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martedì 15 agosto 2017

Deposito rifiuti a Ginostra. Parte l'esposto alla Procura

Alla Spett.le Procura della Repubblica di Barcellona Pozzo di Gotto,
Al Sig. Sindaco del Comune di Lipari,
Al Sig. Comandante della Capitaneria di Porto di Lipari, Al Sig. Comandante della Stazione Carabinieri di Stromboli
Oggetto: Esposto per deposito rifiuti vari con annesse conseguenze ambientali ed igienico-sanitarie, nell'area portuale di Ginostra.

Da Mercoledì 9 a Martedì 15 c.m. e come ormai consuetudine ricorrente, sotto il sole cocente di Agosto centinaia e centinaia di sacchi di rifiuti di ogni tipo (organico e non, come resti di ristoranti ed attività varie, pile, ecc.) in alto stato di putrefazione, depositati a terra e in cassoni traboccanti a cielo aperto, parzialmente coperti da un telone verde, sull'unica spiaggetta ai piedi del molo di Ginostra, a due passi dal mare e passaggio obbligato dei numerosissimi turisti in partenza ed in arrivo nel villaggio, sotto ed in prossimità in linea d'aria del Monumento ai Caduti (unico belvedere del luogo), abitazioni private, pubblici esercizi.
Oltre all'inquinamento dell'ambiente dei luoghi adiacenti al mare che ciò comporta, i cattivi odori ed insetti vari infestanti la zona di Demanio Marittimo, vengono sospinti dai venti anche su in paese rappresentando una minaccia igienico- sanitaria per la frazione.
Come cittadino residente mi chiedo :
1) E' lecito tutto ciò?
2) Può un Sindaco di una comunità civile e massimo responsabile della Sanità Pubblica permettere ciò?
3) Chi è addetto al controllo del Demanio Marittimo può consentire che ciò periodicamente avvenga?
Pertanto rivolgo un' appello accorato all'Autorità Giudiziaria ed a chi è preposto al controllo del territorio d'intervenire a tutela dei diritti dei cittadini con accertamenti di merito e per gli opportuni provvedimenti di legge in caso del riscontrarsi eventuali responsabilità.
Pasquale Giuffrè

Ferragosto a Lipari è anche questo!

Gennarino "incontra" il vice -presidente della Camera, Luigi Di Maio sulla spiaggia a Canneto (foto Elda Corrieri)

15 Agosto 2017: Ma davvero si può?

Riceviamo e pubblichiamo:
Caro direttore le invio una foto (ore 11,00 di oggi) ed un video, sempre di oggi, che dicono davvero tutto, senza bisogno di ulteriori commenti
Mail firmata

Eva Grimaldi a Lipari

Nella foto con Angela Beninati e Liliana Di Stefano

Ferragosto da tutto esaurito alle Eolie

(ANSA) - LIPARI - Ferragosto all'insegna del tutto esaurito nelle isole Eolie che ospitano flussi turistici da migliaia di persone ogni giorno. Il re mondiale del lusso Bernard Arnault è stato ospitato al ristorante "Da Pina" a Panarea mandando in visibilio la proprietaria Pina Cincotta Mandarano.
Oltre 10 mila sono i pendolari delle vacanze che si destreggiano tra Vulcano, Lipari, Panarea e Stromboli. Se a terra si registra il classico pienone lo stesso
avviene anche a mare dove mega yacht fanno bella mostra tra i faraglioni o gli scogli di Panarea. L'invasione alimenta l'economia isolana ma fa emergere problemi da sovraffollamento primo fra tutti l'inquinamento per i troppi rifiuti.

