Filicudi, il tatuaggio diffuso per l’identificazione
A segnalare l’identità di Bilel, alla Procura di Barcellona, guidata da Giuseppe Verzera che sta seguendo il caso per competenza, una coppia di amici d’infanzia del ragazzo che vive nel Nord-Italia e che hanno visto il tatuaggio in tv, sulla stampa e sui social, segno incontrovertibile per riconoscere l’amico. Un tatuaggio diffuso appositamente, nella speranza di poterlo identificare con il simbolo di una fiamma stilizzata e la scritta Mima che sarebbe il diminutivo di mamma impresso sul braccio. Farebbe parte di un gruppo di naufraghi di un’imbarcazione affondata recentemente davanti alle coste di Cagliari, in
Sardegna.
Il procuratore Verzera: “Vicini ad una ricostruzione esatta”
La mobilitazione della comunità tunisina sta aiutando a fare luce sul naufragio, avvenuto a causa di una tempesta e mentre una delle vittime chiedeva aiuto telefonicamente alla madre in Tunisia
“Siamo vicini, grazie alle indagini ed alle segnalazioni della redazione di TgR Sicilia, a una ricostruzione esatta dell’accaduto”, ha dichiarato il procuratore capo Verzera. Il corpo identificato è il secondo dei cinque di carnagione bianca, tre con indosso giubbotti rossi di salvataggio, rinvenuti nel mar Tirreno, uno al largo di Sorrento, tra il 17 marzo e il 19 aprile, su cui indagano ben quattro procure: tre siciliane e una campana. Del naufragio aveva chiesto informazioni il 23 marzo anche il consolato di Tunisi a Roma, allegando la lista coi nomi di 18 connazionali scomparsi, tutti uomini, partiti dalla spiaggia di Biserta.
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