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venerdì 7 aprile 2023

Oggi, Venerdì Santo. La Via Crucis tradizionale e quella di Giovanni Paolo II

 La Chiesa con la meditazione della passione dei Cristo e con l'adorazione della Croce commemora la sua origine dal fianco del Signore, che sulla croce intercede per la salvezza di tutto il mondo. In questo giorno non si celebra l'Eucaristia. Il sacerdote e i ministri si recano all'altare in silenzio, senza canto né musica, fatta la riverenza all'altare, si prostrano in terra; questa prostrazione, come rito proprio di questo giorno, assume il significato di umiliazione dell'uomo terreno e partecipazione alla sofferenza di Cristo.

La Croce è al centro di questo giorno e della celebrazione: la Croce, infatti, è narrata nella liturgia della Parola, mostrata e celebrata nell'adorazione del Legno e ricevuta, quale mistero di salvezza, nella Comunione eucaristica.
La celebrazione della passione di Cristo fa emergere proprio questa ricchezza del simbolo della Croce: morte e vita, infamia e gloria.

Tre aspetti, tra gli altri, possono essere oggetto di particolare cura:
la Liturgia della Parola di questo giorno ci fa capire come il Venerdì santo non è un giorno di lutto, ma di amorosa contemplazione dell'amore del Dio Padre, per purificare e rinnovare nel suo sangue l'alleanza sponsale. Nella prima lettura ascoltiamo il IV canto del servo del Signore, disprezzato e reietto dagli uomini. Ma è più di tutto nel racconto della Passione del Signore secondo il Vangelo di Giovanni che emerge la glorificazione di Cristo, la sua esaltazione sulla croce, il compimento dell'Ora in cui la nuova alleanza viene sancita in modo definitivo da Dio nel sangue del vero Agnello pasquale.

la Preghiera Universale in forma tradizionale «per il significato che essa ha di espressione della potenza universale della passione del Cristo, appeso sulla croce per la salvezza di tutto il mondo». La salvezza per l'uomo credente, tribolato ed oppresso, è proprio il frutto che pende dall'albero della croce.

l'Adorazione della Croce da svolgersi «con lo splendore di dignità che conviene a tale mistero della nostra salvezza». In questa articolata sequenza rituale la Croce è al centro dell'attenzione: non è semplicemente un'immagine da guardare, ma in quanto portata, velata e velata, contemplata e baciata, entra in contatto con i corpi e i vissuti dei fedeli. Un'esecuzione veloce e maldestra di questo momento impedirebbe quel coinvolgimento totale della persona che si qualifica come autentica professione di fede, espressa nella pluralità dei linguaggi


La Via Crucis

Versione tradizionale














Versione del 1991 di Giovanni Paolo II

GESÙ NEL GETSEMANI


Prima Stazione Gesù nel campo degli ulivi


* dal vangelo secondo Luca. 22, 39-46
Gesù se ne andò, come al solito, al monte degli Ulivi; anche i discepoli lo seguirono. Giunto sul luogo, disse loro: «Pregate, per non entrare in tentazione». Poi si allontanò da loro quasi un tiro di sasso e, inginocchiatosi, pregava: «Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà». Gli apparve allora un angelo dal cielo a confortarlo. In preda all'angoscia, pregava più intensamente; e il suo sudore diventò come gocce di sangue che cadevano a terra. Poi, rialzatosi dalla preghiera, andò dai discepoli e li trovò che dormivano per la tristezza. E disse loro: «Perché dormite? Alzatevi e pregate, per non entrare in tentazione».

GESÙ TRADITO DA GIUDA

Seconda Stazione Gesù tradito da Giuda

* dal Vangelo secondo Luca. 22, 47-53
Mentre Gesù ancora parlava, ecco una turba di gente; li precedeva colui che si chiamava Giuda, uno dei Dodici, e si accostò a lui per baciarlo. Gesù gli disse: «Giuda, con un bacio tradisci il Figlio dell'uomo?». Allora quelli che erano con lui, vedendo ciò che stava per accadere, dissero: «Signore, dobbiamo colpire con la spada?». E uno di loro colpì il servo del sommo sacerdote e gli staccò l'orecchio destro. Ma Gesù intervenne dicendo: «Lasciate, basta così!». E toccandogli l'orecchio, lo guarì . Poi Gesù disse a coloro che gli eran venuti contro, sommi sacerdoti, capi delle guardie del tempio e anziani: «Siete usciti con spade e bastoni come contro un brigante? Ogni giorno ero con voi nel tempio e non avete steso le mani contro di me; ma questa è la vostra ora, è l'impero delle tenebre».


