ROMA - Sulla vetta del vulcano Stromboli è in corso in questi giorni un esperimento unico per lo studio dell'attività esplosiva dei vulcani. Microfoni, telecamere termiche e ad alta velocità, sismografi e camere a ultravioletti di ultima generazione sono state installate sul vulcano e stanno registrando simultaneamente ogni
tipo di segnale emesso dal vulcano durante le esplosioni. Così l'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia in una nota.
Quindici ricercatori dell'Ingv di Roma e Catania, insieme a colleghi provenienti dalle Università di Palermo, Berlino, Monaco di Baviera e Lancaster, nell'ambito del progetto europeo 'Nemoh', sono impegnati nella raccolta di dati che "una volta elaborati e confrontati con quelli raccolti su altri vulcani del mondo, contribuiranno a migliorare le conoscenze sui meccanismi eruttivi dello Stromboli contribuendone alla valutazione della sua pericolosita'", conclude l'Ingv.
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martedì 28 maggio 2013
Ginostra e i suoi problemi. Lettera all'assessore Orto dal delegato di Marevivo
Associazione Ambientalista
MAREVIVO
prof. Riccardo Lo Schiavo
Delegato Generale
Ginostra-Stromboli
Ginostra, 28 maggio 2013
Egr. Avvocato G. Orto
Assessore
Comune di Lipari
Egregio
avvocato,
mi
preme anzitutto esprimerLe le più vive e sentite congratulazioni per la nomina
ricevuta e per augurarLe di ricevere presto altri alti incarichi che
“doverosamente” Le spettano.
Le invio di seguito il testo integrale della
nota inviata lo scorso 06 febbraio al sig. Sindaco di Lipari in cui sottoponevo
all’attenzione del nostro Primo Cittadino un elenco più o meno completo e dettagliato
delle problematiche da affrontare nella frazione di Ginostra.
Si trattava ovviamente…(ma altrettanto ovviamente… qualcuno ha voluto strumentalizzare….) non di una critica all’attuale Amministrazione (la
maggior parte delle problematiche esposte sono evidentemente “datate”) ma di
una sorta di promemoria utile, almeno nelle
mie intenzioni, per avere un chiaro quadro d’insieme per valutare e
programmare gli interventi da effettuare a breve e a lunga scadenza.
1. Verificare
lo stato del progetto per il restauro (fermo forse presso i competenti
Assessorati regionali) della fatiscente
chiesa di San Vincenzo - ormai un triste rudere!
2. Mantenere la
piena funzionalità della pista eliportuale attraverso opportune verifiche del
funzionamento dell’impianto di illuminazione nonché ricollocando la manica
segnavento.
3. Ripristinare un sentiero di accesso ai crateri dello “Stromboli”
da Ginostra.
4. Effettuare
interventi di manutenzione e messa in sicurezza dello scalo di alaggio del
“Pertuso” e regolamentare il relativo ambito portuale in collaborazione col
Comando del Circomare Lipari.
5. Potenziare la centralina fotovoltaica utilizzando lo
spazio già a tal uopo predisposto facendo ricorso ad appositi fondi europei.
6.
Sollecitare la realizzazione dei lavori di
messa in sicurezza del pontile di protezione civile, con particolare
riferimento alla collocazione di tetrapodi a protezione della testata lato
nord-ovest e alla manutenzione del respingente per l’attracco degli aliscafi.
7. Ripristinare l’attracco di tutte le corse delle navi
CdI - Siremar sulla tratta Ginostra -
Napoli.
8. Verificare l’iter burocratico per la realizzazione di
un piccolo dissalatore, promesso e sollecitato anni addietro dall’allora
Ministro Sirchia.
9. Ampliare il serbatoio a monte dell’acquedotto, e garantire
regolari interventi di pulizia e disinfestazione delle cisterne.
10.
Prevedere opportuni lavori per restituire
pieno decoro al cimitero, nonché la realizzazione di ulteriori loculi.
