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giovedì 3 settembre 2015

Le donne eoliane, una lezione dal passato (da vvox.it - di Samantha Pegoraro)

Le donne eoliane, una lezione dal passato- Antropologia e questioni di genere tra le sponde dell’arcipelago siciliano
All’alba, Stromboli ha un colore cenere che sembra fatto apposta per contrastare la luce dolce delle prime ore del giorno. Un gioco in chiaroscuro sul quale zampilla l’acceso fuoco del vulcano. Il rumore che increspa le onde è quello delle barche che, piano, si risvegliano dopo una notte di mare, piatto. Un suono sottile e attutito da una strana pace, quella delle Isole Eolie.
La forma dell’arcipelago è quella di una ipsilon, con al centro Lipari, la più grande e popolosa tra le isole. Vulcano, laboratorio di armi per il Marte dei Romani e residenza di Eolo per i Greci. La Salina del Malvasia e dei capperi, la famosa e raffinata Panarea. Poi, la più antica di tutte, Filicudi, meta che sa un po’ di radical chic, scrive l’autrice Stefania Barzini. E l’estremo braccio eoliano, Alicudi. Sette realtà accomunate da quell’origine vulcanica che tinge di nero la sabbia a riva.
Tra queste terre, le donne di mare sono state oggetto di studi antropologici che dagli anni Ottanta, attraverso il lavoro di Macrina Marilena Maffei, hanno permesso di delineare la figura femminile di chi, inconsapevolmente, ha saputo scrivere la storia di una parte dell’Italia. Un pezzo di Sicilia che, forse perché confinato dal Continente, ha scardinato un’impostazione gerarchica e patriarcale.E’ la storia di una realtà insulare che ormai non esiste più, ma che dona alla donna e al suo ruolo un’importante responsabilità per lo sviluppo produttivo ed economico delle Isole. Donne madri, donne gravide sulla spiaggia che non hanno paura di prendere il mare. Donne allevatrici, contadine e pescatrici. Una complessità sottile che ne disegna una centralità celata dalle impostazioni e dai modelli di genere del tempo. Celata dalle stesse ricostruzioni storiografiche, scrive la Maffei.
Interviste e documenti storici degli anni Venti e Trenta narrano di come la donna, seppur inserita in un contesto culturale che ne limitasse le libertà – i matrimoni spesso erano imposti dall’alto e spazi riservati e ben distanti da occhi maschili erano dedicati alle passeggiate sul bagnasciuga delle isolane – fosse padrona del mare, al pari degli uomini. A pescare da sole, una quotidianità che raccontano con la delicatezza di chi sottende una libertà oggi consapevolmente non scontata.
Donne che non aspettano il ritorno dei patriarchi dal mare, ma che nel mare dominavano tra remi, lenze e sciabiche. Donne che – scrive la Maffei – diversamente da una cultura mediterranea che in Europa e in Italia le relagava alla terra, cedendo il passo alla superiorità maschile nel mare, furono invece compagne e protagoniste nella casa di titani e sirene.
E “se jinnuru e fivraru tartucaru” cita un detto popolare, nei mesi di gennaio e febbraio era proprio la donna a pescare con le mani le tartarughe, per poi venderne la carne nella piazza del paese. Storie di una quotidianità del passato. Oggi ritornati sulle isole, cetacei e tartarughe sono oggetto di curiose visite guidate tra turisti appassionati. Tutto cambia.
Dalla terrazza di Acquacalda, mi siedo per godere il ritmico rumore delle onde. Qualche luce vaga solitaria sul quel mare che non si distingue dal cielo nelle notti rese limpide da un Eolo moderno.E’ la barca di un pescatore, o chissà, qualche gruppo di madri e giovani donne si sta divertendo un po’, come un tempo.

