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lunedì 3 giugno 2013

Scossa sismica nel distretto delle Eolie

Alle ore 14:13 una scossa di magnitudo 2.3 è  stata registrata nel distretto sismico delle Isole Eolie. 
Il sisma si è verificato in mare ad una notevole profondità..
 L’ipocentro è stato individuato dall’Ingv alla profondità di 128.1 chilometri. 
L'evento tellurico non è stato avvertito dalla popolazione e non ha causato danni
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C’È L’OK, NUOVE STRADE: SARÀ UNA SICILIA VELOCISSIMA

Sarà una Sicilia ancora più veloce. Una Sicilia che vola di più, con l’aeroporto di Comiso, ma che si potrà muovere più facilmente anche sull’asfalto. Una vera svolta nelle infrastrutture dell’Isola. Perché negli ultimi giorni le strade regionali incassano tre fondamentali “sì”. C’è l’annuncio: sono salvi i fondi Nord-Sud, la cosiddetta strada ‘dei due mari’, una lingua di asfalto dalla tormentata storia. Così chiamata perché dovrebbe collegare la Sicilia dall’estremo nord di Santo Stefano di Camastra all’estremo sud di Gela. Si tratta di fondi Fas. Crocetta ha dato l’ok al progetto definitivo. La dorsale  dei due mari (Tirreno e Canale di Sicilia ) costituisce un intervento tra i più qualificati e strategici  dell’intero sistema dei trasporti regionali.
L’altra novità è che si è sbloccato anche il progetto riguardante il potenziamento dei collegamenti stradali con l’aeroporto di Comiso tra la statale 115 e la statale 514. La Commissione Lavori Pubblici all’Ars, infatti, ha dato l’ok approvando il progetto per un importo complessivo di 115 milioni di euro. Presto la firma della convenzione e fondi per il collegamento con l’aeroporto. Con i primi 30 milioni di euro dei fondi Pac e con i 16 milioni di euro messi a disposizione come cofinanziamento dalla Provincia regionale si potrà dunque pensare al primo stralcio. Gli altri soldi arriveranno dai fondi comunitari.
Ma la Sicilia sud-orientale incassa un altro “sì”. E’ tutto ok per la Catania-Ragusa. Fugati i dubbi che aleggiavano sul raddoppio della 514. Il raddoppio della strada statale si farà. E’ quanto emerso dall’incontro in prefettura a Ragusa al quale hanno preso parte Mauro Coletta del ministero delle Infrastrutture, il dirigente generale del dipartimento Trasporti della regione Sicilia Vincenzo Falgares e Maurizio Trainiti del Cas. Lo schema di convenzione sarà firmato entro la fine dell’anno, mentre per quanto riguarda la Siracusa-Gela, saranno completati entro il 2015 i lotti 6 e 7 da Rosolini a Modica; il lotto 8, che riguarda due viadotti, sarà completato successivamente, comunque entro i termini contrattuali.

