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venerdì 30 dicembre 2022

Stromboli, 20 anni dopo lo tsunami del 30 dicembre e la lunga fase eruttiva (Fonte: INGV Vulcani)

 di Piergiorgio Scarlato

Sapete quale è il mio primo ricordo di quella esperienza incancellabile di venti anni fa? Cuba.

Si, Cuba. Nel 2002 era lì che mi trovavo a trascorrere il capodanno con mia moglie. Ricordo la telefonata di mio padre il 28 dicembre in cui mi annunciava l’inizio dell’eruzione a Stromboli. Una bocca effusiva si era aperta sulla Sciara del Fuoco (figura 1).

Figura 1 - Colata di lava sulla Sciara del Fuoco (5 gennaio 2003, fotografia INGV)
Figura 1 – Colata di lava sulla Sciara del Fuoco (5 gennaio 2003, fotografia INGV)

A seguire una seconda telefonata due giorni dopo, il 30 dicembre, nella quale sempre mio padre mi riferiva che un settore del vulcano era franato in mare (figure 2 e 3) e aveva generato un maremoto che aveva raggiunto le altre isole Eolie e la costa tirrenica dell’Italia meridionale. 25-30 milioni di metri cubi di roccia avevano generato un’onda che in 30 secondi aveva raggiunto le spiagge e le abitazioni sulla costa di Stromboli con un’altezza di oltre 12 metri e, nei minuti successivi, le altre isole.  Secondo i testimoni il mare si ritirò di 30-40 metri. Ci furono danni al porto di Panarea.

Figura 1 - Frana e onda di maremoto a Stromboli del 30 dicembre 2002 (Fotografia Massimo Pompilio)
Figura 2 – Frana e onda di maremoto a Stromboli del 30 dicembre 2002 (Fotografia Massimo Pompilio)
Figura 2 - Segnale sismico generato dalla frana di Stromboli del 30 dicembre 2002
Figura 3 – Segnale sismico generato dalla frana di Stromboli del 30 dicembre 2002

Non volevo crederci… Il luogo dove ero andato in vacanza un’estate decidendo che avrei studiato Geologia e dove poi avrei fatto la mia tesi di laurea, ora era al centro di una crisi da gestire dal neonato Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia.

Sbarcai a Stromboli immediatamente dopo la Befana dove trovai la nave della Marina Militare San Giorgio e un reparto di corpi speciali che facevano prove di evacuazione con i mezzi anfibi e i gommoni. Una scena surreale… sembrava un set cinematografico. A parte brevi pause per recuperare uno stato psicofisico normale e rivedere mia moglie, rimasi fino a metà luglio a coordinare le attività del mio istituto sull’isola. Oltre sei mesi incredibili, 130 unità di personale alternatesi in turni massacranti sull’isola praticamente evacuata, almeno durante i primi tre mesi. Era come vivere in un reality, dove regnava l’isolamento e il silenzio rotto solo dai brontolii del vulcano.

Reti di monitoraggio da costruire, una sala di controllo da realizzare da zero, dati da raccogliere e interpretare in tempo reale, una organizzazione del lavoro da coordinare con colleghi che solo in parte si conoscevano (figure 4 e 5). Ricercatori e tecnici provenienti dalle sedi INGV di Catania, Palermo, Roma, Napoli, Pisa, Milano, Bologna si diedero il cambio con turni settimanali lavorando spesso in condizioni ambientali proibitive. Conservo ancora quei quaderni con gli appunti e i tabelloni con i turni. Ogni tanto li sfoglio e ricordo con commozione quei momenti e gli amici con cui ho avuto la fortuna di condividere una esperienza professionale ed umana straordinaria.

Figura - Installazione di stazioni delle reti di monitoraggio a Stromboli. Fotografia di Piergiorgio Scarlato, febbraio 2003.
Figura 4 – Installazione di stazioni delle reti di monitoraggio a Stromboli. Fotografia di Piergiorgio Scarlato, febbraio 2003.
Figura - Schema organizzativo INGV dell'emergenza Stromboli 2002-2003
Figura 5 – Schema organizzativo INGV dell’emergenza Stromboli 2002-2003.

Si dormiva pochissimo, l’adrenalina era sempre al massimo. Il rosso delle colate illuminava il cielo nelle buie notti dell’isola deserta. Ci accudivano gli amici Andrea e Neva della locanda del Barbablù e Carlo e Sarino del Bed and Breakfast La Lampara, dove le nostre squadre erano alloggiate. Per farci sentire un pò a casa ci davano conforto creando un ambiente familiare che ci consentisse di sopravvivere alla pressione e allo stress che andava crescendo con il passare del tempo.