GESÙ È CONDANNATO DAL SINEDRIO


Terza Stazione Gesù è condannato dal sinedrio

Dal Vangelo secondo Luca. 22, 66-71
Appena fu giorno, si riunì il consiglio degli anziani del popolo, con i sommi sacerdoti e gli scribi; lo condussero davanti al sinedrio e gli dissero: «Se tu sei il Cristo, diccelo». Gesù rispose: «Anche se ve lo dico, non mi crederete; se vi interrogo, non mi risponderete. Ma da questo momento starà il Figlio dell'uomo seduto alla destra della potenza di Dio». Allora tutti esclamarono: «Tu dunque sei il Figlio di Dio?». Ed egli disse loro: «Lo dite voi stessi: io lo sono». Risposero: «Che bisogno abbiamo ancora di testimonianza? L'abbiamo udito noi stessi dalla sua bocca».


GESÙ RINNEGATO DA PIETRO


Quarta Stazione Gesù rinnegato da Pietro

Dal Vangelo secondo Luca. 22, 54-62
Dopo averlo preso, condussero via Gesù e lo fecero entrare nella casa del sommo sacerdote. Pietro lo seguiva da lontano. Siccome avevano acceso un fuoco in mezzo al cortile e si erano seduti attorno, anche Pietro si sedette in mezzo a loro. Vedutolo seduto presso la fiamma, una serva fissandolo disse: «Anche questi era con lui». Ma egli negò dicendo: «Donna, non lo conosco!». Poco dopo un altro lo vide e disse: «Anche tu sei di loro!». Ma Pietro rispose: «No, non lo sono!». Passata circa un'ora, un altro insisteva: «In verità, anche questo era con lui; è anche lui un Galileo». Ma Pietro disse: «O uomo, non so quello che dici». E in quell'istante, mentre ancora parlava, un gallo cantò. Allora il Signore, voltatosi, guardò Pietro, e Pietro si ricordò delle parole che il Signore gli aveva detto: «Prima che il gallo canti, oggi mi rinnegherai tre volte». E, uscito, pianse amaramente.


GESÙ È GIUDICATO DA PILATO


Quinta Stazione Gesù è giudicato da Ponzio Pilato

Dal Vangelo secondo Luca. 23, 13-25
Pilato, riuniti i sommi sacerdoti, le autorità e il popolo, disse: «Mi avete portato quest'uomo come sobillatore del popolo; ecco, l'ho esaminato davanti a voi, ma non ho trovato in lui nessuna colpa di quelle di cui lo accusate; e neanche Erode, infatti ce l'ha rimandato. Ecco, egli non ha fatto nulla che meriti la morte. Perciò, dopo averlo severamente castigato, lo rilascerò». Ma essi si misero a gridare tutti insieme: «A morte costui! Dacci libero Barabba!». Questi era stato messo in carcere per una sommossa scoppiata in città e per omicidio. Pilato parlò loro di nuovo, volendo rilasciare Gesù. Ma essi urlavano: «Crocifiggilo, crocifiggilo!». Ed egli, per la terza volta, disse loro: «Ma che male ha fatto costui? Non ho trovato nulla in lui che meriti la morte. Lo castigherò severamente e poi lo rilascerò». Essi però insistevano a gran voce, chiedendo che venisse crocifisso; e le loro grida crescevano. Pilato allora decise che la loro richiesta fosse eseguita. Rilasciò colui che era stato messo in carcere per sommossa e omicidio e che essi richiedevano, e abbandonò Gesù alla loro volontà.


GESÙ È FLAGELLATO E CORONATO DI SPINE


Sesta Stazione Gesù flagellato e coronato di spine

Dal Vangelo secondo Luca. 22, 63-65
Frattanto gli uomini che avevano in custodia Gesù lo schernivano e lo percuotevano, lo bendavano e gli dicevano: «Indovina: chi ti ha colpito?». E molti altri insulti dicevano contro di lui.

Dal Vangelo secondo Giovanni. 19, 2-3
I soldati, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero addosso un mantello di porpora; quindi gli venivano davanti e gli dicevano: «Salve, re dei Giudei!». E gli davano schiaffi.


GESÙ È CARICATO DELLA CROCE


Settima Stazione Gesù è incaricato della croce

Dal Vangelo secondo Marco. 15, 20
Dopo averlo schernito, spogliarono Gesù della porpora e gli rimisero le sue vesti, poi lo condussero fuori per crocifiggerlo.