Sacrifici di 40 anni in fumo. Parla a meridionews.it, Magda Ziino, figlia del proprietario della casa distrutta dall'incendio a Lami

( Meridionews.it) «È stato uno spettacolo straziante, a me scendono ancora le lacrime a parlarne». Magda Ziino racconta le proprie emozioni, il proprio scoramento dopo aver visto andare letteralmente in fumo, l’altro ieri, la casa del padre, Luciano, pensionato 66enne, nel corso di uno degli incendi che stanno flagellando Lipari. 
La villetta si trova, o si trovava, nella borgata di Lami. Non è l’unica a essere stata danneggiata. La stessa Magda Ziino dovrà provvedere a ricostruire, a causa di un crollo, la sua proprietà, a Monte Pilato. 
 «Anche noi pensiamo sia doloso – conferma Magda Ziino – qui alle isole, agosto e settembre sono diventati i mesi degli incendi e il bello è che non trovano mai i colpevoli. È uno schifo e quest’anno è stato colpito Monte Pilato dove avevamo noi la proprietà. Ora la nostra casa è da ricostruire, già c’è stato un piccolo crollo».
Oltre al danno la beffa, insomma. Anzi, le beffe. Perché sembra che a distruggere la villetta del padre, più che il rogo, sia stata l’acqua salata lanciata dai canadair. Il 66enne, la moglie e le due figlie, che da tempo non vivono più con i genitori, non erano presenti quando le fiamme hanno iniziato a propagarsi: «Abitiamo a Canneto. Quella era una casa di campagna con tutti i terreni coltivati intorno. Mio padre ha perso il lavoro di 40 anni perché quello che non ha bruciato il fuoco lo seccherà l’acqua di mare portata dai canadair».

Incendi e abusivismo zero. I due articoli del nostro direttore sulla Gazzetta del sud di oggi

Lo Cascio: Un ringraziamento ad Art.1...peccato non poter beneficiare del loro contributo in consiglio comunale

Sono lieto di apprendere come l’associazione “Art. 1” sia in grado interpretare la volontà del presidente Crocetta e possa dunque rassicurarci circa le sorti del punto nascita dell’ospedale di Lipari.
Certo, non deve essere facile decifrare i pensieri reconditi del presidente, soprattutto quando una serie di segnali – dagli atteggiamenti ambigui dagli assessori che si sono succeduti nel suo governo fino agli atti aziendali prodotti dalla direzione dell’ASP 5 di Messina – sembrerebbero andare in direzione opposta.
Ma evidentemente gli “articolisti” sono dotati di una capacità di percezione del pensiero presidenziale persino maggiore di quella degli assessori regionali e dei dirigenti dell’ASP, e ciò aumenta esponenzialmente la mia ammirazione nei loro confronti.
Sia chiaro che il diritto alla salute verrà tutelato non a seguito delle battaglie iniziate anni fa con i presidi all’ospedale, delle marce a Palermo davanti alla sede dell’ARS, dei ricorsi al TAR dei cittadini, delle proteste delle mamme, ma grazie all’insistenza degli “articolisti”. Senza di loro saremmo sconfitti in partenza, ed è per questo che voglio ringraziarli sentitamente.
Peccato non poter beneficiare del loro contributo anche in consiglio comunale.
Pietro Lo Cascio (consigliere comunale de La Sinistra)

Al via il 4 Settembre "Spartiti per le Eolie" dell'Ass. Cuturale Euterpe . Il programma della tre giorni

Art.1. Su Punto Nascita...sinistra eoliana in ritardo

Ci sorprende che la sinistra eoliana predisponga un ordine del giorno che andrebbe votato all'unanimità il 15 settembre il cui contenuto è stato già abbondantemente discusso e chiarito in questi ultimi mesi attraverso incontri interlocutori con le parti in causa. 
È nota da tempo la chiara volontà del presidente Crocetta,su nostra insistenza, di tutelare il punto nascita alle isole si è trasformata in atto concreto con la conferenza stato-regioni del 30 luglio e che diventerà realtà attraverso una modifica al piano aziendale già impostato dal dott. Sirna ma operativo solo dopo il 30 settembre. 
Ci sorprende ancora di più l'atteggiamento di tutto il consiglio comunale rispetto ad una questione da noi più volte sollevata della quale però nessuno ne fa menzione. 
Il problema non è solo il punto nascita ma la qualità del servizio che si intende ricevere in tutti i reparti. 
Noi continuiamo ad essere dell'avviso che una classe politica seria e capace debba chiedere con forza professionalità di spessore e di grande esperienza e non medici di primo pelo o figli di papà in cerca di carriera.
Art.1