ARS, QUOTA DI GALLEGGIAMENTO: L’AGENDA FANTASMA DEI BISOGNI

C’è un’agenda virtuale dei bisogni che non riesce a diventare agenda politica: l’Assemblea regionale siciliana è in ritardo su questioni di grande rilevanza politica ed istituzionale. Pur essendo il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, animato delle migliori intenzioni, l’attività del Parlamento regionale s’inceppa e misura il suo ritardo con la realtà “esterna” al Palazzo. La sua attività è segnata da un regolamento interno vetusto, antecedente alla riforma costituzionale che ha introdotto l’elezione diretta del presidente della Regione e modificato i criteri di nomina dei membri del governo. L’Assemblea è stata privata di prerogative importanti, come l’elezione del presidente e degli assessori, ed ha perduto l’esclusività della rappresentanza, perché il presidente può chiamare al governo anche coloro che non siedono nei banchi di sala D’Ercole.
Il regolamento è rimasto al palo, e l’Assemblea difende con i denti funzioni minimalistiche, come l’esame dei contributi regionali, rinunciando a funzioni che gli sono proprie, demandate all’esecutivo. Piccolo cabotaggio clientelare piuttosto che un lavoro legislativo di qualità, che concederebbe maggiori dividendi in termini di consenso e buone pratiche. Ma questo non è l’unico, seppur rilevante, ritardo.
Nei giorni scorsi una sentenza del Tar ha condannato al pagamento di diecimila euro l’Assemblea regionale perché non ha deciso in tempi accettabili sulla decadenza di un deputato incompatibile. La Commissione per il regolamento, in linea con una antica tradizione, ha allungato all’infinito i tempi, e il Parlamento è stato punito. Non è certo il costo dell’omissione a creare problemi, c’è tuttavia in questa riluttanza la prova della permanenza di un anacronistico spirito di corpo: il rispetto delle norme viene “sacrificato” alla “casta”, che rimane al di sopra di tutto e tutti. Il danno d’immagine è notevole.
L’agenda istituzionale ha tanti altri “buchi”: la trasparenza, ancora solo formalmente scelta ed accettata;la farraginosità e la modesta qualità delle leggi, sprovviste di lavoro preparatorio, ricerche, studi ed analisi di impatto, i costi elevati della politica.
Quella condotta per la trasparenza è una battaglia subdola ed insidiosa, perché il potere di andare a fondo delle cose è demandato ad una burocrazia che, corpo super-privilegiato, adotta ogni strumento per impedire passi avanti concreti e reali. Basti ricordare l’episodio più eclatante: il presidente dell’Ars ha voluto che le riunioni del Consiglio di presidenza, l’organo che decide su tutto e tutti, fossero raccontati on line ed i verbali finalmente resi pubblici. Ebbene, la “rivoluzione” c’è stata, ma i verbali sono incomprensibili, al pari delle leggi, perché rimandano a provvedimenti, decreti, norme legislative, commi ed altro che rendono oscuro il testo. Basterebbe semplicemente rendere “cliccabili” tutti i “rinvii” agli atti, ottenendo così il testo del provvedimento richiamato, per offrire trasparenza alle decisioni.  Ma nessuno vuole farsi strappare il monopolio delle informazioni, senza il quale il controllo reale delle istituzione da parte dei cittadini (e degli stessi parlamentari sulle scelte che compiono) passerebbe di mano, dalla burocrazia superprivilegiata alla  rappresentanza istituzionale prima ed all’opinione pubblica successivamente.
I sacerdoti  delle regole hanno sempre dettato legge dagli albori dell’umanità. Se gli emolumenti concessi alle figure apicali della burocrazia – non ci riferiamo unicamente all’Assemblea – sono astronomici, è segno che la bilancia continua a pendere dalla stessa parte.
Altri temi in perenne stand by: l’assenteismo di sala D’Ercole e nei lavori delle Commissioni legislative, il recepimento del decreto Monti sui tagli dei costi. Un tema quest’ultimo affrontato da Ardizzone lo stesso giorno in cui è stato eletto. Il Parlamento regionale ha deciso di affidare ad una Commissione l’applicazione della norma, come capita quando non c’è una volontà politica reale di affrontare e risolvere una questione. Il bilancio interno dell’Ars, va ricordato, per la prima volta ha subito una inversione di tendenza dopo anni di chiacchiere, che hanno raggiunto nella legislatura precedente –  presidente Cascio imperante – il culmine a causa di un costante richiamo ai risparmismentito da costi sempre alti e bilanci sempre in rosso. Si è risparmiato l’otto per cento, mentre la Regione ha dovuto tagliare il venti per cento delle risorse.
Assenteismo e costi della politica, trasparenza e regolamento interno vetusto, superprivilegi della burocrazia: quando saranno affrontati, e come? L’attività parlamentare sconta le difficoltà politiche di ogni maggioranza e di ogni opposizione, “liquide” come sempre, ma subisce una tendenza alla conservazione di un Parlamento, la cui lungimiranza è ridotta al lumicino.

