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In queste settimane dopo Pasqua fino all’Ascensione
che si celebrerà domenica prossima, la Chiesa ci propone nei Vangeli delle
domeniche, facendo riferimento soprattutto all’evangelista Giovanni, quella che
definirei “la Grande Missione” che il Signore affida ai credenti cioè a tutti
quelli che si dichiarano cristiani. Penso che valga la pena riassumere e
riproporre i tratti di essa.
Nello stesso giorno in cui risorge, i Vangeli ci
parlano di tre incontri di Gesù, con Maria di Magdala (Gv 20,11-15), con i
discepoli di Emmaus ((Luca 24, 13-35) e infine,
ancora in Giovanni con tutti gli apostoli meno Tommaso e molti discepoli in una
casa a porte chiuse “ per paura dei capi ebrei” (20, 19-23). E proprio
quest’ultimo incontro, avvenuto la sera dello stesso giorno della Resurrezione,
assume in Giovanni un significato speciale diverso dagli altri. L’incontro con
Maria di Magdala è caratterizzato dai sentimenti, quello con i discepoli di
Emmaus dalla rilettura della propria missione terrena alla luce delle Scritture. L’incontro
nella casa dalle porte chiuse ha invece un carattere più istituzionale,
potremmo dire che è il primo Concilio della nuova Chiesa in cui Gesù lancia la
“Grande missione” : ”Come il Padre ha
mandato me anche io mando voi” , parla del perdono dei peccati e soffiando dona
la forza dello Spirito Santo.
A chi è rivolta la Grande Missione ?
Agli Apostoli cioè ai 12 anzi agli 11 senza Giuda? No, a tutti i discepoli,
Giovanni è chiaro in questo: la Grande missione, compresa la remissione dei
peccati, è per tutta la comunità. I presbiteri che rappresentano gli Apostoli
hanno il compito di guidare la comunità, non di sostituirsi ad essa.
Il mandato enunciato nel primo giorno
della Resurrezione va ulteriormente approfondito e questo avviene grazie alla
incredulità di Tommaso. E’ in risposta ai suoi dubbi che Gesù afferma : ”
perché hai veduto hai creduto? Beati quelli che non hanno visto e hanno
creduto.
Rispondendo a Tommaso Gesù chiama “beati” quelli che non hanno visto ed hanno creduto. Perché “beati” ? Perché chi pratica un amore che si fa servizio per gli altri incontra in sé una qualità di vita che è la stessa di Dio e quindi può sperimentare la presenza di Cristo vivo e vivificante. Chi crede vede è la sfida che Gesù ci rivolge.
La missione di Pietro
Dopo l’incontro nella casa a porte chiuse dove Gesù
lancia la “Grande missione” gli apostoli ed i discepoli che l’avevano seguito a
Gerusalemme tornano in Galilea ma più che alla missione promossa da Gesù
sembrano dedicarsi a riprendere le ordinarie attività a cominciare dalla pesca
su iniziativa di Pietro. Ma senza successo. Forse perché sfortunati ma forse
perché non si impegnano con convinzione. Sono disorientati, non sanno abituarsi
alla assenza di Gesù. E Gesù viene da loro. È sulla spiaggia al loro ritorno.
Subito i discepoli non riconoscono il Maestro. E’
Giovanni, l’apostolo che Gesù amava, che capisce chi é l’uomo sulla spiaggia e
lo dice a Pietro che subito si getta in mare per raggiungerlo. Pietro che più
degli altri ha bisogno di rincontrare il Maestro dopo che lo ha rinnegato di
fronte ad una cameriera malgrado Gesù l’avesse definito “la roccia” su
cui edificava la sua chiesa.
Su suggerimento di Gesù i discepoli prendono con la
barca nuovamente il largo e gettano le reti e queta volta il successo non
manca. Possono tornare a riva con le reti stracariche di pesce dove Gesù li
aspetta intorno un fuoco acceso col pane ed alcuni pesci ad abbrustolire. Così
Gesù è venuto a rincuorarli perché comprende che il loro disorientamento è
forte.
Ma non è solo per dare loro conforto che Gesù è
venuto sul Lago di Tiberiade, lì dove la loro avventura ha avuto inizio. C’è
un’altra ragione ed è Pietro. Gesù sa che può fare sempre conto su di lui ma ha
bisogno di un chiarimento. Pietro corrisponde alla fiducia piena e personale
che Gesù gli ha dato? Lo ama lui più degli altri? Quanto è grande la sua
dedizione? Non è facile per Pietro rispondere, se ripensa al canto del gallo
subito dopo il rinnegamento.