GESÙ È AIUTATO DAL CIRENEO A PORTARE LA CROCE


Ottava Stazione è aiutato dal cireneo a portare la croce

Dal Vangelo secondo Luca. 23, 26
Mentre conducevano via Gesù, presero un certo Simone di Cirène che veniva dalla campagna e gli misero addosso la croce da portare dietro a Gesù.


GESÙ INCONTRA LE DONNE DI GERUSALEMME


Nona Stazione Gesù incontra le donne di Gerusalemme

Dal Vangelo secondo Luca. 23, 27-31
Lo seguiva una gran folla di popolo e di donne che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui. Ma Gesù, voltandosi verso le donne, disse: «Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: Beate le sterili e i grembi che non hanno generato e le mammelle che non hanno allattato. Allora cominceranno a dire ai monti: Cadete su di noi! e ai colli: Copriteci! Perché se trattano così il legno verde, che avverrà del legno secco?».


GESÙ È CROCIFISSO


Decima Stazione Gesù è crocifisso

Dal Vangelo secondo Luca. 23, 33-38
Quando giunsero al luogo detto Cranio, là crocifissero lui e i due malfattori, uno a destra e l'altro a sinistra. Gesù diceva: «Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno». Dopo essersi poi divise le sue vesti, le tirarono a sorte.
Il popolo stava a vedere, i capi invece lo schernivano dicendo: «Ha salvato gli altri, salvi se stesso, se è il Cristo di Dio, il suo eletto». Anche i soldati lo schernivano, e gli si accostavano per porgergli dell'aceto, e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». C'era anche una scritta, sopra il suo capo: Questi è il re dei Giudei.


GESÙ PROMETTE IL SUO REGNO AL BUON LADRONE


Undicesima Stazione Gesù promette il suo regno al buon ladrone

Dal Vangelo secondo Luca. 23, 39-43
Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e anche noi!». Ma l'altro lo rimproverava: «Neanche tu hai timore di Dio e sei dannato alla stessa pena? Noi giustamente, perché riceviamo il giusto per le nostre azioni, egli invece non ha fatto nulla di male». E aggiunse: « Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». Gli rispose: « In verità ti dico, oggi sarai con me nel paradiso».


GESÙ IN CROCE, LA MADRE E IL DISCEPOLO


Dodicesima Stazione Gesù in croce, la madre e il discepolo

Dal Vangelo secondo Giovanni. 19, 25-27
Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Clèofa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco il tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco la tua madre!». E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa.

GESÙ MUORE SULLA CROCE


Tredicesima Stazione Gesù muore sulla croce

Dal Vangelo secondo Luca. 23, 44-47
Era verso mezzogiorno, quando il sole si eclissò e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio. Il velo del tempio si squarciò nel mezzo. Gesù, gridando a gran voce, disse: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito». Detto questo spirò. Visto ciò che era accaduto, il centurione glorificava Dio: «Veramente quest'uomo era giusto».


GESÙ È DEPOSTO NEL SEPOLCRO


Quattordicesima Stazione Gesù è deposto nel sepolcro

Dal Vangelo secondo Luca. 23, 50-54
C'era un uomo di nome Giuseppe, membro del sinedrio, persona buona e giusta. Non aveva aderito alla decisione e all'operato degli altri. Egli era di Arimatèa, una città dei Giudei, e aspettava il regno di Dio. Si presentò a Pilato e chiese il corpo di Gesù. Lo calò dalla croce, lo avvolse in un lenzuolo e lo depose in una tomba scavata nella roccia, nella quale nessuno era stato ancora deposto. Era il giorno della Parascève e già splendevano le luci del sabato.

Oggi è il 7 aprile. Buongiorno con questa cartolina delle Eolie.