11.
Verificare che fine abbia fatto il progetto ed
il relativo bando ( e dunque i fondi!!!) per la messa in sicurezza dello scalo
alternativo di “Lazzaro”.
12.
Bonificare la zona della vecchia
discarica a cielo aperto nei pressi del
cimitero.
13.
Regolamentare
il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti – e prevedere un sito
diverso dall’attuale per la raccolta dei sacchi di spazzatura.
14.
Organizzare periodiche corse speciali della
nave dei rifiuti per il prelievo dei materiali ferrosi.
15.
Effettuare interventi di manutenzione
ordinaria e straordinaria di tutte le stradine in terra battuta che in taluni
punti presentano tratti di condutture elettriche e dell’acquedotto
completamente dissotterrate, con particolare riferimento al viottolo di accesso
alla pista eliportuale e al sentiero Ginostra –Lazzaro .
16.
Programmare per tempo l’invio di operai
comunali per il diserbamento di stradine e viottoli.
17.
Avviare l’iter per la costruzione di un
edificio comunale polifunzionale.
18.
Ripristinare in maniera stabile il raddoppio
del servizio di guardia medica.
19.
Prevedere l’apertura almeno due volte alla
settimana dell’ufficio postale.
20.
Ricollocare nella piazzetta antistante il
monumento ai caduti l’asta dove veniva alzata la bandiera italiana in
particolari occasioni di festa o visita di personalità istituzionali.
Grazie signor Federico (di Tiziana Medda)
Ancora una volta sono tristemente tra le pagine dei giornali locali on line per ricordare una persona a me molto cara che non c’è più. Se ne è andato, oso dire davvero in silenzio e in grande compostezza, come del resto è sempre stato nella sua vita, il signor Federico, al quale ero molto affezionata e per il quale nutrivo ,e continuo a nutrire, un grande affetto e una grande stima. Fu la prima persona , 24 anni fa quando sbarcai a Lipari per la prima volta da un aliscafo (ancora si attraccava nella mitica Marina Corta) che insistette a farmi assaggiare la “granita di caffè con panna e brioche”.
Lui e tutto lo staff dell’allora “Bar Pescatore”(era il 1988 , con in testa nonno Imbruglia) mi fecero sentire subito a casa, nonostante fossi a 1300 chilometri di distanza da casa mia…Grazie per quel bel ricordo che custodirò sempre nel mio cuore…
Tiziana Medda
"Signor Federico...La porteremo sempre nei nostri cuori". Il saluto dei dipendenti del Bougainville e di "Al Pescatore"
I dipendenti dell’Hotel Bougainville e del Ristorante “ Al Pescatore “ si uniscono con immenso dolore alla Sig.ra Teresa, a Giuseppe, a Lisa ed ai parenti tutti, per la scomparsa del Sig. Federico , ricordandoLo sempre come uomo dai grandi valori , gentile, onesto, concreto, coraggioso, persona con cui una stretta di mano valeva più di qualsiasi tipo di contratto, uomo di altri tempi con alle spalle una vita segnata da grandissimi sacrifici ad allo stesso tempo costellata da tantissime soddisfazioni personali sia sul lavoro che in famiglia, diventato grande conservando un’umiltà che lo ha sempre contraddistinto anche nei piccoli gesti quotidiani.
Signor Federico.... La porteremo sempre nei nostri cuori
Lipari e manifestazioni. Non c'è ancora un calendario ufficiale ma dovrebbe essere intenso.
Lipari e le sue isole riserveranno ai turisti, ed ovviamente anche ai residenti, un ricco calendario di iniziative che si protrarranno per tutta stagione estiva fino a settembre. Tra manifestazioni e feste patronali il calendario dovrebbe essere abbastanza ricco. Questo è quanto emerso stamani dall'incontro tenutosi al comune di Settembre poi - a quanto è stato fatto intendere- coinciderà un grande evento (grazie alla collaborazione con il direttore artistico del festival di Sanremo, Mauro Pagani.
