ALFA E OMEGA di Lipari
Alla famiglia le condoglianze della famiglia Sarpi e di Eolienews
ALFA E OMEGA di Lipari
Alla famiglia le condoglianze della famiglia Sarpi e di Eolienews
Riceviamo, da Mariano Bruno, e pubblichiamo:
con alcuni amici di ieri e di oggi, stiamo da tempo lavorando all’edizione di un libro, parlato e scritto, che racconti i reali accadimenti del maremoto che il 30.12.2002, a partire dalle ore 12,45, ha interessato l’isola di Stromboli e Ginostra.
E’ proprio da Ginostra che parte tutto.
Il primo che si rende conto che qualcosa di strano, molto strano, sta avvenendo, è Mario Lo Schiavo, il quale mi chiama, da Ginostra, ed in maniera concitata farfuglia al telefono:
“Sindaco,… sindaco il mare è arrivato in piazzetta…,”gli rispondo tra l’incredulo e lo sbigottito…avendo ben presente quanto la piazzetta di Ginostra…fosse distante dal mare…
Fu questa la prima comunicazione che, all’epoca, ricevetti.
Mi fermo qui, volutamente.
Per il dovuto rispetto a tutte quelle persone, quegli amici, già da tempo contattati e i tanti altri da contattare con i quali dovremo procedere alla stesura di una pagina di Storia delle nostre isole.
Tutti saranno raggiunti, non solo gli abitanti di Stromboli poiché fu a livello nazionale ed internazionale
che “il fatto” venne vissuto e raccontato, prendendo le mosse dalla telefonata di Mario Lo Schiavo…
La riunione con il corpo della Polizia Municipale di Lipari in quel di Pignataro…la disponibilità del Circomare Lipari ad approntare una imbarcazione, la partenza da Lipari verso Stromboli …,la vista di Panarea…il passaggio da Ginostra…il copioso materiale che si riversava in mare….la riunione con la popolazione presso la vecchia biglietteria della Siremar…,l’arrivo della Protezione Civile con Bertolaso in testa… la notte del 30 trascorsa a Stromboli e i tanti altri episodi che puntualmente verranno raccontati… il lavoro della macchina amministrativa e degli amministratori … i momenti dell’evacuazione dall’isola… il C.O.C. e il C.O.A., le magnifiche persone di Stromboli, alcune delle quali non ci sono più e tra questi la bella figura di Stefano Scibilia…di Stefanino Oliva, il ruolo della Chiesa e il caro Padre Cirone… il Capodanno rinviato e celebrato… sino alla venuta del Presidente Ciampi e oltre…
Anche questo breve riassunto è del tutto incompleto.
Ogni episodio troverà posto, ogni cosa prenderà forma, con il contributo, necessario, di tutti coloro che hanno vissuto quei momenti e che lo vorranno, e di tutti coloro che li hanno raccontati ai figli piccoli ai nipoti
La via è una di quelle comunali ed è letteralmente abbandonata.
Come ben visibile dal video, erbacce ai margini e sul camminamento, arbusti, alberi che ne invadono il percorso, piante di ficodindia, pietre franate e ci potremmo dilungare ancora sui vari "reperti" depositati.
Stante questa situazione diventa difficile potersi muovere agevolmente in condizioni normali, impossibile quando si è ammalati, con il medico, i soccorsi, praticamente, impossibilitati a raggiungerti se non rischiando l'osso del collo.
Ma con l'abbandono e il degrado occorre "fare i conti" anche da defunti, così come accaduto stamane, quando per raggiungere una signora deceduta si sono dovuti fare i "salti mortali"
"Salti mortali" che si ripeteranno il giorno delle esequie
Nota dell’Associazione “Canneto Per Noi” all’assessore alla Pubblica Istruzione, Tiziana De Luca, ai Dirigenti Scolastici, Mirella Fanti, Renato Candia, Tommasa Basile e, per conoscenza, al Sindaco Comune di Lipari, Marco Giorgianni.
Christian Lampo
«Eccellenza Reverendissima,
al termine di questa celebrazione eucaristica – a nome del Parroco e di tutta la Comunità parrocchiale di Canneto – mi sia permesso dare voce alle tante persone che in questo momento vorrebbero esprimere i loro sentimenti di gratitudine e di riconoscenza al Signore per il grande dono che è stato don Gennaro. Sono tanti, infatti, coloro che hanno avuto la gioia di conoscerlo ed apprezzarlo e, soprattutto, di ricevere qualcosa dalla sua persona, sempre amabile e disponibile in qualunque momento e circostanza:
Nessuno gli è stato estraneo e per tutti ha sempre avuto un gesto di attenzione e una parola buona.
