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martedì 19 maggio 2015

Disoccupati Pumex e Cgil in pressing sulla Regione. L'articolo della Gazzetta del sud di oggi

I lavoratori della ex Pumex di Lipari e la Cgil Funzione pubblica di Messina hanno fatto sentire la loro voce ieri a Palermo presso l’Assessorato regionale ai Beni culturali. I lavoratori della ex Pumex hanno chiesto il rispetto degli impegni assunti e non mantenuti dai governi regionale e nazionale per la loro ricollocazione prevista dalla convezione Unesco, allorquando furono chiuse le cave di pomice a Lipari: condizione essenziale per l’inserimento delle Isole Eolie nella lista dei siti Patrimonio dell’Umanità.
I lavoratori sono stati ricevuti dall’assessore ai Beni culturali, Purpura, e dal capo di gabinetto Vaccaro, e sono stati presi impegni chiari per la convocazione di un tavolo tecnico interassessoriale, alla presenza dei direttori generali Corsello e Morale per chiarire la reale collocazione giuridica dei lavoratori al Comune di Lipari e individuare il percorso per la fuoriuscita da uno stato di precariato non più tollerabile.
«I lavoratori che continueranno a prestare la propria attività al Comune di Lipari, ai sensi dell’articolo 6 comma 12, della Legge di Stabilità 2015 della Regione Sicilia, con il rifinanziamento totale per un ulteriore anno, devono uscire dalla condizione di lavoratori fantasma», dichiarano Clara Crocè, segretario generale della Fp Cgil e Francesco Fucile, segretario Autonomie locali Fp Cgil, «e gli uffici delle Direzioni regionali competenti devono chiarire una volta per tutte quale qualificazione giuridica hanno questi lavoratori».
Nel corso della riunione è stato definito un percorso, che i comuni eoliani dovranno seguire, entro sei mesi, affinché si crei un comitato di gestione per l’attuazione del piano relativo al sito Unesco delle Eolie. «La Fp Cgil adotterà ogni iniziativa per fare in modo che la Regione in tempi ristrettissimi convochi le parti ad un tavolo tecnico». L’assessore Purpura nei giorni ha convocato le amministrazioni locali siciliane in cui ricadono i siti Unesco, ben sei, nessuno dei quali s’è ancora dotato di un comitato di gestione.

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