Per il calendario, per le date ufficiali bisognerà attendere ancora un poco ma il fatto che si stia programmando con largo anticipo, rispetto al solito, è già un segno positivo
Per il calendario, per le date ufficiali bisognerà attendere ancora un poco ma il fatto che si stia programmando con largo anticipo, rispetto al solito, è già un segno positivo
Lo Schiavo di Marevivo torna a sollecitare piena funzionalità del pontile di Ginostra
Associazione Ambientalista MAREVIVO
prof.
Riccardo Lo Schiavo
Delegato Generale Ginostra-Stromboli
sig. Sindaco Comune di Lipari
e p.c Dott. Franco Gabrielli
Capo Dip. Protezione Civile
S.E. Prefetto di Messina
Presidente Circoscrizione Stromboli
Oggetto: pontile di Ginostra
Facendo
seguito alla precedente nota del 08\04\13, di pari oggetto, si ritiene
opportuno rinnovare la viva preoccupazione per lo stato di estrema fatiscenza
del respingente per l’attracco degli aliscafi del pontile di Ginostra.
Lo
stesso respingente presenta molte parti arrugginite e\o dissaldate, nonché una trave
portante piegata, ma soprattutto è da mesi privo di una delle due putrelle di
sostegno alla struttura, divelta dalle recenti mareggiate e presumibilmente
depositata sul fondale circostante.
Considerato che dalla piena efficienza e funzionalità
del pontile dipende la vivibilità e la sicurezza dell’intera comunità (che
sorgendo sulle pendici di un vulcano dalla imprevedibile attività eruttiva necessita
di infrastrutture adeguate e pienamente funzionanti per portare soccorso o
evacuare la popolazione) si auspica un immediato intervento
Cordiali saluti
Come eravamo: Nicola Puleo
Nel giorno che sarebbe stato quello del suo compleanno vogliamo ricordare a tutti il portierone Nicola Puleo, grande sportivo e per tanti anni estremo difensore del glorioso C.S. Lipari
Le Eolie e le date da ricordare (a cura del dottor Giuseppe (Pino) La Greca)
28 maggio 1035
Avendo
i saracini occupata l’isola di Lipari, scorrevano giornalmente le spiagge de’
Cristiani, dove facevano grosse prede, e molti prigioni. Pervenuti questi
avvisi alle orecchie de’ Pisani, inanimati dall’ottenuta vittoria di Cartagine,
armarono quaranta Galere, ed usciti s’indirizzarono verso la detta Isola per
liberarla dalle mani di quegl’Infedeli.
Ammiraglio
della qual Armata dicono che fosse Sigerio
Matti, il quale entrato all’improvviso nel porto, prese parte de’ Vascelli,
che vi si ritrovavano, e parte affondati, mise l’assedio alla Città, che ben
presto l’ottenne, ed il dì 28 maggio
scorse tutta l’Isola, dove fece un grosso bottino, e dalla Chiesa dedicata al
Glorioso Apost. S. Bartolommeo, levò la di lui Testa, ed una mano, che in detta
Chiesa si conservava, le quali Reliquie, colla dovuta venerazione trasportò a
Pisa, dove onorevolissimamente si conservano nella Chiesa Maggiore.
Che ivi
fosse traslatato il Corpo di detto S. Apostolo, chiaramente lo dice Freg. Turon
della Glor. De’ Mart. Cap. 34, il Card. Bar., ne fa ampia attest. Nelle sue
note al martirol. Cit. molti altri Aut., e se fosse opposto, che il Corpo del
medesimo Santo fù poi traslatato da Lipari a Benevento l’anno 832, come vuol
Sigeb. Nella sua Cron. L’anno 840 secondo Leone Ostien. Lib. Pr. Cap. 26 e che
di lì poi fù portato a Roma da Ottone Imperatore l’anno 983 e che in
conseguenza non potevano in quest’anno aver trovato i Pisani dette S. Reliquie
in Lipari; io risponderei, come ha fatto il molti casi il medesimo Card. Bar.
