COMUNICATO STAMPA COMANDO PROVINCIALE CARABINIERI
I Carabinieri della Compagnia Carabinieri di Barcellona Pozzo di
Gotto e della Sezione Anticrimine del R.O.S. di
Messina, nella mattinata odierna, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in
carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Messina, Dr. Giovanni DE MARCO,
su richiesta del Procuratore Capo Guido LO
FORTE e dei P.M. Vito DI GIORGIO
ed Angelo CAVALLO della Direzione
Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo.
L’operazione ha portato
all’arresto di 8 soggetti ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione
per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, estorsione, rapina,
porto abusivo di arma da fuoco, furto e incendio, aggravati dalla disponibilità
di armi e materiale esplodente nonché dall’aver commesso i fatti avvalendosi
delle condizioni di cui all’art. 416 bis c.p., al fine cioè di agevolare
l’attività dell’associazione mafiosa denominata “famiglia barcellonese”.
Questi i destinatari della
misura cautelare:
1.
OFRIA Giuseppe, nato a Milazzo il
05.04.1994
2.
D’AMICO Bartolo, nato a Messina il 05.12.1989
3.
CHIOFALO Marco, detto “Balduccio”, nato a Barcellona P.G. il 18.01.1993
4.
CHIOFALO Salvatore, nato a Barcellona P.G. il 26.09.1989.
5.
BENVENGA Santino, detto “Gigi”, nato a Barcellona P.G. il 13.09.1992
6.
FIORE Giovanni, nato a Milazzo l’08.03.1989.
7.
BIONDO Tonino, detto “palloncino”, nato a Reutlimgen (Germania) il 09.09.1975.
8.
CRISAFULLI Carmelo, nato a Messina il 07.04.1990.
Il provvedimento scaturisce dalle indagini avviate nel 2014 dai
Carabinieri della Compagnia di Barcellona Pozzo di Gotto a seguito di una serie
di gravi danneggiamenti, portati a termine nel comprensorio tirrenico della provincia
di Messina, i cui esiti, anche grazie allo sviluppo investigativo degli
elementi emersi a margine dell’operazione “Gotha 5”, che tra i mesi di aprile e
giugno 2015 ha portato all’esecuzione di un totale di 32 provvedimenti
restrittivi, e delle dichiarazioni di 2 nuovi collaboratori di giustizia, hanno
permesso di comprovare l’operatività, nell’area barcellonese, di un gruppo
criminale affiliato a “Cosa Nostra” dedito alle attività estorsive e al
narcotraffico, documentando i ruoli dei diversi sodali nella realizzazione di
molteplici atti intimidatori e danneggiamenti funzionali all’imposizione del
racket sia nel settore dei servizi di sicurezza privata all’interno delle
discoteche di Barcellona P.G. e Milazzo, sia in quello del trasporto marittimo dei
turisti verso le isole Eolie.
Inoltre è stato possibile individuare gli autori degli incendi che
hanno causato la distruzione di gran parte della discoteca-sala ricevimenti
“Villa Liga” ubicata nel Comune di Furnari-ME (circa 1 milione di euro di danni)
e della motonave da diporto di 32 metri “Eolo d’oro”, impiegata per
minicrociere nelle isole Eolie (circa 800mila euro di danni, interamente
indennizzati attraverso i fondi messi a disposizione dalla “FAI-Federazione
Antiracket Italiana”) avvenuti rispettivamente in data 13 agosto e 3 dicembre
2014 .
Per entrambi gli avvenimenti, nell’immediatezza dei fatti,
numerosi sono stati i messaggi di solidarietà provenienti dall’intera opinione
pubblica come molteplici sono state le iniziative di sostegno, finalizzate a
far ripartire le attività così duramente colpite dagli atti incendiari.
L’attuale ordinanza emessa dall’A.G. ha confermato, ancora una
volta, la complessa attività investigativa svolta dai Carabinieri recentemente
che ha individuato l’esistenza di un gruppo criminale operante nell’ambito
della famiglia mafiosa c.d. “dei
barcellonesi”, riconducibile agli odierni indagati.
Come nei precedenti provvedimenti cautelari, anche le odierne
risultanze investigative hanno statuito l’esistenza del citato gruppo dedito a
violenti delitti commessi nell’hinterland barcellonese. Risultanze
ulteriormente confermate anche dalle dichiarazioni rese dai nuovi collaboratori
di giustizia, MUNAFO’ Franco ed ALESCI Alessio, già colpiti dalle
citate ordinanze di custodia cautelare i quali, oltre a confermare l’esistenza del gruppo
criminale cui appartenevano (riferibile al medesimo ALESCI Alessio ed al nipote OFRIA
Giuseppe), hanno svelato i nomi dei soggetti che hanno rappresentato nel corso
del tempo l’ assetto operativo dell’associazione mafiosa, composto anche dalle persone tratte in arresto
in data odierna, prima in libertà.
Ancora una volta nella presente ordinanza è contestata
l’associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, con
l’aggravante di poter disporre di armi e materie esplodenti. Nel caso specifico
è stato colpito dal provvedimento in argomento BIONDO Tonino, ritenuto custode della sostanza stupefacente nonché
di un arsenale di armi, a disposizione dell’intero gruppo di OFRIA Giuseppe, ALESCI Alessio, D’AMICO
Bartolo e CHIOFALO Marco. Nella
stessa operazione è stato tratto in arresto anche CRISAFULLI Carmelo, autore in concorso con altri due complici della
rapina al supermercato “Spaccio Super Fresco” di Campogrande di Tripi. Nel corso
di tale rapina i malviventi, per guadagnarsi la fuga, esplosero due colpi
d’arma da fuoco di cui uno ferì un cliente provocandogli gravi lesioni ad una
gamba.