Ricordo il gruppo di sismologi dell’allora CNT (oggi ONT) che per primi in pochi giorni installarono una rete sismica andando su e giù per il vulcano, lavorando in condizioni climatiche pessime. E quando i tecnici del gruppo di Geodesia di Catania andavano tutti i giorni sul vulcano a fare misure per verificare se ci fossero deformazioni del vulcano in atto (figura 6). Quante volte sono rimasti bloccati in mezzo alle nuvole in attesa che il cielo schiarisse e potessero fare le loro rilevazioni. Nella mia valigia dei ricordi li rivedo ancora oggi quando tornavano alla base con la pelle del viso bruciata dal freddo e distrutti dalla fatica, ma orgogliosi del lavoro fatto.

Figura - Misure delle deformazioni del suolo mediante EDM a Stromboli. Fotografia di Alessandro Bonforte
Figura 6 – Misure delle deformazioni del suolo mediante EDM a Stromboli. Fotografia di Alessandro Bonforte.

Visto che una delle domande più importanti che ci ponevamo era se fosse possibile che altri settori di quel versante potevano franare in mare, a febbraio i colleghi di Catania provarono a installare sulla Sciara delle stazioni GPS realizzate ad hoc con strutture di cemento per provare a monitorare i movimenti del versante in tempo reale. Fu un’operazione incredibile. Per installarli arrivò quello che tutti chiamavamo “Cicalone”, un elicottero Erickson della Protezione Civile capace di trasportare e sganciare pesi importanti in situazioni ambientali avverse. Ricordo ancora la rabbia, quando dopo tutta quella fatica, pochi giorni dopo due delle tre stazioni furono distrutte da nuove colate di lava che si attivarono proprio dove le avevamo installate.

I primi di marzo venne in visita il Presidente della Repubblica Ciampi. Fu bello apprendere che il Paese ci seguiva. Noi sull’isola non ce ne rendevamo molto conto. Non avevamo tempo per guardare la TV o leggere i giornali. Sapevamo a malapena che c’era una nuova guerra in Iraq.

Le settimane passavano, le colate di lava continuavano a scendere sulla Sciara, l’attività esplosiva tipica dello Stromboli era scomparsa da mesi (figura 7). Aveva un significato questo cambiamento nello stile eruttivo del vulcano?

Rìlevamento depositi di frana del 28 dicembre 2002 (foto del 16 marzo 2003, P. Scarlato)
Figura 7 – Rìlevamento dei depositi di frana del 28 dicembre 2002 (fotografia del 16 marzo 2003, Piergiorgio Scarlato).

E così arrivammo ad aprile… nei primi giorni del mese cominciammo a registrare piccoli segnali di cambiamento in atto nello stato del vulcano. Tra questi, Luigi Lodato della sezione di Catania si accorse che il fondo dei crateri cominciava a scaldarsi, e piccole esplosioni avvennero il 3 aprile 2003. Quel giorno c’erano in vetta due dei nostri che furono richiamati di corsa alla base. Quella sera stessa decidemmo che per i giorni successivi per precauzione era meglio evitare di coinvolgere personale nelle attività sul vulcano. Fummo fortunati o bravi nella scelta compiuta? Non saprei dirlo… fatto sta che due giorni dopo, il 5 aprile, poco dopo le 9 del mattino lo Stromboli ci mostrò la prima grande esplosione dopo quelle avvenute nel secolo precedente. Anche se avevamo messo in conto che potesse accadere, nessuno di noi l’aveva mai vista prima, tanto meno nessuno aveva idea dei segnali che l’avrebbero preceduta.

Quando accadde ero sulla porta del Centro Operativo Avanzato – Osservatorio San Vincenzo. L’evento fu anticipato da un segnale sismico ben visibile della durata di alcuni minuti. Era il magma ricco in gas che inviava il suo segnale che stava risalendo velocemente dall’interno della Terra verso la superficie terrestre. Ma noi non lo sapevamo, lo avremmo scoperto poco dopo. Marcello Martini, responsabile del settore sismologico, mi venne incontro dalla sala controllo verso l’ingresso e mi chiese di guardare verso l’alto, perché vedeva qualcosa di anomalo sul tracciato sismico. Mi girai e guardai la vetta del vulcano. Passarono pochi secondi quando una colonna rosso fuoco si innalzò sul vulcano per diversi chilometri di altezza. Seguì un boato e tutto tremò. Rimanemmo paralizzati per qualche secondo davanti a quella visione infernale di bombe e pomici che volavano verso l’alto e ricadendo al suolo generavano piccoli incendi. Nubi alla base della colonna magmatica indicavano la formazione di flussi piroclastici (figura 8).

Il parossismo del 5 aprile 2003 visto dal Centro Operativo Avanzato di Stromboli. Le nubi alla base indicano la formazione di flussi piroclastici. (Fotografia di Piergiorgio Scarlato)
Figura 8 – Il parossismo dello Stromboli del 5 aprile 2003 visto dal Centro Operativo Avanzato di Stromboli. Le nubi alla base indicano la formazione di flussi piroclastici. Fotografia di Piergiorgio Scarlato.