Black out a Ginostra di Stromboli: una cittadina tedesca si rivolge alla Merkel

La centralina fotovoltaica di Ginostra nell’isola di Stromboli, nelle Eolie, è vecchia e spesso non funziona. ”Abbiamo richiesto l’aiuto della Regione e del governo nazionale, ma siamo abbandonati al nostro destino. Non ci resta che lanciare un appello ad Angela Merkel”.
Così la cittadina tedesca Karol Hoffman, che insieme a una decina di connazionali da oltre 30 anni vive a Ginostra, piccolo borgo di Stromboli, raggiungibile solamente dal mare. ”Ogni anno – dice la signora Hoffman – i tedeschi che affittano le nostre casette sono circa 200. E’ giusto quindi che la Merkel abbia anche un occhio di riguardo, attraverso l’Ue, per questo lembo di terra che nonostante la sua bellezza e l’unicità, continua a essere dimenticato dal mondo. Colgo anche l’occasione per invitarla a Ginostra: invece della solita Ischia venga qui, le faremo trascorrere una vacanza indimenticabile anche con un tour sull’asinello (e’ l’unico mezzo di trasporto) del mio compagno Ullie Stolgies”.
Nell’elenco degli interventi ci sarebbero anche la sistemazione di alcuni sentieri e il restauro della chiesetta ”che cade a pezzi”, dice Hoffman.

Precisazioni della Dott.ssa Mazziotta sul suo incarico in Ecosviluppo Eolie

Per visualizzare la lettera con le precisazioni della dottoressa Mazziotta cliccate su questo link http://www.comunelipari.gov.it/images/Chiedete/Mazziotta.pdf

Ancora una risposta del portavoce Giacomantonio a Silvano Saltalamacchia

Per visualizzare il testo e i documenti cliccare su questo link http://www.comunelipari.gov.it/images/Chiedete/Saltalamacchia%203%20giugno.pdf

Sidoti torna a "solleciare" il portavoce Giacomantonio

Caro Michele e Portavoce del Sindaco
ho visto la tua risposta solo oggi in merito alle ultime mie domande rimaste inevase.
Per quanto attiene Ecosviluppo Eolie ad oggi al Registro delle Imprese risulta che il CDA e' composto da tre membri e tra questi la Dott.ssa Mazziotta.
Ci sono pareri diversi della Cassazione a tal proposito. Dalla mia esperienza gli amministratori restano in carica fino alla nomina dei nuovi componenti in Assemblea ed hanno efficacia dal momento della annotazione di tale adempimento presso il Registro delle Imprese.
Non mi sorprenderei che per la prossima assemblea della EcoSviluppo Eolie gli stessi vengano convocati da parte del Presidente anche in relazione agli adempimenti di legge ancora non sottoposti all'assemblea e per i quali i soci chiederanno lumi.
Per quanto riguarda i curriculum vitae degli assessori non ho ad oggi alcuna traccia. Pensavo che la loro pubblicazione fosse più rapida, tenuto conto che alcuni elementi, svolgendo attività  in ambito pubblico ed internazionale, dovrebbero averlo sempre a portata di mano.
Mi rendo conto che ci sono impegni in questi giorni più importanti e urgenti.. mi riferisco in particolare la questione depuratore sulla quale anche io nei prossimi giorni esporrò il mio pensiero. Forse questo argomento e' stato preso sotto gamba? Sicuramente la questione legata alla amministrazione di Pelaggi influisce negativamente.
Ritornando all'argomento trasparenza, a me molto caro, ti volevo solo precisare che le amministrazioni pubbliche devono pubblicare i dati relativi a chi riveste incarichi politici. 
In particolare vanno divulgate le informazioni sui compensi di qualsiasi natura connessi alla carica, i viaggi e le missioni pagate con fondi pubblici, le dichiarazioni dei redditi (comprese quelle del coniuge e dei parenti entro il secondo grado, che, pero', devono dare il loro consenso; l'eventuale NO deve essere indicato), gli incarichi pagati con soldi pubblici.

