Riceviamo e pubblichiamo:
Assorbiti pressoché in maniera
completa dall’emergenza causata dal covid-19, il dibattito politico e pubblico
langue.
Non è chiaro, visti i distinguo e
la difficoltà di riunire il consiglio comunale (non solo per motivi legati alla
pandemia), se esista ancora una maggioranza, ma è certo che gli spazi di
confronto politico e la possibilità di controllo sull’attività amministrativa
sono ridotti al lumicino.
Forse inevitabile, visto il
momento, che l’attività politica sia in stand-by, ma
le prossime amministrative non
sono lontane -si svolgeranno (salvo sorprese) nella primavera del 2022- e le
“grandi manovre” per prepararle dovranno, inevitabilmente, partire a breve.
Spero sia, finalmente, comune
consapevolezza la necessità di evitare le aggregazioni-accozzaglia con finalità
esclusivamente elettorale, le quali (magari) vincono le elezioni ma poi
producono poco o nulla di significativo, lacerate da divisioni dovute a opposte
visioni su troppi temi e da ambizioni e ‘necessità’ personali che travolgono
quel poco che si era condiviso in sede programmatica.
Vincere le elezioni e non
riuscire a muovere nulla, cosa a cui sembriamo rassegnati, vuol dire condannare
le Eolie al declino.
Questa volta, si abbia la
lungimiranza ed il buonsenso di partire da premesse diverse: il progetto,
chiaro, coraggioso e comune, prima degli interessi particolari;
la qualità di idee e uomini prima
del mero calcolo elettorale e dei “potentati” da garantire.
Perché il tempo è scaduto e non
possiamo più rimandare scelte necessarie rivolte al progresso socio-economico
dell’arcipelago.
C’è da decidere, per dare
sostanza e concretezza agli sbandierati (ma sterili) propositi di
riqualificazione dell’offerta turistica e ad un posizionamento di mercato più
consono al pregio delle isole, quali strumenti di tutela ambientale e
valorizzazione territoriale adottare;
vanno rimesse in sesto le
disastrate casse comunali e tutti i servizi al cittadino, divenuti in ogni
settore disservizi, a cui si lega la premessa di restituire dignità e capacità
operativa ai pubblici uffici, prostrati da carenze di personale e impotenza
oggettiva (e deprimente per i dipendenti) di gestire e controllare
efficacemente il territorio.
È necessario, soprattutto,
ricostruire il senso (perduto) di comunità, stimolare una partecipazione
collettiva al raggiungimento degli obiettivi e ridare fiducia e possibilità
alle migliori energie umane di queste isole, troppo spesso messe in un angolo e
umiliate dal mercimonio squallido che sembra aver pervaso ogni ambito della
vita pubblica.
Servono costruttori di futuro, la
palude di “comparanze e convenienze” in cui siamo impantanati va
bonificata.
La politica Eoliana torni ad
accendere sane passioni: i problemi delle isole (reali e pesanti) vedranno più
facilmente soluzione.
CORDIALMENTE
LUCA CHIOFALO