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domenica 26 dicembre 2021

Lettera aperta a Sua Eccellenza l'Arcivescovo di Messina dall'emigrante eoliano Francesco Biancheri

 Eccellenza Reverendissima,

                                            sono un Eoliano migrante, della Diocesi di Lipari, una tra le più antiche del mondo, che il Santo Padre ha affidato alle Sue cure.

Ho avuto modo di ascoltare il Suo messaggio Natalizio alle Diocesi e sono rimasto positivamente colpito da alcuni passaggi nei quali ho ritrovato tante istanze ed attese della Comunità che ho lasciato da oltre quaranta anni, ma con la quale continuo a tenere  stretti legami di amicizie e di affetti.

Non ho mai, da credente, dubitato della cura pastorale che Ella, sin dal suo insediamento, ha destinato ai suoi fedeli , soprattutto quelli dei luoghi  più lontani ed ai “piccoli “della Storia, proprio come quelli che abitano su scogli in mezzo al mare .

Il compianto Cardinale Loris Capovilla, che  mi ha onorato della sua amicizia, sino alla morte ,  usava dire che i “piccoli” fanno la Storia .

Sono stato particolarmente colpito dalla Sua citazione del Card. Suenens,  di quanto ha detto circa la responsabilità e l'impegno e della lunga citazione del pensiero del Santo Padre , in particolare di      quanto afferisce la ricerca del bene comune e della vocazione del cittadino.

Ciò spinge noi Cattolici ad essere “sale della terra”, immersi nell' impegno sociale, laddove il nostro apparentemente piccolo agire e' tuttavia cammino di santità di vita, come ci ha insegnato San Jose Maria Escrivà, Santo dei laici per definizione .

Fuori ogni discussione è il Suo avere sottolineato l'impegno del Pastore, amorevole dovere di ogni Vescovo, e nel Suo caso, continuatore di quella bella tradizione che noi Eoliani abbiamo vissuto anche nella Storia recente .

Mi piace ricordare  S.E. Mons. Re , che in piena guerra  non esitò ad armare un fragile legno, che sotto le insegne Pontificie, lo traghettò da Lipari a Milazzo per permettere ai nostri Eoliani reduci dal fronte  di tornare a casa e di raccogliere provviste per una popolazione alla fame.

Ora i nostri isolani, quei “ piccoli” che Ella con amorevole attenzione ha citato nel Suo messaggio, si dibattono, come Le è noto,  nell' angoscia di vedere chiuso l'ospedale, anche questo di antica istituzione, e funzionale a tutte e sette le isole poste sotto la Sua cura Pastorale.

Data la Sua frequenza in quella Diocesi, si renderà conto a quali seri disagi questo procedimento ,se attuato, arrecherà agli abitanti delle isole, persino in pericolo  di vita , la cosa più sacra che abbiamo.

A rigore è una questione politico – amministrativa, me ne rendo ben conto, tuttavia AverLa al nostro fianco, così come si evince da senso profondo del Suo messaggio, ci dà forza e ci rincuora ,   sostenendo coloro i quali senza risparmio di tempo e mezzi si stanno prodigando da mesi , affinchè ciò non avvenga.

Le nostre isole nel tempo sono state deprivate di molti presidi e uffici istituzionali: la sede Vescovile, il Tribunale civile, il Carcere mandamentale, l'Agenzia delle Entrate e  del Territorio ,  Condotte mediche  , solo per accennare ad alcuni.

 Ella converrà che lì dove vengano a mancare le Istituzioni , altre forze operino in sua vece

Per questo, plaudo alla Sua scelta di stare vicino come Pastore agli  “ultimi” e, a nome di tutti gli Eoliani fuori e  nelle nostre amate Isole, La ringrazio, implorando la Sua Apostolica Benedizione.

Francesco Biancheri , Emigrante.

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