Ne’ suoi Ann., che non si deve reputare cosa ripugnante, che quando il Corpo
del medesimo Santo, fu traslatato da Lipari, ne fosse ivi restata parte per
buona, fortuna de’ Pisani, de’ quali altri che hanno scritto gl’Annali,
raccontano diversamente questa impresa, asserendo, che quando i Saracini ebbero
sentore che era mossa contro di loro l’armata Pisana, il di cui nome era già
divenuto tremendo, non vollero aspettare per non essere sconfitti, ma presero
risoluzione di spogliar tutta l’isola, e lasciarla vuota di robe e abitatori, e
fuggirsi in luogo sicuro, e così fecero, credendo, che i Pisani non la
dovessero tenere, come paese lontano, e disastroso, ond’eglino sarebbero poi
ritornati a riabitarvi, ma s’ingannaro, perché impadronitisi i Pisani dell’Isola,
la tennero, e la munirono.
Anno 1036
Partiti
i Pisani coll’armata da Lipari si inviarono verso Bona Città dell’Affrica,
quale città fù Patria di S. Agostino, e
la presero con aver tagliati a pezzi molti di quegl’infedeli, ed in particolare
il loro Re, e con ricchissima preda se ne ritornarono vittoriosi alla Patria.
Ritrovatasi
in quel tempo l’Imperator Corrado in Italia per quietare i tumulti di
Lombardia, onde i Pisani per gratificarselo, gli spedirono Ambasciatori, col
mezzo de’ quali donarono a S. M. l’isola di Lipari da loro acquistata,
inviandogli ancora la corona reale del Re di Bona.
Furono
graditissimi i doni all’Imperatore, lodando l’affetto de’ donatori, a’ quali
sempre corrispose con reciproco amore. In quest’anno i Pisani diedero principio
a fabbricare il ponte vecchio, oggi della fortezza, quale era di legno, e fù
finito l’anno 1046.
Fatto
storico realmente avvenuto o leggenda? Questa è stata la prima domanda che ci
siamo posti nel leggere gli annali Pisani. Possiamo affermare che, allo stato
delle ricerche, nessun testo di Storia Pisana nega l'evento. Come abbiamo avuto
modo di dimostrare gli eventi relativi all'attacco nei confronti degli arabi di
Lipari sono ben dettagliati rispetto agli altri avvenimenti narrati nel
periodo, come le spedizioni nei confronti di Bona ed Utica. La data della
spedizione, il numero delle navi, la topografia di Lipari, il passaggio
relativo alla Chiesa dedicata a San Bartolomeo nell'area del presunto luogo
dello sbarco del corpo dell'apostolo, sono precisi particolari che non possono
essere derubricati alla voce “leggenda”. Lo stesso
Due
degli eruditi pisani più noti, Tronci e Roncioni, dedicano ampio spazio e
risalto alla cronaca dell'attacco pisano nei confronti degli arabi di Lipari,
senza alcun tentennamento.
Per
quasi un secolo abbiamo dato per scontato alcune informazioni storiche sul periodo
arabo di Lipari, adesso la scoperta degli Annali del Tronci ci spingono a
cercare altre prove, altre testimonianze, a conferma o smentita di questi
fatti.
Il
racconto del Tronci e degli storici pisani, ci stimola ad immaginare una
comunità liparota consistente ed in grado di avviare una notevole opera di
ricostruzione subito dopo l'arrivo dei Benedettini, quale la costruzione del
monastero, della prima cattedrale e del Chiostro, rafforzando quanto sostenuto
dagli avvocati del Comune di Lipari, e principalmente all'avvocato Emanuele
Carnevale, nella lunghissima controversia legale sui terreni pomiciferi e sulla
interpretazione dei diplomi normanni sostenuta contro la Mensa Vescovile di
Lipari nei periodi 1888-1891 e 1911 – 1926.