Dopo esserci ripresi dallo shock il nostro primo pensiero fu per l’elicottero che era in volo con la nostra collega Sonia Calvari a bordo per il consueto monitoraggio del mattino. I colleghi del DPC risposero immediatamente alle nostre grida confermandoci che era tutto a posto. Fortunatamente il pilota era riuscito ad allontanarsi per tempo e non si registrarono incidenti (figura 9).

Figura - Parossismo del 5 aprile 2003 (fotografia di Sonia Calvari).
Figura 9 – Parossismo dello Stromboli del 5 aprile 2003 ripreso dall’elicottero. Fotografia di Sonia Calvari.

I giorni successivi trascorsero discutendo sul da farsi. Dovevamo ripristinare le strumentazioni distrutte dall’esplosione, c’era da andare a rilevare i depositi del parossismo, c’erano valutazioni da fare su cosa sarebbe potuto accadere nei giorni seguenti. I nostri briefing serali, già lunghi, diventarono dei veri congressi di vulcanologia. Dopo lunghe discussioni su cosa fare, verso metà aprile decidemmo di salire a vedere cosa era successo e a rilevare i prodotti del parossismo (figure 10 e 11).

Figura - Stazione di monitoraggio distrutta dall’esplosione dello Stromboli del 5 aprile (fotografia di Piergiorgio Scarlato, 14 aprile 2003).
Figura 10 – Stazione di monitoraggio distrutta dall’esplosione dello Stromboli del 5 aprile (fotografia di Piergiorgio Scarlato, 14 aprile 2003).
Figura - Campionamento della lava e misura della temperatura (fotografia di Piergiorgio Scarlato, 14 aprile 2003).
Figura 11 – Campionamento della lava e misura della temperatura (fotografia di Piergiorgio Scarlato, 14 aprile 2003).

Le settimane passarono e osservammo una progressiva riduzione della portata della colata di lava sulla Sciara (figura 12). A giugno le prime timide esplosioni stromboliane annunciarono che forse ci stavamo avviando verso il ritorno alla normalità. E in effetti fu così. Nel corso dei primi giorni di luglio la colata di lava si esaurì e quello fu il segnale che saremmo potuti tornare gradualmente alla nostra vita.

Figura - Campo lavico sulla Sciara del Fuoco (fotografia di Piergiorgio Scarlato, 5 giugno 2003).
Figura 12 – Campo lavico sulla Sciara del Fuoco (fotografia di Piergiorgio Scarlato, 5 giugno 2003).

In questi 20 anni abbiamo visto altri parossismi e abbiamo imparato molto sul comportamento di questo vulcano. Abbiamo sviluppato nuove tecnologie per lo studio del vulcanismo esplosivo e abbiamo formato nuove professionalità, trasferendo anche all’estero le nostre conoscenze e le nostre metodologie per lo studio del vulcanismo esplosivo basaltico. Credo che quella del 2002-2003 sia stata una crisi che ci ha segnato profondamente ed ancora oggi l’organizzazione dell’INGV per la gestione delle crisi vulcaniche è fondata su quella esperienza vissuta insieme.

Ad maiora…


link al video (italiano)

https://www.youtube.com/watch?v=qMJUn8c9Y6M

link al video (english)

https://www.youtube.com/watch?v=BdPj4m8Bshk

E' deceduto Domenico Lo Nardo "Dominik"

Le onoranze funebri sono a cura della ditta
ALFA&OMEGA di Lipari
Alla famiglia le nostre condoglianze

Accadde alle Eolie. 30 Dicembre 2002 : La frana sulla Sciara del fuoco di Stromboli e lo tsunami.