Migranti anche a Lipari? Lo Cascio interroga il sindaco. Giorgianni: Non è arrivata alcuna richiesta

Al Signor Sindaco del Comune di Lipari e p.c. agli organi locali di stampa 
Oggetto: interrogazione consiliare su accoglienza a migranti nel territorio comunale di Lipari. 
Gentile Sindaco, 
circolano sempre più insistentemente le notizie relative a una risoluzione prefettizia che destinerebbe 160 migranti nel territorio comunale di Lipari, e in particolare nella maggiore isola del comprensorio. A scanso di equivoci, premetto che chi le scrive è un convinto sostenitore delle politiche di accoglienza a favore coloro che cercano rifugio e scampo da scenari di guerra e di persecuzione; tuttavia, in considerazione del numero certamente non trascurabile di unità previste – anche in rapporto all’esigua superficie territoriale del nostro comune – intendo chiederle: 
se Lei è in condizione di confermare o, in caso contrario, di smentire con certezza tale notizia; 
in caso affermativo, per quale ragione non ha portato a conoscenza di questa novità il consiglio comunale, anche in considerazione del fatto che lo stesso si è riunito per ben due sedute nel corso degli ultimi 15 giorni; 
se Lei ritiene che il nostro Comune sia in condizione di offrire adeguati standard di accoglienza per un contingente cospicuo di migranti e, in caso affermativo, attraverso quali procedure e secondo quali modalità; 
in attesa di una Sua cortese risposta, porgo distinti saluti. 
Pietro Lo Cascio consigliere comunale de La Sinistra

NDD - Il sindaco Marco Giorgianni afferma che  nessuna richiesta, in tal senso, è giunta al comune. Smentita anche dalle forze dell'ordine

Il Santo del giorno: San Gregorio Magno

Nome: San Gregorio I, detto Magno
Titolo: Papa e dottore della Chiesa
Ricorrenza: 03 settembre
Protettore di:cantanti, musicisti, papi
Auguri a chi porta questo nome
La Chiesa con molta ragione ha decorato questo santo Pontefice con il titolo di Grande, titolo che egli ha meritato con lo splendore delle sue azioni, con l'eccellenza delle sue virtù e dei suoi scritti. La sua vita segna una delle più belle pagine della storia sia ecclesiastica che civile.
Nacque in Roma verso la metà del secolo sesto. Ebbe mente vasta e profonda, energia veramente romana, attività instancabile e grande amore per il vero e per il giusto: prerogative che egli affinò e soprannaturalizzò nella meditazione e nell'esercizio di una perfetta vita claustrale.
Nelle Gallie i nuovi stati dei Franchi si andavano formando; nella Spagna il regno dei Goti non era ancora ben fermo; in Italia i Longobardi nel pieno disordine della loro immigrazione; in Inghilterra i valorosi Anglosassoni non ancora guadagnati al Vangelo: insomma la Chiesa vedeva che la Divina Provvidenza k affidava questi popoli perché li educasse alla verità de Vangelo, perché li avviasse sulla via della vera civiltà del vero progresso.
S. Gregorio, uomo tutto di Dio, per mezzo dei suo scritti e dei suoi apostoli conquistò alla fede e alla morale cristiana questi nuovi popoli, mentre la sede d Roma era circondata dalle spade nemiche.
Le ordinazioni, le prescrizioni, i moniti e le sentenze in materia di diritto, e le sue innumerevoli lettera recarono vera luce nella educazione dei popoli e furorn guida sicura anche negli affari più complicati e difficili.
I suoi scritti andavano a ruba tra il popolo, sia per l'argomento sempre di attualità e magistralmente trattato, sia per l'unzione celeste che spirava da ogni pagina, sia per lo stile semplice e confidente, proprio d un padre, che parla ai suoi figli ancora bambini.
Ma l'attività di S. Gregorio si estese anche largamente ai bisogni della Chiesa di Oriente. Prima di tutto combatté il bizantinismo del regime di Costantino poli, poi ne rintuzzò la smoderata vanità dei suoi patriarchi. Con invitta pazienza ed umile carità, ma con pari forza, dileguò le tendenze di separazione dalla Chiesa di Roma, e ritardò cosi per più secoli lo scisma greco.
Per opera di questo Pontefice scomparvero i funesti residui di superstizione e di culto idolatrico, si dileguarono le eresie che, sebbene più volte sconfitte, tentavano tuttavia di infiltrarsi nella nuova vita dei popoli.
Per le esperienze che S. Gregorio aveva delle cose di mondo, intervenne egli stesso alla difesa di Roma assalita dai nemici, protesse le regioni d'Italia minacciate dalla guerra e mandò istruzioni agli ufficiali sprovvisti di direttive e abbandonati a se stessi dal governo centrale.
In questo modo S. Gregorio pose i primi fondamenti dell'autorità temporale dei Papi.
S. Gregorio si addormentò nel Signore, ricco di meriti, il 12 marzo dell'anno 614.