Gesù chiede a Pietro se lo ama più degli altri, poi non insiste nel sollecitare un confronto, poi si contenta dell’amicizia. Gesù comprende l’imbarazzo di Pietro dopo quanto è avvenuto e non insiste. Pietro sa che Gesù legge nel suo cuore e si affida a lui e Gesù lo perdona e gli chiede di occuparsi dei nuovi fedeli e cioè di “pascere le sue pecore”.
I contenuti della “grande Missione”
Con questo interrogatorio di Pietro si chiude il
Vangelo di Giovanni che non ci parla dell’Ascensione ma nelle domeniche che prolungano il tempo
pasquale fino all’Ascensione, VIII domenica dopo Pasqua, la Chiesa ci ripropone
nei Vangeli gli insegnamenti essenziali che il Risorto consegna ai suoi fedeli
e su cui fonda la sua Chiesa: insegnamenti che sostanziano la Grande Missione. Essi
sono innanzitutto la rivelazione del vero progetto di Dio sull’umanità: tutti
siamo chiamati ad essere, per tramite dl
Cristo, una sola cosa col Padre e quindi parte della sua divinità; quindi la
consegna di un comandamento nuovo ultimo e definitivo; infine, con l’ascesa al
Padre, il dono dello Spirito consolatore e infine la rivelazione sensazionale: ”Se
uno mi ama osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui
e prenderemo dimora presso di lui”.
Si tratta di brevi richiami tratti dalla conclusione
di una discussione di Gesù con la folla di ebrei avvenuta nel portico del
tempio di Gerusalemme nella festa della riconsacrazione e dal discorso
dell’ultima cena. La prima è una
dichiarazione che racchiude tutta l’esperienza cristiana e qualifica il
legame profondo fra il Cristo e coloro che credono in lui e costituiscono la
Chiesa.
E’ Gesù stesso che riassume questa relazione con tre
verbi: ascoltare, seguire, conoscere.
“Ascoltare”
è molto di più del semplice sentire. Per aver fede n Gesù occorre ascoltarlo
creando una comunicazione profonda che giorno dopo giorno da vita alla
comunione. Questo tipo di colto caratterizza la fede ebraico-cristiana a
partire da Mosé che comunica le disposizioni di Dio sul monte Oreb.
Il secondo verbo dopo l’ascoltare è il “seguire”
che vuol dire il conformare la nostra vita alla sua, come lui la conforma al
Padre, senza correre avanti o attardarci nelle retrovie perché rischieremmo di
smarrirci e di perdere l’appartenenza alla comunità. Ed il terzo verbo è “conoscere”.
Una conoscenza dinamica, capace di penetrare nel profondo, da cui nasce
l’amore. L’amore fra il Padre e il Figlio che genera l’amore di Gesù verso di noi e di noi verso Gesù che
diventa per ciascuno di noi l’amico e l’amante fedele.
Se noi lo ascoltiamo, lo seguiamo, lo conosciamo e
l’amiamo, siamo nella sua mano e nessuno potrà strapparci via. Perché la mano
di Gesù Cristo è la mano di Dio. “Io e il Padre – ha detto Gesù – siamo una cosa
sola”: cioè letteralmente Gesù afferma “io sono uno con il Padre”. E siccome
l’uno nella simbologia biblica è il numero che indica la divinità questa
dichiarazione è insopportabile per i farisei. Una bestemmia che merita la morte.
Quella che per i capi religiosi di Israele è una bestemmia, per noi invece è garanzia di vita eterna. Ed è il vero progetto di Dio sull’umanità. Cioè, è volontà di Dio, che ogni creatura diventi suo figlio ed abbia la sua stessa vita divina.
Il comandamento nuovo
Il comandamento nuovo
non è un nuovo comandamento che sostituisce quelli di Mosé ma li qualifica e li
esalta dando vita ad una nuova alleanza fondata non sulla forza della legge ma
sulla grazia e la verità. L’amore vero si trasforma in servizio verso gli
altri. Da qui il segno della lavanda dei piedi che Gesù ha realizzato
nell’ultima cena.