Ieri, giornata d'incidenti e di soccorsi. Il più grave la notte scorsa

Giornata di grande lavoro quella di ieri per il 118 e per il pronto soccorso dell'ospedale, impegnati a soccorrere residenti e turisti "protagonisti" di incidenti o colpiti da malessere.
L'incidente più grave, avvenuto, sembrerebbe, in modo del tutto autonomo, si è verificato la notte scorsa (una quindicina di minuti dopo la mezzanotte) sulla Provinciale 180 per Acquacalda. 
Un turista è caduto con lo scooter (distruggendolo), andando ad impattare con la fronte sul bordo strada. L'impatto gli ha causato una vastissima e profonda ferita. 
Sono intervenuti l'ambulanza del 118 e i carabiniericon due pattuglie a sirene spiegate. In un primo momento si era pensato che l'uomo potesse essere stato investito.
Dopo il trasporto in ospedale e i primi necessari interventi (tra cui l'applicazione di diversi punti di sutura) è stato trasferito con l'elisoccorso. 

Il calendario della distribuzione idrica nell'isola di Lipari

La speranza è che venga rispettato e non ci siano intoppi

Gli auguri ai festeggiati di oggi

Buon Compleanno a Bartolo Cafarella, Guglielmo Barile, Giovanna Marino, Maria Santina Ulargiu, Lucilla Isidori Iacono

lunedì 14 agosto 2017

Filicudi: Soccorso con furgone; Sabotaggio all'acquedotto. Lipari: L'incendio sopra Acquacalda. I tre pezzi del nostro direttore sulla Gazzetta del sud di oggi




Per fortuna, nello "squallore" di questi giorni, c'è madre natura che ci risolleva.


Locale non in grado di servire le granite pubblicizzate. Turista scrive al Sindaco

Una doppia mail è stata inviata (tramite pec) dall'ingegner Filippo Maltese di Reggio Calabria.
Nella prima ha sottolineato come, in un locale di Lipari, lui ed altri quindici amici, non hanno trovato le granite pubblicizzate. Cosa invece che hanno potuto fare in un locale attiguo.
Premettendo i fatti, nella prima mail, ha scritto
"A nome personale ma anche a nome degli amici che mi accompagnavano ho ritenuto di dover segnalare l’accaduto alla Sua cortese attenzione, ritenendo per il buon nome dell’isola ma soprattutto per la salvaguardia dell’immagine fornita al turista, che Lei non possa astenersi dall’adozione di un qualche provvedimento in merito, limitato anche ad una semplice convocazione del gestore interessato in Comune per un inevitabile rimbrotto, ove il regolamento comunale non Le imponga l’adozione di una iniziativa di tipo diverso.
Noi certamente non veniamo dal nord e forse dovremmo ritenerci abituati a simili intemperanze, ma se vogliamo che il nostro profondo sud (Sicilia e Calabria compresa) crescano in maniera corretta, dobbiamo abituarci a rispettare il turista, e ad usare correttezza, garbo ed educazione. Non è assolutamente consentito ad un bar ubicato in un posto di prima fila, in una zona a vocazione turistica, di essere sprovvisto alle 16,00 del pomeriggio, in periodo estivo, di ben tre gusti di granite e di propinare agli avventori i rimasugli di un quarto gusto, finito anche questo prima di soddisfare tutte le richieste ricevute, o ancora di somministrare brioche del giorno precedente, presentando alla fine l’inevitabile conto.
Sarebbe stato molto meglio e saggio avvertire subito gli avventori delle limitazioni di cui soffriva il bar, così da consentire agli stessi di rivolgersi ad altro locale e non aspettare di constatare l’impossibilità di soddisfare alle richieste ricevute.
Sulla strada del ritorno, commentando l’accaduto, abbiamo tutti convenuto sulla opportunità di informare il Sindaco dello spiacevole accaduto, onde consentire allo stesso ed alla propria amministrazione di adottare tutti i correttivi necessari a che ciò non abbia più a ripetersi, e solo con tale spirito costruttivo e non denigratorio o di protesta, gli amici hanno delegato me a tale adempimento.
Certo di ricevere la Sua comprensione, la ringrazio anticipatamente e Le porgo distinti saluti a nome personale e degli amici che con me hanno trascorso un ristoratore weekend a Vulcano.


