Eccellenza Reverendissima,
sono un Eoliano migrante, della
Diocesi di Lipari, una tra le più antiche del mondo, che il Santo Padre ha
affidato alle Sue cure.
Ho avuto modo di ascoltare il Suo
messaggio Natalizio alle Diocesi e sono rimasto positivamente colpito da alcuni
passaggi nei quali ho ritrovato tante istanze ed attese della Comunità che ho
lasciato da oltre quaranta anni, ma con la quale continuo a tenere stretti legami di amicizie e di affetti.
Non ho mai, da credente, dubitato
della cura pastorale che Ella, sin dal suo insediamento, ha destinato ai suoi
fedeli , soprattutto quelli dei luoghi
più lontani ed ai “piccoli “della Storia, proprio come quelli che
abitano su scogli in mezzo al mare .
Il compianto Cardinale Loris
Capovilla, che mi ha onorato della sua
amicizia, sino alla morte , usava dire
che i “piccoli” fanno la Storia .
Sono stato particolarmente
colpito dalla Sua citazione del Card. Suenens,
di quanto ha detto circa la responsabilità e l'impegno e della lunga
citazione del pensiero del Santo Padre , in particolare di quanto afferisce la ricerca del bene
comune e della vocazione del cittadino.
Ciò spinge noi Cattolici ad
essere “sale della terra”, immersi nell' impegno sociale, laddove il nostro
apparentemente piccolo agire e' tuttavia cammino di santità di vita, come ci ha
insegnato San Jose Maria Escrivà, Santo dei laici per definizione .
Fuori ogni discussione è il Suo
avere sottolineato l'impegno del Pastore, amorevole dovere di ogni Vescovo, e
nel Suo caso, continuatore di quella bella tradizione che noi Eoliani abbiamo
vissuto anche nella Storia recente .
Mi piace ricordare S.E. Mons. Re , che in piena guerra non esitò ad armare un fragile legno, che sotto
le insegne Pontificie, lo traghettò da Lipari a Milazzo per permettere ai
nostri Eoliani reduci dal fronte di
tornare a casa e di raccogliere provviste per una popolazione alla fame.
Ora i nostri isolani, quei “
piccoli” che Ella con amorevole attenzione ha citato nel Suo messaggio, si
dibattono, come Le è noto, nell'
angoscia di vedere chiuso l'ospedale, anche questo di antica istituzione, e
funzionale a tutte e sette le isole poste sotto la Sua cura Pastorale.
Data la Sua frequenza in quella
Diocesi, si renderà conto a quali seri disagi questo procedimento ,se attuato,
arrecherà agli abitanti delle isole, persino in pericolo di vita , la cosa più sacra che abbiamo.
A rigore è una questione politico
– amministrativa, me ne rendo ben conto, tuttavia AverLa al nostro fianco, così
come si evince da senso profondo del Suo messaggio, ci dà forza e ci rincuora
, sostenendo coloro i quali senza
risparmio di tempo e mezzi si stanno prodigando da mesi , affinchè ciò non
avvenga.
Le nostre isole nel tempo sono
state deprivate di molti presidi e uffici istituzionali: la sede Vescovile, il
Tribunale civile, il Carcere mandamentale, l'Agenzia delle Entrate e del Territorio , Condotte mediche , solo per accennare ad alcuni.
Ella converrà che lì dove vengano a mancare le
Istituzioni , altre forze operino in sua vece
Per questo, plaudo alla Sua
scelta di stare vicino come Pastore agli
“ultimi” e, a nome di tutti gli Eoliani fuori e nelle nostre amate Isole, La ringrazio,
implorando la Sua Apostolica Benedizione.
Francesco Biancheri , Emigrante.