Naturalmente incarichi pubblici significa, Giunta, Consiglio Comunale, Commissioni, Consulenti etc etc. Questo naturalmente secondo me. Ma attendo un sua autorevole interpretazione.
Dimenticavo il tema trasparenza coinvolge anche chi ricopre incarichi di vertice ovvero i dirigenti.
Ti ricordo che il cittadino mediante l'uso dell'accesso civico può chiedere ed ottenere la pubblicazione dei dati "gratuitamente" e senza indicare "alcuna motivazione".
Angelo Sidoti

Le Eolie e le date da ricordare (rubrica a cura del dottor Giuseppe (Pino) La Greca)

3 Giugno 1719
L’ultimo assedio a Lipari
 Nella parte seconda del volume “Diario di tutto quello successe nell'ultima guerra di Sicilia dal giorno 21 maggio 1719 sino 9 maggio 1720” predisposto da “un curioso e veridico palermitano” viene riportata la battaglia per l'occupazione di Lipari, combattuta nei primi giorni del mese di giugno 1719. L'episodio si inquadra in una delle tante battaglie combattute nel corso della Guerra della Quadruplice alleanza, il conflitto bellico che ha visto il regno di Spagna contro Inghilterra, Francia, Austria ed Olanda, che si erano alleate per il predominio sul mare Mediterraneo. Il conflitto durò dalla fine del 1717 sino all'inizio del 1720. Questa la cronaca dello scontro per l'occupazione di Lipari.
 Mese di giugno (1719)
 Alle prime ore del 1 giugno un corpo di spedizione al comando del Tenente Maresciallo Barone di Sekendorf prende il mare per dirigersi verso Lipari, ma ha causa del vento contrario soltanto verso la serata la flotta, composta da due navi da guerra inglesi e da quattro galere napoletane arriva in vista dell’isola eoliana.
Nella mattinata del 2 giugno le truppe sbarcano sull’isola, l’autore del diario non dice dove,  limitandosi a riferire che hanno “preso posto avantaggioso nell'isola, per poscia facilitare il buon successo dell'impresa”. Lo scopo dell’attacco al Castello e città di Lipari era vitale perché una volta occupata la fortezza “sarebbesi levato questo ostacolo al nostro commercio, e si haverebbe liberamente trasportato dal Regno di Napoli e dalla Calabria i viveri per la sussistenza della nostra armata.
 Il 3 giugno iniziano i bombardamenti che si protraggono sino a primo pomeriggio mentre le truppe assedianti si attendono il successo dell’impresa.
Il 4 giugno, il Maresciallo Sekendorf, comunica al quartier generale che “l'isola di Lipari, dopo la resistenza di due giorni” si era arresa “a discrezione” con l’intera guarnigione spagnola, composta da duecento soldati.
Nel corso degli scontri gli assedianti subiscono la morte di dieci uomini, ottanta feriti, e gli ufficiali, tenente colonnello Valuas Barone de Valus, e il tenente colonnello del reggimento di Lorena signor Roost.
Il bottino di guerra viene quantificato in 22 pezzi d’artiglieria.
 Il 5 giugno parte della flotta rientra a Messina, mentre l’Ammiraglio rimane a Lipari, con due compagnie di granatieri ed una guarnigione  di 300 uomini agli ordini del sergente maggiore Formentini, per ripartire subito dopo con i prigionieri spagnoli.
Il narratore parla anche della popolazione affermando che i Liparoti,sul principio fecero quei naturali qualche resistenza” riuscendo ad impedire, in un primo momento, lo sbarco delle truppe. Proseguirono, dopo lo sbarco, la resistenza, ma progressivamente vengono spinti verso Piazza Mazzini, dove il corpo di spedizione pianta le batterie e qualche “mortaro”.
Il racconto prosegue, affermando che “ dopo uno e l'altro tiro conobbero il proprio svantaggio, ed esposto il segno di pace chiesero a' nostri capitulazione. Varie furono le loro pretese, ma finalmente obbligati dalla forza e risoluto procedere del nostro attacco si resero alla discrezione del vincitore.”.
Gli austriaci, occupata Lipari, definita: piazza ben fortificata, provvista d'ogni cosa necessaria e capace ad una buona difesa, il di cui acquisto assicurò una volta la navigazione e il libero commercio dei due Regni di Napoli e Sicilia – tranquillizzarono la popolazione, alla quale fu “accordata la vita e le sostanze.