Non avendo avuto riscontro ha inoltrato questa nuova pec al sindaco, alla stampa e ad altri organismi:
Facendo seguito alla mia precedente nota datata 12.07.2017, (che si allega in copia alla presente) inviata alla SV e ad altri uffici competenti del Comune di Lipari, ma a tutt’oggi rimasta senza alcun riscontro, mi vedo costretto a dover rilevare che i “difetti comportamentali” non sono ascrivibili solo al gestore e/o al personale del (omissis), ma anche ad altri soggetti che nella loro veste ufficiale, non “possono” e non “devono” ignorare una semplice segnalazione ricevuta da un comune cittadino.
Ritengo che i gravosi impegni che assorbono quotidianamente l’Amministrazione Comunale, non dovrebbero aver impedito di fornire tempestivamente una sia pur laconica risposta, redatta dal più modesto degli impiegati, per informare appena che si è preso nota del contenuto della comunicazione e che sono stati avviati gli accertamenti del caso.
Tutto ciò dopo oltre 30 giorni non è avvenuto e ben 16 esimi professionisti, che avrebbero potuto far valere i loro titoli e le loro qualifiche, sono stati trattati nel peggiore dei modi non solo dal personale (omissis) addetto al servizio, ma anche da chi ha il compito istituzionale di guidare l’Amministrazione Comunale ed impedire che ciò abbia a verificarsi.
Nessuno di noi si aspettava la “fustigazione” dei colpevoli sulla pubblica piazza, o la comminazione di una pena per l’irriverente comportamento, ma certamente avremmo apprezzato neppure le scuse, perché ha già provveduto nei fatti, con molto garbo e signorilità, il gestore del (omissis), il quale, è bene rimarcarlo, si è adoperato in ogni modo per accontentare gli occasionali avventori, senza mai proferire parole di censura o di condanna nei confronti del collega, ma almeno ci saremmo attesi un laconico comunicato di riscontro per informare dell’avvenuta presa d’atto dell’accaduto.
Questa è CIVILTA’ e non ci possiamo lamentare quando episodi di tal genere coinvolgono, loro malgrado, turisti del nord o stranieri, che conseguentemente decidono di non vistare più il profondo sud. Non credo di dover aggiungere altro ma solo precisare che le azioni sono solo di chi le compie e non di chi le riceve, mentre noi non esiteremo a raccontare l’accaduto a quanti tra i nostri amici e conoscenti, avranno la malaugurata idea di fare una capatina a Lipari, inviando la presente per opportuna conoscenza anche agli Organi di Stampa locali ed alla Pro-loco, onde consentire l’adozione delle iniziative che riterranno di dover assumere in merito.

Distinti saluti
Ing. Filippo Maltese


NDD - Nel pubblicare questo post con la rimostranza dell'ing. Maltese abbiamo ritenuto di dover omettere sia i nomi dei due locali citati (uno in negativo, uno in positivo) che la zona di Lipari dove sono ubicate le due attività. 

Lipari, in un ospedale "tagliato" in ogni dove....la differenza la fanno stimati professionisti. Delicato intervento oggi ad opera del dottor Compagno

Nonostante i tagli, all’ospedale di Lipari, grazie a stimati e preparati professionisti, si riesce ancora a rispondere alle esigenze di salute dei pazienti, anche in emergenza. 
E’ accaduto oggi quando il dottor Enzo Compagno, che dirige l’unità operativa di chirurgia del nosocomio liparese, dopo essere stato chiamato al pronto soccorso per un consulto su un turista di 40 anni, che lamentava una presunta colica renale, si è trovato di fronte ad una perforazione gastrica per cui si rendeva necessario un intervento chirurgico immediato. 
Intervento effettuato, in emergenza, dallo stesso Compagno, coadiuvato dal dottor Belfiore, dall’anestesista Barresi e dal personale infermieristico.


