"Battersi è molto più bello di vincere!"
Così il Mister "diversamente giovane" esortava i suoi ragazzi a "scendere in campo" nella vita di ogni giorno, non solo con un pallone tra i piedi: spesso si vive spavaldi e coraggiosi in attacco, a volte chiudendosi in difesa contro tutto e tutti, tra avversari, falli, tifo, fischi, applausi, ammonizioni, espulsioni. Vincitori o vinti, il risultato o il premio deve essere di stimolo, quale obiettivo da raggiungere, ma in quell'arco temporale di, più o meno, 90 minuti, è fondamentale "mettersi in gioco" con impegno, costanza, correttezza, intelligenza, tenacia e rispetto di sè e dell'altro, con la capacità e la fermezza di chi, anche e soprattutto fuori dal campo, si impegnerà a mantenere quello "stile" inconfondibile.
Vorrei che le mie parole toccassero il cuore dei nostri giovani e non mi rivolgo solo ai ragazzi che abitualmente vivono, studiano, lavorano nella realtà insulare: "nostri", in questa bella e calda stagione dell'anno, sono anche tutti i ragazzi che raggiungono le isole per lavoro o svago, sempre ben accolti e benvenuti!
Possiate godere di questo tempo impiegando al meglio le risorse e le energie che Dio vi concede nella "primavera della vita": godete della bellezza di ogni alba e gustate le sfumature di ogni tramonto, regalatevi sorrisi, consigli, abbracci, emozioni e ricordi, siate gioiosi, furbi e fate tesoro di ogni esperienza; studiate, lavorate, impegnatevi con senso del dovere, sacrificio e responsabilità, riconoscenza e gratitudine per chi vi è accanto nelle vittorie e nelle sconfitte, praticate sport, fate volontariato, coltivate hobby ed interessi, leggete, ascoltate musica, viaggiate con curiosità ma imparate a percorrere viaggi "dentro voi stessi" senza paure, sdraiandovi all'ombra di successi e traguardi, ma sempre pronti a ripartire scoprendo lati oscuri e fragilità: sarà solo un trampolino di lancio per crescere e migliorarvi. Non permettete a niente e nessuno di calpestare ambizioni, sogni, progetti, rischiate ed abbiate fede in Dio e in voi stessi, volate alto ed oltre pregiudizi, razzismi ed ipocrisie, sporcatevi le mani, siate sinceri, battetevi per la verità, sempre e comunque. Non date nulla per scontato, la vita, la salute, gli affetti, un tetto, un pezzo di pane, il lavoro: tutto è dono! Ciascuno porta in sè il ricordo di qualcuno andato via troppo presto, dobbiamo andare avanti con amore e rispetto per la vita anche in nome di quei cuori "eternamente giovani" che pulsano dentro con nostalgia ed affetto, in nome di quei ragazzi che, per motivi di salute, non possono concedersi un tiro al pallone perchè in questo momento si stanno giocando una partita ben più dura; lo dobbiamo a quei giovani come noi, stessa età, stessi occhi, magari stessi sogni... che soffrono, vomitando non per l'euforia che da un bicchiere di troppo, ma per essersi sottoposti a terapie che donano una speranza di sopravvivenza. Dimostrate, prima di tutto a voi stessi, che siete di parola, onesti e leali, fieri ed orgogliosi al punto giusto, che su di voi si può contare e che valete molto più di un "like" a quel selfie che sembra voler urlare al mondo "io esisto e desidero essere compreso, accettato ed amato", perciò amatevi ed amate "senza filtri" e maschere, fuggite da mode ed influencer chi vi vogliono tutti uguali, questa sarà davvero una vittoria: sperimentare la bellezza di essere sè stessi, sempre e comunque, originali ed unici.
Tra le citazioni ricorrenti del mio Papà mi torna in mente una frase di S. Agostino: "Ama e fà ciò che vuoi", un'espressione che non lascia spazio ad interpretazioni e fraintendimenti: sia l'Amore per la vita, per gli altri, per la natura e gli animali, per tutto ciò che vi circonda, a dare senso al vostro essere, per una ricerca e difesa costante del dono prezioso della libertà, non un vivere senza regole, freni e limiti, ma nel rispetto profondo di sè e degli altri.
Il ricordo del Mister "diversamente giovane", la sua semplicità, il suo sorriso, il fare discreto e laborioso, la preghiera costante, la pazienza e tolleranza, la mitezza e la perseveranza, l'amore per la vita e la gioventù, l'attenzione ai più piccoli, deboli e sofferenti siano di esempio e stimolo, per tutti e ciascuno. Mi edifica sentir parlare di lui dagli amici e dai compagni con i quali ha condiviso infanzia ed adolescenza presso il Collegio Roosevelt - Addaura di Palermo, dimostrando che il suo modo di essere è stato sempre coerente, impreziosito nel tempo da esperienze diverse e da una crescita interiore che hanno conferito alla sua persona saggezza.
Da figlia, potrei essere di parte nel parlare di lui, dunque mi sono spesso interrogata, chiedendomi davvero cosa di speciale i giovani cogliessero nella sua persona ed il tempo, ancor di più quello della sua assenza, o meglio non "con" ma "in" noi, continua a donare risposte: i giovani e quanti lo hanno davvero conosciuto ed amato, hanno colto in Sarino un "testimone credibile", un punto di riferimento, un amico sincero che con discrezione, profondo sentire, compostezza, rispetto di tempi, luoghi e sentimenti dell'altro, con un silenzio che non era resa o disinteresse, ma attenzione ed ascolto, per interiorizzare, meditare e comprendere, sensibilità e dolcezza che è impossibile dimenticare, è entrato in punta di piedi in ogni cuore così da restarci per sempre. Educatore serio, lungimirante e gioioso, sempre pronto a trovare nell'altro qualcosa di speciale, unico e prezioso che merita di venir fuori ed essere valorizzato al meglio e per il bene di tutti.
Con i giovani non serve "spendere" denaro e parole, per poi mostrarsi ipocriti, volgari, sleali, egocentrici, egoisti, dando una pacca sulla spalla e lasciar correre: con i giovani bisogna "spendersi"... in termini di tempo, con pazienza, coerenza, in modo diretto e con la consapevolezza che ciascuno ha delle profonde crepe nell'anima, ferite che solo il tempo può sanare avendo qualcuno accanto che ami con semplicità e spontaneità, a costo di sbagliare, fallire, con fede e consiglio, ascolto e comprensione, con la consapevolezza che un seme piantato porta frutto a suo tempo, quando, come e dove il Signore vorrà.
Famiglie, insegnanti, sacerdoti, catechisti, politici, educatori, allenatori, impegniamoci con trasparenza ed onestà a sperimentare, nel dialogo e nell'ascolto dei giovani, l'opportunità di collaborare insieme per il bene di tutti, principalmente di chi è solo, emarginato e sofferente.
Senza egoismi e riserve, ciascuno si senta chiamato a dare il proprio contributo nel quotidiano, nelle piccole cose che fanno la differenza e, come diceva sempre il mio Papà, adoperandosi per un obiettivo comune che può e deve essere il frutto di un "ottimo gioco di squadra".