Ed ecco quindi il
contenuto del comandamento nuovo: “Come io ho amato voi, così amatevi anche voi
gli uni gli altri”. E tutti sapranno che
siete miei discepoli: se avrete amore gli uni per gli altri.
Non esiste altro distintivo per il cristiano e per la
comunità cristiana se non l’amore reciproco, un amore che si mette al servizio
degli altri, un amore che crea la comunità prima che le leggi e i regolamenti.
Si Padre, aiutaci ad amare il nostro prossimo anche se non è amabile, anche se
non è credente, anche se ha costumi e tradizioni lontano dalle nostre.
Un altro passo del discorso di Gesù nell’ultima cena annunzia la sua partenza ed avvertendo la preoccupazione dei discepoli di rimanere privi della sua presenza, li rincuora: “Non sia turbato il vostro cuore e non abbiate timore”. Parole che scavalcano i secoli e sembrano rivolte anche a noi in un tempo in cui siamo ogni giorno agiati da mille paure: la guerra, la pandemia, le difficoltà economiche, i problemi sociali. Ed è anche a noi che sono rivolte le sue parole di rassicurazione: non rimarremo soli se sapremo corrispondere al suo amore.
Un nuovo Esodo
Il primo frutto di questo amore è il dono dello
Spirito Santo che il Padre manderà nel nome del Figlio col compito di
difenderci e di sostenerci. Lo Spirito ci insegnerà ogni cosa, ci ricorderà
quello che il Maestro ci ha detto ed anche quello che ha taciuto perché temeva
che non le comprendessimo. Lo Spirito trasforma in memoria creativa
l’insegnamento di Gesù, riproduce la sua carità, la sua capacità di offrirsi in
dono agli altri.
Il dono dello Spirito Santo nasce dal rapporto del
Figlio asceso al Padre e ricongiuntosi a lui. Dice Gesù in una dichiarazione sensazionale : ”Se uno mi ama osserverà la mia parola e il
Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui”. Ecco
l’Emanuele il Dio con noi anzi il Dio in noi. Quindi non c’è più un Tempio dove
risiede il Signore ma ogni creatura è il tempio dove Dio si manifesta. Dio
diviene intimo all’uomo e si manifesta quando l’uomo sa esprimere la sua
umanità. Tanto più l'uomo è umano tanto più manifesta il divino che è in lui.
Con Gesù Dio
ha posto la sua tenda in mezzo a noi. E’ iniziato con Lui un nuovo Esodo, cioè
un cammino nuovo di liberazione dove ogni discepolo del Cristo diventa la sua
dimora divina. L’uomo aveva sacralizzato Dio chiudendolo nel Tempio e ponendo
limiti alla sua accessibilità, Dio ora sacralizza l’uomo e desacralizza tutto
quello che prima veniva concepito come sacro.
Il Dio di Gesù chiede dei figli non dei sudditi. E’ un Dio che non diminuisce l’uomo ma lo potenzia e soprattutto non chiede che l’uomo viva per lui, ma che viva di lui e sia con lui e come lui portatore di un’onda crescente di vita e di amore per tutta l’umanità. Questo ti chiediamo Padre che sappiamo farci portatori di questa consapevolezza nella Chiesa e nella società.
Michele Giacomantonio
Comunicato Stampa
Doppia vittoria per le nostre ragazze nel confronto con la Play Volley Barcellona che portano la squadra al secondo posto in classifica a soli due punti dal Fly Volley di Rocca di Caprileone, ma con una partita in meno, la stessa il prossimo fine settimana sarà di scena al Palazzetto dello sport di Lipari con ancora un doppio confronto, sabato 28 ore 16,30 e domenica 29 alle 15,00.Calendario pieno di incontri per il candidato Sindaco Gaetano Orto.
Ieri si è tenuto un incontro nella frazione di Pirrera, a dimostrazione del fatto che Orto tiene in debita considerazione le piccole realtà di Lipari. A Pirrera, oltre al candidato Sindaco si è presentato ai suoi elettori Francesco Corrieri.
Intervenuto anche Francesco Fonti, unaltro giovane che fa parte della lista “SiAMO EOLIE”.
