO UNA SOLA AZIENDA CHE, NON RIENTRANDO NELLA CERTIFICAZIONE SLOW FOOD,  HA DECISO DI SOSTENERE INVECE LA CREAZIONE DEL CAPPERO DELLE EOLIE DOP. SI  PUO' ANCHE ENTRARE NEL MERITO DEL DISCIPLINARE VOLUTO E CREATO PER L'OTTENIMENTO DEL MARCHIO DOP DELLE EOLIE, CHE STRAVOLGE I FONDAMENTALI USI DELLA TRADIZIONALE PRODUZIONE DEL CAPPERO , INSERENDO NELLO STESSO ARTIFICIOSE NOVITA' CHE NULLA HANNO A CHE FARE CON LA RITUALE PRODUZIONE DEL CAPPERO,( NON SAREBBE LA PRIMA VOLTA BASTI VEDERE L'IGP DEL CIOCCOLATO MODICANO) QUESTE SONO SOLO ALCUNE DELLE FONDAMENTALI  MOTIVAZIONI CHE HANNO PORTATO I PRODUTTORI DEL CAPPERO DI SALINA A NON RICONOSCERSI NELLA RICHIESTA DELLA DOP CAPPERO DELLE EOLIE, RESTANDO CORAGGIOSAMENTE FUORI DA UN CONCETTO DI GLOBALIZZAZIONE CHE NULLA HA A CHE FARE CON LE SPECIFICITA' E DIVERSITA' TERRITORIALI, ESSENDO  PRIVA DI FONDAMENTI CHE POSSANO GIUSTIFICARNE APPUNTO LA CREAZIONE DI UNA DENOMINAZIONE DI ORIGINE PROTETTA!
Per quanto sopra esposto i soci della Associazione Cappero di Salina nonché i soci del Consorzio Tutela del Cappero di Salina che rappresentano quasi la totalità del prodotto dell’ Isola preferiscono fregiarsi del riconoscimento Presidio  Slow Food Cappero di Salina su CUI si è investito da parecchi decenni.