Il constitutum
Come amava scrivere Luigi Bernabò
Brea “In vari momenti le Isole Eolie hanno avuto nella storia e
nell’economia del Mediterraneo occidentale un’importanza di gran lunga
superiore a quello che la ristrettezza del loro territorio e il numero dei loro
abitanti potrebbero far supporre.”
Le vicende relative all’occupazione
araba ed alla successiva “liberazione” da parte dei Normanni possono apparire
avvenimenti lontani, interessanti soltanto per gli studiosi e gli amanti della
storia, ma non a Lipari. Le concessioni normanne all’abate Ambrogio nel 1088,
soprattutto per la proprietà dei terreni pomiciferi, diedero l’avvio, già nel
corso del 1888 e successivamente nel 1911, ad una lite di ampia risonanza tra
la Mensa Vescovile ed il Municipio che ha visto il fronteggiarsi di giuristi e
storici di grande valore per oltre un ventennio, apportando un contributo
importante alla storia medievale delle Isole Eolie (vedi 29 aprile).
Il Vescovo sosteneva che tutti i
terreni pomiciferi erano di proprietà della Mensa Vescovile, per concessione
normanna, di carattere allodiale, cioè, di proprietà piena e assoluta da parte
del beneficiario, mentre i legali del Comune di Lipari sostenevano la tesi
della natura feudale, contemplante il solo godimento dei diritti e degli utili
che ne derivavano, esclusa l’acquisizione perpetua della proprietà, tesi
risultata alla fine vincente.
Ancora qualche anno fa lo status
giuridico dei terreni pomiciferi, soggetti all’uso civico di cavar pomice,
hanno alimentato scontri e polemiche per la proprietà di dette aree.
Oggi riproponiamo il “constitutum”
dell’Abate Ambrogio
Nel
nome del Signore Nostro Gesù Cristo: io Ambrogio , abate del Monastero …
frati che al presente sono … alcuni nomi qui seguono …
Sigulfo, W. Ponzio, Si … Gilberto … Vig … di costoro e di altri uomini …, io
predetto Abate legittimamente ho ordinato che tutti gli uomini, che in atto
trovasi a Lipari e che domandano alla fraternità nostra se essi e i loro eredi
siano per sempre esenti da tributi e prestazioni di servizio, tengano in
perpetuo, essi e i loro eredi, la terra che io do o i miei successori daranno.
Ma a questa condizione : che ciascuno nel settore in cui lavora – in terra o in
mare o in altre attività – versi le decime a Dio e a San Bartolomeo.
Stabilisco
altresì che, se uno viene con l’intenzione di dimorare e risiedere per tre anni
e poi vuole andarsene, abbia la facoltà di vendere legittimamente questa terra
agli abitanti del luogo, o di donare tutto ciò che possiede. Ed egualmente, chi
soggiorna per un anno avrà la facoltà di
vendere la casa, la vigna (piantata), la cisterna ed altrettali cose, eccetto
la terra che gli fu data ai fini del suo
stanziamento qui.
Questa
carta è stata scritta il 9 maggio, nell’anno dell’Incarnazione del Signore
1095, Indizione VII. Se qualcuno avesse intenzione di contravvenire a questi
ordinamenti, sia anatema. Maranà tha. (Signore, Vieni!).
Di
questa decisione sono testimoni: Alberto visconte, Giovanni, fratello
dell’Abate, Giovanni guardiano del Castello, Sterino figlio di Durante, Durante
Cardone, W. Di Romania, Martino camerario.
+ Signum Ambrosii abbatis (traduzione Giuseppe Iacolino)
Quali furono i motivi che spinsero
l’abate Ambrogio ad emanare questa carta costituzionale?
Il constitutum era una sorta di
statuto o patto preliminare sulla cui base si sarebbero dovuti successivamente
formulare i singoli contratti agrarii.
Il documento rappresenta una forma di
“promozione pubblicitaria” per
incentivare la popolazione della vicina Sicilia a trasferirsi a Lipari per incrementare la popolazione residente.
I doveri dei coloni? Si possono
restringere essenzialmente a due:
periodico versamento a Dio e a San
Bartolomeo delle decime dei prodotti agricoli e della pesca;
l’obbligo (anche se non specificato)
di prendere le armi nella deprecata eventualità di un’incursione che giungesse
dal mare.
In pochissimi anni, alla popolazione
indigena di Lipari, che parlava ancora il greco, ed erano concentrati nella
conca di “Chianu a Reca” Piano Greca (precedentemente chiamata Vulcanello) si
affiancano i nuovi arrivati portando la popolazione ad un complessivo di circa
mille abitanti intorno all’anno 1100.
Nel corso del 1995, nella ricorrenza
dei 900 anni del Constitutum, i quattro Comuni delle Isole Eolie dedicarono una
settimana (dal 5 al 9 maggio) di celebrazioni, la prima “Festa di Maggio”. Un
grande appuntamento culturale e turistico per riscoprire le Eolie di cui ancora
sentiamo la necessità.
Per approfondimenti vedi:
Giuseppe Iacolino, La fondazione della Communitas Eoliana,
agli albori della Rinascenza, (1095 -1 995) Aldo Natoli Editore, Lipari, 1995.
Dal
“constitutum” alle “controversie liparitane” le chiavi di lettura della
storia eoliana nell’ultimo millennio, a cura di Umberto Spigo, Angelo Raffa e
Marcello Saija, Quaderni del Museo Archeologico Regionale Eoliano, Messina,
1998.
Vincenzo Consolo, Constitutum: Lipari e le Eolie, Edizioni
del Centro Studi, Lipari, 2006.