Sono passati 20 anni anni da quel giorno in cui un’onda anomala ha interessato tutte le coste del basso Tirreno tra Calabria e Sicilia. Possiamo ricostruire quanto accaduto grazie a una breve sintesi elaborata da un report della dottoressa Sonia Calvari, esperta dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia:
L’eruzione effusiva dalla base del Cratere di nord/est dello Stromboli ha avuto inizio il 28 dicembre 2002 ed è finita il giorno seguente. Un sorvolo effettuato il 29 dicembre con l’elicottero della Protezione Civile ha permesso di rilevare, con l’ausilio di una telecamera termica, tre colate laviche che si erano espanse nel settore orientale della Sciara del Fuoco ed avevano raggiunto il mare in 30 minuti. In corrispondenza della costa le colate erano larghe complessivamente 300 m, e il 29 dicembre non apparivano più alimentate. Il 30 dicembre si è originato ancora un piccolo flusso lavico, lungo circa 200 m., che al momento del sopralluogo, alle ore 11.30, appariva in espansione lungo una piccola depressione sul settore settentrionale della Sciara del Fuoco. Improvvisamente, alle 13:15 e 13:22 ora locale del 30 Dicembre, due corpi franosi si sono distaccati dalla Sciara del Fuoco. Le frane hanno raggiunto il mare e sono state accompagnate da un’abbondante ricaduta di cenere sul versante sud-orientale dell’isola. La pioggia di cenere non è stata causata dall’attività esplosiva, bensì dalla frammentazione dei blocchi durante il crollo. Le frane, la prima di 600.000 m3, la seconda di 5.000.000 di m3 di roccia, hanno provocato il distacco dal pendio dei depositi lavici del 28 dicembre insieme ad una vasta porzione dei depositi precedenti. Al loro ingresso in mare le frane hanno originato due tsunami i quali, sull’isola di Stromboli, hanno provocato prima il ritrarsi del mare, e poi due onde anomale alte parecchi metri che si sono abbattute sui paesi di Stromboli e Ginostra, danneggiando edifici ed imbarcazioni e causando il ferimento di alcune persone. Le onde anomale si sono propagate fino a Milazzo, sulla costa settentrionale della Sicilia, ad una distanza di 60 km a sud di Stromboli. Da quando l’eruzione è iniziata i crateri sommitali dello Stromboli non mostrano segni di attività esplosiva. Nessuna forte esplosione ha avuto luogo sul vulcano, e nessuna scossa è stata registrata dalla rete di monitoraggio sismico. Precedenti tsunami sono occorsi a Stromboli nel 19301944 e 1954. Questi episodi sono risultati correlati ad attività eruttiva parossistica, a frane lungo la Sciara del Fuoco, oppure a flussi piroclastici, ma mai alla messa in posto di nuovi flussi lavici.
In merito a questi eventi di inizio ’900, nel nostro Speciale Tsunami il geologo Giampiero Petrucci ha fatto riferimento proprio allo Stromboli, spiegando che la seconda metà degli anni ’10 viene marcata dalle isole Eolie e dallo Stromboli in particolare. Proprio Iddu, come viene chiamato il vulcano dagli strombolani, è difatti protagonista di due episodi notevoli. Il primo, il 3 Luglio 1916, dunque in piena “Grande Guerra”, rappresenta un’eruzione cui si accompagna un terremoto (avvertito anche nella Calabria Tirrenica) e soprattutto uno tsunami (intensità 2) che investe soltanto la parte nord dell’isola, in particolare la zona di Piscità dove viene invasa la spiaggia, con un’ingressione pari ad una decina di metri. Il secondo episodio, il 22 Maggio 1919, risulta ben più cospicuo, anche geograficamente parlando. Alle 17.45 si verifica una grande esplosione vulcanica, con materiale piroclastico e lava che danneggia diverse case delle varie frazioni di Stromboli, Ginostra compresa. Segue uno tsunami (intensità 3) che invade la costa per circa trecento metri, trascinando a terra numerose barche. Vengono segnalati fenomeni anche a Capri (Marina Piccola) ed Ustica dove il mare si ritira e poi torna sulla spiaggia sia pure causando danni lievi. Oscillazioni inferiori al metro si verificano in Sicilia (Palermo, Catania, Messina) e Sardegna (Cagliari) oltre che a Napoli.
Nel decennio successivo le Eolie continuano a recitare un ruolo da protagoniste: il 18 Luglio 1926 si sviluppa una scossa sismica a Salina, con danni e frane a Pollara e Malfa dove il mare si ritira e poi invade la spiaggia. Quindi l’11 Settembre 1930 un’altra esplosione violenta del vulcano di Stromboli, durata alcune ore, con i prodotti piroclastici che colpiscono ripetutamente le abitazioni, talora con forza distruttiva. Stavolta i danni sono ingenti, anche in merito alle vite umane: 4 infatti i morti accertati ufficialmente anche se alcune testimonianze propendono per un numero maggiore. Nella zona di Ficogrande (Sopra Lena) lo tsunami susseguente (intensità 3) invade la costa per circa 200 metri, con run-up di due metri e mezzo, provocando altre due vittime, sorprese dall’onda in mare o sulla spiaggia. Sono questi gli unici due morti alle Eolie a causa di uno tsunami. Si deve poi arrivare al 1944, per la precisione il 20 Agosto, per assistere ad un altro maremoto eoliano. Ancora una violenta eruzione dello Stromboli, con lava sulla Sciara del Fuoco che termina la sua veloce corsa in mare, provocando un’onda di tsunami tutt’altro che trascurabile e classificata di intensità 4. A Punta Lena si verifica infatti un’ingressione marina di circa trecento metri, molti i pesci spiaggiati ma rari danni alle costruzioni e fortunatamente nessuna vittima umana.
Oggi ci chiediamo se dopo tutti questi grandi eventi storici sia possibile che, a fronte di una situazione di allarme, la popolazione delle Eolie ma anche di tutte le zone costiere tirreniche di Calabria e Sicilia, non sia organizzata in modo adeguato per affrontare un’eventuale tsunami.
Ecco alcune foto e immagini (dell’Ingv) relative all’evento di diciannove anni fa:

Auguri di...