Panarea, isolotti e Stromboli sullo sfondo

giovedì 6 aprile 2023

La Pro Loco Amo Stromboli organizza la "Caccia alle uova" per i bimbi di Stromboli

L'Altare della Reposizione nella chiesa di San Vincenzo a Stromboli

Il metaverso unisce le scuole delle Eolie. L'articolo del nostro direttore Salvatore Sarpi sulla Gazzetta del sud del 6 aprile 2023

I ringraziamenti della famiglia Martinucci

Può rinascere spiaggia cancellata dal mare. L'articolo del nostro direttore sulla Gazzetta del sud del 6 aprile 2023

I ringraziamenti delle famiglie Losinno e Li Donni


 

Sei aprile 2021: Le Eolie sulla Gazzetta del sud con un articolo del nostro direttore Salvatore Sarpi

Ed anche oggi (ore 13) il caos regna sovrano sulla via Stradale Pianoconte (video)


 

Elezioni a Lipari. Tar rigetta ricorso sui risultati della sezione numero 2

Rigettato dal TAR di Catania il ricorso, presentato da Giovanni Di Vincenzo ed Ersilia Pajno, relativamente ad una presunta difformità tra il numero di cittadini aventi diritto al voto e le schede autenticate e non autenticate nella sezione numero due del Comune di Lipari, durante le scorse elezioni amministrative, tenutesi a giugno e che hanno visto l’elezione a sindaco di Riccardo Gullo. 
Dopo ben due incombenti istruttori, per una verifica sulle schede depositate in Prefettura, i giudici del tribunale amministrativo regionale, hanno sentenziato come “nonostante le incongruenze contenute nel verbale sezionale, all’esito del riconteggio complessivo delle schede, effettivamente rinvenute nei plichi esaminati, è emersa la sostanziale corrispondenza tra il numero delle schede complessivamente autenticate e la somma delle schede utilizzate dagli elettori e di quelle autenticate ma non utilizzate e ciò anche tenuto conto dell’intervenuto accertamento del numero delle schede pervenute in sezione. A fronte della corrispondenza tra le schede consegnate al seggio e quelle rinvenute a seguito della verificazione, la mancanza di 21 schede non autenticate, rilevata da parte ricorrente, non ha quindi trovato riscontro oggettivo, dovendo ritenersi frutto di un mero errore di verbalizzazione, che può al più costituire un'irregolarità, ma non inficia il risultato dello scrutinio in termini d'illegittimità del suo risultato ai fini della ripetizione delle operazioni di voto. Le lacune nella verbalizzazione, denunciate in ricorso, degradano, quindi, a mere irregolarità formali come tali inidonee ad inficiare il risultato elettorale”.
Ricordiamo, infine, come sulle elezioni a Lipari pende un ricorso, dinnanzi al CGA di Palermo, presentato dal candidato sindaco Gaetano Orto

LA SENTENZA INTEGRALE PUO' ESSERE LETTA SUL DRIVE DEL NOSTRO DIRETTORE SALVATORE SARPI, CLICCANDO SUL LINK SOTTOSTANTE
 

https://drive.google.com/file/d/17hKFbfP05-qgwiOOZE4CSNILZyUM8iuz/view?usp=share_link

L'Altare della Reposizione oggi nella Chiesa del pozzo (Lipari) 2 foto


Chiese, Santi e Processioni (82° puntata) (6 foto della Pasqua 2012)


Auguri di...

Buon Compleanno a Tarik Mrh, Santino De Pasquale, Eloisa D'Ambra, Domenico Mandina, Rosy Merlino, Giusy Liotta, Bartolo Merlino, Giovanni Sardella, Jatu Begawan Spirit, Eleonora Lo Schiavo, Giuseppe Rosario Villa, Claudio Bartolo Mandarano


Porto turistico di Salina: Il CGA legittima la Safim che era stata esclusa

Gestione della darsena turistica di Santa Marina Salina, per l’ennesima volta tutto da rifare. Rientra in gioco la Safim srl che era stata esclusa, a luglio, per mancanza di requisiti, dal CGA di Palermo.

Ieri, una nuova sentenza "revocatoria", emessa sempre dal Consiglio di giustizia amministrativa, sezione giurisdizionale di Palermo, su ricorso presentato dalla Safim, difesa dall’avvocato, Prof. Aldo Tignano, ha decretato che questa aveva i requisiti richiesti dal bando per poter partecipare alla gara.  

A questo punto la "palla" al Comune di Santa Marina Salina che dovrà procedere, alla luce delle nuove risultanze del CGA, all'aggiudicazione della gara. 

Il Pensiero del giorno con Don Bernardino Giordano: Dare tutto

Escursioni out a Vulcano. Chiuso anche l’ultimo sentiero che permetteva di accedere a Vulcanello (di Pietro Lo Cascio)

Addio Vulcanello

Da qualche giorno, anche l’ultimo sentiero che permetteva di accedere a Vulcanello è stato chiuso. Non per il rischio vulcanico, non per le emissioni di gas che non ci sono, ma semplicemente perché – per arrivarci – si era costretti a passare da un condominio privato. E i condomini hanno evidentemente ritenuto fastidioso l’andirivieni di escursionisti che – privati della possibilità di visitare il cratere della Fossa – salivano in cerca di uno scampolo di bellezza in cima alla penisoletta che sorge a Nord di Vulcano. Del resto, a casa propria ognuno è padrone di fare ciò che vuole.