PRATICA. — Il Papa è il dolce Cristo in terra: a lui dobbiamo amore, fedeltà, ubbidienza, preghiera. 

PREGHIERA. — O Dio, che hai concesso i premi del-l'eterna beatitudine al tuo servo Gregorio, concedi pro-pizio a noi, che giacciamo sotto l'incubo delle nostre colpe, la grazia di essere da te sollevati per le sue preghiere.
Altri santi e venerazioni di oggi:

- Sant' Aigulfo (Aigolfo) di Lerins
Abate

- Beati Andrea Abel Alricy e 71 compagni
Martiri della Rivoluzione francese

- Sant' Ausano di Milano
Vescovo

- Beato Bartolomeo Gutierrez e compagni
Martiri

- Santa Basilissa di Nicomedia
Vergine e martire

- Beata Brigida di Gesù Morello
Fondatrice

- San Crodegango di Seez
Vescovo

- Santa Febe (Phoebe)
Coadiutrice di s. Paolo

- Beati Giovanni Battista Bottex, Michele Francesco de la Gardette e Francesco Giacinto le Livec de Tr
Martiri della Rivoluzione francese

- Santi Giovanni Pak Hu-jae e compagni
Martiri

- Beato Guala di Brescia
Vescovo

- San Mac Nisse
Vescovo

- San Mansueto di Toul
Vescovo

- San Remaclo (Rimagilo) di Stavelot
Abate

- San Sandalio di Cordova
Martire

mercoledì 2 settembre 2015

LA SINISTRA EOLIANA ILLUSTRA ORDINE DEL GIORNO PRESENTATO OGGI SU SANITÀ E PUNTO NASCITA DELL’OSPEDALE DI LIPARI.

COMUNICATO STAMPA DELLA SINISTRA EOLIANA SU ORDINE DEL GIORNO SANITÀ E PUNTO NASCITA DELL’OSPEDALE DI LIPARI.