Le Isole Eolie, ancora una volta, riescono a
sorprenderci, a non dare per scontato
che tutto sia noto o sia stato scoperto; attraverso la ricerca è possibile
scoprire e riscrivere il passato delle nostre isole e darci indicazioni per il
futuro.
Per approfondimenti: Giuseppe La Greca, Lipari al
tempo degli arabi, edizione del Centro Studi Eoliano, 2009.
Da Partylandia auguri ad Alessandro, Alice e Christian
Lo staff di Partylandia augura Buon Compleanno ad Alessandro che compie 5 anni, ad Alice che ne compie 4 e a Christian che ne compie 14.
E' deceduto Federico Finocchiaro
E' deceduto a Messina, dove da qualche settimana era ricoverato a causa di un malessere che lo aveva colpito, Federico Finocchiaro.
Imprenditore dalle grandi capacità professionali e di grandi doti umane lascia un grande vuoto tra i suoi cari e nella comunità eoliana.
Il funerale si terrà domani alle ore 16 nella Chiesa di San Giuseppe a Lipari.
Eolienews, il suo direttore, nel porgere le più sentite condoglianze, si stringono con grande affetto vicino all'amico Giuseppe e a tutti i componenti la famiglia.
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Cristian Ruggiero e la sua famiglia porgono sentite condoglianze ai suoi cari per la prematura scomparsa del caro Federico
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Ho l'onere ma anche l'onore di ricordare a nome di tutta la PDl ed i simpatizzanti tutti, che la dipartita del nostro, prima che imprenditore, Amico Federico Finocchiaro, ci addolora e ci rattrista profondamente. Pertanto siamo vicinissimi alle famiglie Finocchiaro - Imbruglia in questo triste giorno di lutto, il ricordo dell'uomo e del padre di famiglia modello, equilibrato, mai polemico, sempre disponibile ed altruista, potranno essere solo di esempio per tutti.
Imprenditore dalle grandi capacità professionali e di grandi doti umane lascia un grande vuoto tra i suoi cari e nella comunità eoliana.
Il funerale si terrà domani alle ore 16 nella Chiesa di San Giuseppe a Lipari.
Eolienews, il suo direttore, nel porgere le più sentite condoglianze, si stringono con grande affetto vicino all'amico Giuseppe e a tutti i componenti la famiglia.
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Cristian Ruggiero e la sua famiglia porgono sentite condoglianze ai suoi cari per la prematura scomparsa del caro Federico
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Ho l'onere ma anche l'onore di ricordare a nome di tutta la PDl ed i simpatizzanti tutti, che la dipartita del nostro, prima che imprenditore, Amico Federico Finocchiaro, ci addolora e ci rattrista profondamente. Pertanto siamo vicinissimi alle famiglie Finocchiaro - Imbruglia in questo triste giorno di lutto, il ricordo dell'uomo e del padre di famiglia modello, equilibrato, mai polemico, sempre disponibile ed altruista, potranno essere solo di esempio per tutti.
Addio Federico lasci un vuoto in tutto noi.
Lettera Firmata a nome PDL
lunedì 27 maggio 2013
INCREDIBILE: 1,2 MILIARDI PER NON COSTRUIRE IL PONTE. E ORA CHE SI FA?
Comunque vada a finire, fra cento anni i nostri pronipoti leggeranno nei libri di storia della vita, morte, resurrezione e ancora morte del Ponte sullo Stretto, ed apprenderanno con sconcertante semplicità a quale livello di superficialità, dilettantismo, balbuzie istituzionale, politica e burocratica si trovasse l’Italia del terzo millennio.
Lo Stato dovrà spendere più di un miliardo di euro per non realizzare il Ponte sullo Stretto. A tanto si è arrivati, a conti fatti, a causa di una serie incredibile di provvedimenti, suicidi che regaleranno al Consorzio Eurolink, general contractor, uno dei risarcimenti più alto di tutti i tempi per un’opera non realizzata.