Orto al suo esordio ha detto
testualmente: “Quando ho annunciato che avrei fatto un comizio a Pirrera mi
hanno preso per pazzo dicendomi che si tratta di una piccola realtà. Ho
risposto che a me non interessa perché a Pirrera ci sono le mie radici e perché
io ho preso a cuore le problematiche delle piccole frazioni. E poi fatemelo
dire, a me piace avere un rapporto diretto con la gente”.
Poi ha aggiunto: “Quello che mi caratterizza è proprio l’ascolto delle persone, perché chi ambisce a fare il sindaco deve sapere ascoltare la gente comune”.
Poi non sono mancate le frecciate a chi lo associa alla precedente amministrazione per denigrarlo. “Non mi nascondo e non me ne vergogno. A Panarea ho detto che prima di diventare avvocato ho fatto il praticante in uno studio legale, per me l’esperienza da Vice Sindaco è servita per imparare come funziona la macchina amministrativa e mi sento pronto per rappresentare la mia gente”.
Buon Compleanno a Lorenza Merlino, Gabriella Cannistrà, Loris Amato, Nazzarena Garuti, Rita Subba, Simone Alessi, Francesca Monroe
Altra bella giornata di sport e di amicizia al Freeland di Lipari dove si è celebrato il gemellaggio tra i piccoli della Ludica Lipari e i coetanei dell'Academy Ionathan di Messina. Una giornata all'insegna del divertimento.
COMUNICATO
Comitato "L'ospedale di Lipari non si tocca": "Domani no fiori ma impegno nella lotta. E, per prenotare il posto in bus per la manifestazione del 27 a Palermo, contattare su whatsapp il numero 3398798793 (prezzo 5 euro a persona... chiaramente si parla solo di bus e non di aliscafo per andata e ritorno).
https://drive.google.com/file/d/1__bj40BPCm_pV0rReBcC9ofrpKO6_ycN/view?usp=sharing
https://drive.google.com/file/d/1VTUlcjuVTlOR5Mj9EiQWYsftZpfTuw-X/view?usp=sharing
Comunicato Stampa:
Straordinaria partecipazione di pubblico all’incontro tenutosi a Panarea
Dopo Stromboli, Quattropani e Canneto, anche Panarea risponde in maniera straordinaria.
Ieri presso l’Hotel Cincotta si è tenuto un affollato incontro
con il candidato sindaco Gaetano Orto, giunto sull’isola accompagnato dalla sua
squadra, con la quale sta condividendo gli appuntamenti elettorali in vista
delle elezioni comunali del prossimo 12 giugno.
Gaetano Orto a conclusione degli interventi, che hanno visto protagonisti
Silvia Pratelli, Sergio La Cava, Erika Pajno e Gesuele Fonti, ha rimarcato come
la sua amministrazione avrà al centro dell’attenzione le problematiche delle
frazioni.
Orto ha
affrontato anche tematiche molto importanti come l’approvvigionamento idrico, i
rifiuti e la portualità.
Comunicato Stampa
Era Il 23 maggio 1992, e
a Capaci un’esplosione infernale lacerava Terra e Cielo, ponendo fine alla vita
di Giovanni Falcone, di sua moglie Francesca Morvillo e degli uomini di scorta.
Ancora una volta la
Chiesa palermitana di San Domenico accoglieva bare innocenti siglate mafia e
Uomini di Stato a capo chino sfilavano senza una risposta al “perché”
rivoltogli dagli sguardi di una folla smarrita che invocava giustizia.
Sembrava la vittoria di
Cosa Nostra, era invece la nascita di una più consapevole coscienza civile e
alberi di speranza mettevano radici nelle vie della Città, della Sicilia, della
Nazione; crescevano e si moltiplicavano, irrorati dalla sempre maggiore sete di
legalità che la memoria delle tante vittime della mafia alimentava
incessantemente.
Nello stesso anno, 57
giorni dopo la strage di Capaci, ancora un boato squarcia l’aria e cessa la
vita di un altro servitore dello Stato, un altro ragazzo dell’antico quartiere
palermitano della Kalsa, un altro studente modello. Li ritrarranno insieme in
una gigantografia posta all’ingresso della Città, con quel sorriso vitale ed
energico che rincuora e sembra proteggere, che sembra riportarli a giocare in
piazza Magione, Giovanni e Paolo, uniti dal destino dei forti.
Palermo,
l’Italia intera insorge. Le lenzuola bianche esposte al vento diventano simbolo
di una chiara volontà di cambiamento
che dichiara guerra a tutte le mafie.
