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mercoledì 12 aprile 2023

Oggi è il 12 aprile. Buongiorno con questa cartolina dalle Eolie e con il Santo del giorno


Settimo figlio di Francesco, magistrato, e di Rosa De Luca, Giuseppe nacque a Benevento il 25 luglio 1880. Ma era cresciuto a Napoli, dove la famiglia si era trasferita essendo il papà stato chiamato a svolgere la sua professione presso la Corte d'appello. Giuseppe era dotato di una vivace intelligenza, ma anche di una intensa sensibilità religiosa e umana che lo portava a essere vicino a chi si trovava nel disagio e nella sofferenza.

Per fare qualcosa di concreto per loro, decise di fare il medico. Con i rimedi offerti dalla medicina avrebbe portato anche il conforto della fede. Studiò con impegno, tanto da riuscire a laurearsi a soli ventidue anni. E con il massimo dei voti. Partecipò ad alcuni importanti concorsi, che vinse, aprendosi la strada per una brillante e comoda carriera. Ottenne l'abilitazione all'insegnamento universitario ed entrò nella prestigiosa Accademia partenopea di medicina e chirurgia. Ma poi mise tutte le sue doti di intelligenza e di cuore al servizio dei malati poveri scegliendo il posto di «medico ordinario» nell'Ospedale degli incurabili, il più antico della città. Ritenne quello il luogo ideale per poter svolgere la missione che s'era prefissato fin da ragazzino, così sintetizzata in un suo scritto: «Negli ospedali la missione dei medici è di collaborare all'infinita misericordia di Dio, aiutando, perdonando, sacrificandosi».
A questo programma ispirò la sua vita di medico, dedicandosi senza risparmio a lenire le sofferenze degli altri, sia nella quotidiana assistenza ai malati in ospedale o andandoli a visitare nei miseri tuguri dei quartieri più poveri della città, sia dedicandosi allo studio e alla ricerca per aggiornare le proprie conoscenze da porre al servizio dei malati.

Come diagnostico era bravissimo. In un tempo in cui gli strumenti di analisi e di ricerca erano quasi inesistenti, l'individuazione della malattia era affidata alla preparazione e all'intuizione del medico. E in questo la capacità di diagnosticare di Moscati sorprendeva gli stessi colleghi che vedevano nelle sue diagnosi qualcosa di miracoloso. Lui con molta umiltà rispondeva che aveva una fonte segreta cui attingeva a piene mani ed era l'eucaristia alla quale si accostava ogni giorno. Dio è l'artefice della vita, era solito dire, noi siamo suoi collaboratori, ma il più lo fa lui.

Una volta era riuscito a diagnosticare l'esatta malattia di un operaio che i suoi colleghi avevano inesorabilmente dichiarato tisico: si trattava invece di un ascesso polmonare che con una cura apposita si risolse. L'operaio, felice per la salute ritrovata, voleva a tutti i costi pagarlo. E Moscati: «Se proprio mi vuoi pagare, vatti a confessare perché è Dio che ti ha salvato».

Con i poveri si comportava sempre così, non accettava compensi. Caso mai, era lui a dare loro qualche soldo. Non faceva il medico per la carriera, e tanto meno per arricchirsi. Come Francesco d'Assisi aveva preso sul serio la povertà evangelica, a essa conformava la propria vita. Viveva da povero e con i poveri spartiva quello che aveva. Assisteva, ad esempio, un anziano signore che viveva in uno dei miserevoli tuguri della città, e non potendo andare a trovarlo ogni giorno, lo aveva invitato a recarsi tutte le mattine a fare colazione (avrebbe pagato lui) al bar di fronte all'entrata dell'ospedale. «Andando al lavoro — gli aveva detto — darò un'occhiata all'interno del caffè, se vi vedo vuol dire che tutto va bene, altrimenti verrò a farvi visita a casa».

La carità gli moltiplicava le forze, lo rendeva disponibile ai suoi malati, ai suoi poveri in qualsiasi ora del giorno e della notte e sempre in prima fila, quando calamità e tragedie colpivano la povera gente. Nel 1906 c'era stata un'eruzione del Vesuvio particolarmente violenta. Molti i danni e le vittime. A Torre del Greco, uno dei paesi più colpiti, l'ospedale dove erano ricoverati gli anziani minacciava di crollare sotto il peso di quintali di cenere: bisognava sgomberare in tutta fretta i reparti. Moscati, allora giovane medico, si era associato ai soccorritori lavorando duramente per trasferire malati e quant'altro era ritenuto utile: venti ore di lavoro, sotto la minaccia della lava che continuava ad avanzare lungo le pendici del vulcano. Avevano trasferito l'ultimo degente quando l'ospedale rovinava fragorosamente sui letti ormai vuoti.
Ma anche quando, nel 1911, Napoli fu colpita da una terribile epidemia di colera, il medico Moscati non risparmiò tempo ed energie: molti poveri se la cavarono, grazie alle sue cure, e altri morirono con il conforto della fede che lui aveva loro portato.