L'editoriale. A Lipari è "boom" nel senso che l'isola sta per esplodere di fronte al caos, all'arroganza, al lerciume. Ma questo è il turismo che vogliamo

Vigilia di ferragosto con il "boom" (per un paio di giorni) a Lipari. 
"Boom" anche nel senso che l'isola  sta per esplodere di fronte al caos, all'arroganza, al lerciume.
Ma è questo il turismo che vogliamo...forse anche quello che ci meritiamo!
Da sabato si vede di tutto: dai giovanissimi accampati sulla spiaggia a quelli che hanno trascorso la notte scorsa nei sacchi a pelo, un po ovunque; dai vicoli trasformati in latrine ai ragazzi (diversi minorenni) "affogati" nell'alcool e nel loro vomito.
E' caos totale sia in terra che in mare. In giro si vede di tutto e si viola di tutto.
"Centauri" in tre (obbligatoriamente senza casco) su sconquassati motorini, spesso contromano; auto e motorini posteggiati alla meno peggio; automobilisti che strombazzano a più non posso, su macchine occupate al di là del consentito; pulman e pulmini stracarichi al di là di ogni logica, regola e norma. Quasi a somigliare a carri bestiame. Venditori di tutto che occupano impunemente spazi ed aree pubbliche. Improvvisati "punti di ristoro" che i giovani vacanzieri posizionano dove capita.
E' Ferragosto....bisogna recuperare il tempo e il denaro perduto...ma basta tutto ciò a giustificare l'invasione barbarica e il permessivismo ?
Sappiamo che si tratta di un'analisi e di "appunti" che saranno poco graditi. Ma tant'è. Se poi è questo il turismo che vogliamo....avanti così!!!
Non ci si salva neppure a mare: nonostante l'impegno del Circomare, le ordinanze che vietano l'ormeggio e la sosta sia di bagnanti che di natanti nei tratti interdetti sono violate a più non posso.
Esemplificativa Valle Muria.. Pienone entro la fascia di mare interdetta, ma anche sulla spiaggia non si scherza. 

E poi le solite "cartoline" di rifiuti...ovunque...come nella foto postata da Angelo Natoli e che abbiamo ripreso. Rifiuti abbandonati da turisti o da residenti? Non è che cambi molto e come scrive Lino "Abbiamo più di un problema da porci
Ma è Ferragosto e parafrasando il modo di dire "Agosto moglie mia non ti conosco" possiamo dire "A Lipari a Ferragosto norme e regole sconosco". 

Come ogni anno...si sente dire: "Passata l'estate bisognerà discutere del turismo che vogliamo!". 
Propositi che restano tali...tanto, all'arrivo dell'estate 2018, sarà lo stesso..forse peggio!
Buon Ferragosto a tutti...speriamo!