Sono incisive e toccanti le parole di Maria Falcone per i 30 anni dalle
stragi del ’92: “La guerra contro la mafia non è un problema siciliano ma
italiano. L’Italia è una sola, e le sue battaglie devono essere combattute tutte
insieme”.
La
storia politica del Centro Studi da sempre orientata ai valori della libertà
culturale e del progresso sociale e democratico ha onorato Giovanni Falcone,
Paolo Borsellino e tutte le vittime della violenza mafiosa fin dal lontano 1995
con il Convegno organizzato a loro memoria e impreziosito dalla partecipazione
della professoressa Maria Falcone, della giornalista corsa Marcelle Padovani e
del magistrato Giuseppe Costa.
Anche
l’arteria viaria di Lipari “Falcone e Borsellino” è stata così intitolata
dall’Amministrazione Comunale coeva su indicazione e sollecitazione del Centro
Studi.
Oggi
il Centro Studi, nel trentesimo anniversario della scomparsa di Giovanni Falcone,
saluta il grande magistrato con le parole di speranza del cantautore Lorenzo
Jovanotti:
“Falcone era come il suo nome, lo
hanno ucciso, ma non hanno ucciso la possibilità che altri si alzino in volo” .
Lipari, 22 maggio 2022
Prof.ssa
Maria Carnevale – socia Centro Studi
Egregio direttore,
Ieri mattina ho avuto il piacere di leggere una dotta dissertazione da parte del geom. Placido Sulfaro, mi si riferisce responsabile del servizio Ecologia del Comune di Lipari, in materia di rifiuti, in riferimento ad alcune riflessioni da me svolte sui toni della campagna elettorale.
Devo innanzitutto rilevare come non mi stupisca particolarmente che tra tutte le cose da me rilevate - bilanci non approvati, carente gestione dell’idrico, carente gestione dei lavori pubblici, mala gestio nell’esazione delle imposte, etc. - il tema rifiuti, del quale ho appena accennato con due righe – ingeneri così tanta animosità. Sono certo che ne sentiremo parecchio parlare negli anni a venire.
In punto politico, ricordo all’egregio geometra Sulfaro che, al netto di tutti i tecnicismi, la passata amministrazione ha la responsabilità di aver lasciato per anni il paese sommerso di rifiuti. Che è il dato politico che interessa ai cittadini e a quelli che come me si dilettano di politica per passione e voglia di servire il proprio territorio.
Si può anche provare a negarlo e si può anche sostenere che l’attuale amministrazione abbia in materia operato in maniera ineccepibile – il nostro è pur sempre un sistema democratico, tutte le opinioni sono ammesse - ma questo non cancellerà retroattivamente il fatto che eoliani e turisti, per anni, hanno convissuto con una quantità di rifiuti in strada che avrebbe fatto vergognare chiunque.
Chi oggi prova a negarlo può solo oggettivamente ricoprirsi di ridicolo, a maggior ragione ove abbia - anche solo in via potenziale - una responsabilità nei fatti.
Ciò posto, il Geom. Sulfaro, dopo aver chiarito la posizione dell’Ente che rappresenta in quanto funzionario, scrive anche - immagino a titolo personale e non in forza del suo ruolo - “un vecchio carrozzone per il quale il Comune paga ancora il liquidatore. Un po' come la società Lipari Porto, di cui l’Avvocato Corrado saprà certamente chi era l’amministratore ai tempi della gloriosa amministrazione Mariano Bruno”.
Per questa frase – che ovviamente attendevo da parte di qualcuno, sebbene non da un funzionario comunale – non posso che ringraziare il Geom. Sulfaro, da un lato perché mi consente di ricordare che mio padre Ferdinando Corrado, purtroppo mancato da quasi sei anni, rappresentava – non certo perché lo affermo io - un modello di condotta, serietà e disponibilità raro per le nostre terre. D’altro canto perché mi consente di utilizzare il subdolo – probabilmente diffamatorio - riferimento contenuto nel testo alla sua persona quale esempio di ciò che va eradicato dal nostro paese con ogni e qualsiasi mezzo: il sistematico utilizzo di attacchi personali, spesso rivolti a membri della famiglia vivi o morti che siano, di chi si permette a rilevare pubblicamente che la gestione del nostro territorio e’ disastrosa, che le responsabilità sono diffuse e che si deve rifondare integralmente tutto; ciò ovviamente col malcelato fine di screditarli o intimidirli.