Moscati, medico buono e santo che aveva posto la sua intelligenza e il suo cuore al servizio dei poveri e dei sofferenti, moriva in età ancora giovane, a soli quarantasette anni, il pomeriggio del 12 aprile 1927. La mattina s'era recato come al solito all'ospedale a visitare i malati. Avrebbe dovuto proseguire le visite il pomeriggio, ma i suoi pazienti lo attesero invano. Verso le quindici avvertì un intenso malore. Ritiratosi nella camera, si accasciò sulla poltrona. «Sto male», disse ai fratelli che lo avevano visto impallidire. Furono le ultime parole. Un istante dopo cessava di vivere.

I poveri di Napoli accolsero la notizia con dolore e costernazione. Perdendo lui, perdevano un amico, un fratello. Ma guadagnavano un santo in cielo. E tale lo ritennero da subito.

Paolo VI confermò la loro certezza elevandolo nel 1975 all'onore degli altari con il titolo di beato. Fu proclamato santo nel 1987 da Giovanni Paolo Il, al termine del sinodo dei vescovi «Sulla vocazione e missione dei laici nella chiesa».

MARTIROLOGIO ROMANO. A Napoli, san Giuseppe Moscati, che, medico, mai venne meno al suo servizio di quotidiana e infaticabile opera di assistenza ai malati, per la quale non chiedeva alcun compenso ai più poveri, e nel prendersi cura dei corpi accudiva al tempo stesso con grande amore anche le anime.
 

martedì 11 aprile 2023

Il tempo incerto frena i turisti. Cresce il flusso di escursionisti. L'articolo del nostro direttore Salvatore Sarpi sulla Gazzetta del sud dell'11 aprile 2023



 

Scuola, in Sicilia lezioni al via il 13 settembre per l'anno scolastico 2023/2024. Il 2 novembre sarà vacanza

L'anno scolastico 2023/2024 in Sicilia partirà mercoledì 13 settembre 2023 e si chiuderà sabato 8 giugno 2024. Lo stabilisce un decreto dell'assessorato regionale dell'Istruzione che riguarda tutte le scuole di ogni ordine e grado operanti sull'Isola. Soltanto per le scuole dell’infanzia il termine delle attività educative è fissato al 29 giugno 2024, ma nel periodo compreso tra il 10 e il 28 giugno gli istituti potranno lasciare in funzione le sole sezioni necessarie a garantire il servizio.

Le vacanze di Natale sono previste dal 23 dicembre 2023 al 6 gennaio 2024, quelle di Pasqua dal 28 marzo al 2 aprile 2024. Da quest’anno sarà vacanza anche il 2 novembre, giorno della commemorazione dei defunti. Le istituzioni scolastiche possono stabilire ulteriori sospensioni delle lezioni, per un massimo di tre giorni. La ricorrenza del 15 maggio, festa dell'Autonomia Siciliana, non prevede una sospensione delle lezioni perché è previsto che sia dedicata a specifici momenti di aggregazione scolastica per lo studio dello Statuto della Regione Siciliana e per l'approfondimento di problematiche connesse all'autonomia, alla storia e all'identità regionale.

Il decreto di determinazione del calendario scolastico 2023/2024 per la Sicilia è stato pubblicato ed è consultabile sul portale della Regione Siciliana.

Lucchetto non si apre, ufficio postale Ginostra resta chiuso. L'Ansa del nostro direttore Salvatore Sarpi


LIPARI, April 11 ANSA -
 Il lucchetto che chiude il cancello d’ingresso all’ufficio postale di Ginostra non si apre e nel borgo non c’è un fabbro: motivo per cui, stamane, i tre operatori postali giunti per aprire l’ufficio, attivo solo una volta a settimana, hanno dovuto riprendere l’aliscafo e fare rientro a Lipari. 

Tra le proteste dell’utenza se ne riparlerà martedì prossimo quando, insieme agli operatori postali, è indispensabile giunga il fabbro.

Quanto accaduto è stato denunciato dal portavoce dei residenti Mario Lo Schiavo con un fax inviato alla direzione delle Poste italiane a Messina (ANSA)


LA NOTA DI LO SCHIAVO







La Via Crucis vivente (ed.2023) dei Cantori Popolari delle Eolie in 7 foto estratte dalla pagina fb del gruppo







Undici aprile 2019: Le Eolie sulla Gazzetta del sud con un articolo del nostro direttore Salvatore Sarpi


 

Il 22 aprile presentazione del libro "Lipari. Gente, Culture e Cucina"


Giornata Nazionale del Mare. Marevivo e Caronte&Tourist indicono il “beach clean-up” nelle isole minori: il 14 aprile pulizia delle spiagge aperta a tutti.