Per evitare questa jattura ci sarebbe una sola alternativa, realizzare il Ponte sullo Stretto, impercorribile perché oggi, a causa della crisi economica, ritornare sulla decisione “definitiva” di rinunciare all’opera non trova alcuno d’accordo.
Come sia possibile “accettare” l’ineluttabile, tuttavia, è un mistero: rifatti i calcoli, le sanzioni e le spese già sostenute si avvicinano all’investimento pubblico previsto per la realizzazione del Ponte sullo Stretto.
Due mesi or sono l’Associazione delle grandi imprese di costruzione (Agi) avvertì in una nota che l’investimento a carico dello Stato previsto per costruire il Ponte sarebbe stato di circa 1,5 miliardi e che “la rinuncia espone al pagamento di indennizzi rilevantissimi – dovuti perché previsti dal contratto – elevando le spese e le perdite a una somma vicina al contributo pubblico necessario a realizzare l’opera”.
I costi per progettazioni, studi, sondaggi, ricordava altresì la nota, ammontano a 300 milioni di euro, sostenuti grazie agli aumenti di capitale versati negli anni dai soci pubblici della Stretto di Messina (Anas, Fs, Fintecna). Sommando spese e perdite, i costi salirebbero a una cifra vicina a 1,5 miliardi, a fronte dell’indennizzo richiesto di 1,2 miliardi.
L’idea che si potesse uscire dal ginepraio con 200-300 milioni di euro si è rivelata priva di fondamento, hanno fatto i conti senza l’oste. Scientemente o meno. Gli espedienti più recenti, messi in atto dal governo Monti per ridurre al minimo i danni, sono stati contestati dalle imprese. L’idea del Governo Monti era di offrire una contropartita a Eurolink, attraverso l’esecuzione di opere complementari al Ponte, di pubblica utilità a prescindere dalla realizzazione dell’opera, per circa 300 milioni di euro. La proposta non è stata ritenuta congrua. Del resto, perché mai Eurolink, Impregilo e le imprese, la spagnola e giapponese, avrebbero dovuto eseguire lavori, e sostenere spese, se possono incassare gli indennizzi senza colpo ferire?
Il Consorzio Eurolink si è avvalso di una impresa capofila, la Impregilo, italiana, e due società leader del settore, una spagnola e l’altra giapponese. L’ambasciata spagnola è intervenuta duramente sul governo italiano, richiamandolo al rispetto dei patti stipulati.
Come si è finiti in questo cul de sac?
Il dissenso – aperto, motivato e coerente –, di ambientalisti e parti politiche spaventate dai costi elevati e contrariati dalla inutilità di un’opera sprovvista di infrastrutture di servizio su un territorio carente di trasporti pubblici efficienti; il dissenso di principio di partiti, come la Lega Nord, che ha pubblicamente dichiarato la sua avversione; il consenso ambiguo di coloro che hanno promesso la costruzione dell’opera, facendone una bandiera elettorale, e si sono di fatto tirati indietro (è il caso del governo Berlusconi).
Il progetto prende il via nel 1968 con il bando del concorso internazionale di idee da parte dell’Anas, nell’agosto 2003 viene approvato in via preliminare dal Cipe (una campata unica da 3,3 km, il ponte più lungo al mondo; 6 corsie stradali e due binari). Nel 2006 il Governo Prodi esclude il ponte dalle priorità del programma. Nel 2008 il progetto viene ripescato dal governo Berlusconi e approvato nel 2010, ma arriva l’abiura in aula nel 2011 da parte della e stesso governo Berlusconi in Parlamento. L’atto finale spetterà al governo Monti, che seppellisce l’opera, mettendo in piedi un marchingegno per non uscire con le ossa rotte. Sarà tutto inutile. Uno spreco di denaro enorme.