Tempi grami temo attendano tutti coloro i quali credono di poter ancora utilizzare dileggio, diffamazione personale, ricatto o ingiuria per nascondere inefficienze e fallimenti amministrativi.
Dal 26 al 28 maggio si terrà a Lipari il congresso medico dal titolo "La riapertura ddella medicine preventiva e della sanità pubblica nel post Covid
Scrive su fb l'ENPA Isole Eolie:
a tre anni
dalla scomparsa di Aimée Carmoz, il Biodidtretto Eolie ricorda la sua socia
ispiratrice e fondatrice in onore della quale ha di recente cambiato la propria
denominazione: Biodistretto Eolie – Aimée Carmoz.
La “ nonnina
guerriera strombolana” sarà commemorata in semplicità ed amicizia.
Abbiamo il
piacere di invitarvi a partecipare all’incontro che si terrà a Stromboli
difronte al Bar Ingrid il 23 Maggio
p.v. alle ore 11:00.
Sarà una
cerimonia breve ed informale.
Seguirà una visita alla casa di Aimée dove la stessa ha soggiornato per
lunghi anni accudendo la sua colonia di gatti.
Parteciperà
all’evento Italia Nostra che donerà per l’occasione una targa. Questo anche a
simboleggiare che la collaborazione inter-associativa è possibile e necessaria
per un futuro più sostenibile.
Sperando di condividere insieme questo momento commemorativo e conviviale, prego dare comunicazione dell’eventuale partecipazione.
Il presidente del
Danilo Conti
Annarita Gugliotta, già consigliera comunale di Vento Eoliano per due legislature, con i suoi trentasette anni è la più giovane candidata di sempre a concorrere per guidare il maggior Comune eoliano.
A correre per i sedici scranni del consiglio comunale di Lipari saranno in 64 (34 uomini e 30 donne). I consiglieri eletti nella tornata elettorale del 2017 che si ripresentano sono ben 15 (7 nella lista di Carnevale, 7 in quella di Orto, 1 in quella della Gugliotta). L’unica consigliera, eletta nelle amministrative del 2017, che ha deciso di restare fuori dalla competizione elettorale è Fabiola Centurrino.
In campo anche due ex candidati sindaci (Francesco Rizzo e Antonino Nuccio Russo), due ex presidenti del consiglio comunale (Adolfo Sabatini e Giacomo Biviano) e tre ex vice presidenti (Francesco Megna, Daniele Orifici ed Erika Pajno).
Il candidato più giovane con i suoi ventitré anni è Francesco Fonti che scenderà in campo nella lista “SIAmo Eolie – Orto sindaco”.
La lista “Insieme si può – Carnevale sindaco” schiera, invece, la candidata più giovane: Federica Addamo con i suoi 25 anni.
I candidati più avanti negli anni li troviamo nella lista “Rinascita eoliana – Gullo sindaco” e sono Giovanni Iacolino e Antonino (Nuccio) Russo con i loro 74 anni: entrambi sono già stati, nel passato, consiglieri comunali di Lipari. Russo, inoltre, è stato anche assessore e candidato sindaco nel 2017. Tra le donne, sempre nella stessa lista, la dirigente scolastica dell’Istituto comprensivo Isole Eolie, Mirella Fanti con i suoi 66 anni.
La lista “Annarita Gugliotta sindaco” è quella che schiera il maggior numero di donne (9) ed è quella con l’età media più bassa (41,81).
L’età media più alta appartiene alla lista di Gullo (50,93).
Per concludere evidenziamo che, al momento, gli aventi diritto al voto (ci sarà una revisione delle liste elettorali a fine mese per depennare gli eventuali defunti) sono 12.996 (6660 uomini e 6336 donne).
Il maggior numero di votanti (2300) è concentrato nella frazione di Canneto dove saranno installati due 2 seggi. Uno di questi con 1200 elettori è, tra i 17 seggi in cui è suddiviso il territorio comunale, quello più numeroso.
Il numero più esiguo di votanti (32) nella piccola frazione di Ginostra.
Il risultato parziale (aggiornato alle 20 di ieri) del nostro sondaggio che trovate su https://www.facebook.com/groups/564921838102280