Nel corso della seduta odierna del consiglio comunale, il consigliere Pietro Lo Cascio ha presentato un ordine del giorno – elaborato da un gruppo di lavoro e grazie a molteplici contributi – sull’argomento “Discussione sullo stato della sanità nelle Isole Eolie”, introdotto durante la scorsa seduta a seguito della presentazione del controverso atto aziendale da parte della direzione dell’ASP 5 di Messina; lo stesso documento è stato ampiamente condiviso e sottoscritto da tutti i rappresentanti di maggioranza e minoranza presenti in aula, che hanno dimostrato un’apprezzabile sensibilità verso il delicato e importante tema che riguarda le nostre comunità. 
Non si è tuttavia proceduto alla votazione, rimandando la stessa a un prossimo aggiornamento dei lavori consiliari (il 15 settembre), alla luce delle prossime interlocuzioni tra l’amministrazione comunale, l’Assessorato regionale competente e il Ministero della Salute e delle eventuali integrazioni che potrebbero conseguentemente rendersi necessarie.
In sintesi, questi sono i punti salienti dell’ordine del giorno: 
in accordo con il D.A. 14/01/2015 “Riqualificazione e rifunzionalizzazione della rete ospedaliera-territoriale della Regione Sicilia” pubblicato sulla G.U.R.S. il 23/01 c.a., l’Ospedale di Lipari deve essere dotato di PUNTO NASCITA; nelle more dell’ottenimento della relativa deroga alle originarie previsioni del Ministero della Salute, l’ASP di Messina deve pertanto garantire concretamente la possibilità di eventi nascita per gravidanze a basso rischio nell’isola di Lipari, analogamente a quanto fatto dall’ASP di Trapani per il Punto Nascita di Pantelleria (l’unico finora “salvato” dalla “riforma” che ha coinvolto i PN su scala regionale);
nei Presidi di continuità Territoriale delle isole di Alicudi, Filicudi, Panarea, Vulcano, Stromboli e di Ginostra nell'isola di Stromboli deve essere garantita la presenza di due medici H24 per almeno i sei mesi della stagione estiva; occorre inoltre programmare corsi di aggiornamento del personale destinato nelle isole alla luce dell’ampia casistica cui lo stesso è chiamato a fare fronte;
negli stessi Presidi, si deve procedere alla revisione e alla sostituzione degli automezzi (anche a trazione elettrica, nei casi di Stromboli e Panarea) a servizio del personale medico; alla revisione e alla sostituzione delle ambulanze presenti all'interno delle singole realtà; all'inventario e all'adeguamento della dotazione di attrezzature mediche che, nella maggior parte dei casi, appare carente, anche alla luce delle segnalazioni che provengono dalle singole isole. 
negli stessi Presidi si deve riattivare il servizio di Telemedicina; 
presso l'ospedale di Lipari deve essere garantita la presenza dell'ortopedico almeno tre volte la settimana durante il periodo invernale e giornalmente durante il periodo estivo; 
presso l’elisuperficie di pronto soccorso di Lipari adiacente l'Ospedale deve essere realizzato un “gate” che dal 1° piano dell'edificio permetta di giungere rapidamente alla pista, mediante un terminale mobile che consenta l'avvicinamento in sicurezza all'elicottero; 
alla luce di quanto sopra proposto, l'atto aziendale prodotto dalla direzione dell’ASP di Messina e fortemente controverso deve essere sostanzialmente rivisto e corretto, anche in considerazione dell’intesa sulla proposta del Ministro della Salute di deliberazione del Cipe relativa all’assegnazione alle Regioni della quota accantonata sulle somme vincolate, ai sensi dell’articolo 1, commi 34 e 34bis, della legge 23 dicembre 1996 n. 622, alla realizzazione degli obiettivi del Piano Sanitario Nazionale 2006 – 2008 per la realizzazione di progetti in tema di ottimizzazione dell’assistenza sanitaria nelle isole minori e nelle località caratterizzate da eccezionali difficoltà di accesso, a valere sul FSN 2011-2012-2013 approvato in sede di Conferenza Stato-Regioni il 30 luglio 2015 (codice sito: 4-10/2015/45) con un fondo complessivo di 26 milioni di euro da ripartire fra Sicilia, Toscana e Veneto;
l'amministrazione comunale e l'ASP di Messina devono predisporre un protocollo perché si possa consentire l'atterraggio in sicurezza all'interno del campo di Calcio “F. Monteleone” di Lipari o individuare un sito alternativo dove consentire l'atterraggio in emergenza nei casi di inoperatività dell'elisuperficie di pronto soccorso.
Nella convinzione di avere operato a tutela del diritto alla salute dei nostri concittadini e nella certezza che non sia ancora troppo tardi per ottenere precise garanzie e una sostanziale revisione del percorso finora affrontato dalla direzione dell’ASP di Messina, la Sinistra ringrazia nuovamente quanti hanno collaborato alla stesura del documento e quanti hanno ritenuto di condividerlo, auspicando che lo stesso venga approvato senza esitazioni nel corso della seduta del prossimo 15 settembre.