Lettera di commiato dal Policlinico del Direttore Sanitario, dott. Mario Paino

Riprendiamo e pubblichiamo la lettera postata dal dottor Mario Paino sul sito del Policlinico Universitario di Messina:
Con l’avvento della nuova gestione commissariale viene a cessare il mio incarico di Direttore Sanitario dell’Azienda Ospedaliera Universitaria - Policlinico “G. Martino” - di Messina.
Sono onorato di essere stato in mezzo a voi e desidero ringraziare tutti dal Commissario Straordinario Dr. Laganga che ringrazio per la fiducia accordatami, al Magnifico Rettore che ci ha sempre supportato con la sua preziosa collaborazione.
I miei ringraziamenti vanno a tutti i Direttori di Unità Operative che mi hanno lealmente collaborato in questa affascinante avventura regalandomi il dono di un costante, proficuo rapporto, prima personale e poi professionale.
A tutti i dipendenti che si prodigano con zelo e passione.
È stata una esperienza unica che segna una traccia indelebile nella mia vita.
Le cose belle durano poco ma non abbastanza poco per non comprenderne l’essenza.
Sono stati mesi di intenso lavoro in cui è stato esitato l’atto aziendale e la pianta organica in applicazione alla rete ospedaliera, in cui si è realizzato il nuovo e più efficace pronto soccorso, in cui si è provveduto a trasferire la medicina nel rinnovato pad. “B” e si è proceduto a riunificare l’area materno infantile nel pad. “NI”. sono stati esitati il nuovo piano della pronta disponibilità e adottate importanti procedure per la gestione delle emergenze.
In sintesi sono stati mesi di intenso e proficuo lavoro.
Di ciò mi sia consentito ringraziare la meravigliosa famiglia della Direzione Medica di Presidio. Li voglio ricordare uno per uno: Nino, Giovanni, Consolato, Paolo, Giuseppe e Giovanni di Venti.
Mi sono stati sempre vicini con lealtà, elevato spirito di appartenenza e immedesimazione.
Senza di loro non avremmo potuto fare quello che abbiamo realizzato in così breve tempo.
E come dimenticare gli amici della segreteria della direzione. Antonella, Pasquale, Pinella, Alessandra e Umberto con cui abbiamo condiviso anche il quotidiano panino, che mi hanno regalato il loro sorriso e la loro disponibilità e che mi hanno incoraggiato nei momenti difficili.
Per me, medico di provincia, proveniente dal più piccolo ospedale del mondo, è stato importante che mi abbiate onorato della vostra amicizia, della vostra stima, della vostra collaborazione non facendomi mai sentire solo.
Vi porto tutti nel cuore e auguro alla gloriosa Azienda Policlinico di essere sempre all’altezza delle aspettative e fornire sempre più qualificate prestazioni.
Con animo grato.
Mario Paino


Incidente d'auto nella notte a Serra

Incidente la notte scorsa, per cause in corso d'accertamento, nel tornante più ampio che da Lipari porta verso la frazione di Serra.
Coinvolte due auto alla guida delle quali vi erano G.C. e A. G.
Il mezzo che ha riportato più danni e di una certa consistenza è stato quello di A.G. . Questi ha anche riportato qualche lieve danno fisico, ma nulla di preoccupante 

Giovedì, apertura straordinaria del museo Bernabò Brea e delle aree archeologiche del castello

Regione Siciliana Assessorato dei Beni Culturali e IS 
Dipartimento dei Beni Culturali e IS
S. 28 – Polo Regionale delle Isole Eolie per i siti culturali 
Parco Archeologico e Museo archeologico regionale 
“L. Bernabò Brea” 
Comunicato stampa 
 Si ha il piacere di comunicare che in occasione della manifestazione Eolie: donne e cultura, grazie alla disponibilità del Personale, il 17.08.2017 il Museo e le aree archeologiche dell’Acropoli (“Castello”) rimarranno aperti dalle ore 20,00 alle ore 23,00 (ingresso ridotto euro 3).

Autisti della ditta Urso da plauso

Riceviamo e pubblichiamo:
Vorrei fare un plauso a tutti gli autisti della Ditta Urso Guglielmo che, ogni giorno, costretti a dimenarsi tra una viabilità a dir poco selvaggia, riescono a essere delle vere e proprio "statue di sale" di fronte agli insulti gratuiti di villeggianti e non; riescono ad essere educati ed attenti nella guida nonostante scooteristi ed automobilisti sorpassano con acrobazie degne di un circo Orfei; riescono pure ad essere pazienti quando a lungo devono sostare perchè bloccati da un auto parcheggiata senza cura delle buone norme del codice stradale........perchè riescono a sorridere e ad essere gentili nonostante tutto! 
Bravi Ragazzi......l'atteggiamento giusto!!! .....ironicamente parlando......"guarda e passa e non ti curar di loro"
Francesca Giardina

Una formazione del glorioso CS Lipari



In alto, da sinistra: Giovanni Caruso, Angelo Zanca, Nello D'Auria, Mario Valenti, Giovanni Gravina, Mario Riganò, Enzo Ferro, Federico Gallo
In basso, da sinistra: Nicola Puleo, Rosario Finocchiaro, Bartolo Sardella, Franchino Monteleone, Santi Basile, Rosario Centorrino