 Nel corso dell’anno 1720, sconfitti gli spagnoli dalla Quadruple Alleanza (Francia, Olanda, Inghilterra e Austria), gli Asburgo d’Austria ricevettero la Sicilia dai Savoia in cambio della Sardegna. Ma anche questa dominazione austriaca, come già quella sabauda, durò poco (14 anni).
Da Eolienews auguri a Rosa Mandarano e a Marino Todaro

LA REGIONE A ROMA E BRUXELLES PER TUTELARE LA PESCA IN SICILIA

Il governo regionale in pressing su Roma e Bruxelles per tutelare la pesca in Sicilia. In particolare, l’assessore regionale alle Risorse agricole e alla Pesca, Dario Cartabellotta, sta portando avanti una battaglia in merito all’annosa questione del tonno rosso che sta mettendo in ginocchio il comparto siciliano, già schiacciato da una grave crisi. Armatori e pescatori rischiano di andare sul lastrico. A volte sono vittime di una politica europea che zavorra realtà produttive territoriali e che sembra avvantaggiare potenti gruppi internazionali. Uno scenario che fotografa l’attuale situazione siciliana proprio in merito alla pesca del tonno. Un tempo florida attività non solo sotto l’aspetto economico, ma anche culturale e turistico, grazie alle storiche e famose tonnare e che ponevano l’isola sotto i riflettori anche d’oltralpe.
La flotta siciliana ha perso 86 unità e 1.200 posti di lavoro. La politica europea della pesca adottata negli ultimi anni dall’Ue ha contribuito al ridimensionamento del comparto in Sicilia. Le cifre parlano chiaro: al 31 dicembre 2012 ha contato 2.949 battelli attivi. Nel 2011 erano stati 3.035. Con gli 86 battelli in meno, hanno perso il lavoro 400 pescatori e ancora più pensante è stata la ricaduti sull’indotto, con 800 posti in fumo. Emerge inoltre che nel 2012 la stazza lorda complessiva della flotta peschereccia siciliana si è attestata a 51.708 GT (nel 2011: 55.778). L’età’ media dei motopesca è di 33,3 anni con un ulteriore invecchiamento: dieci anni fa la media era 28 anni. Soltanto 4 battelli da pesca risultano costruiti nel 2012. Numeri che stroncano un’economia di tradizione mediterranea che per millenni, come detto, ha visto nelle tonnare, quali ad esempio Favignana, Porticello, Porto Palo e Santa Flavia, una valida fonte di reddito.
“Si tratta di un mercato del tonno che nel Mediterraneo vale 100 milioni di euro governato da 5 lobby a livello mondiale di cui 3 risiedono nel Principato di Monaco – chiosa Cartabellotta – che ha lavorato con l’Unione Europea affinché il tonno sia dichiarato specie in via d’estinzione quando, facendo un appello del pescato, ci si rende perfettamente conto che il Mediterraneo ne è pieno”. Una protesta politica, quella dell’assessore, in difesa del comparto isolano e che non intende mollare. D’altronde, ogni giorno, la cronaca riporta quintali di tonno sequestrati dagli organi competenti. E tra i motivi, l’avere pescato tonno rosso accidentalmente nel Mediterraneo da piccoli pescatori che, non potendo superare la propria quota pesca per norme europee, ed essendo il tonno specie protetta, pescando oltre i quantitativi previsti, la loro attività diventa illegale. Detta in sintesi: il pesce nel Mediterraneo c’è, ma le lobby confortano il contrario Bruxelles che attraverso norme penalizza l’attività degli operatori del settore, mettendo in ginocchio ancor più il comparto.
“Ancora una volta vengono favorite le lobby a livello mondiale – osserva Cartabellotta – a discapito delle piccole economie marinare, rase al suolo da una politica monopolistica e sostenitrice delle grandi imprese”. Non è soltanto la Sicilia ha mugugnare. Anche Sardegna e Campania, in merito, sono sul piede di guerra. I rispettivi assessori al ramo hanno portato la questione in sede Stato-Regioni. Obiettivo: il tonno rosso del Mediterraneo non deve essere considerato specie in via d’estinzione e le attuali quote relative alle catture accidentali siano mantenute. Un primo scontro tra Cartabellotta e il ministro Mario Catania c’era stato quando lo stesso assessore siciliano aveva contestato il decreto ministeriale con il quale “senza confronto democratico in conferenza Stato-Regioni, alla Sicilia venivano affidate 265 tonnellate contro 1450 del sistema circuizione adottato in Campania”.
Intanto, va da sé che aumenta la sfiducia del consumatore. Altra questione su cui sta lavorando Cartabellotta. E così “come s’è fatto con l’agricoltura, occorre ridare fiducia al consumatore del pesce attraverso la tracciabilità e la filiera corta”. Due strade obbligate per rilanciare, e allo stesso, tempo difendere la pesca siciliana, e per ridare fiducia e sicurezza al consumatore sulla bontà del prodotto. “Abbiamo in cantiere un progetto in merito – conclude Cartabellotta -. E che riteniamo possa ridare linfa a un comparto che rischia di essere distrutto”.