Buon Compleanno ad Andrea Favaloro, Bartolo Cincotta, Angela Lo Schiavo, Andrea Marino, Rita Quadara, Ilaria Massarelli, Jessica Carmen Pietracatella, Vincenzo Malalana, Raffaella Inferrera, Giada De Teresa, Santino Serrato, Mirko Lazzaro, Dariana Antonia Radu, Ivana Furnari 



Oggi è il 30 Dicembre. Buongiorno con questa cartolina (anno 2015) dalle Eolie

Quattropani innevata (1 Dicembre 2015)

giovedì 29 dicembre 2022

Lipari, Nominati i garanti per infanzia e disabilità. La "breve" del nostro direttore Salvatore Sarpi sulla Gazzetta del sud del 22 dicembre 2022

Sicilia: Sanità, via libera alla selezione dei nuovi manager. Proroga di sei mesi per i commissari

Sarà pubblicato nei prossimi giorni sulla Gazzetta ufficiale della Regione Siciliana l'avviso pubblico di selezione dei nuovi direttori generali delle aziende e degli enti del servizio sanitario regionale. Il documento, firmato dall'assessore regionale alla Salute Giovanna Volo lo scorso 20 dicembre, ha ricevuto oggi l'apprezzamento della giunta di governo.


«Un avviso - dice il presidente della Regione Renato Schifani - che mi soddisfa perché contiene importanti elementi di novità, primo tra tutti il fatto che i colloqui con i candidati saranno pubblici. Sulla salute i siciliani sono sensibili e chiedono trasparenza di regole e rigore selettivo. Mi auguro che questa selezione, che contiamo di chiudere tra maggio e giugno, porti a un significativo cambiamento, perché la sanità siciliana ha aspetti di eccellenza che intendiamo mettere in risalto ma lavoreremo concretamente anche per migliorare quegli altri aspetti che necessitano di essere migliorati».


L’avviso di selezione sarà pubblicato anche sul sito istituzionale dell’assessorato regionale della Salute. Possono partecipare esclusivamente soggetti inseriti nell'elenco nazionale di idonei. Con successivo decreto del presidente della Regione, sarà nominata una commissione costituita da tre esperti, di cui uno designato da istituzioni universitarie indipendenti, uno dall'Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) e uno nominato dallo stesso governatore, che procederà con la valutazione dei titoli e della concreta esperienza dirigenziale e con un colloquio pubblico.


Contestualmente, dalla giunta è arrivato anche il via libera al decreto con cui si proroga l'incarico degli attuali manager che, col ruolo di commissari straordinari, resteranno in carica fino al prossimo 30 giugno 2023 o fino al termine della selezione pubblica, se questa dovesse concludersi prima del suddetto termine. Avvicendamento al vertice della Asp di Ragusa, invece, dove Fabrizio Russo, 51 anni, iscritto nell’albo nazionale degli idonei alla nomina di direttore generale nelle aziende e negli enti della sanità ed esperto di processi gestionali, ha preso il posto di Gaetano Sirna, già alla guida anche del Policlinico di Catania.


«I nuovi direttori generali delle aziende e degli enti del sistema sanitario regionale saranno fondamentali nei prossimi anni per la realizzazione della nuova sanità che abbiamo immaginato per la Sicilia - sottolinea l’assessore regionale alla Salute Giovanna Volo -. Un sistema in cui pubblico e privato, strutture ospedaliere e territoriali si integrino perfettamente per fornire ai cittadini assistenza e cure d’eccellenza».


Revocato anche l'avviso pubblico per la selezione del direttore generale del Policlinico di Palermo, ritenendo, per ragioni di uniformità e organicità, di dover utilizzare anche per l'ospedale universitario del capoluogo siciliano i medesimi criteri di valutazione e selezione previsti per tutte le altre aziende del servizio sanitario regionale.

Quattro nuove assunzioni al Comune di Santa Marina Salina


Scrive così su fb il sindaco Domenico Arabia:

La famiglia del Comune di Santa Marina Salina continua ad ingrandirsi. In data odierna hanno firmato i contratti e dal 30 dicembre saranno in servizio ulteriori 4 unità lavorative :
Sig. Emiliano Ziino - Manutentore cat B
Sig. Piero Podetti - Manutentore cat B
Dott.ssa Maria Giardina- Istruttore amministrativo cat. C
Dott.ssa Claudia Cappadonia - Istruttore Amministrativo cat. C
A tutti i neo assunti i migliori auguri per un sereno e proficuo lavoro da parte dell’Amministrazione Comunale di Santa Marina Salina

Con la Proloco Isole Eolie Lipari rivivono le tradizioni natalizie. Ieri premiazione della Nacatola Doc

 

Si è svolta ieri, a cura della Proloco Isole Eolie Lipari, la XVII edizione della Nacatola DOC.