COMUNICATO

Si scrive beach clean-up, si legge condivisione di valori e invito al rispetto per il mare.

Nell’ambito delle iniziative per la Giornata Nazionale del Mare (che ricade l’11 aprile) Marevivo insieme al Gruppo Caronte & Tourist annunciano l’invito a partecipare alla pulizia “sincronizzata” delle spiagge delle isole minori della Sicilia.

L’iniziativa è programmata per il 14 aprile, quando contemporaneamente a partire dalle 10.30 sulle spiagge di Cala Sidoti di Ustica, Praia di Favignana, Pozzolana di Linosa decine di studenti e volontari guidati da operatori e professionisti di Marevivo, setacceranno le spiagge liberandole dai rifiuti, proseguendo il progetto già avviato a partire dalle isole Eolie nelle scorse settimane. L’ultimo appuntamento è poi in programma a Pantelleria, il 19 aprile a Punta San Leonardo e Cala Bue Marino.

Le giornate di beach clean-up organizzate da Marevivo da circa 40 anni nascono per sensibilizzare la popolazione e in particolare i più giovani e sono volte ad attivare cicli virtuosi di smaltimento. Attraverso la raccolta annuale di tonnellate di rifiuti, inoltre, l’associazione esegue un’attività di monitoraggio e analisi sulla situazione dell’inquinamento delle spiagge in Italia, raccogliendo dati e informazioni preziose per la salvaguardia del mare.

Chiunque vorrà, dunque, potrà unirsi alla raccolta dei rifiuti a varie latitudini della Sicilia, contribuendo a liberare le spiagge in particolare della plastica – rifiuto notoriamente nocivo per l’ecosistema marino.

Programma incontri nelle isole per il "Piano strategico per il turismo sostenibile delle Eolie"

Le Eolie nelle stampe d'epoca (241° puntata): Rinella.


Auguri di...

Buon Compleanno a Tindara Profilio, Giovanni Portelli, Caterina Pavone, Alfonsino Gualdi, Marcello Castrogiovanni, Francesco Giovenco, Giorgia Merlino, Gisella De Luca, Veronica Mangano, Cettina Saltalamacchia, Vittoria Donato

Ricordando... Teresa Casamento ved. Matarazzo


Nella rubrica "Ricordando" sarà pubblicata, in modo casuale, giornalmente, una foto degli Eoliani o amici delle Eolie che non ci sono più. Ovviamente tra quelle presenti nel nostro archivio.
La pubblicazione di foto a vostra richiesta, anche per commemorazioni, ricorrenze ecc., potrà, invece, avvenire previo contributo da erogare ad Eolienews.
Per tale tipo di pubblicazioni contattare il 3395798235 (preferibilmente whatsapp)

Pasqua 2023 a Lipari nelle foto del nostro collaboratore Bartolo Ruggiero (quarto gruppo da 7 foto)





Vulcano: atto vandalico nell'area della pozza dei fanghi


Vandalizzata nella notte l'area limitrofa alla pozza dei fanghi di Vulcano.

Ignoti, hanno divelto sia ampie parti della recinzione in legno, posizionata, a suo tempo, dalla Geoterme per gestire gli accessi, sia le strutture che erano state poste nel momento in cui, nel giugno del 2020, il sito era stato sequestrato dalla Procura della Repubblica di Barcellona per presunti illeciti edilizi.

Nei giorni scorsi, attraverso varchi creati nella recinzione, alcuni turisti erano penetrati all'interno della pozza dei fanghi per farsi il bagno.

Sull’isola, a proposito di quanto accaduto nella notte, si avanza l’ipotesi che si possa essere trattato di una specie di forma di protesta per il perdurare della chiusura: sicuramente, a nostro avviso, non il modo giusto per rivendicare l’apertura dell’importante sito, fonte, insieme al vulcano, anch’esso chiuso, dell’economia isolana


Pasqua a Lipari anche vetrina per majorettes, tamburini e piccoli sbandieratori (foto e video)

E' stata una domenica di Pasqua di emozioni date e vissute per le piccole majorettes, così come per i loro coetanei tamburini e sbandieratori. Una bella "nota" di vivacità e colore per tutta la piazza in attesa del sempre emozionante incontro tra il Cristo risorto e la Madre.