Gli auguri ai festeggiati di oggi

Buon Compleanno a Chiara Rando, Giuseppe Barbaro La Greca, Assunto Paino, Fabio Sturniolo, Mihaela Florea, Alessio Deidda, Helena Profilio, Tina Bonica-Ambriano e Mia Caleca

Uomo ritrovato senza un braccio in autostrada. Forse la sua destinazione finale erano le Eolie

Nemmeno David Lynch e Mark Frost, gli ideatori della famosa serie Twin Peaks, avrebbero potuto immaginare una storia come quella che è capitata ad un giovane di origini romane sull’autostrada A/20. L’uomo di 31 anni è stato colpito ieri mattina da un’auto che gli ha tranciato il braccio sinistro mentre camminava a piedi lungo la corsia d’emergenza nel tratto compreso tra Milazzo e Barcellona, in direzione Palermo.
Gli agenti della polizia stradale della città del Longano, intervenuti, hanno trovato davanti ai loro occhi una situazione raccapricciante. Il ragazzo giaceva a terra in stato confusionale, con i bagagli poco distanti, tutto insanguinato e, appunto, senza un il braccio. Dopo aver allertato il 118 che ha trasferito il ferito al Policlinico di Messina, gli agenti agli ordini del sostituto commissario, Sandro Raccuia, hanno compiuto i primi accertamenti sul luogo dell’incidente per comprendere la dinamica ed hanno trovato l’arto sinistro a circa quaranta metri di distanza dal giovane.
Ma cosa ci faceva il trentunenne nella corsia d’emergenza? Secondo le prime ricostruzioni sarebbe arrivato in Sicilia da Roma su un pullman di linea, con l'intenzione di fermarsi a Milazzo, forse per raggiungere le Eolie facendo prima tappa da alcuni lontani parenti che risiederebbero in un comune tirrenico. Mentre il mezzo si fermava nella Città del Capo, però, il ragazzo dormiva. Si è svegliato troppo tardi, quando aveva già superato la sua meta e a quel punto avrebbe iniziato a chiedere insistentemente all’autista del bus di farlo scendere per potere raggiungere il casello di Milazzo a piedi, a ritroso.
Evidentemente nel suo piano qualcosa è andato storto: l’urto con la vettura oltre ad aver determinato il trancio netto del braccio gli ha provocato lo spappolamento della milza, poi asportatagli all’ospedale Universitario. Sul luogo dell’impatto gli agenti hanno rinvenuto alcuni frammenti del mezzo incidentato: il conducente è fuggito ma sarebbe già stato individuato dalla Polstrada mentre a quanto pare cercava di riparare la vettura da un carrozziere. Il ragazzo ferito non è in pericolo di vita. Nel reparto di chirurgia vascolare del “Gaetano Martino” gli è stato ricostruito l’arto mozzato, l’intervento sarebbe riuscito ma la parte andrà tenuta sotto controllo per qualche giorno. Al giovane la polizia ha sequestrato alcune dosi di marijuana.


La ricostruzione

Il trentunenne ferito non avrebbe ancora spiegato perché avrebbe cominciato a camminare in autostrada e perché si trovasse nel comprensorio Barcellona-Milazzo. Il padre è un carabiniere in servizio al Comando generale di Roma. Pare che alcuni lontani parenti risiederebbero in un comune della zona tirrenica. È certo che nell’impatto con un’auto gli è stato tranciato di netto il braccio sinistro, che è “volato” a quaranta metri di distanza, finendo nella scarpata sottostante. È stato trovato dai poliziotti della Stradale di Barcellona. Al Policlinico di Messina è stato sottoposto ad un intervento multidisciplinare grazie al quale gli è stato ricostruito il braccio sinistro. Inoltre gli è stata asportata la milza.