Unitamente all’umano cordoglio non possiamo non dire il nostro grazie per tutto quello che il Signore ha compiuto attraverso il cuore grande e le mani operose di don Gennaro, a partire da quel lontano gennaio 1959, che lo vide sbarcare – giovanissimo sacerdote – nella nostra Canneto, da subito amata e che non ha mai abbandonato, fin quando le sue condizioni di salute gli hanno permesso di svolgere concretamente il suo consueto ministero.
Certamente racchiudere più di mezzo secolo di instancabile operato in poche parole non è cosa semplice! Inoltre, conoscendo il suo essere schivo dinanzi agli elogi umani, sappiamo bene che egli non gradirebbe “essere lapidato”, come soleva ripetere scherzando dinanzi alle lapidi commemorative della nostra Basilica che recano il suo nome.
Eppure non possiamo fare a meno di esprimere il nostro povero grazie, ripensando a tutti gli ambiti della sua missione, che lo hanno visto seminare sempre e a piene mani, su qualunque tipo di terreno e nonostante ogni contrarietà.
Nei lunghi anni del suo servizio ministeriale, don Gennaro è stato un Padre, un Amico, un Fratello, un Maestro credibile, un Sacerdote secondo il cuore di Dio sempre pronto a farsi carico delle sofferenze, delle attese, delle gioie, dei sogni, delle speranze dei suoi parrocchiani. Con rara generosità e totale dedizione ha accompagnato intere generazioni trasmettendo quei valori luminosi che ancora oggi illuminano e orientano il cammino di tanti.
Uomo fiducioso
Ci ha insegnato a guardare la realtà con occhi di fede, con gli stessi occhi di Dio, nonostante le apparenze contrarie, contro ogni inutile pessimismo e scoraggiamento. Dinanzi alle croci, alla mancanza di fede, alle difficoltà, non è mai rimasto indifferente ma si è sempre impegnato e prodigato, anche solo con il suo “stare accanto”, per far sentire in ogni modo la vicinanza di Dio.
Uomo di preghiera
Autenticamente innamorato dell’Eucaristia e di Maria, ci ha insegnato a radicare il nostro “fare” nello “stare” ai piedi del Maestro, alla cui Parola cercava sempre di avvicinarci, aprendosi anche a nuove esperienze, come il Cammino Neocatecumenale.
Fedele Figlio della Chiesa e del Concilio
Ha sempre cercato di essere attento alla realtà con tutti i suoi rapidi mutamenti, sforzandosi di leggere i segni dei tempi e di “essere al passo”, sempre in ascolto della voce dello Spirito. Frutto della sua tenacia e della sua spiccata sensibilità sono lo splendido centro pastorale con i suoi ampi saloni, il centro giovanile e l’appartamento, la cui realizzazione seguì con passione e non pochi sacrifici, superando il difficile iter burocratico.
Uomo infaticabile
Si dedicò non solo alla chiesa spirituale, sua primaria preoccupazione, ma anche alla chiesa materiale, che venne sempre prima della sua stessa casa. Basti pensare alla ristrutturazione della chiesetta di San Vincenzo e dell’Addolorata di Unci e, non ultimo, il rinnovamento di questa chiesa – riconosciuta Basilica Minore – restaurata dentro e fuori e impreziosita dall’altare donato a ricordo del suo cinquantesimo di ordinazione, testimone di tante liturgie solenni ed intense.
Uomo generoso
Ci ha insegnato più che con le parole con il suo silenzioso esempio la gioia della condivisione e della gratuità, provvedendo, senza alcun clamore, alle necessità di tanti bisognosi e offrendo il suo servizio pastorale anche in favore di parrocchie più disagiate come Alicudi e Ginostra.
Per lo zelo e l’impegno profusi nella cura della pastorale giovanile – da sempre sua costante preoccupazione – il Signore gli ha procurato la consolazione di vedere consacrati sacerdoti don Gaetano, p. Giovanni, don Bruno, don Giuseppe e don Bartolo e di accompagnare con frutto la crescita sacramentale di numerosi fedeli, dal fonte battesimale alla piena maturità della fede.
Come comunità cristiana non possiamo che fare tesoro di tutto quello che abbiamo ricevuto, ripetendo il nostro più sentito grazie tessuto di ricordi indelebili e di esempi che difficilmente potremo dimenticare!