La Via Crucis dei Cantori Popolari delle Eolie (anno 2023) nelle foto del nostro collaboratore Bartolo Ruggiero (quarta parte con 5 foto)


Il Pensiero del giorno con Don Bernardino Giordano: Tempo di gioia

Oggi è l'11 aprile. Buongiorno con questa cartolina dalle Eolie e con il Santo del giorno

Alba eoliana
Gemma Galgani nacque a Camigliano di Lucca il 12 marzo 1878 da Enrico Galgani e da Aurelia Landi, ambedue ferventi cristiani. La buona madre sembrava che presentisse la sua vicina morte e perciò quando poteva stare con la cara bimba, le spiegava le verità della fede, i pregi dell'anima, la bruttezza del peccato, e la vanità delle cose del mondo. Più spesso, mostrandole il Crocifisso, le diceva: « Vedi, Gemma, questo caro Gesù è morto per noi in croce ». A quella vista la fanciullina profondamente commossa piangeva. Questo piissimo sentimento di amore verso Gesù appassionato fu la caratteristica della sua vita: vita di amore e di sacrificio.

Gesù difatti l'aveva prescelta e la voleva santificare attraverso vie straordinarie, facendola partecipe dei suoi dolori ed attirandola a sè mediante vincoli di amore ineffabili.

Il 17 giugno 1887, festa del Sacro Cuore di Gesù, fece la sua prima Comunione con angelico fervore, contando nove anni di età.

Non entrò in religione quantunque lo desiderasse ma guidata prodigiosamente dalla Provvidenza Divina, dopo dolorosissime prove fu ricevuta dalla famiglia Giannini nella città di Lucca, e quivi visse fino alla morte.

Non è possibile dire in poche righe tutte le meraviglie che il Signore operò in lei : Soffrire per Gesù, con Gesù, amare soltanto Gesù, era il suo altissimo ideale. « Vada, diceva, vada chi vuole sul Monte Tabor, io me ne voglio stare con Gesù sul Calvario ». E sul Calvario Gemma sbocciò come mistico fiore.

Già fin dalla fanciullezza ebbe a soffrire: la malattia e la morte della madre; una dolorosissima operazione ad un piede; lo spogliamento di tutti gli averi della famiglia Galgani per cui si trovò nell'estrema miseria, ed un'altra penosissima malattia, da cui fu miracolosamente guarita. Per tanta eroica rassegnazione, Gesù le apparve e le disse: « Figlia, alla grazia che ti ho fatta stamattina (cioè la guarigione), ne seguiranno ancora molte altre maggiori. Io sarò sempre con te, io ti farò da padre, e la mamma tua sarà l'Addolorata ».

A Lucca cominciò la lunga serie delle grazie. Gesù non si lasciò vincere in generosità. Tutti i venerdì Gemma soffriva i dolori della passione del Signore, e nel 1899, due anni dopo la sua offerta col voto di perpetua verginità, fu favorita del dono delle stimmate. Con questo, resa più partecipe dei dolori di Gesù, .raggiunse in breve il più alto grado della mistica. Diceva con S. Paolo: « Oggi non sono più in me, sono col mio Dio, tutta per lui ed egli è tutto in me e per me ».

Godette anche la confidenza del suo Angelo Custode, il quale la liberò da molte tentazioni e portò perfino la sua corrispondenza al padre Germano, suo direttore spirituale.

Il demonio la perseguitò sotto svariatissime forme, persino apparendole nella persona di Gesù appassionato. La grazia però di cui era favorita, le fece sempre discernere i moti del maligno da quelli dello spirito buono. Consumata più dalle fiamme del divino amore che dalla malattia, se ne volava al suo celeste Sposo 1'11 Aprile 1903, vigilia di Pasqua.

PRATICA. — Non stiamo mai in peccato mortale, ma purifichiamo prontamente la nostra anima.

PREGHIERA. — O Signore Gesù che nella vita della tua serva Gemma, hai mostrato come prediligi i semplici e gli umili, fa' che imitandola possiamo attirare anche su di noi le tue benedizioni.


PREGHIERA A S. GEMMA PER CHIEDERE GRAZIE
O cara santa Gemma, che ti sei lasciata plasmare da Cristo crocifisso, ricevendone nel tuo corpo verginale i segni della sua gloriosa Passione, per la salvezza di tutti, ottienici di vivere con generosa dedizione il nostro impegno battesimale e intercedi per noi presso il Signore affinché ci conceda le grazie desiderate.

Amen

Santa Gemma Galgani, prega per noi.
Padre nostro, Ave Maria, Gloria

MARTIROLOGIO ROMANO. A Lucca, santa Gemma Galgani, vergine, che, insigne nella contemplazione della Passione del Signore e nella paziente sopportazione dei dolori, a venticinque anni nel Sabato Santo concluse la sua angelica esistenza.