 La Sinistra eoliana

Il PD di Stromboli...la tassa di sbarco..e gli otto quesiti al sindaco Giorgianni

Comunicato stampa 
Leggiamo dai media le dichiarazioni del Sindaco a corredo del nostro esposto in Prefettura sulla pericolosità ed il danno apportato da un non regolamentato flusso di turisti occasionali. 
Invece di entrare nel merito e prendere posizione spiegando come intenderebbe risolvere i problemi, per il Sindaco tutto è fermo perché non è stata autorizzata la normativa sull’adozione di una tassa di sbarco. 
Al di là del risibile distinguo tra tassa di sbarco o tassa di soggiorno (trattandosi di isole l’unico modo per soggiornare è sbarcare, indipendentemente dal tempo di permanenza) non riteniamo assolutamente congrua la sua risposta. 
I soldi sono una cosa importante nell’amministrazione e non chiediamo certo di aumentare il debito, ma le questioni si affrontano anche organizzandole. 
Se volesse rispondere concretamente gli rammentiamo alcune cose che andrebbero dette (meglio se scritte): 
• Concretamente, cosa ha fatto per sbloccare questa situazione di stallo sull’approvazione della normativa? 
• Cosa farebbe con quei 5 euro? Quanta parte sarebbe davvero impiegata (quindi quali iniziative) per migliorare le condizioni ricettive di Stromboli? 
• Come intende organizzare l’ordine pubblico (gestione dei flussi) e lo smaltimento dei rifiuti organici dei turisti occasionali che al momento inquinano il territorio di Stromboli mare incluso con importante danno ai residenti ed al turismo stanziale? 
• In quale rapporto è con la Protezione Civile (speriamo buoni) per farsi dire qual è, stante le attuali condizioni di sicurezza, il flusso orario massimo che può sostenere l’isola? 
• Se già lo sa (e lo dovrebbe sapere), perché non chiede alle forze di controllo dei porti di imbarco di farlo rispettare? 
• Perché non obbliga i barconi a rispettare gli orari di attracco dei servizi aliscafo evitando delle sovrapposizioni dannose e pericolose? 
• Perché non si preoccupa di rendere libera la più importante via di fuga (al pontile) occupata stabilmente da ogni tipo di ambulante (oramai fisso)? 
• Perché non rende pubblico ai cittadini, attraverso la Circoscrizione, il piano di sicurezza, da lui citato, a cui ci si dovrebbe adeguare in caso di calamità, sostenendo, promuovendo e coinvolgendo le associazioni civiche che già operano sull’isola? 
Il coordinatore del PD Stromboli 
Claudio Utano

Altro che boom. Con questo tipo di turismo rischiamo di implodere. Il punto di vista di Luca Chiofalo

(di Luca Chiofalo) La parola che più ha risuonato in quest’estate calda e umida come poche altre è “boom”.
Usata per indicare una crescita a due cifre -che i dati ufficiali dovranno confermare- del movimento turistico verso le Eolie, ha coperto e rischia di coprire per il futuro l’irragionevolezza suicida della nostra (non) politica turistica e i nodi sempre più intricati della sostenibilità ambientale del turismo “invadente” a cui strizziamo l’occhio.
Sostengo, senza timore di smentita, che l’incremento di presenze e arrivi non abbia portato incrementi significativi di “ricchezza” per le isole, e ciò perché a crescere di numero sono solo i turisti “mordi e fuggi” e “low badget” -cioè con bassa capacità di spesa- e le attività che si rivolgono a dette tipologie.
Se immaginiamo un futuro in cui souvenir, cartoline, pizza e alcolici la faranno da padroni, con invasione per terra e per mare di turisti da sballo o da “3 isole in un giorno”, siamo sulla strada giusta.
Altrimenti, se vogliamo essere all’altezza del patrimonio immeritatamente ereditato, cominciamo a discutere di come difendere e valorizzare un territorio unico al mondo: perché è possibile, viste la bellezza naturale, la storia e le tradizioni uniche delle Eolie, portare a casa una “pagnotta” più grande senza svenderci, come stiamo facendo, ad un turismo in larga parte “sguaiato” e miserello.
Le isole più piccole come Stromboli e Panarea cominciano a rendersi conto di non poter sostenere queste estive invasioni barbariche, ma anche Lipari non può reggere simili flussi non regolamentati.
Gli strumenti per “difenderci” e qualificare la nostra offerta ce li potrebbero offrire la prestigiosa appartenenza alla “World Heritage list” dell’Unesco, la realizzazione di aree protette per terra e per mare, ecc., ma condizione essenziale è capire la convenienza e la necessità di abbracciare convintamente un processo di valorizzazione e “protezione” delle nostre isole, evitando di considerare, irresponsabilmente, ogni percorso di tutela come un limite imposto dall’alto. 
Questi dovrebbero essere i temi in cima all’agenda politica locale, ma pare, per nostra sventura, siano argomenti da evitare… 
CORDIALMENTE
LUCA CHIOFALO