“Ai 383 milioni spesi per il progetto e il manternimento della Società Stretto di Messina”, ricorda Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera, “si deve aggiungere il costo dell’inevitabile contenzioso, che potrebbe avere sviluppi sorprendenti. Il Consorzio Eurolink ha già invocato un risarcimento danni di 700 milioni più gli interessi, senza contare le implicazioni internazionali”.
Gian Antonio Stella, ripercorrendo tutte le fasi della storia, cita due episodi cruciali: “La mazzata”, ricorda, “arriva in ottobre del 2011 con una mozione dei dipietristi che chiede di sopprimere i finanziamenti pubblici. La mozione inspiegabilmente passa con 284 voti favorevoli e uno contrario. Oltre allo scontato sì dei leghisti, c’è anche quello del governo…Votano a favore il coordinatore del Pdl Denis Verdini, i ministri Gelmini, Brambilla e uno stuolo di sottosegretari…”.
La bandiera del Ponte, issata ad ogni vigilia di campagna elettorale, viene così ammainata, definitivamente.
Solo errori, omissioni, furbizie e incompetenza? O c’è qualcos’altro. I soldi finora spesi sono finite nelle tasche di qualcuno, i costi sostenuti sono stati pagati dai contribuenti, le sanzioni “sacrosante” in caso di inadempienza contrattuale sono premi “di consolazione” molto generosi, che fanno venire la vista agli “orbi”.
Ci si è concentrati, forse, troppo sull’assalto mafioso agli appalti nella fase di realizzazione e non si è prestata la necessaria attenzione sui marchingegni messi in atto, consapevolmente o meno, per salvaguardare gli utili delle imprese, qualunque fosse l’esito, e i guadagni di quanti hanno lucrato, in modo spropositato, sulla fattibilità dell’opera fin dal 1968, quando si cominciò a tirare fuori quattrini.
Lo Stato dovrà spendere più di un miliardo di euro per non realizzare il Ponte sullo Stretto. A tanto si è arrivati, a conti fatti, a causa di una serie incredibile di provvedimenti, suicidi che regaleranno al Consorzio Eurolink, general contractor, uno dei risarcimenti più alto di tutti i tempi per un’opera non realizzata.
Per evitare questa jattura ci sarebbe una sola alternativa, realizzare il Ponte sullo Stretto, impercorribile perché oggi, a causa della crisi economica, ritornare sulla decisione “definitiva” di rinunciare all’opera non trova alcuno d’accordo.
Come sia possibile “accettare” l’ineluttabile, tuttavia, è un mistero: rifatti i calcoli, le sanzioni e le spese già sostenute si avvicinano all’investimento pubblico previsto per la realizzazione del Ponte sullo Stretto.
Due mesi or sono l’Associazione delle grandi imprese di costruzione (Agi) avvertì in una nota che l’investimento a carico dello Stato previsto per costruire il Ponte sarebbe stato di circa 1,5 miliardi e che “la rinuncia espone al pagamento di indennizzi rilevantissimi – dovuti perché previsti dal contratto – elevando le spese e le perdite a una somma vicina al contributo pubblico necessario a realizzare l’opera”.
I costi per progettazioni, studi, sondaggi, ricordava altresì la nota, ammontano a 300 milioni di euro, sostenuti grazie agli aumenti di capitale versati negli anni dai soci pubblici della Stretto di Messina (Anas, Fs, Fintecna). Sommando spese e perdite, i costi salirebbero a una cifra vicina a 1,5 miliardi, a fronte dell’indennizzo richiesto di 1,2 miliardi.