Lipari: Pesca e pescatori abbandonati. Ci scrive Tiziana Basile

A Lipari pur essendo una piccola comunità la crisi si sente parecchio! Di cosa vivono queste isole? Tutti rispondono di turismo...si è vero!!! Ma ci dimentichiamo anche chi in piccola parte non vive di quello? Il PESCATORE è uno dei mestieri praticati più antichi del mondo  e adesso è proprio finito nel dimenticatoio! Mi domano QUALCUNO del comune si è per caso reso conto i pescatori che fine stanno facendo?
Tempo fa erano proprio i pescatori a far girare l'economia del paese con spese,costruzioni di case e acquisti vari....ma adesso non è più possibile! Qualsiasi categoria riceve un aiuto dal comune,dalla provincia e loro perché no??? Innanzitutto non ho mai capito perché tutti hanno uno spazio dove vendere i loro prodotti al pubblico e solo i pescatori no??? Mi domando il comune non può fare niente? Le leggi esistono solo a Lipari...in tutta Italia e in tutto il mondo esiste il mercato del pesce....Solo a qui no! Mah....! 

Poi qualsiasi categoria in crisi è stata aiutata! Perchè non vengono stanziati dei fondi, che non dovrebbero essere erogati e basta..ma dovrebbero essere spesi per questi poveri lavoratori per aiutarli a rinvigorire le attrezzature,le imbarcazioni...creare corsi per imparare e cucire le reti,imparare a  pescare!
Quanti giovani vedono il pesce messo a tavola ma non sanno neanche da dove viene? i pescatori conoscono ogni singolo angolo e sanno pezzi di storia delle nostre terre che potrebbero insegnarli a chiunque. Non so se avete visto da quanto è brutto tempo...quindi immaginate voi in che condizioni sono !Tutti ci lamentiamo ma nessuno ci aiuta!!! 
Il pescato dopo mille tragedie gli è stato permesso di venderlo sottomonastero per un periodo,poi appena si avvicina l'estate questa povera gente viene buttata via,perchè lì devono arrivare i turisti e  quindi il porto(chiamiamolo porto) ha un brutto impatto! 
ahahahha ma quale brutto impatto? Cosa ci sarebbe di più caratteristico? I turisti vogliono questo,vogliono vedere la vita vera di una piccola isola...che dovrebbe essere questo non che facciamo finta che chissà in quale  metropoli viviamo! Poi questa è una scusa vera e propria perchè mica questo mercatino dovrebbe essere per forza al porto? Andrebbe bene in qualsiasi altro posto!!!!Mi permetto di parlare perché sono figlia e moglie di un pescatore e ne SONO FIERA! Aspetterò con ansia se qualcuno del comune o chi per loro mi voglia rispondere e mi voglia dare qualche delucidazione! 
Saluti!
Tiziana Basile