Approderà a Sala d’Ercole il 7 gennaio il DDL che mira ad arrestare l’articolo 38 dello Sblocca Italia (decreto che rischia di spianare la strada alle trivelle in gran parte della Sicilia).
Marevivo, ANCI Sicilia, Soprintendente del Mare, WWF, GREENPEACE, LEGAMBIENTE, MAREAMICO, Federalberghi Sicilia, ACI (Associazione Cooperative Italiane Sicilia Pesca), SIB (Sindacato Italiano Balneari), sosteranno l’azione dei deputati che si sono schierati contro le trivellazioni dando vita ad un FLASH MOB ispirato all’“Urlo” di Munch, in difesa delle coste e dei fondali siciliani.
Rosalba Giugni, presidente nazionale di Marevivo, spiega: “Sarò a Palermo per incitare Crocetta a impugnare dinanzi alla Corte Costituzionale, in qualità di Presidente della Regione Siciliana, l’art. 38 della Legge 164/2014, la cosiddetta “Sblocca Italia”. Mi rivolgo a tutti i 90 deputati dell’Assemblea Regionale Siciliana, nessuno escluso, affinché all’unanimità si schierino contro le trivellazioni”.
Marevivo da oltre trent’ anni lotta per la difesa del mare: già nel 1986 con una forte opposizione riuscì a bloccare le trivellazioni nelle Isole Egadi e ad Amalfi. Il Mediterraneo è un mare straordinario che, protetto, può diventare, oltre che emblema di straordinaria bellezza naturalistica e biodiversità, anche una fonte privilegiata di sviluppo turistico sostenibile. A tal proposito bisogna ricordare che, secondo stime di Assomineraria, l’upstream, cioè la filiera di esplorazione e produzione (E&P) del petrolio in Italia ed estero, vale il 2,1 per cento del Pil italiano e con lo Sblocca Italia si determinerebbe un aumento sul Pil dello 0,5 per cento, mentre secondo il rapporto “World Travel & Tourism Council”, l’Italia ha ricavato nel 2013 dalle attività turistiche (compreso l’indotto) il 10,3 del proprio PIL.
Noi saremo lì con i tanti che, in queste ore, stanno aderendo al nostro appello: “L’URLO DEL MARE è NO TRIV”.
Leoluca Orlando, Presidente Regionale ANCI si unisce all’appello di Marevivo ed afferma: “Ancora una volta con l’intero sistema dei Comuni Siciliani confermo il NO alle trivellazioni e il SI’ ad un modello di sviluppo sostenibile, mortificato dal disprezzo per il mare e l’ambiente dell’arcipelago Sicilia e da soffocanti interessi legati a fonti di energia pericolose per la salute”.
Sebastiano Tusa, Soprintendente del Mare, afferma: “E’ di enorme gravità autorizzare le trivellazioni perché possono tramutarsi in un grave rischio per le comunità che hanno costruito la loro economia e la loro cultura su questa strategica ed importante area del pianeta . Ma lo è anche per l’intero bacino del Mediterraneo, che è un elemento di fondamentale importanza per l’equilibrio dell’intero ecosistema di questo mare”.
Greenpeace Italia, Legambiente, WWF, MareAmico e tutti coloro che hanno aderito all’iniziativa confermano l’impegno per bloccare la follia petrolifera del governo. Evidenziano i rischi che si corrono effettuando delle trivellazioni in un mare chiuso, in un’area delicatissima come il Canale di Sicilia, culla della diversità biologica del Mediterraneo e ricco di aree di riproduzione di specie ittiche di fondamentale importanza per la pesca in Sicilia come naselli, gambero bianco e gambero rosso, triglia, acciuga e tonno rosso.