Le tradizioni natalizie delle Eolie ritornano a vivere dopo il mesto periodo del covid in tutta la loro bellezza, la voglia di festeggiare e di condividere insieme la si è percepita dalla forte presenza di pubblico e di concorrenti. 

Prima classificata
Nove sono state le partecipanti che hanno presentato le loro creazioni al banco della giuria presieduta dallo chef Lucio Bernardi coadiuvato da Giovanni Cipicchia e da Nunzia Cincotta.

Dopo i doverosi assaggi e le attente valutazioni sono risultati vincitori Anna Tartaro con il primo premio, Diletta Di Rosa con il secondo premio e Carla Veneziano con il terzo premio.

Al primo classificato è andata una cesta natalizia offerta da Sapori e Salute ed una rotella grande (attrezzo essenziale per la realizzazione dei dolcetti) della Crial.

Al secondo posto è andato un cuoci pizza offerto da Granata Natoli.

Il terzo posto si è aggiudicato una campanella in porcellana offerto dalla gioielleria Dario Subba e una rotellina piccola offerta dalla Crial.

Seconda classificata
Un doveroso ringraziamento va anche a tutti gli altri partecipanti che hanno ricevuto una menzione speciale: Valentina Agrip, Marzia Merlino, i ragazzi Sara e Diego della scuola del CIRS di Canneto, Patrizia Puglisi, Ivana Merlino e Anna Merlino.

Un ringraziamento particolare va inoltre ai sostenitori della manifestazione, alla Latteria che ci ha ospitati ed alla Slow Food per la collaborazione.


Terza classificata
Le festività natalizie per la Pro Loco Isole Eolie Lipari non finiscono e cogliamo l’occasione per invitare tutti a partecipare al Galà di Capodanno che si svolgerà giorno 03 gennaio alle ore 19 presso la Sala Convegni dell’Hotel Gattopardo di Lipari, momento nel quale ci scambieremo anche gli auguri di felice anno nuovo.

Il Presidente

Giusi Lorizio



Stromboli "ribolle" E il pontile di Ginostra sprofonda nel buio. Articolo della Gazzetta del sud di oggi (con aggiornamento situazione)

N.B. L'emissione di lava è cessata oggi e, sempre oggi, è arrivato un tecnico che ha ripristinato l'impianto d'illuminazione

Differenziata. Iacolino "Occorre collaborazione dei cittadini" e annuncia guardie ambientali, videocamere e modifica smaltimento pannoloni

(di Gianni Iacolino, assessore)  L'anno in corso sta per concludersi e sono tante le considerazioni su quanto fatto nel campo della raccolta rifiuti e su quanto resta da fare, su come sono state affrontate le problematiche e su quali possano essere i margini per migliorare gli interventi. E tutto questo con numeri alla mano, consapevoli dei margini di movimento possibili in base alle norme ed ai regolamenti vigenti. È un dovere di chi amministra dare puntuali risposte ai cittadini e, soprattutto, fare chiarezza su argomenti su cui il baccano rischia di coprire la logica. Per tutta l'estate si è assistito a un impegno costante di tutte le componenti della filiera della raccolta rifiuti e, nonostante il forte incremento delle presenze turistiche, le isole hanno mostrato il loro volto migliore. L'inciviltà di qualcuno è stato motivo di disturbo , ma, tutto sommato, sopportabile. Con un puntuale videocontrollo del territorio in pochi avrebbero osato sporcare, ma su questo aspetto della videosorveglianza non si poteva ancora intervenire. Oggi, dopo l'estensione della raccolta differenziata alle altre zone nord e ovest di Lipari, si assiste ad un'immagine indecorosa ed umiliante della nostra comunità che mortifica non solo il territorio, ma anche la stragrande maggioranza di coloro che hanno la pazienza, a casa, di distinguere le varie tipologie di rifiuti. Sostenere che la causa di tutto questo schifo - vedi alcune postazioni di Pianoconte - sia dovuto ad un insufficiente numero di contenitori è una ridicola scusa ( vedi il caso di Roma ),buona solo a giustificare chi non rispetta orari , giorni e le postazioni di prossimità inerenti la propria abitazione. Sottovalutando questi aspetti, si fa solo il gioco degli sporcaccioni a discapito di chi rispetta le regole. Il servizio di raccolta differenziata si fonda soprattutto sulla collaborazione dei cittadini, perché la corretta separazione comincia proprio nelle nostre case. È proprio notizia di oggi che il tentativo fatto a Roma di moltiplicare di tantissimo il numero dei contenitori dell'indifferenziata non ha cambiato di una virgola la situazione. Sacchetti indifferenziati sulle strade e sui marciapiedi della capitale; tutto come prima. Eppure, con gli stessi calcoli volumetrici dei cassonetti per densità abitative fatti su Roma , nelle città e nei paesi italiani con una  storia di decoro urbano alle loro spalle, tutto questo immondezzaio  non si verifica mai. Se nelle nostre isole ci sarà da correggere qualche discrepanza , verrà fatto. Ma non si possono giustificare in nessun modo comportamenti che nulla hanno a che fare con una comunità civile. Perché scrivo tutto questo? Perché mi auguro che chi trasgredisce alle norme di buon senso capisca che così non  può continuare. Anche se costoro  col nuovo anno avranno poche speranze di farla sempre franca - finalmente avverrà l'immissione in servizio delle guardie ambientali e l'acquisto delle videocamere - sarebbe auspicabile che questi cittadini ragionassero per convinzione e non per paura della sanzione. Nonostante tutto lo sforzo messo in atto, solo con la collaborazione dei cittadini possiamo recuperare risorse, alleggerendo la Tari, e ridurre la quantità di rifiuti indifferenziati destinatari allo smaltimento in discarica ( dove devono finire solo i materiali non riciclabili). Fare la raccolta differenziata in Italia è un obbligo di legge sin dal 1997. Ognuno di noi, con un po' più di attenzione, può e deve contribuire a cambiare le cose.