Il provvedimento cautelare ha messo in luce, inoltre,
l’estrema ferocia e violenza con cui gli appartenenti al sodalizio barcellonese
hanno affermato la propria egemonia sia nell’ambito dei servizi di sicurezza
privata all’interno delle discoteche della zona di Milazzo e Barcellona P.G.,
sia nel settore del trasporto turistico per le isole Eolie. Sintomatici in tal
senso sono gli incendi della sala ricevimenti “Villa Ligà” e della nave da
crociera “Eolo d’oro” che portano, entrambi, la firma dell’organizzazione
criminale colpita con l’odierna operazione.
L’incendio di “Villa Ligà” fu deciso da ALESCI Alessio, MUNAFÒ
Franco e OFRIA Giuseppe dopo che
quest’ultimo, durante una serata danzante, ebbe una discussione con alcuni
componenti del servizio di sicurezza del locale. Nonostante la stessa sera l’OFRIA avesse umiliato pubblicamente e
aggredito fisicamente tali soggetti, sottolineando il proprio “rango mafioso”,
il gruppo si determinò a un gesto eclatante. Secondo quanto riportato dai
collaboratori, OFRIA era intenzionato a vendicarsi a livello personale con chi
non l’aveva rispettato in quella circostanza: “a questo pezzo di merda glielo devo fare pagare, o gli brucio la
macchina o gli sparo nella macchina” ma la decisione finale fu di dare un
segnale di pubblica intimidazione da parte di tutto il gruppo ”<<No, lo sai che facciamo? La cosa
migliore ce la prendiamo con il locale, e gli facciamo vedere il segno del
potere, loro si comportati così? Niente per nessuno>> e così è stato. Si
è organizzato e si è bruciato il locale”. L’azione di fuoco veniva portata
al termine materialmente da D’AMICO
Bartolo, BENVENGA Santino, CHIOFALO Marco e CHIOFALO Salvatore. L’incendio fu di vaste proporzioni, come
testimoniato dagli stessi ALESCI e MUNAFÒ:
“In effetti,
di lì a poco tempo vedemmo una colonna di fiamme molto alta, addirittura lunga
quindici- venti metri; in effetti erano stati utilizzati almeno settanta-
ottanta litri di benzina…”;
“le fiamme si vedevano a chilometri di
distanza; quando io, qualche giorno dopo, mi trovai nelle vicinanze, avvertii
ancora la puzza di bruciato”.
La vastità delle fiamme fu tale che nelle operazioni
di accensione, come confermato dagli accertamenti effettuati dal Nucleo
Operativo di Barcellona, D’AMICO Bartolo si ferì gravemente ai
piedi, tanto da doversi ritirare per qualche settimana a Lipari, a casa di
un’amica che provvide a curarlo poiché lui non era neanche in grado di
deambulare. Fu l’ALESCI a dare 1000
al D’AMICO per poter provvedere alle
sue cure.
Diversamente, l’incendio della nave da diporto “Eolo
d’oro” è stato commissionato da FIORE
Giovanni, soggetto emergente dell’area milazzese e recentemente tratto in
arresto per estorsioni commesse nei confronti di imprenditori edili che stanno
svolgendo lavori sul lungomare di ponente. Secondo le dichiarazione dei due collaboratori,
supportate dalle attività d’indagine a riscontro condotte dal Nucleo Operativo
dei Carabinieri di Barcellona, FIORE si
sarebbe rivolto al gruppo
barcellonese, proprio attraverso MUNAFÒ
e ALESCI, per incendiare
l’imbarcazione dell’imprenditore milazzese Salamone. FIORE si sarebbe “affidato” al gruppo barcellonese non soltanto per
accreditarsi presso di loro, essendo in ascesa nell’imposizione delle
estorsioni agli imprenditori di Milazzo, ma anche per dimostrare in maniera eclatante
alla famiglia della sua fidanzata, figlia del titolare di una società
concorrente dei Salamone nell’ambito del trasporto turistico verso le isole
Eolie, il proprio potere territoriale. Il vasto incendio che distrugge
completamente la nave “Eolo d’oro”, in questo senso, è stato quasi una
dimostrazione d’amore dai chiari connotati mafiosi. Per l’esecuzione della
commessa, il gruppo barcellonese ha percepito un corrispettivo di 2000 euro più
il costo dei circa 200 litri di benzina utilizzati per distruggere interamente
l’imbarcazione.
Sul punto il GIP ha rilevato che “il riferimento operato dal FIORE
all’ALESCI non è meramente
funzionale alla ricerca di un gruppo di sicari da assoldare, bensì è il chiaro
atteggiamento di chi si rivolge al vertice di un’organizzazione criminale che
esercita il controllo su una determinata porzione di territorio”.
I
provvedimenti cautelari odierni si inseriscono in un percorso investigativo
ormai consolidato, si tratta infatti di un filone d’indagine dell’operazione
“Gotha 5”. Attraverso questi arresti la D.D.A. di Messina, i Carabinieri della
Compagnia di Barcellona e del ROS di Messina sferrano un ulteriore colpo alla
consorteria mafiosa barcellonese, i cui gangli territoriali, mediante il
collaudato meccanismo del rimpiazzo e dell’ascesa delle nuove leve, continuano
ad essere operativi.
Il merito
dell’operazione è sicuramente quello di aver attinto giovani e spregiudicati
esponenti del sodalizio, spietati e violenti, le cui gesta, in particolare i
due devastanti incendi della discoteca “Villa Ligà” e della nave da crociera
“Eolo d’oro”, avevano suscitato grande allarme sociale e clamore. A distanza di
meno di un anno dal loro verificarsi il gruppo criminale che li ha progettati,
decretati e posti in essere è stato, così, radicalmente disarticolato.
Messina, 17 novembre 2015