Oggi è il 14 Agosto. Buongiorno con questa cartolina dalle Eolie e con il Santo del giorno

Lipari (foto SocialEolie -Andrea Grano)

SANTO DEL GIORNO
Padre Kolbe è l'eroico frate francescano conventuale che nel campo di concentramento di Auschwitz offrì la propria vita per salvare quella di un padre di famiglia, Francesco Gaiowniczek, condannato a morire di fame come rappresaglia per la fuga di un detenuto. 

Giovanni Paolo II, nell'elevarlo agli onori degli altari, il 10 ottobre 1982, lo ha proclamato «patrono del nostro difficile secolo», un esempio di pace e di fraternità in una società sconvolta dall'odio e dall'egoismo. 
Kolbe nacque a SudunzskaWola, una cittadina del centro industriale di Lodz, l'8 gennaio 1894. I suoi genitori erano operai tessili. Kolbe da ragazzo conobbe il senso liberatorio e insieme opprimente di povertà e lavoro. E quell'esperienza non fu estranea ad alcune scelte che lo portarono ad abbracciare la Regola di san Francesco tra i minori conventuali di Leopoli (1907) e poi a dar vita a una istituzione che aveva proprio, in povertà e lavoro, caratteristiche tipicamente francescane, un sicuro fondamento, e cioè le «Città dell'Immacolata»: «Niepokalanów», in Polonia, e «Mugenzai No Sono», in Giappone. 
Nell'ideale francescano Kolbe innestò poi la propria fiducia nella possibilità offerta dai mezzi che la tecnica in quel tempo stava mettendo a disposizione. E a chi gli faceva osservare che su di essi già il diavolo aveva allungato le sue sordide zampacce, egli rispondeva: «Ragione di più per svegliarci e metterci all'opera per riconquistare le posizioni perdute». 
Quando ne ebbe l'opportunità, dimostrò la bontà e la lungimiranza dei propri progetti. E ciò avvenne in Polonia, dove ritornò nel 1919, dopo aver conseguito a Roma la laurea in teologia.
A pochi chilometri da Varsavia diede vita nel 1927 a «Niepokalanów» (Città dell'Immacolata) i cui cittadini, tutti frati, si dedicavano, vivendo in rigorosa povertà, all'apostolato per mezzo della stampa. E furono autori di un consistente boom editoriale che ancor oggi sorprende. Il «Cavaliere dell'Immacolata», la prima di una catena di riviste, fondato nel 1922 dopo un periodo iniziale di stasi, decollò raggiungendo le cinquantamila copie. In seguito si affermò come settimanale con settecentocinquantamila copie (addirittura un milione nel 1938). 
L'Immacolata, cui padre Kolbe ha intitolato gran parte delle sue riviste, era il suo chiodo fisso. In tempi non troppo felici per la chiesa e per il mondo, Kolbe vedeva nella Madonna l'ideale capace di scuotere le coscienze, di ridare fiato al cristianesimo; un ideale, comunque, per il quale combattere le sante battaglie della fede. Per questo, ancor prima di essere ordinato sacerdote, aveva istituito a Roma, il 16 ottobre 1917, la Milizia dell'Immacolata, uno strumento per far conoscere e vivere la devozione alla Madre di Cristo, ancor oggi vivo e prosperoso. 
Nel 1930 partì missionario per il Giappone a fondarvi un'altra Città dell'Immacolata, animata dallo stesso spirito e dagli stessi ideali. Tornato definitivamente in Polonia, dopo un paio di altri viaggi «missionari» nello stesso Giappone e in altri paesi dell'oriente, padre Kolbe si dedicò interamente alla sua opera. 
La seconda guerra mondiale lo sorprese a capo del più importante complesso editoriale della Polonia. 
Il 19 settembre 1939 fu arrestato dalla Gestapo, che lo deportò prima a Lamsdorf (Germania), poi nel campo di concentramento di Amlitz. Rilasciato l'8 dicembre 1939, tornò a Niepokalanów, riprendendo l'attività interrotta. Arrestato di nuovo nel 1941 fu rinchiuso nel carcere di Pawiak a Varsavia, e poi deportato nel campo di concentramento di Auschwitz, dove con uno straordinario atto d'amore chiuse una vita tutta spesa al servizio degli altri. 
Nel campo viveva una legge secondo la quale, per la fuga di uno, dieci dello blocco, venivano condannati a morire di fame in un oscuro sotterraneo. Quando all'appello della sera risultò che uno mancava un grande timore invase l'animo di tutti i prigionieri...
Il Comandante scelse con un cenno della mano chi doveva morire e ad un tratto si sentì un grido: «Addio! addio! mia povera sposa, addio miei poveri figli...era il sergente Francesco Gajowniczek. 
Ma ad un tratto un uomo, anzi, un numero esce con passo deciso dalle file e va diritto verso il Comandante del campo. Chi è lei? Cosa vuole? Come osa infrangere la ferrea disciplina ed affrontare il terribile Capo?
«Sono un sacerdote cattolico polacco; sono anziano, voglio prendere il suo posto, perchè egli ha moglie e figli».
Il Comandante, meravigliato, parve non riuscire a trovare la forza per parlare e stranamente accettò quella proposta...
Padre Kolbe insieme agli altri condannati fu avviato verso il blocco 11. Qui le vittime furono denudate e rinchiuse in una piccola cella, in cui dovevano morire di fame e di sete. Ma da questo tetro luogo, invece di pianti e disperazione, questa volta si udirono preghiere e canti. Padre Kolbe li guidava, attraverso il cammino della croce, alla vita eterna.
Rimase nel bunker per due settimane, quando le SS decisero di svuotare la cella della morte. Erano rimasti in vita solo quattro uomini tra cui Padre Massimiliano.
Venne ucciso con un'iniezione di acido fenico, perché la cella, che egli aveva trasformato in cenacolo di preghiera e che condivideva con gli altri condannati, serviva per altre vittime. «Porse lui stesso, con la preghiera sulle labbra, il braccio al carnefice», raccontò un testimone. 
Lo trovarono qualche ora dopo, «appoggiato al muro, con la testa inclinata sul fianco sinistro e il volto insolitamente raggiante. Aveva gli occhi aperti e concentrati in un punto. Lo si sarebbe detto in estasi». Era la vigilia dell'Assunta, di una festa della Madre di Dio, che egli aveva sempre amato, chiamandola con il nome di «dolce mamma».