L’altro, quello riaperto nell’aprile 2022 con un’iniziativa di volontariato coordinata da Nesos e da Federalberghi, era stato chiuso pochi mesi dopo dalla proprietaria del fondo, che ha pensato bene di sbarrare la strada con una recinzione, paventando denunce per violazione di proprietà privata.

E quindi adesso che si fa?

La desolante constatazione è che, sebbene si faccia un gran parlare di “destagionalizzazione” e di “valorizzazione della sentieristica”, negli ultimi anni continuiamo ad assistere alla cancellazione di percorsi possibili, un po’ per le ordinanze, un po’ per l’incuria e il perdurante abbandono. E questo non è certamente un segnale incoraggiante per i tour operator, per le agenzie e per i turisti che si organizzano in autonomia, e che scelgono di visitare le isole fuori stagione con la prospettiva di cose che poi, giunti sul posto, scopriranno di non potere fare.

Il cratere della Fossa – ammesso che venga riaperto – non risolverà il problema, perché comunque il suo omologo in miniatura rappresentava non soltanto un ripiego temporaneo, ma un’ulteriore opportunità per i numerosi escursionisti che visitano l’isola di Vulcano.

 

L’aspetto più grave della vicenda, a mio avviso, consiste però nella deprivazione di un diritto e nell’atteggiamento passivo che la accompagna. Cercherò di spiegarmi in breve.

Vulcanello è un luogo dove in passato si estraeva lo zolfo, e in tempi più recenti si continuava ad accedere per diletto. È dunque abbastanza evidente che esistessero dei sentieri, per farlo, e che più di un secolo di frequentazione possa essere considerato un lasso di tempo sufficiente per stabilire una servitù di passaggio.

Eppure questi sentieri sono svaniti nel nulla, eccetto gli unici due praticabili finché i proprietari dei fondi non hanno innalzato le idee.

Se è vero che i due in questione sono privati, in tutto o in parte, allora ce ne saranno stati altri. Dove sono finiti? Il piccolo cratere è circondato da una giungla di recinzioni e proprietà private: come hanno fatto a impadronirsi di passaggi pubblici, come lo sono le tante strade comunali, vicinali o poderali che attraversano terreni privati ma vengono regolarmente percorse da chiunque voglia farlo? Perché a Vulcano questo criterio non deve valere?

 

Gli uffici tecnici del Comune di Lipari sarebbero il soggetto titolato ad effettuare una ricostruzione attendibile – sulla base delle vecchie mappe catastali – del tracciato delle antiche strade di accesso a Vulcanello, ed eventualmente a indicare dove andrebbe ripristinata la servitù di passaggio. Ma ci vuole il cosiddetto indirizzo “politico”, ovvero qualche amministratore che si prenda a cuore il problema e lo trasformi in una questione di principio. Di fatto lo è, mi sembra abbastanza evidente. 

Vorrei tacere un’ultima considerazione, ma proprio non ci riesco. L’“emergenza Vulcano” dura ormai da un anno e mezzo. Tirando le somme, l’escursionismo è stata una delle vittime sacrificali, probabilmente la principale, perché persino una spiaggia a rischio di eruzione freatica è stata parzialmente riaperta, mentre il cratere è rimasto un tabù. Come è giusto che sia, l’emergenza ha previsto interventi risarcitori per le attività dell’isola che ne hanno sofferto evidenti conseguenze economiche. Ora, per riaprire un accesso a Vulcanello e offrire un’alternativa ai visitatori, probabilmente sarebbe stato necessario spendere… un migliaio di euro. A fronte delle somme di cui ho letto sulla stampa locale, onestamente, non mi pare una cifra molto impegnativa, e nemmeno una spesa che avrebbe sottratto risorse ai tanti e più gravi problemi da gestire.

Potremo sperare di tornare a camminare su Vulcanello? Qualcuno deciderà di ripristinare il diritto di percorrere una strada che, un tempo, era pubblica? L’alternativa è ripristinare usanze medioevali, anche se care al cinema italiano.

“Dove vai?”

“A Vulcanello”

“Un fiorino!”.