Riproponiamo questo post:

Smaltimento pannoloni. Assessore Iacolino annuncia novità

Riceviamo dall'assessore Gianni Iacolino e pubblichiamo:


Per ottimizzare il sistema della raccolta differenziata dei rifiuti, visto il problema rappresentato dai pannoloni da smaltire una volta a settimana e trattenuti in casa, viene data la possibilità di conferirli a parte, senza mischiarli, quattro volte a settimana, secondo il seguente calendario : lunedi ,giovedi , sabato servendosi di un contenitore da accostare a quello dell'umido. Il mercoledi i pannoloni saranno conferiti all'interno del cestello dell'indifferenziato.

Nelle zone dove è prevista la raccolta di prossimità, i pannoloni possono essere messi dentro i cassonetti dell'indifferenziato tutti i giorni. Questo conferimento giornaliero è previsto solo per i pannoloni.

Ricordo che nei giorni festivi, come nel resto d'Italia, non si effettua la raccolta dei rifiuti. Il sistema funziona a condizione che una corretta differenziazione venga fatta a casa. Si spera nella consapevole e responsabile collaborazione della cittadinanza. Ognuno di noi deve farsi carico del piccolissimo sacrificio che comporta in casa la separazione delle varie tipologie. Senza questo primo passaggio domestico il sistema si inciampa già prima di partire e non si raggiungeranno mai le finalità di risparmiare sulla Tari mantenendo ,al contempo, pulite e presentabili le nostre isole. Se si comprende quanto sia complicato raggiungere tali finalità in un territorio come quello rappresentato da sei isole, dovrebbe essere più forte il senso di appartenenza e la volontà di collaborare

Ventinove dicembre 2011. Le Eolie sulla Gazzetta del sud con un articolo del nostro direttore Salvatore Sarpi


 

Consiglio comunale dii Lipari convocato in sessione straordinaria ed urgente per domani

Le Eolie nelle stampe d'epoca (170° puntata) : Vulcano 1938 - Venditori d'acqua


 

Navi ed aliscafi (66° puntata) 2 foto della Freccia del Mediterraneo

Nelle foto di oggi: La Freccia del Mediterraneo. La prima delle due foto è di Claudio Merlino

Auguri di...

Buon Compleanno a don Sergio Trifiletti, Mirko Favaloro, Luca Pollara, Peppe Monteleone, Laura Biviano, Davide Mollica, Graziella Locantro, Silvia Carbone, Antonello Cortese



Il Pensiero del giorno con Don Bernardino Giordano: Voler chiarire

Marcello Sorgi e il giallo della scrittrice che osò sfidare il Duce

di Giuseppe La Greca - Cari amici, l’articolo che segue è relativo all’ultimo volume scritto da Marcello Sorgi. Ancora una volta le isole Eolie, e in questo caso l’isola di Stromboli, sono protagoniste sullo sfondo della vicenda. 

Marcello, partendo dalla morte di Mura nell’incidente aereo dello Stromboli del 16 marzo 1940, ha brillantemente ricostruito la vicenda umana della scrittrice; per quanto mi riguarda sono molto soddisfatto per le diverse citazioni del mio saggio pubblicato sulla rivista Humanities dell’Università degli studi di Messina. Buona lettura.