Grazie, carissimo don Gennaro, per essere stato Padre per tutti. Grazie perché la tua porta è stata sempre aperta e le tue mani sempre pronte a donare con gioia. Grazie perché sei stato testimone autentico di quella Chiesa in uscita che percorre con gioia e con coraggio le strade del mondo. Grazie perché ti abbiamo visto tra i banchi di scuola, tra i lavoratori della pomice, nei campi estivi insieme ai giovani, fino a tarda notte a vegliare i moribondi. Grazie per averci sempre cercato e aspettato. È vero, forse non sempre abbiamo corrisposto come avremmo dovuto. Ma non ti abbiamo mai visto perso d’animo, quanto piuttosto sempre pronto a farti “tutto a tutti pur di guadagnare qualcuno a Cristo”. Grazie per avere spezzato per noi il Pane della Parola e dell’Eucaristia e per aver celebrato, in questi ultimi anni, la tua ultima, e forse più faticosa, Santa Messa, calvario silenzioso e nascosto. Grazie per la sofferenza che hai offerto con amore, lontano dai riflettori, cercando di dare meno incomodo possibile, com’era nel tuo carattere.
Siamo certi che in questo momento, carissimo don Gennaro, tu senti rivolte a te le consolanti parole del Signore: »Vieni servo buono e fedele, prendi parte alla gioia del tuo Signore!».
Possa tu ora abbracciare e celebrare in eterno quel Dio che hai tanto amato e testimoniato. Continua a pregare per noi che, stretti a te, raccogliamo una così preziosa eredità, accompagnandoti con filiale affetto e immensa stima nell’ultima sosta in quella che hai sempre considerato la tua casa e la tua famiglia.
Grazie don Gennaro! Riposa in pace! Prega per noi!»
Con queste riflessioni voglio unirmi al dolore della comunità religiosa e civile eoliana ed in particolare a quella di Canneto di Lipari per la scomparsa di mons. Gennaro Divola .
L’ ho conosciuto nell'anno 1994 e nel tempo ho potuto comprendere la personalità e lo slancio sacerdotale per nulla condizionato da età anagrafica o difficolta' di alcun tipo.
Sono arrivato a Canneto di Lipari inviato da S.E. mons. Loris Francesco Capovilla gia’ segretario particolare di San Giovanni XXIII , Arcivescovo e poi Cardinale a cui sono stato legato da una lunghissima e privilegiata amicizia. Mons. Capovilla era da molto tempo in amicizia con mons. Gennaro Divola , era cittadino onorario dell'intero arcipelago eoliano ed era legatissimo alla comunita' di Canneto di Lipari.
Per mons. Capovilla non potevo non conoscere e visitare le perle eoliane ( Sua fedele citazione. Cosi le definiva ) e non potevo non conoscere la nobile e fiera popolazione eoliana. Cosi ho trascorso 15 giorni meravigliosi ospitato in un appartamento della famiglia di Roberto la Greca .
Ricordo benissimo il primo incontro con mons. Divola. Alla porta della canonica accolto in modo signorile e subito introdotto nel racconto della storia e della tradizione eoliana. Successivi incontri in quelle giornate mi hanno dato l'impressione di un sacerdote fedele ed a pieno servizio della chiesa eoliana ma con un sguardo attento a quanto accadeva nel mondo.
Sono ritornato
moltissime volte a Canneto di Lipari e
questa impressione nell'incontro con monsignor Divola mi è sempre rimasta.
Con il tempo ho potuto conoscere i tratti salienti della sua personalità e del suo
operare sempre ricondotti principalmente :
Alla preghiera.
Mons. Divola era
un sacerdote che pregava moltissimo. Lo ricordo con il rosario in mano in
moltissimi momenti della giornata nel periodo ( anni 2004 – 2005 - 2006 ) che
ho professionalmente dedicato con altre professionisti , titolari di imprese e
collaboratori alla stesura del progetto
ed al successivo cantiere di restauro della facciata della chiesa parrocchiale
di San Cristoforo a seguito della concessione del titolo di Basilica Romana
Minore. Ricordo che ho raccolto la confidenza di molti collaboratori delle
imprese impegnate nel cantiere di restauro colpiti da questa sua costante
presenza anche di tipo spirituale. Come non poteva sfuggire il suo essere
partecipe del dolore delle famiglie colpite da lutti non solo nel tempo delle
esequie ma andando a trovarli la serata successiva alla celebrazione delle
esequie che e' certamente un momento non facile nella vita di tutti .