Inferno di fuoco a Lipari, distrutta una casa. L'articolo del nostro direttore sulla Gazzetta del sud di oggi

SALVATORE SARPI
LIPARI
Questa volta i piromani che stanno mettendo a “ferro e fuoco” Lipari l’hanno fatta davvero grossa. 
Una casa di campagna di circa 60 metri quadrati, di proprietà della famiglia di Luciano Ziino. letteralmente carbonizzata è il riscontro più evidente al poderoso incendio, sulla cui natura dolosa ci sono pochi dubbi,  sviluppatosi ieri mattino nell’isola e che ha interessato la frazione di Lami. 
Un rogo, questo della casa, sviluppatosi, dopo qualche ora che le squadre a terra e i canadair avevano completato le operazioni. Probabilmente - questa sembra essere l’ipotesi più accreditata - qualche tizzone, sotto la spinta dell’aria smossa dai Canadair, è penetrato all’interno della casa e, dopo aver covato, trovando “terreno fertile” in ciò che si trovava all’interno, ha generato l’incendio. 
Nulla hanno potuto fare i pompieri, ritornati sul posto dopo che è scattato l’allarme. Tra l’altro la stradina alquanto stretta ed impervia non ha consentito l’accesso all’autobotte e i vigili del fuoco hanno dovuto agire a forza di braccia e secchi d’acqua.  
Ma il bilancio poteva essere ancora più pesante considerando che le fiamme, sviluppatesi alle pendici del Monte Pelato, hanno, a più riprese, lambito altre abitazioni, generando apprensione e paura tra gli occupanti. 
C’è voluto tutto l’impegno dei vigili del fuoco, della squadra antincendio della forestale,  degli stessi residenti, per evitare che le fiamme potessero penetrare all’interno anche di queste case. In quei concitati frangenti il caposquadra dei pompieri, Aurelio Coglitore e i suoi uomini, hanno compiuto “mezzi miracoli” rimuovendo all’ultimo istante alcune bombole di gas, copertoni ed altro materiale altamente infiammabile. Materiale che, se investito dalle fiamme, trovandosi praticamente vicino alle abitazioni, avrebbe generato una situazione altamente pericolosa. 
Oltre alla casa della famiglia Ziino vi è da evidenziare però che, nel rogo di Lami, sono andate distrutte alcune strutture precarie a servizio di immobili e terreni. In fumo anche diversi ettari di vegetazione spontanea e alcune colture agricole. Ingenti i danni. 
Come anticipato a supporto delle squadre a terra sono intervenuti i canadair dei vigili del fuoco. I due velivoli hanno “bombardato” con un centinaio di lanci di acqua salmastra il fronte del fuoco, agendo nelle zone più impervie e non raggiungibili da terra. 
Durante l’incendio un operaio della squadra antincendio della Forestale è stato colto da malessere e si è reso necessario l’intervento dell’ambulanza del 118. Non potendo il mezzo di soccorso raggiungere la zona dove si trovava l’uomo si è reso necessario l’intervento, per il trasporto in barella, da parte dei suoi colleghi e dei vigili del fuoco.  Pompieri che, qualche minuto prima, avevano rischiato grosso a loro volta. Un albero, alto una decina di metri,  investito dall’acqua lanciata da uno dei canadair, si è spezzato. Solo la prontezza di riflessi da parte dei vigili del fuoco che si trovavano nei pressi ha evitato che gli finisse addosso. 
A Lipari si tratta del quinto incendio nel giro di soli tre giorni, sicuramente il più vasto e pericoloso. Si ripete, purtroppo, un assurdo “rituale” che vede, ogni anno, di questi tempi, i piromani dare fuoco a “macchia di leopardo” restando, purtroppo, impuniti.