L’idea che si potesse uscire dal ginepraio con 200-300 milioni di euro si è rivelata priva di fondamento, hanno fatto i conti senza l’oste. Scientemente o meno. Gli espedienti più recenti, messi in atto dal governo Monti per ridurre al minimo i danni, sono stati contestati dalle imprese. L’idea del Governo Monti era di offrire una contropartita a Eurolink, attraverso l’esecuzione di opere complementari al Ponte, di pubblica utilità a prescindere dalla realizzazione dell’opera, per circa 300 milioni di euro. La proposta non è stata ritenuta congrua. Del resto, perché mai Eurolink, Impregilo e le imprese, la spagnola e giapponese, avrebbero dovuto eseguire lavori, e sostenere spese, se possono incassare gli indennizzi senza colpo ferire?
Il Consorzio Eurolink si è avvalso di una impresa capofila, la Impregilo, italiana, e due società leader del settore, una spagnola e l’altra giapponese. L’ambasciata spagnola è intervenuta duramente sul governo italiano, richiamandolo al rispetto dei patti stipulati.
Come si è finiti in questo cul de sac?
Il dissenso – aperto, motivato e coerente –, di ambientalisti e parti politiche spaventate dai costi elevati e contrariati dalla inutilità di un’opera sprovvista di infrastrutture di servizio su un territorio carente di trasporti pubblici efficienti; il dissenso di principio di partiti, come la Lega Nord, che ha pubblicamente dichiarato la sua avversione; il consenso ambiguo di coloro che hanno promesso la costruzione dell’opera, facendone una bandiera elettorale, e si sono di fatto tirati indietro (è il caso del governo Berlusconi).
Il progetto prende il via nel 1968 con il bando del concorso internazionale di idee da parte dell’Anas, nell’agosto 2003 viene approvato in via preliminare dal Cipe (una campata unica da 3,3 km, il ponte più lungo al mondo; 6 corsie stradali e due binari). Nel 2006 il Governo Prodi esclude il ponte dalle priorità del programma. Nel 2008 il progetto viene ripescato dal governo Berlusconi e approvato nel 2010, ma arriva l’abiura in aula nel 2011 da parte della e stesso governo Berlusconi in Parlamento. L’atto finale spetterà al governo Monti, che seppellisce l’opera, mettendo in piedi un marchingegno per non uscire con le ossa rotte. Sarà tutto inutile. Uno spreco di denaro enorme.
“Ai 383 milioni spesi per il progetto e il manternimento della Società Stretto di Messina”, ricorda Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera, “si deve aggiungere il costo dell’inevitabile contenzioso, che potrebbe avere sviluppi sorprendenti. Il Consorzio Eurolink ha già invocato un risarcimento danni di 700 milioni più gli interessi, senza contare le implicazioni internazionali”.
Gian Antonio Stella, ripercorrendo tutte le fasi della storia, cita due episodi cruciali: “La mazzata”, ricorda, “arriva in ottobre del 2011 con una mozione dei dipietristi che chiede di sopprimere i finanziamenti pubblici. La mozione inspiegabilmente passa con 284 voti favorevoli e uno contrario. Oltre allo scontato sì dei leghisti, c’è anche quello del governo…Votano a favore il coordinatore del Pdl Denis Verdini, i ministri Gelmini, Brambilla e uno stuolo di sottosegretari…”.
La bandiera del Ponte, issata ad ogni vigilia di campagna elettorale, viene così ammainata, definitivamente.
Solo errori, omissioni, furbizie e incompetenza? O c’è qualcos’altro. I soldi finora spesi sono finite nelle tasche di qualcuno, i costi sostenuti sono stati pagati dai contribuenti, le sanzioni “sacrosante” in caso di inadempienza contrattuale sono premi “di consolazione” molto generosi, che fanno venire la vista agli “orbi”.
Ci si è concentrati, forse, troppo sull’assalto mafioso agli appalti nella fase di realizzazione e non si è prestata la necessaria attenzione sui marchingegni messi in atto, consapevolmente o meno, per salvaguardare gli utili delle imprese, qualunque fosse l’esito, e i guadagni di quanti hanno lucrato, in modo spropositato, sulla fattibilità dell’opera fin dal 1968, quando si cominciò a tirare fuori quattrini.
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