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Ritrovato nel mare eoliano l’incrociatore leggero “Giovanni Delle Bande Nere” affondato il 1° Aprile del 1942 mentre era in trasferimento da Messina a La Spezia per effettuare alcuni interventi in arsenale. Il mezzo, nonostante fosse scortato da altre due navi militari italiane, il cacciatorpediniere Aviere e la torpediniera Libra, fu colpito ed affondato da due siluri lanciati dal sommergibile britannico H.M.S. Urge. Nell’affondamento persero la vita centinaia di uomini, secondo alcune fonti 381, secondo altre 287. A rintracciare il relitto dell’incrociatore, a undici miglia nautiche dall’isola di Stromboli, è stato il cacciamine “Vieste” della Marina militare, impegnato in un’attività di verifica e sorveglianza dei fondali del Tirreno. Il “Giovanni Delle Bande Nere” è stato rintracciato, spezzato in tre tronconi, ad una una profondità compresa tra i 1460 e i 1730 metri. La scoperta è stata possibile grazie all’impiego dei veicoli subacquei imbarcati sul cacciamine, in grado di condurre ricerca e identificazione a quote profonde. Circoscritta l’area di ricerca in base alle presunte coordinate dell’affondamento, il cacciamine ha proceduto a mappare il fondale con il veicolo autonomo subacqueo Hugin. Successivamente il veicolo filoguidato Multiplo 03 ha consentito di filmare la nave rivelando i tre tronconi in cui si spezzò nell’affondamento e accertandone l’identità. Il ritrovamento dell’incrociatore “Giovanni Delle Bande Nere” conferma l’efficacia operativa dei veicoli subacquei in dotazione alla Marina Militare, capaci di operare a quote profonde per il controllo dei fondali e delle infrastrutture strategiche, nonchè la professionalità degli specialisti del Comando delle Forze di Contromisure Mine.