3 Giugno 1719
L’ultimo assedio a Lipari
Nella parte seconda del volume “Diario
di tutto quello successe nell'ultima guerra di Sicilia dal giorno 21 maggio
1719 sino 9 maggio 1720” predisposto da “un curioso e veridico
palermitano” viene riportata la battaglia per l'occupazione di Lipari,
combattuta nei primi giorni del mese di giugno
1719. L'episodio si inquadra in una delle tante battaglie combattute nel
corso della Guerra della Quadruplice
alleanza, il conflitto bellico che ha visto il regno di Spagna contro
Inghilterra, Francia, Austria ed Olanda, che si erano alleate per il predominio
sul mare Mediterraneo. Il conflitto durò dalla fine del 1717 sino all'inizio
del 1720. Questa la cronaca dello scontro per
l'occupazione di Lipari.
Mese di giugno
(1719)
Alle prime ore
del 1 giugno un corpo di spedizione
al comando del Tenente Maresciallo Barone di Sekendorf prende il mare per
dirigersi verso Lipari, ma ha causa del vento contrario soltanto verso la
serata la flotta, composta da due navi da guerra inglesi e da quattro galere
napoletane arriva in vista dell’isola eoliana.
Nella mattinata
del 2 giugno le truppe sbarcano
sull’isola, l’autore del diario non dice dove,
limitandosi a riferire che hanno “preso posto avantaggioso
nell'isola, per poscia facilitare il buon successo dell'impresa”. Lo scopo
dell’attacco al Castello e città di Lipari era vitale perché una volta occupata
la fortezza “sarebbesi levato questo ostacolo al nostro commercio, e si
haverebbe liberamente trasportato dal Regno di Napoli e dalla Calabria i viveri
per la sussistenza della nostra armata.
Il 3 giugno iniziano i bombardamenti che
si protraggono sino a primo pomeriggio mentre le truppe assedianti si attendono
il successo dell’impresa.
Il 4 giugno, il Maresciallo Sekendorf,
comunica al quartier generale che “l'isola
di Lipari, dopo la resistenza di due giorni” si era arresa “a
discrezione” con l’intera guarnigione spagnola, composta da duecento soldati.
Nel corso degli
scontri gli assedianti subiscono la morte di dieci uomini, ottanta feriti, e
gli ufficiali, tenente colonnello Valuas Barone de Valus, e il tenente
colonnello del reggimento di Lorena signor Roost.
Il bottino di
guerra viene quantificato in 22 pezzi d’artiglieria.
Il 5 giugno parte della flotta rientra a
Messina, mentre l’Ammiraglio rimane a Lipari, con due compagnie di granatieri
ed una guarnigione di 300 uomini agli
ordini del sergente maggiore Formentini, per ripartire subito dopo con i
prigionieri spagnoli.
Il narratore
parla anche della popolazione affermando che i Liparoti, “sul principio fecero quei naturali qualche
resistenza” riuscendo ad impedire, in un primo momento, lo sbarco delle
truppe. Proseguirono, dopo lo sbarco, la resistenza, ma progressivamente
vengono spinti verso Piazza Mazzini, dove il corpo di spedizione pianta le
batterie e qualche “mortaro”.
Il racconto
prosegue, affermando che “ dopo uno e l'altro tiro conobbero il proprio
svantaggio, ed esposto il segno di pace chiesero a' nostri capitulazione. Varie
furono le loro pretese, ma finalmente obbligati dalla forza e risoluto
procedere del nostro attacco si resero alla discrezione del vincitore.”.
Gli austriaci,
occupata Lipari, definita: piazza
ben fortificata, provvista d'ogni cosa necessaria e capace ad una buona difesa,
il di cui acquisto assicurò una volta la navigazione e il libero commercio dei due
Regni di Napoli e Sicilia – tranquillizzarono la popolazione, alla
quale fu “accordata la vita e le sostanze.
Nel corso dell’anno 1720, sconfitti gli spagnoli dalla Quadruple Alleanza (Francia, Olanda, Inghilterra e Austria), gli Asburgo d’Austria ricevettero la Sicilia dai Savoia in cambio della Sardegna. Ma anche questa dominazione austriaca, come già quella sabauda, durò poco (14 anni).
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