All’accoglienza
Era un uomo e un
sacerdote che era veramente capace di accoglienza disinteressata e signorile.
Nel periodo trascorso professionalmente a Canneto di Lipari era consuetudine
vedere bussare alla porta della canonica tantissime persone. Per tutti , sottolineo
per tutti , la parola di incoraggiamento era sempre presente oltre che
l'interessamento che spesso portava alla soluzione dei problemi rappresentati
da chi bussava alla porta. Ricordo ancora lo stupore che soprattutto i turisti
nel periodo estivo manifestavano entrando per una visita spirituale e
culturale nella Basilica. Monsignor Divola
lasciava pregare e visitare senza interferire in alcun modo. Solo alla fine salutava
, si presentava e dava sempre la sua disponibilità per qualsiasi cosa di cui avessero
bisogno durante il soggiorno vacanziero. E grazie a questi incontri quante
buone conoscenze e quanti fili della provvidenza si sono annodati.
Alla
fiducia.
Mons. Divola dava fiducia e chiedeva fiducia.
Ed era paziente nell'attesa di riceverla. Era uomo di antica educazione. Non
poteva concepire il mancato rispetto della parola data . Sapeva dare risposte
alle richieste di molti dopo avere meditato, analizzato e valutato. E se la
risposta arrivava non potevi non pensare che avrebbe fatto tutto il possibile
per mantenere quanto promesso. Ma era un uomo che infondeva fiducia.
Diversamente molte sue opere anche " temerarie " non avrebbero potuto
essere realizzate. Ma come uomo di antica educazione aveva un rispetto assoluto
della istituzione ed in particolare delle decisioni dei superiori diocesani. E
per questo assoluto rispetto e questa obbedienza mi risulta essere sempre stato
consultato e coinvolto in ogni decisione
riguardante la Chiesa eoliana. Fiducia
che dava anche ai piu' bisognosi con vicinanza e aiuti materiali. Ricordo le visite
in alcune case di Canneto di Lipari che
avevano evidente bisogno di aiuto a cui
ho partecipato. Il rispetto verso coloro
che erano in difficolta' era assoluto.
All’amicizia
Se un
uomo chiede fiducia e ne riceve non puo' non essere amico di molti . Monsignor
Divola dava importanza all 'amicizia . E penso che abbai sempre dimostrato nel
limite delle forze e del tempo concesso dal suo ministero sacerdotale la sua
amicizia verso tutti.
Alla programmazione
Essere
sacerdote ed esserlo nell'arcipelago eoliano pretende tanta attenzione agli
eventi che si presentano nella quotidianità ma significa essere capaci di
guardare lontano e nel mondo. Mons. Divola dava attenzione a tutto , era capace
di essere attento ai piccoli ed agli ultimi
ma sapeva guardare al futuro ed aveva intuito che il riconoscimento del
titolo di Basilica Romana Minore unito al complesso parrocchiale da lui
realizzato potesse essere legato a un ulteriore
progetto liturgico - culturale. La conclusione dei restauri della neonata Basilica
Romana Minore sarebbe stata la partenza per un percorso di ulteriore formazione
e di approfondimento su temi religiosi e culturali con celebrazioni , conferenze
e dibattiti anche nel periodo estivo. Purtroppo i primi cedimenti dello stato
di salute di monsignore hanno rallentato e poi credo interrotto questo progetto
che aveva una concreta valenza di ulteriore crescita comunitaria sia per la
comunità di Canneto di Lipari sia per l’intero arcipelago eoliano
Sono certo che
il prezioso servizio svolto da mons. Divola a Canneto di Lipari e
nell’arcipelago eoliano non verrà
dimenticato da nessuno. Lo affermo perche’ conosco la profonda tradizione religiosa e civile oltre che la storia delle
popolazioni delle isole eolie .
E dal cimitero
di Leni caro monsignore ci accompagni e ci custodisca
Il Sindaco Metropolitano, dott. Cateno De Luca, con decreto sindacale, ha conferito al dott. Salvo Puccio l’incarico a tempo pieno e determinato di Dirigente Tecnico presso l’Area Tecnica della Città Metropolitana di Messina.
La nomina odierna scaturisce dalla modifica del regolamento di organizzazione degli Uffici e dei Servizi e dal riassetto della struttura organizzativa dell’Ente, articolata in cinque Direzioni, che ha determinato la necessità di integrare la presenza di soli due Dirigenti a tempo indeterminato.