Il giallo della scrittrice che osò sfidare il Duce

Di Francesco Bei
La Repubblica 27 dicembre 2022

Una donna, scrittrice di successo. Un libro scandaloso, che apparentemente celebra (ma solo apparentemente, come vedremo) un amore interrazziale nell’Italia razzista degli anni Trenta. Uno scontro interno al regime e un tragico incidente aereo che tappa la bocca per sempre alla scrittrice. Sembra un giallo il nuovo libro di Marcello Sorgi – Mura, la scrittrice che sfidò Mussolini – appena uscito nella collana Specchi di Marsilio. In questa cascata di saggi mussoliniani pubblicati nel centenario della marcia su Roma, il volume di Sorgi spicca per la sua originalità, illuminando una figura semisconosciuta, quella di Maria Assunta Volpi Nannipieri, in arte Mura.

A dire il vero i suoi contemporanei Mura la conoscevano benissimo, era famosa, famosissima, avendo venduto in un Paese ancora largamente analfabeta un milione di copie dei suoi libri. Libri d’amore, erotici persino, incentrati su personaggi femminili “in aperto contrasto – scrive l’autore – con il modello fascista di donna fattrice pilastro della famiglia tradizionale, che doveva dare figli alla patria”. Eppure, Mura continua ad agire indisturbata, scrive e pubblica sulle principali riviste dell’epoca, cura una popolarissima rubrica delle lettere, viaggia in tutto il mondo, anima i salotti milanesi, arriva fino al camerino di Joséphine Baker a Parigi per alimentare con sempre nuove suggestioni le sue creature letterarie, dando vita a quello che è stato definito dal critico Bevilacqua una forma di “dannunzianesimo al femminile”. Mura ha successo, è una star letteraria, spregiudicata ed emancipata, ricorda per molti versi un’altra donna che in quegli anni fa parlare di sé: Margherita Sarfatti.

Fino allo scandalo, la copertina di Sambadù, amore negro, l’inizio della fine. Un racconto profondamente razzista in realtà, in cui la storia d’amore tra una giovane, bionda e ricca vedova italiana e un ingegnere nato in Senegal ma educato in Italia, si risolve in un fallimento per via dell’impossibilità di armonizzare culture così lontane e differenti. Una trama da Indovina chi viene a cena, ma senza il lieto fine hollywoodiano. Anzi, il finale è tragicomico, con l’ingegnere senegalese che torna nella savana, getta gli abiti civili e si rimette la pelle di leopardo, portandosi in Africa anche il figlio meticcio della coppia. Tutto secondo i canoni, politici e razzisti del Fascismo. Peccato che nessuno si prenda la briga di leggere il libro. Per decretarne la fine, per far calare la mannaia implacabile della censura mussoliniana, basta infatti la copertina, con un’inaccettabile immagine della coppia mista – la bionda e il “negro” – che balla seminuda e avvinghiata. 

La censura che nel 1934 inghiotte Mura e il suo Sambadù, subito sequestrato, è un punto di svolta nel Regime. Segna il momento in cui si decide di passare “dal metodo della valutazione, generalmente benevola, caso per caso, alla linea dura”. Con l’autorizzazione alla pubblicazione che diventa preventiva. Da vero cronista politico, Sorgi si addentra nella foresta del potere mussoliniano, fino a individuare il retroscena che ha portato alla svolta. Perché, sulle inconsapevoli spalle di Mura, si scarica uno scontro di potere all’interno delle massime sfere del Regime: lo sgomitante Galeazzo Ciano, potente capo ufficio stampa del governo, genero e delfino del Duce, approfitta della mancata vigilanza sulla copertina di Sambadù per sottrarre al ministero dell’Interno la responsabilità della censura e avocarla a sé. In un disegno che lo vede ergersi come numero due del governo e “Goebbels italiano”. La povera Mura, nonostante suppliche e tentativi di incontri con Mussolini, ne finirà schiacciata, imputata di aver scritto un libro “che offende la dignità di razza”, benché contenga in sole cento pagine ben 79 affermazioni razziste. Ma il merito, ormai, non conta più.

Il giallo però non finisce qui, perché Mura muore tragicamente, nel marzo del 1940, in un misterioso incidente aereo. L’I-Suto su cui viaggia da Tripoli a Roma si schianta sul costone dello Stromboli e da qui parte un’inchiesta di Sorgi – vero libro nel libro – per capire sia le cause della tragedia, sia il successivo tentativo di depistaggio subito operato dal Regime nelle sue più alte gerarchie. Cosa si voleva nascondere? Perché, nonostante la buona volontà del procuratore Castellani (ci immaginiamo già un Luca Zingaretti, se
ne dovesse essere tratto un film),  la verità fatica così tanto a venire a galla e a quei poveri resti straziati, di Mura e di altre 14 vittime presenti sull’aereo, non si riesce a dare pace? Niente spoiler.

Chiese, Santi e Processioni nelle Eolie (4° puntata: 2 foto della Processione di San Bartolo in Australia)

Le foto si riferiscono ai festeggiamenti di San Bartolo in Australia