Cerca nel blog

giovedì 23 luglio 2015

Lettere al direttore. Il signor Cacciapuoti interviene sulle note del dottor Giacomantonio: Festa Portosalvo, nel suo aspetto folkloristico e di intrattenimento, così come realizzata, è illegale "ab imis"

Egregio Direttore,
ho atteso in “religioso” silenzio che si concludesse la festa in onore della Madonna di Porto Salvo, prima di scrivere le considerazioni che seguono, ispirate dalla lettura dei due interventi a firma del dott. Giacomantonio ( 13 e 21 luglio) pubblicati su questo giornale online.
Premetto che non sono tra coloro che speravano in un insuccesso ma, tra coloro che al contrario auspicano  un miglioramento del livello della festa.
Aggiungo, a scanso di equivoci, che la discussione e anche il diritto di critica non sfiorano  l’aspetto religioso e devozionale della festa, la cui processione a mare ne rappresenta una straordinaria e suggestiva parte.
Confesso che mi trovo, per la prima volta, in totale disaccordo con il dott. Giacomantonio.
Tenterò brevemente di illustrarne le ragioni.
La festa, come già detto, nel suo aspetto folkloristico e di intrattenimento, per come è concepita e realizzata, è illegale “ab imis”. Nonostante le buone intenzioni degli organizzatori e del Comune, non vengono seguite le procedure amministrative e burocratiche previste dalla normativa vigente propedeutiche alla realizzazione della manifestazione.
Si discute sterilmente da anni su dove posizionare le bancarelle e quante collocarne sul suolo pubblico ( mi auguro tutte paganti…). Si dimentica che non spetta né al Comitato, né alle forze dell’ordine, stabilire questi aspetti, ma al Sindaco ovviamente attraverso gli uffici comunali competenti. Ciò è stabilito da leggi, decreti e circolari.
Si disquisisce inutilmente da anni su temi quali la sicurezza e l’igiene all’interno dell’area destinata alla festa, senza ricordare che anche questi temi fondamentali sono regolati dal diritto positivo e non dalla volontà dei singoli. Non c’è nulla da inventare è tutto scritto nelle norme: basterebbe applicarle.
Ecco perché non posso condividere una parola del dott. Giacomantonio in particolare sulle “responsabilità da condividere” tra tutti i soggetti che a vario titolo hanno a che fare con la festa.
Talvolta, nonostante tutte le buone intenzioni, la collaborazione tra le Forze dell’Ordine e gli organizzatori si deve interrompere laddove la legalità viene compromessa. 
E’ verissimo che le forze dell’Ordine  (Forze di Polizia e  con funzioni di Polizia) siano naturalmente dentro al meccanismo per farlo funzionare meglio e non per creare inutili ostacoli, tuttavia,  farei un torto alla sua conoscenza del Diritto nel rammentarle i doveri per gli agenti e ufficiali di Polizia Giudiziaria derivanti dall’osservanza  dell’ art. 112 della Costituzione  e quelli nel caso di illeciti di natura amministrativa (Legge 24/11/1981 n. 689).
 Proprio lei, da ex Sindaco, dovrebbe esigere dal Comune  l’osservanza puntuale e rigorosa delle norme anche di quelle ritenute inutili, superflue, ridondanti.
Sarebbe bene ricordare a tutti che le leggi sono tali perché erga omnes, ogni concessione all’impunità è un vulnus inferto all’applicazione della legge uguale per tutti. Se non siamo unanimi sui principi di legalità rischiamo una deriva ( in cui peraltro già siamo) verso la diseguaglianza, la prevaricazione del più forte sul debole. Se permette queste sono: “cose vecchie che tutti sanno ma che ogni tanto è bene ricordarle” e non quelle da lei espresse.

Concordo con lei solo sul fatto che “questa è una realtà strana e particolare” seppur da posizioni diametralmente opposte. 
Renato Cacciapuoti

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.