Oggi, Giovedì Santo

 Il Giovedì Santo si celebra il rito della benedizione degli olii santi durante la Messa del Crisma al mattino e nel pomeriggio si ricorda l'ultima Cena del Signore nella messa serale dando così inizio al Triduo Santo.

Nella Chiesa, ma anche nella società, una parola chiave di cui non dobbiamo avere paura è "solidarietà", saper mettere, cioè, a disposizione di Dio quello che abbiamo, le nostre umili capacità, perché solo nella condivisione, nel dono, la nostra vita sarà feconda, porterà frutto». La sorgente di questo dono per la Chiesa e per ogni singolo credente è la Mensa Eucaristica nella quale la comunità radunata nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito, ripetere il gesto compiuto da Gesù con l'istituzione del Sacramento dell'Altare.
Il comando di Gesù rivolto ai suoi discepoli chiamati a perpetuare quanto da lui stesso compiuto nel cenacolo si prolunga poi nel segno della lavanda dei piedi, tanto che lo stesso Maestro e Signore dice ai suoi commensali: «Vi ho dato l'esempio perché come ho fatto io facciate anche voi». Così facendo pone una relazione profonda e indisgiungibile tra l'Eucaristia, sacramento della sua offerta sacrificale al Padre per la salvezza del mondo, e il comandamento dell'amore che si traduce nel servizio incondizionato, sino al dono della vita, ai fratelli.

Dall'Eucaristia la Chiesa trae la sua origine permanente e all'Eucaristia essa deve fare ritorno in ogni istante della sua esistenza e della sua missione perché possa essere e crescere secondo il pensiero e il disegno di Dio. Del resto «la Chiesa è stata fondata, come comunità nuova del Popolo di Dio, nella comunità apostolica di quei dodici che, durante l'ultima cena, sono divenuti partecipi del corpo e del sangue del Signore sotto le specie del pane e del vino. Cristo aveva detto loro: "Prendete e mangiate...", "prendete e bevete". Ed essi, adempiendo questo suo comando, sono entrati, per la prima volta, in comunione sacramentale col Figlio di Dio, comunione che è pegno di vita eterna.

Da quel momento sino alla fine dei secoli, la Chiesa si costruisce mediante la stessa comunione col Figlio di Dio, che è pegno di pasqua eterna». La ricchezza di questo mistero di salvezza è sapientemente raccolta in un'opera in avorio che fa parte di una collezione più vasta di tavolette eburnee istoriate, molte delle quali illustrano scene dell'Antico e del Nuovo Testamento, probabilmente costituenti nel loro insieme un paliotto d'altare. Oggi sono conservate al Museo S. Matteo di Salerno.


Ultima Cena Avori Salernitani

La "tavola" qui illustrata è divisa in verticale in due scene distinte e complementari. La parte superiore è occupata dall'episodio della moltiplicazione dei pani e dei pesci, chiaro rimando al mistero eucaristico. Gesù è intento a consegnare il pane moltiplicato ai suoi discepoli che a loro volta lo distribuiscono alla folla. La parte inferiore è invece costituita a sua volta da due scene. Innanzitutto l'ultima cena, in cui possiamo vedere Gesù seduto assieme ai suoi discepoli a una tavola imbandita con al centro un grande pesce, simbolo cristologico ed eucaristico, poco prima di annunciare il tradimento di Giuda. Poi ecco la lavanda dei piedi, lì dove Gesù, dopo aver deposto la veste su uno sgabello posto alle sue spalle ed essersi cinto di un asciugatoio, lava i piedi a Pietro e agli altri discepoli. Il suo gesto ha una forte connotazione liturgica e richiama immediatamente ciò che durante la celebrazione della Cena Domini compie il sacerdote quando ripete l'azione compiuta da Gesù nel cenacolo.

Le due scene sono strettamente relazionate e celebrano un solo mistero: «Prima della festa di Pasqua Gesù, sapendo che era giunta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine». Verso Cristo, il quale «ci nutrisce con tutto il sangue del suo corpo e del suo cuore, sotto il peso di inauditi dolori, pressato come in un torchio, solo per la forza del suo amore infinito» (M. S. Scheeben), si muove il cuore della Chiesa alla quale il Maestro «prima di consegnarsi alla morte, affidò il nuovo ed eterno sacrificio, convito nuziale del suo amore» (Preghiera Colletta).

Oggi è il 6 aprile. Buongiorno con questa cartolina dalle Eolie.

Arcobaleno su Canneto (Lipari)