domenica 13 agosto 2017

Filicudi...è una guerra. Ma a chi? Al povero dipendente o alla ditta? Oggi nuovo "sabotaggio" all'acquedotto

A Filicudi è in atto una "guerra". 
Resta da capire a chi, se al povero dipendente o alla ditta che gestisce il servizio o ad entrambi.
Dopo i fatti denunciati dalla Geomar, ai carabinieri e pubblicamente, oggi pomeriggio le "attenzioni" di qualcuno sono tornate a concentrarsi sul locale tecnico dove persiste il serbatoio idrico: sono stati fatti saltare i lucchetti. 
E' probabile, quindi, l'arrivo di una nuova denuncia ma quello che sorprende è come il tizio o i tizi continuino ad agire con sfrontatezza, incuranti di poter essere scoperti. 
Ma ci chiediamo. La gente per bene di Filicudi (la stragrande maggioranza) può restare inerme ed in silenzio di fronte a queste cose?
In questa situazione - a questo punto appare certo - potrebbe inquadrarsi l'atto vandalico nei confronti dell'operaio della Geomar che, nei giorni scorsi, ha trovato le quattro ruote tagliate. 

I ringraziamenti delle famiglie Mezzapica e Bacot

I ringraziamenti della famiglia Zaia


I ringraziamenti della famiglia Mangano


L'incendio di stanotte


Per le due foto, grazie a Fulvio Musicò